Ogni tanto qualcuno dimostra di aver capito le potenzialità del 2.0.....grazie a Jimbo Connors - chiunque egli sia.
Ricordo ancora, come fosse ieri, quando John mi portò al campo di allenamento una cassettina con registrata la primo demo dei Green Day. Io ero ormai nella fase calante della carriera (ma ci davo ancora dentro cazzo, io ci ho dato sempre dentro!) e questi tre mocciosi con la loro musica mi diedero la spinta per andare ancora avanti e conquistarmi i quarti di finale degli US Open del 1996 (dove mi elimino il piu punk di tutti, Andre Agassi, anche se sotto al cappellino aveva la parrucca).
“Uno!” è il primo album della loro trilogia, che si concluderà con “Dos!” e “Tres!” a febbraio 2013, e devo dire che con grande gioia, dopo il pessimo “21st Century Breakdown” e le sonorità prese negli anni 2000, la band capitanata dal mio amico Billie Joe (lo invitavo spesso a farmi da raccattapalle personale nei tornei minori) è riuscita a sfornare un disco che mi ha letteralmente ributtato indietro nel tempo.
Sarà il ritorno in produzione di Rob Cavallo, sarà che forse i Green Day si erano rotti le palle di fare canzoni da mainstream, ma ragazzi miei qui sembra di avere tra le mani il seguito di “Nimrod” e niente al mondo poteva rendermi piu felice (ok, forse solo le dolci labbra di Gabriela Sabatini negli spogliatoi di Flushing Meadows mi avevano eccitato di piu...).
Dodici canzoni, dove solo i due singoli “Oh Love” e “Kill The Dj” sono stati fatti per accontentare il capo della Reprise (d'altronde voi avete mai detto di no al vostro datore di lavoro? Io al massimo mandavo a cagare l'arbitro di sedia, ma ero Jimbo Connors cazzo, mica un Nadal qualunque), mentre tutto il resto è bello, bellissimo, godereccio, cazzuto.
Il basso di Mike e il rullo/cassa di Trè sono tornati ad essere esplosivi.
La chitarra di BJ è tornata a macinare riff veloci e convinti.
Il sound è una bomba, ed è esattamente quello che volevamo da loro dal 1997, perchè era quella la direzione giusta, la strada dei Green Day è sempre stata quella e “Uno!” è qui a dimostrarlo.
“Nuclear Family” dà il via, “Stay The Night” è il brano piu riuscito dell'album (non so a voi, ma nel lungo special di un minuto quasi tutto strumentale, il manico della mia racchetta diventa durissimo).
“Carpe Diem” è un mix di Green Day pre Dookie e post American Idiot, con un grande ritornello e un chiaro omaggio ai Clash, sia nel riff di chitarra sia nell'assolo.
“Let Yourself Go” è incazzata e veloce,mentre “Fell For You” è la piu bella ballata scritta dalla band dai tempi di “Pulling Teeth”.
“Loss Of Control” e “Rusty James” (la mia preferita in assoluto e molto vicina a "Scattered”) sembrano uscite dalle session di Nimrod (scusate se insisto ma la cosa mi gasa a dismisura come un pallonetto riuscito a quel pirla di Ivan Lendl).
Con “Troublemaker” ritentano con piu fortuna rispetto a “Horseshoes and Handgrenades” il paragone con gli Hives.Questa volta vincono mettendo piu personalità!
“Angel Blue” ricorda di nuovo i Clash di “I fought the law” nell'assolino sul riff, ma decolla con un ritornello al fulmicotone.
“Sweet Sixteen” è un'altra ballad incisiva e sdolcinata al punto giusto.
Insomma, ormai avete capito che “Uno!” è ciò che volevamo sentire dai Green Day noi vecchi fans, perchè ci mancavano terribilmente e sapevamo che in canna avevano ancora quei colpi, quei lungolinea che si infilano mentre il vostro avversario è a rete (come godevo quando li infilavo a Borg) e tutto il pubblico salta in aria e ti batte le mani.
Non so cosa ci riserveranno “Dos!” e “Tres!”, forse saranno delusioni, ma chissenefrega...godiamoci questo disco e torniamo giovani per un paio di mesi!
Concludo con una piccola digressione sul problema del caro Billie Joe.
A me il punk rock è sempre piaciuto perchè fatto da persone oneste e sincere.
E ho sempre sostenuto che se vuoi suonare questo genere devi avere l'attitudine giusta.
In poche parole, se a voi piace la nuova generazione di punk rockers vegani, astemi, profumati e magari praticanti cattolici, io continuo ad amare la vecchia generazione, problematica e un po' viziata. Non apprezzo le dipendenze (io lo ero solo del Gatorade), ma se sei una rockstar qualche sfizio te lo perdono...lo farei anche io e lo fareste anche voi! Altrimenti finiremmo tutti a leggere “Massoneria Ramonica” e ci renderemmo conto ogni minuto che la vita fa davvero schifo!
Andiamo John, ho i biglietti per la finale di Coppa Davis, prepara i panini che io scaldo il motore...