sabato 30 maggio 2015

Last Heart Attack "Lifesteps"

Lifesteps - 2015 

I Last Heart Attack, sono una giovane band Romana che si da da fare ormai dal 2010.
Nel 2013 fanno uscire il primo ep Take This! Free Gift e si riaffacciano ora con il nuovo album Lifesteps, discone lungo 12 canzoni con un artwork a dir poco bello.
Fin dalla prima traccia si capisce che i ragazzi sono cresciuti a Blink 182, che a mio parere è una cosa positiva, perché a parte il mare di cagate, il trio americano ha sfornato fuori anche delle belle perle e i LHA credo siano stati influenzati dalla parte buona di tutto ciò, se non da tante altre band più recenti che ignoro completamente, ma che ho letto sulla loro pagina facebook!
La registrazione impeccabile è opera del mitologico Hell Smell studio del buon Alex, ma anche dal vivo il quartetto è preciso come un orologio svizzero.
Pezzone del disco al numero 8 è Forbidden Games, è anche quello che non c'entra quasi un cazzo con tutto il resto, ma a me piace proprio perché mi sembra possa essere un apripista per i futuri pezzi? Mi sbaglio? Sticazzi.
Nel complesso il disco fila liscio dall'inizio alla fine, alternando tracce più veloci tuppatuppatuppa a pezzi ballerecci in mid tempo, fino a romanticate da mano a cucchiarina in mezzo alle cosce della compagna di classe.
Diciamo che l'ascoltatore medio per questo disco dovrebbe essere un misto tra un nostalgico degli anni '90 ma con una mente aperta alle nuove sonorità più pop punk, di quello che ora si chiama pop punk ma che non c'entra una mazza con quello che un tempo si chiamava pop punk, avete capito?

Release Party - Roma 15 Maggio 2015
Supportate questa band, se lo meritano, sono fighi, giovani, non se la tirano e suonano da dio, qui un video della penultima traccia Maybe I Can't.

giovedì 28 maggio 2015

S.N.A.F.U. Special - Akira Toriyama

Ultimamente Akira Toriyama è tornato al centro dell'attenzione nel mondo del fumetto. Sapete di chi stiamo parlando vero?! L'ormai poco prolifico autore ha messo un po' di carne al fuoco annunciando l'uscita di un nuovo anime di Dragonball sceneggiato da lui stesso, ha completato qualche lavoro, e la nostrana Star Comics si è messa a ristampare Dr.Slump nella Perfect Edition. Da buon collezionista non potevo farmi scappare gli ultimi lavori del maestro pubblicati in Italia! 
Katsura Akira in realtà risale al novembre scorso ed è un lavoro a due mani tra Masakazu Katsura (disegni) e Akira Toriyama (storia). Questo albo, che è un'esperimento di cooperazione tra due  ottimi autori, amici da molto tempo, contiene due storie; la prima "Sachie-Chan's Goo" è molto breve e ha come protagonista la giovane Sachie che, insieme al giovane combattente Razido, tenta di salvare il pianeta, mentre la seconda, "Jiya", è più lunga e amplia una delle idee della storia precedente ed ha come protagonista il membro della pattuglia galattica Jiya, arrivato sulla terra in cerca di un suo collega disertore. Durante la sua ricerca inevitabilmente incontrerà due terrestri che coinvolgerà nella sua avventura e alla fine....finiranno per salvare il pianeta.
Due racconti carini, scorrevoli e godibilissimi in cui è possibile trovare tutte le caratteristiche che hanno reso celebri questi due autori; da un lato l'umorismo e la verve di Toriyama e i suoi buffi personaggi continuamente in bilico tra l'umorismo e la serietà e dall'altro lo stile grafico di Katsura, sempre impeccabile e ricco di dettagli, con un tratto eccezionale. Alla fine l'albo viene arricchito da una raccolta degli schizzi preparatori a questo lavoro. Insomma un volume carino che consiglio e un tassello in più da aggiungere alla vostra collezione!
Quando mesi fa era uscita la notizia che Toriyama stava lavorando ad una nuova storia, mi ero gasato di brutto. Non c'erano molte informazioni, non si sapeva ancora se fosse in continuazione o autoconclusiva, l'unica cosa nota era il nome: "Jaco The Galactic Patrolman". Finalmente, a qualche anno di distanza dalla sua uscita in Giappone, la Star Comics ha pubblicato l'albo anche in Italia. In Jaco The Galactic Patrolman si narrano le vicende di Jaco, membro della pattuglia che difende la pace nella galassia e del vecchio Omori, burbero scienziato che vive solitario su un'isola. I due si incontrano quando la navicella di Jaco urta accidentalmente la luna e precipita nei pressi dell'isoletta dove vive Omori. Il vecchio decide di aiutare l'alieno a riparare l'astronave, e Jaco, al contatto con la civiltà terrestre, combinerà un disastro dopo l'altro. Interessante come verso la fine dell'albo la storia si intreccerà parzialmente con Dragonball e ritroveremo alcuni personaggi della mitica serie. Jaco a conti fatti è un prequel del capolavoro di Toriyama, infatti le vicende di questo albo si collocano 10 anni prima degli eventi del primo capitolo di Dragonball, e Jaco nel fumetto è stato mandato sulla terra proprio per far fronte alla minaccia Sayan. Poi a fine albo troviamo la vera e propria chicca! Giusto una decina di pagine che  raccontano gli ultimi giorni sul pianeta Vegeta e la partenza di Goku neonato verso la terra. Una chicca che i fan della serie non possono perdersi! Jaco è un buon albo, con una storia divertente e godibile, vi farà passare una mezz'ora in leggerezza. Anche qui ritroviamo le classiche caratteristiche delle opere di Toriyama; situazioni anomale ed esagerate, al limite tra serietà e comicità e personaggi stereotipati; dal vecchio burbero che si addolcisce con la frequentazione di personaggi strani, agli alieni inseriti in un contesto comune, alle ragazze dal carattere forte. Veramente consigliato! 

lunedì 25 maggio 2015

Bob Mould - Beauty and Ruin

Merge Records - 2014

Ai miei occhi la carriera solista dello zio Bob è davvero controversa: non fraintendetemi, Bob non è più un ragazzino e se si portasse ancora dietro la rabbia post-adolescenziale degli Hüsker Dü potrebbe risultare ridicolo... e, diciamola tutta, quando ho sentito il bellissimo singolo di lancio di questo LP, I Don't Know You Anymore, pensavo di trovarmi davanti al giusto compromesso. Eppure se alcuni dei pezzi dell'album confermano questa mia sensazione (vedi Kid with Crooked FaceThe War, Hey Mr. Grey e Tomorrow Morning), altri la smentiscono categoricamente. Emblematiche in questo senso Low Season e Nemeses Are Laughing... qui azzarderei che l'alternative rock mi ha sempre fatto cagare e non c'è verso che questa specie di post-grunge passi per il mio intestino senza provocarmi forti flatulenze. Tuttavia, skippate queste ballad per quarantenni che vogliono sentirsi giovani, il rock distorto nelle chitarre ma melodico nelle melodie di Beauty and Ruin risulta piacevole anche per un punk rocker dalla buccia dura. Alla fine ogni tanto bisogna pure ascoltare qualcosa a volume moderato per rilassarsi!

domenica 24 maggio 2015

American Sniper - libro

"Haven't read the book, I've seen the movie...
...now does that mean that I'm a jerk?
" (Kevin Aper)

Nel caso di American Sniper la risposta a questa domanda è "sì, sei un coglione".
Di quanto il film mi avesse fatto cagare ne avevo già parlato qui....ora ho finalmente letto il libro ed è tutta un'altra cosa, dovrebbe essere letto da tutti così almeno il 90% di quelli che si sono fatti (a caso) le seghe con il film la smetterebbe all'istante.
Nel periodo in cui il film era al cinema avevo la bacheca di Facebook intasata da gente casuale che postava commenti tipo "capolavoro del maestro Eastwood", "Oscar subito", "film totale", "montaggio analoggico", ecc ecc...profili delle stesse persone che nel 2003 andavano in piazzetta con quella merda di bandiera arcobaleno della pace a ritmo di Intifada degli Ska-P. Ma che cazzo! Fucilatevi all'istante!
Ma dopotutto la colpa non è tutta loro, è anche da spartire con quella zozzeria di film edulcorato che pensa di essere tosto solo per la sequenza dello sparo al bambino (che tra l'altro non è mai avvenuto).
Ora ve lo dico io chi cazzo era Chris Kyle (da intendere sempre che ve lo sto dicendo from the top of this cock).
Prima di tutto in 400 pagine si rivolge agli iracheni con i simpatici appellativi di selvaggi e primitivi.
In 400 pagine ne dedica 350 a struggersi di averne ammazzati troppo pochi.
Si immagina il suo ingresso in paradiso con Dio che gli fa il cazziatone per come ha trattato la moglie ma che gli dà l'high five per le azioni di guerra.
Si è tatuato una cazzo di croce dei crociati sul corpo...i crociati. Chiaro? Medioevo here we come.
Kyle è lo stereotipo del texano dalla manina calda e dal grilletto facile, tutto Dio, patria, birra, risse al bar e machismo sfrenato. Insegna al figlio di 5 anni a sparare col fucile durante battute di caccia.
Ci sono un bel pò di capitoli in cui si inneggia al nonnismo come cosa buona e giusta e lui è il principale promotore del suo Team. Lo scherzo migliore è picchiare la recluta fino a farla svenire, poi farle una flebo e riniziare da capo....hey, do you remember Emanuele Scieri e lo Zibaldone? Dai ci avete passato gli anni 90 a far la guerra alla Folgore.
Pensate ancora sia un bel film? Dovreste odiarlo. Potrei andare avanti all'infinito.....e come vedete sono pure riuscito a fare lo spocchioso su una cosa che col punkrock non c'entra un cazzo.
Detto questo......
Il libro è uno dei migliori del suo genere. Kyle si è scelto due ottimi scrittori che traducono il suo pensiero da gibbone da combattimento (con tutto il rispetto per il defunto) in maniera schietta, diretta e coinvolgente. Le pagine scorrono via veloci delinenando una storia di tutto rispetto con capitoli brevissimi, densi di azione e filosofia da Forze Speciali. Lo adoro.
Nonostante questo non riesco ad amare particolarmente Kyle, davvero troppo macho e invasato, sarebbe stato perfetto per una puntata dei Simpson. Siamo in un altro mondo rispetto a McNab e soci, altrettanto concreti quando si tratta di sparare, ma molto meno fanatici.
Io continuerò a schifare il film e a leggermi il libro con gusto, ma voi per favore tornate ad ascoltarvi "Polenta e Kebab" e cancellate il film dal vostro database di IMDb.

venerdì 22 maggio 2015

Red City Radio - S/t


Nel caos di questa primavera concertistica, l'uscita dell'ultimo album dei Red City Radio è passata un po' inosservata. Uscito per Staple Records, questo self titled è il terzo album in studio per la band di Oklahoma City.
L'uscita dell'album era stata anticipata dalla preview del brano Electricity, canzone carina, nulla di speciale che faceva presagire come sarebbe stato l'album. A due anni di distanza dallo stupendo Titles è difficile ripetersi e il S/t in questione è un passo indietro. L'apertura con Whatcha Got e Rest Easy è figa, il sound della band è immutato e si presenta bello potente. Lo stesso vale per i brani seguenti Stranger, Two Out of Three Ain't Bad, Let Me In, belle canzoni con melodie che spaccano, tutto bello ok....ma non si spinge mai l'acceleratore. A mio parere il difetto principale di quest'album è che i bpm non salgono mai, tutte le canzoni sono in mid-tempo e alla fine il tutto risulta abbastanza piatto. Si può dire che, per come suona, questo è un album più tendente verso il rock che verso il punk; come già detto i pezzi citati sono molto buoni, riffettini e melodie da paura, ma se fossero stati intervallati da qualche pezzo un po' più veloce (tipo Don't be a Hero, Find a Friend o A Joke With No Words per intenderci) avrebbero risaltato di più, dando più spessore e completezza al disco. 
Rimaniamo sulla sufficienza ma dai Red City Radio ci si aspetta di più.

mercoledì 20 maggio 2015

Crashdïet - Rest In Sleaze (10th Anniversary)

Universal - 2005

Prologo
: è il 2001. Sono passati dieci anni da quando il grunge si è abbattuto come un fulmine a ciel sereno sulla scena glam ipersatura di Los Angeles, facendola sprofondare in un'agonia che due anni dopo si trasformerà in decesso. In America il rock è già sparito dalla top 10 delle vendite, ma pop punk, nu metal e affini se la passano comunque bene grazie a MTV che ancora manda la loro musica in giro per il mondo. La scintilla glam però non si è del tutto spenta e qualcuno tra i big sopravvissuti è tornato a calcare gli stadi. Ma è dall'altra parte dell'Atlantico che una nuova generazione sta per raccoglierne l'eredità. Per la precisione in Svezia, dove le chitarre distorte godono di buona salute grazie a un assortimento di generi in cui spiccano le fiorenti scene death metal e garage rock. L'anno prima, un giovane rocker che si fa chiamare Dave Lepard ha fondato i Crashdïet, che nel look e nel sound ripropongono fedelmente il lato più rozzo e stradaiolo del Sunset Strip degli anni '80. L'anno dopo rifonda il gruppo con nuovi membri e il quartetto s'impone sulla scena locale, fino a raggiungere un obiettivo impossibile: un contratto con una major, la Universal. Il 20 maggio 2005 possono così pubblicare il loro album di debutto, "Rest In Sleaze".

Bastano i primi due secondi di chitarra di Knokk 'Em Down per capire che siamo tornati ai fasti del glam più decadente, rinvigorito con rinnovata aggressività e ruvidezza. La canzone delinea già chiaramente il sound della band con le chitarre vetrioliche, il basso pieno, la batteria martellante e i cori superarmonizzati da anthem. La voce di Lepard compensa con intensità e stridenti acuti ciò che le manca in potenza. Il testo, uno sfogo contro la grigia monotonia della routine lavorativa, rivela l'attitudine rabbiosa e disillusa mutuata dal punk che li contraddistingue dai loro spensierati e festaioli predecessori.
A seguire arriva il primo capolavoro e il singolo probabilmente più conosciuto, Riot In Everyone.
Lanciato da un brutale intro di basso e chitarra, è un concentrato di adrenalina impreziosito dai riff affilati di Martin Sweet che culmina in un coro memorabile carico di epicità. Un inno alla ribellione di altissimo livello. Si passa subito a uno degli altri momenti migliori, la viziosa Queen Obscene (69 Shots), un hard rock a luci rosse allo stesso tempo cafone e sinuoso come un serpente tra le braccia di una stripper grazie.
Breaking The Chainz ritorna verso l'atmosfera cupa e le sonorità più dure dell'opener e offre un altro momento di scontro frontale. Personalmente non una delle punte dell'album, ma all'epoca fu scelto come un dei singoli. Needle In Your Eye ci porta nell'eterno ambito delle relazioni sentimentali  ed è reso gustoso dalla composizione particolarmente curata, che ruota intorno a riff ipnotico di quelli che si appiccicano subito in testa. Tikket ha un bel ritmo sostenuto che tiene alta la tensione, mentre Out Of Line rallenta per un momento di lascivia inquietante ma al tempo stesso seducente, tipo finire a letto con la sexy goth che tira fuori le manette e la frusta dal comodino. Ma arriva il momento della gemma più bella dell'album, il magnifico e struggente anthem It's A Miracle, epico, drammatico, sensuale, il brano cesellato da una finissima performance musicale e una perfetta composizione. Un centro perfetto che vale una carriera. Dopo l'orgasmo, arriva il momento della sigaretta ed è Straight Outta Hell, rilassata nella sua strafottenza ma vivace nella sua schiettezza. Si chiude infine con Bakk On Trakk, un dolce che chiude il pasto degnamente con un'inaspettata e fresca vena di sognante ottimismo e lascia la bocca appagata.

Epilogo: l'album arrivò alla dodicesima posizione nelle chart svedesi e anche se non ebbe altrettanto successo commerciale, insieme al capolavoro self-titled degli Hardcore Superstar diede il via alla rinascita della scena glam e sleaze. Il sogno però era destinato a trasformarsi in un incubo per la band. Fin troppo fedele al motto live fast, die young, Lepard non riuscì a gestire la sua rivolta interiore e vittima dei suoi stessi eccessi, si uccise a gennaio del 2006. I tre sopravvissuti decisero di portare avanti l'eredità del gruppo e reclutarono il finlandese Olliver Twister, con cui incisero il deludente The Unattractive Revolution. Licenziato Olliver, reclutarono il crestato Simon Cruz che con la sua energia e il suo magnetismo erotico riuscì a ribaltare la situazione. Con lui hanno sfornato due bei lavori, Generation Wild e The Savage Playground, ma la sorte si è fatta di nuovo avversa con l'improvviso abbandono di Cruz qualche mese fa.

E della scena che dire? Il bilancio è complesso ma positivo. Il genere non ha mai neanche sfiorato il successo commerciale della scena originale, ma è riuscito a cementare la sua presenza nel panorama rock mondiale ed è destinato a restarci. Esaurita l'iniziale spinta iniziale, si è stabilizzato con una buona vitalità e continua a sfornare ogni anno un numero più che esauriente di lavori e band valide. Fatevi un giro sul SleazeRoxx, portale di riferimento per la scena, e vedrete voi stessi. Nonostante la pesante connotazione di revival, non perde di freschezza e la ricerca di suoni e di direzioni proprie, tra tentativi più e meno riusciti, continua.

Keep ya hair in shape, kids!


martedì 19 maggio 2015

Hex Ray Gun + Teenage Gluesniffers @ Honky Tonky

Hex Ray Gun all'assalto del nulla

Siamo stati fra i primi a supportare questa band napoletana e ne andiamo fieri.
La naturale conseguenza è che io ed il Pvt.Flavia andiamo a vederceli all'Honky Tonky assieme a quei ricchioni dei Teenage Gluesniffers che finalmente mi becco in formazione a 4.
Serata da 12 persone di pubblico comprese le band (contate dal sottoscritto)....e poi rimangono tutti stupiti se dico che ai concerti ultimamente non mi diverto tantissimo....sarò cretino io....e sinceramente non penso che la causa fosse la data praticamente identica che si sarebbe tenuta al Ligera 2 giorni dopo (anche perchè sembra che pure quella si andata maluccio...almeno così ho letto sul nuovo utilissimo blog della OCW a cui concedo un'aspettativa di vita pari a quella di un bimbo di 3 anni a Ramadi nel 2006).
Aprono la serata i Red Lights Murder...totalmente sconosciuti....nel backstage vedo che uno di loro è travestito da Toga Party manco fosse l'osceno carnevale dei Poggi di Mariano. Decido quindi di non vederli per almeno 10 minuti.
Passati i 10 minuti mi avvicino al palco attratto da un bel muro di suono dalle sonorità punkrock....scopro con sorpresa che l'uomo vestito da Carnevale sta sul palco facendo finta di suonare una chitarra di Guitar Hero e nel frattempo se la balla come Mariolone. Per i primi 30 secondi provo ammirazione...dopo decido di levare le tende. Peccato perchè il muro di suono era notevole. Non so se la scena la stiano ammazzando loro o gli Hakan.
Arriva il momento degli Hex Ray Gun che, ovviamente, fanno il vuoto. Non è colpa loro, è solamente il punkrock che funziona così.
Partono cazzutissimi con un set a mille all'ora. Non hanno nulla da invidiare ai Bottlercoket...dagli ampli esce un suono da stalloni americani con conseguente assenza di voci. Bravi fonici!
Se fossero una band di Milano farebbero esattamente lo stesso vuoto ai concerti, ma almeno ci sarebbero più persone che potrebbero paccare i loro show (me compreso). La sostanza è che sono una band della madonna che non sbaglia nulla (a parte 2 pezzi in più del dovuto sulla scaletta...ma lo fanno tutti tranne i Colin Farrell....concedetemelo).
Arriva il turno dei TGS con il Masu alla chitarra....Pably per la prima volta dal palco dice una cosa sensata "prima non ci cagava nessuno e ora che c'è Masu ci cagate tutti". Ora....a parte l'uso improprio della parola "tutti", direi che effettivamente la sensazione è proprio quella.
Io, che dico ai TGS di prendersi una seconda chitarra più o meno dal 2007, mi schiero dalla parte dei "tutti"....Masu è perfetto nella parte...è precisissimo ed allo stesso tempo ha l'aria dell'improvvisato. Senza troppe balle da Massoneria Ramonica trascina da solo i Gluesniffers verso un set tiratissimo, con suoni potenti e muraglia di cori tipo avanzata di Patton in Europa. Sono un'altra band...ora mancano solo le canzoni belle tipo periodo 2006-2008 (breve ma intenso, il migliore).
Potrei tornare a confidare in loro certo che sapranno tradire le mie aspettative, complice l'amicizia con quegli orgcorer dei Low Merdivé (cuori per loro, umanamente parlando. Musicalmente un pò meno, ma apprezzo la loro furbizia e lungimiranza).
I concerti terminano a mezzanotte passata, ma ora arriva la parte della serata che attendevo....prendo in disparte il Capitano degli Hex Ray Gun ed iniziamo a farci le seghe su cosa sia meglio fra Band of Brothers e The Pacific....alla conversazione si aggiunge inaspettatamente quel comunistaccio anti-patria di Nudolz che sfoggia grande passione e cultura aviotrasportata. Decido a malincuore di far finire la serata alle 2 di notte. Per un attimo il punkrock era tornato ad avere un senso.

lunedì 18 maggio 2015

Stefano Amato - Bastaddi


Stefano Amato, già noto alla cronache di Snafu, ha appena sfornato un nuovo romanzo. Mi prende per la gola parlando di mafia e azioni militari: Bastaddi è un tributo al genio di Quentin Tarantino o, come la definisce lo stesso autore, una cover letteraria di Bastardi Senza Gloria. Solo che qui l'ambientazione si sposta dalla Germania Nazista alla Sicilia del periodo pre-stragista (1991). Il tenente Ranieri, incaricato dai servizi segreti, è a capo di una banda di 8 esaltati, gente che ha maturato un forte risentimento nei confronti di Cosa nostra, con l'obiettivo di collezionare gli scalpi di almeno 800 uomini d'onore e di distruggere l'organizzazione criminale.
La trama è molto fedele al percorso narrativo impostato da Tarantino nel suo capolavoro che tanto ci ha esaltato qui in caserma. Se da un lato l'autore avrebbe potuto sbizzarrirsi discostandosi maggiormente dalla trama, dall'altro gli va riconosciuta l'onestà intellettuale di aver compreso che quanto fatto da Tarantino era difficilmente migliorabile. Un'ottima lettura, scorrevole e appassionante, godibile da chi non ha inutili pretese accademiche. Se poi fate parte di quella schiera di studenti di cinema che dopo aver visto Django ha esclamato una frase del tipo "Ormai Tarantino si cita da solo" potete lasciare perdere... "tanto il cinema è morto nel 1974"!

martedì 12 maggio 2015

Los Pata de Lana - "no fun in Salta"

Moquette Records - 2015

Avrei dovuto recensirlo 4 mesi fa....ma lo faccio ora...anche se praticamente non mi ricordo più nemmeno una canzone.
Scherzi a parte il disco dei milano-canturini Los Pata de Lana è marcio e pop al punto giusto...un mix fra Ramones, Queers, band a caso del Pornacchione e The Moes (tanto per fare paragoni azzardati e casuali).
Alcuni pezzi scorrono via indolore, altri sai già come finiscono ed altri ancora ti fanno prendere bene inaspettatamente (tipo la canzone sul Fernet). Da segnalare poi la ballatona "The one I want" che effettivamente merita una menzione (o minzione) su queste pagine virtuali.
Padronanza degli strumenti scarsa, voce melodica ma leggermente stonata e live set alla Ramones del '74...tutti ingredienti che rendono questa band degna di esistere.
Non si possono spendere altre parole su un disco del genere....loro sono sintentici e minimali, lo siamo anche noi....non potranno che starvi simpatici, fidatevi!

Si compra qui: http://www.stripedmusic.com/cd-los-pata-de-lana-no-fun-in-salta/

lunedì 11 maggio 2015

Intervista a Live Trigger

Il Pvt Romance ha la brillante idea di intervistare i ragazzi di Live Trigger....lui è un tipo pigro e quindi decide di coinvolgerci tutti...una domanda da parte di ogni soldato bam bam bam, raffiche veloci e precise a cui i ragazzacci rispondono con professionalità (o comunque giudicate voi).
Il Pvt Romance, non contento della sua pigrizia, mi chiede pure di scrivere una intro (ovviamente sono il soldatino SNAFU)....e io non posso deluderlo. Beccatevi sta roba e ricordate...semper fidelis alla Caserma!


Pvt. Romance & Pvt. Rehab:
Ciao ragazzi! Prima di iniziare con le domande vere e proprie spiegate ai nostri lettori in cosa consiste il progetto LiveTrigger. Perchè una band emergente dovrebbe rivolgersi proprio a voi? Il vostro servizio ha un costo per le band? Insomma fornite le vostre generalità!
LiveTrigger è sostanzialmente uno strumento online, totalmente gratuito - creato da persone che da dieci anni organizzano concerti e tour - per facilitare l'incontro fra band, locali e promoter. L'obiettivo di LiveTrigger è questo: aiutare le band a trovare i booker ed i locali adatti. Aiutare i promoter a trovare le band ed i locali adatti, ed aiutare i locali a trovare i promoter e le band adatte.
Lo facciamo con un motore di ricerca avanzata integrato a GoogleMaps nel quale potrete effettuare ricerce specifice (ad esempio locali metal in Germania, piuttosto che promoter reggae a Londra), un sistema di rating scambiati dagli utenti come quelli di Ebay o TripAdvisor (cosa c'è di meglio che un rating espresso dagli altri utenti?) ed un inbox “intelligente” che permette di filtrare i messaggi per genere musicale del mittente, cachet, media dei feedback dell'utente etc (questa feature può essere utilissima per i vari direttori artistici che hanno la casella di posta invasa da richieste via email delle quali magari solo alcune sono realmente interessanti).
Perchè una band dovrebbe utilizzare LiveTrigger? A) perchè LiveTrigger è stato creato da persone che da anni organizzano concerti e tour e ne conoscono le problematiche; B) perchè non esiste nessuno strumento simile al momento online; C) perchè gia un migliaio di utenti da più di 55 stati del mondo hanno scelto di provarlo e D)... bhè perchè è gratis e tentar non nuoce :)

Pvt. Romance:
"We know live music is the best part. LiveTrigger has been created by musicians for musicians, by live music community insiders for the whole live music community". Dire che sono d’accordo è usare un eufemismo! Ormai avete raggiunto un discreto numero di affiliati, la community cresce, ma non basta ancora. Quanto siamo lontani dal riuscire a riportare la musica live nelle mani delle persone che veramente ce l’hanno a cuore, andando così a evitare intermediari a cui interessa solo arricchirsi alle spalle di chi si sbatte solo ed unicamente per passione?
In realtà dei due punti che hai toccato tu, la scarsa passione ed il guadagno, per come la vedo io solo uno rappresenta un problema: la mancanza di passione in quello che si fa. Mi spiego meglio: il fatto che una persona che fa da intermediario fra un locale ed una band guadagni qualcosa di per se' non dovrebbe essere una cosa negativa. Se il locale e le band sono soddisfatte, ci sta che chi si è preso a carico l'organizzazione del live mangi la sua fetta. Succede che però generalmente molti promoter magnano una fetta troppo grossa per un lavoro fatto male. Band che non sanno cosa mangiare o dove dormire, locali che non ricevono il giusto supporto e così via... il lavarsene le mani perchè tanto ormai si è venduta la data è una delle piaghe del “mercato” live undergound. Soprattutto in questo paese. Se poi ci aggiungi nepotismo e clielentelismo nella scelta dei supporter hai un cocktail che rende i live in Italia quello che sono...
Chi ha gia utilizzato LiveTrigger si sarà reso conto di come esistano all'interno del sito un paio di feature che a lungo andare possono andare ad arginare queste situazioni, ma il cambiamento non passa da un unico sito web: deve essere una presa di coscienza generica di tutti gli attori che hanno una parte nell'organizzazione di concerti. Le band dovrebbero da un lato iniziare ad essere meno schizzinose e dall'altro iniziare a boicottare certe pratiche e certe categorie di persone, i promoter dovrebbero fornire un lavoro meno pressapochista e magari evitare di triplicare i rimborsi che chiedono ed i locali dovrebbero inziare ad acquisire più coscienza del proprio ruolo ed evitare di buttare nel cesso le proprie risorse. Poi chiaro, questo non vuol dire che sia tutto una merda e che sia un discorso che riguarda tutti, ma la musica dal vivo o fa un gioco di squadra e si salva, oppure continuerà a farsi la guerra dei poveri al suo interno morendo un pezzettino alla volta, giorno per giorno.
Io tuttavia rimango fiducioso: gli esempi di collaborazione costruttiva sono sempre più lampanti e la cosa bella è che poi in quelle situazioni il pubblico non manca mai!



Pvt. Numidio Quadrato:
Generalmente il problema principale è quello di ospitare le band per la notte visto che non sempre il locale garantisce una sistemazione. Per fortuna ci sono sempre più ragazzi giovani che organizzano concerti, ma non tutti hanno una casa propria vivendo ancora in famiglia. Non sarebbe utile anche una sorta di convenzione con ostelli o b&b limitrofi ai locali in cui si suona? (Forse non si capisce...il senso è che sarebbe fico se tramite il vostro sito ci fosse una lista di posti che facessero mega sconti per i gruppi, magari in cambio di banner o pubblicità varie sul network stesso).
Posso darti ragione sul fatto che sia un problema, ma secondo me esistono ancora altri problemi ben più grossi a monte: agenzie di booking che si fan la guerra fra di loro, locali poco interessati al loro business principale (i live!) e band che pretendono tutto e subito. A tutto questo va sommato il fatto che il mercato musicale sta attraversando una fase di cambiamento di paradigma da circa 10 anni... ed ancora non si capisce con certezza dove stia andando a parare. C'è una buona fetta della vecchia guardia, restia al cambiamento, che tenta di applicare a situazioni completamente nuove schemi interpretativi e d'azione obsoleti, ed dal lato opposto c'è una parte della nuova generazione che non trova modus operandi validi e si demoralizza in fretta, ripetendo spesso gli errori di chi è passato prima ed è già scomparso.
In questo contesto ci sono due modi di operare: o costruisci qualcosa e tenti di valorizzare il meglio lavorando per eliminare il peggio, pian piano, con pazienza e dedizione, oppure fai la guerra agli altri, ed in quel caso hai il destino segnato, perchè prima o poi ti farai terra bruciata attorno.
Fatta questa doverosa premessa, si, pur essendo l'argomento delle accomodation è gia presente nel sito, posso tranquillamente dirti che la nostra idea è quella di tenere sempre in grande considerazione le critiche ed i suggerimenti che ci arrivano, perchè ogni cosa è migliorabile e come cantano i NOFX in the Decline, anche noi partiamo dall'idea che un milione di teste saranno sempre più intelligenti di una sola.

Pvt SNAFU:
Non ho mai condiviso quei membri di band che dicono "io suono solo per me stesso, non mi interessa se c'è gente" la trovo una grande contraddizione anche per il nostro ambiente punk rock. Se suoni in un locale pubblico…be il pubblico deve esserci, no? Se no stattene in sala prove amico. Voi di che parere siete? In un periodo di tanti show e poco pubblico non pensate che la soluzione possa essere "meno show e più pubblico"?
No, credo che la soluzione sia semplicemente “organizzare meglio gli show”. Ho una mia personale opinione a riguardo. Non serve diminuire il numero dei concerti, serve incrementarne la qualità. La musica dal vivo è un ambito particolare, una forma d'arte ed in quanto tale non può essere compresa se analizzata attraverso delle chiavi di lettura quantitative tipiche di una logica industriale. Non stai producendo prodotti di consumo, stai organizzando una serata che potenzialmente regalerà al tuo pubblico delle emozioni che si porterà dietro per un bel po'. Ed il motivo per cui la gente deve venire al tuo concerto è perchè sa che al tuo concerto starà bene, tornerà a casa contenta. Non perchè il tuo rappresenta l'unico live nel raggio di km e km. Non credo nella visione elitaria della musica, credo nella sua universalità, cosi come credo che non ci sia da ridurre il numero di concerti ma da incrementarne la qualità.



Pvt. Flavia:
Bella ragazzi! LiveTrigger a mio parere è veramente una figata, ma che valore aggiunto può avere rispetto a Facebook, che già di per se viene super utilizzato per lo stesso tipo di attività? E soprattutto, secondo voi, che utilità effettivamente ha in un panorama musicale saturo di piccole band, con poca voglia di supportarsi tra di loro (salvo poche eccezioni), poca gente con la voglia di schiodare il culo dai social network, sempre più booking e pochi posti dove poter suonare?
LiveTrigger ha due tipologie di valori aggiunti: una tecnica ed una più.. diciamo... di principio.
Quella tecnica la si spiega facilmente: Facebook punta ad avere i tuoi like e con quelli rivendersi la pubblicità. In base a come cataloga i tuoi interessi, ti mostra le offerte degli inserzionisti che sono più vicini ai tuoi gusti. LiveTrigger invece non punta a vendere pubblicità, punta a mettere in contatto realtà affini che assieme possano organizzare un ottimo concerto. Di conseguenza, i due siti avranno per forza degli scheletri differenti (oltre che dei budget ahahahahah).
La differenza di principio invece è forse altrettanto semplice. Si è stimato che Facebook ci siano circa 1.32 miliardi di utenti attivi. Di questi, secondo te a quanti interessa organizzare concerti? LiveTrigger invece è prima di tutto un sito per addetto ai lavori: ci sono solo band, promoter e locali, e questi, solo per il fatto che si siano iscritti ad un portale del genere, si presume siano predisposti alla collaborazione. Prova a cercare un promoter che faccia punk rock su Facebook e vediamo quanto tempo ci metti e quanti risultati tiri fuori. Fai la stessa cosa su LiveTrigger ed in un unico click hai i risultati organizzati in una lista e contemporaneamente visualizzati su una mappa!
Per quanto riguarda invece la seconda parte della domanda, come ti dicevo prima io non credo in una visione elitaria della musica. Credo nella meritocrazia dell'onestà della proposta. La gente non ha smesso di uscire, semplicemente, presa per il culo da anni di concerti di merda, ha smesso di considerare il concerto come un evento a priori. Ai concerti fichi la gente ci va ancora, il punto vero è quanti degli show che si organizzano sono realmente una bomba? Cosa si può fare per migliorare la qualità degli show? Noi nel nostro piccolo abbiamo pensato che mettere in contatto realtà realmente affini e condividere un certo tipo di feedback online sia un buon punto di partenza.

Pvt. Rehab:
Dulcis in fundo: cosa ne pensate del pay to play? C’è qualcosa di meno rock’n’roll?!
Pagare per suonare è come pagare per scopare: una merda. E poi diciamocelo, come tattica di marketing non funziona nemmeno: ti compri lo slot, ma il pubblico non lo potrai comprare mai... e se sei cosi sfigato da dover pagare per suonare, il pubblico lo riconosce prima del secondo accordo generalmente, e se anche dovessi suonare prima degli Stones, fidati che non gli fai ne caldo ne freddo.

domenica 10 maggio 2015

1992: il made in Italy c'è!


Mr. X: "Va in onda una nuova serie tv con Stefano Accorsi... la guardi?"
Rehab: "No." 
Mr. X: "Ma guarda che parla di Tangentopoli"
Rehab: "Sto ascoltando"
Mr.X: "E' prodotta da Sky, la stessa che ha prodotto Romanzo Criminale, e La7". 
Rehab: "Ok, mi hai convinto".
E non me ne sono pentito! 

1992 condensa in 10 episodi una stagione autoconclusiva che strizza l'occhio allo spettatore lasciando aperta qualche porta per un eventuale sequel. Le vicende relative agli scandali del '92 vengono narrate in modo romanzato, intrecciando la trama principale con gli sviluppi politici e mediatici del periodo (vedi l'esplosione elettorale della Lega e l'attività pubblicitario-elettorale di PubblItalia).
I veri protagonisti della serie, seppur presenti, non sono gli esponenti di spicco del mondo della politica, imprenditoria e magistratura ma figure inventate come uno spregiudicato pubblicista di Pubblitalia, la figlia di un imprenditore colluso, un giovane ex militare che viene candidato dalla Lega, etc. Nonostante la trama sia stata arricchita con qualche particolare morboso di troppo, risulta appassionante e le varie storie si intrecciano perfettamente, lasciando la cronaca giudiziaria sullo sfondo senza marginalizzarla troppo. La vera nota negativa della serie è la recitazione imbarazzante di Tea Falco. Deludente anche Alessandro Roja, che tanto mi era piaciuto in Romanzo Criminale. Ah Alessà a Milano st'accento romano non se usa!
Nel complesso serie piacevole e appassionante: voto 7!

venerdì 8 maggio 2015

Live Report: Groezrock Day 2

Dopo un primo giorno esaltante, ci ripresentiamo sul suolo del festival presto proprio per vedere più band possibili! C'è ancora un po' di stanchezza da ieri ma siamo pronti e belli carichi!



DAY 2

Interrupters
Pvt. Romance: Arriviamo un po’ in ritardo e purtroppo ci perdiamo gli Holy Mess, ma riusciamo a vederci l’ultima parte del set del quartetto Californiano. I Bivona brothers e Aimee fanno ballare tutto l’Impericon Stage con annessa cover dei mai troppo lodati Operation Ivy.
Real McKenzies
Pvt. Flavia: Ero curioso di vederli ma rimango mezzo deluso. Sono poco trascinanti e dopo un po' la cornamusa diventa molesta. Me ne vado a metà live.
Off With Their Heads
Pvt. Flavia: Concertone! Tra i migliori live del secondo giorno! Gli OWTH suonano alla grande, con intensità, belli carichi e non risentono del main stage. La scaletta è incentrata principalmente sui pezzi nuovi (quelli che preferisco!) e si chiude in maniera stupenda con Clear The Air cantanta da Ryan in mezzo al pubblico.
Pvt. Rehab: Nonostante qualche grave mancanza in scaletta (tipo Trying to Breathe e I Just Want You To Know) tirano giù un concerto di altissimo livello. Emozionanti!
Pvt. Romance: D’accordo con i miei colleghi! Ryan e soci sono presi benissimo. A onor del vero due giorni prima al pre-show era stato ancora meglio , ma stavolta suonano Die Today e sono felice come una Pasqua.
Direct Hit!
Pvt. Flavia: Altra certezza! Band che dispensa sempre grandi spettacoli. I Direct Hit sul Revenge Stage non fanno eccezioni e fanno un ottimo live.
Pvt. Romance: C’è poco da aggiungere, grande live band. Il batterista è una macchina e Nick un grande frontman. In quanto ad energia non sono secondi a nessuno!


Teenage Bottlerocket
Pvt.Flavia: Come i Masked Intruder ripetono il bel concerto di Milano. Si vede che la band è in ottima forma.
Pvt. Rehab: Meglio di Milano. Ray limita quei merdosi urli da gallina strozzata e il set scorre liscio come l’olio.
Pvt. Romance: Non li vedevo dal 2009 e non mi hanno convinto più di tanto forse anche a causa di una scaletta non proprio di mio gradimento. Suonano qualche pezzo del disco nuovo tra cui la bellissima I Found The One. Tra l’altro ogni volta che Kody cambia il testo in: “Yeah she always treats me right I wanna fuck her every night” la mia mente vaga e mi immagino documentari di National Geographic sull’accoppiamento delle otarie (Copyright di Finnigan White).
Frenzal Rhomb
Pvt.Flavia: Devo dire che sono la grande delusione di questo Groezrock, i pezzi che avevo ascoltato a casa mi avevano acchiappato...ma live suonano tutt'altro...non mi hanno preso per niente e dopo un po' me ne vado.
Pvt. Rehab: Quoto Flavia al 100%
Pvt. Romance: Anche se i quattro australiani sono in giro da una vita io li avevo sempre colpevolmente ignorati. Punk rock che mi ricorda a tratti i Vandals. Non proprio la mia cup of tea, ma non male! A metà set me ne vado per accompagnare il mio amico Paolino a vedere i Counterpunch.
Counterpunch
Pvt.Flavia: Ringrazio i Frenzal Rhomb per avermi fatto scappare dal main stage ed aver così scoperto i Counterpunch. Veramente ottima band, che sforna un ottimo live di hardcore melodico veloce, preciso e con belle melodie. In scaletta anche una International You Day cantata e suonata alla perfezione!! Mille pollici in su!
Pvt. Romance: Non li conoscevo per niente, ma bella scoperta (grazie Paolino!!!). Punk rock tendente all’hardcore melodico anni 90 suonato con precisione e con corame a manetta.
The Loved Ones
Pvt. Rehab: Occhi a cuore e pelle d’oca per Dave Hause e compagni. Frontman di livello, (auto)ironico senza risultare ridicolo, salta come un pazzo, surfa senza smettere di cantare e a tratti imbraccia pure la chitarra (la terza sul palco… sto male!). Non potevo chiedere di meglio!
Pvt. Romance: Totali! Iniziano con Suture Self e chiudono con Jane. Nel mezzo The Bridge, 100K, The Inquirer, Pretty Good Year, Arsenic e altre perle. Che band, che live, che Davidino.
Banner Pilot
Pvt.Flavia: I Banner Pilot hanno un mezzo riscatto dopo il live abbastanza moscio di Milano. Il Back to basics stage risponde bene a un'esibizione più intensa, partecipata e che risolleva le mie aspettative. Complici dei suoni ottimi la band ne esce veramente bene. L'unica pecca è la voce di Nick... a sto punto mi sa che meglio di così non riesce a fare.
Pvt. Rehab: Vedo solo il finale ma mi pare che Nick abbia perso la voce… accettabili.
Pvt. Romance: Riesco a vedere l’ultima parte causa concomitanza con i Loved Ones. Boh…proprio non ce la fanno a convincermi. Hanno dei pezzi strepitosi, ma dal vivo sono proprio piatti.
Good Riddance
Pvt. Romance: Non sono un estimatore e vedo solo una parte del set però che tiro! Precisi, potenti e con un batterista incredibile. Non c’è che dire…questo sì che è saper fare bene il proprio lavoro!
OFF!
Pvt.Flavia: Band che dà lezioni di stile a tutti! Altro live che va diritto nel podio dei migliori del secondo giorno! Mi piazzo davanti agli amplificatori di Dimitri per essere stordito dalle sue plettrate. Keith è sempre una certezza e non si può non amarlo... e il trio dietro... che cazzo di band! Anche loro tra poco in Italia, non vedo l'ora!
Pvt. Rehab: Sono poche le band HC che riescono a emozionarmi… gli OFF! in questo senso sono i numeri uno.
Pvt. Romance: Come sopra riportato.


Agnostic Front
Pvt.Flavia: Inaspettatamente esibizione spettacolare degli Agnostic Front! Durante il loro live tutto gira per il verso giusto: doppio pedale a manetta, distorsioni pesanti, Stigma che fa il tamarro mentre Roger è proprio in forma. Se sono piaciuti a me vuol dire che han proprio spaccato.
Pvt. Rehab: Quoto ancora Flavia. Non amo l’HC ma hanno fatto un set pazzesco…forse i migliori della giornata!
The Mighty Mighty Bosstones
Pvt.Romance: Li vedo distrattamente da fondo tendone, non sono un amante del genere, ma il gruppo ska punk capitanato da Dicky Barrett fa veramente un grande concerto! Tra l’altro uno dei pochi gruppi del genere con sezione fiati super fornita (due sassofoni e trombone).
Millencolin
Pvt.Flavia: I Millencolin mi hanno annoiato di brutto...avranno anche suonato bene...ma figa il loro live è di un piattume allucinante....tutto uguale...boh...
Pvt. Rehab: Eh non ci posso fare nulla… mi annoiano a morte.
Pvt. Romance: Chiaramente sono d’accordo con i miei colleghi! No, non è vero! Quasi non ci credo a quello che sto scrivendo, ma a sto giro I Millencolin finalmente mi hanno convinto. Fanno un po’ di pezzi nuovi (che fanno ben sperare per il disco in uscita) e un sacco di pezzoni Mr Clean, Lozin Must, Bullion, Olympic, Fox, Penguins & Polarbears. Chiudono con la mia preferita, Bullion, non avrei potuto chiedere di meglio.
Refused
Pvt.Flavia: Senza dubbio miglior esibizione del festival. Loro una spanna sopra tutti. Non sono un loro fan ma tanto di cappello davanti ad un live del genere. Dei mostri sul palco e Dennis Lyxzèn è un frontman della madonna. Voto 10.
Pvt. Romance: C’è stato il Groezock e poi ci sono stati i Refused. Come dice Flavia, una spanna sopra tutti! Ho avuto la fortuna di vederli anche due giorni prima in un locale minuscolo ed è una di quelle cose da raccontare ai nipotini. Iniziano con Elektra dal nuovo disco in uscita e proseguono intervallando classici come Rather Be Dead e Deadly Rhythm (con innesto di Raining Blood di Renato Zero) con un paio di altri pezzi nuovi. Con Tannhäuser / Derivè se ne vanno per pochi minuti prima di rientrare e chiudere con New Noise e Worms of the Senses / Faculties of the Skull dall’epocale The Shape of Punk To Come. Che gruppo!

giovedì 7 maggio 2015

Live Report: Groezrock Day 1


Dopo la bell'esperienza del 2014, anche quest'anno la caserma torna nelle lande solitarie e verdissime attorno a Meerhout, Belgio, al Groezrock. Quest'anno ci va pure di lusso perché riusciamo a beccarci il concerto pre-Groez del 30/04 con Forus, Timeshares, Off With Their Heads e, a grande sorpresa, Refused (headliner del secondo giorno) davanti a circa 300 persone...non vi dico la figata che è stata!!!
Parliamo del festival comunque: troppe band da vedere, tour de force massacrante tra i vari palchi e con pochissime pause, ne siamo usciti distrutti ma ne è valsa assolutamente la pena! Troppo difficile fare un resoconto oggettivo del festival in sé, quindi abbiamo deciso di commentare brevemente i live visti da ognuno di noi!

DAY 1

Joyce Manor
Pvt. Flavia: I Joyce Manor aprono le danze del Groezrock 2015 con un live carino, purtroppo assisto solo a metà del loro set perchè scappo a vedere i Beach Slang! Tra i loro brani piazzano anche una cover dei Weezer che non posso che apprezzare.
Pvt. Romance: Essere opener sul main stage griffato Monster non è mai facile, ma i JM se la cavano alla grande. Durante la cover di "You Gave Your Love To Me Softly" dei miei amati Retarded (che solo anni dopo quello psycho di Cuomo ha osato copiare, o almeno, a me piace credere sia andata così) li saluto e scappo al Revenge Stage.
Beach Slang
Pvt. Flavia: Non poteva esserci inizio migliore! I Beach Slang, alla loro prima apparizione in assoluto in Europa, tirano fuori un live da pelle d'oca! L'attesa per loro era tanta e il pubblico risponde numeroso e super partecipe... veramente tanto di cappello a una grande band che consiglio a tutti di seguire. Sicuramente uno dei migliori live della giornata.
Pvt. Rehab: Quanto li ho aspettati! Set davvero sorprendente, al di sopra delle aspettative. Il pubblico nonostante siano le 12e30, accorre numeroso e le prime file cantano a squarciagola mentre qualche impavido se la surfa alla grande. La cosa più bella è che i Beach Slang sono visibilmente emozionati e prima di lasciare il palco il cantante saluta con questa frase: “quando sarò morto considererò questo concerto come uno dei capitoli migliori della mia vita!”. Per me il miglior set della giornata. Non serve aggiungere altro.
Pvt. Romance: Qui fanno tutti i ganassa, ma i Beach Slang li ho fatti conoscere io in caserma. Concerto della madonna, niente da aggiungere. James Snyder sembra un bimbo felice, anche un po’ scemo, ma felice. Bravi!
The Swellers
Pvt. Romance: Torno rapidamente al Monster Energy Stage per vedermi gli ultimi minuti del set degli Swellers. Bel tiro, ottime melodie. Mi gaso e sul momento non vedo l’ora di rivederli in un contesto più consono. Pochi minuti dopo scopro che è stato il loro ultimo show prima dello scioglimento. Me ne faccio una ragione in pochi nanosecondi e vado a vedere i Gnarwolves.
Gnarwolves
Pvt. Flavia: Questa band è una garanzia! Tutte le aspettative sono confermate e il Revenge Stage si accende: diving a gogo e singalong fortissimi. Gnarwolves cru, fuck you!
Pvt. Rehab: Ho visto solo 4 pezzi ma sono stati potenti e mi hanno convinto… purtroppo il tempo è sempre tiranno in queste occasioni.
Pvt. Romance: Gruppo con grande resa live e seguito pazzesco. Sono degli scoppiati, ma secondo me questi a breve fanno il botto (oppure imploderanno su loro stessi…) chi vivrà vedrà.
Masked Intruder
Pvt. Flavia: Set praticamente identico a quello di Milano, ma partenza a mio parere moscia. Colpa del palco grande e dell'orario infame magari... tuttavia il quartetto inizia a ingranare veramente quando con I Fought The Law si attiva l'ormai mitico Officer Bradford che, con Go-pro sull'elmetto, anima il pubblico finora un po' smorto. Comunque bel live.
Pvt. Reahab: Non è facile calcare un palco così grande ma i M.I. se la cavano egregiamente e il pubblico risponde molto bene. Nota di merito per la cantante dei Not On Tour che sale a duettare con il Blue Intruder su Heart Shaped Guitar.
Pvt. Romance: Arrivo che l’Officer è già in azione con la go-pro. Tre geni di fianco a me pippano a tutto andare, i Masked per osmosi si galvanizzano e finalmente convincono pure me. Ottime armonie vocali e solite canzoni da diabete. I Chixdiggit comunque gli cacano in petto.



The Dwarves
Pvt. Flavia: Mi aspettavo di più da loro. Live abbastanza mediocre che trascorre senza episodi degni di nota. L'unico spettacolo è Nick Olivieri che suona chiappe al vento.
Pvt. Reahab: Palco troppo grosso per i nani… troppo zozzi e poco coinvolgenti. Peccato! L’ultima volta mi erano piaciuti.
Pvt. Romance: Vero, non sono adatti ad un palco così grosso. Però fanno un bel set, sparano una caterva di pezzoni più veloci intervallati a qualche pezzo più pop. Blag fa crowd surfing e Nick Olivieri ha un belino gigantesco.
Against Me!
Pvt. Flavia: Live spettacolare! Li conosco pochissimo ed è la prima volta che li vedo, ma non pensavo potessero entusiasmarmi così tanto! Il quartetto suona con intensità, precisione e trascina il numeroso pubblico. sicuramente uno dei migliori live del primo giorno.
Pvt. Reahab: Che dire? Li amo! Scaletta molto simile a quello di Milano (eccezione fatta che per il bis tagliato) ma su di un palco grande l’impressione è che il set sia molto diverso, non più o meno bello. Live show di livello.
Pvt. Romance: Numeri uno. Grande intensità e bella scaletta. Black Me Out e tutti a casa. Miglior live della prima giornata! 
The Smith Street Band
Pvt. Flavia: Bel live, ma faccio veramente fatica a seguirlo, secondo me loro sono una band veramente difficile da fruire per chi non ha una passione sfrenata per quel tipo di sonorità.... ho bisogno di una pausa e mi allontano dopo qualche canzone.
Pvt. Romance: Il quartetto australiano è praticamente in tour non stop da mesi e si vede perché sono belli rodati. Se non si conoscono i pezzi non sono certo un gruppo di facile ascolto però che bomba! Un mix tra indie-rock e stile cantautorale suonato con attitudine punk rock!
Iron Reagan
Pvt. Flavia: Tony Foresta e compagni calcano il Back To Basics Stage per far capire chi comanda ed il pubblico viene asfaltato da un muro di distorsioni pazzesche. Circle pit a tutto andare e polverone che invade il tendone. Live impressionante per intensità ed energia! Anche loro tra i migliori del primo giorno. Pazzi se ve li perdete ora che arrivano in Italia.
Pvt. Romance: Municipal Waste + Cannabis Corpse + Darkest Hour = TNT! Potentissimi e altrettanto precisi. Non si prendono sul serio e si divertono, che volere di più?!
Lagwagon
Pvt. Flavia: Ripetono il bel live che avevamo visto a Milano! Complici le tempistiche da palco, Joey Cape & Co. sono costretti ad accorciare la scaletta, che quindi viene privata di un paio di pezzi del nuovo album (bene) ma anche del tributo a Tony Sly (male).
Pvt. Reahab: Ci mettono sempre 2/3 pezzi a scaldarsi ma poi spaccano i culi ai passeri. Pubblico preso benissimo… e non mi meraviglio.
Pvt. Romance: Non sono un grande fan anche se Let’s Talk About Feelings l’ho consumato a suo tempo. Cape con voce, folla in delirio e tutti contenti.
Trash Talk
Pvt. Romance: Set più punk di tutto il Groezrock. Rispetto all’ultima volta che li ho visti sono rimasti solo cantante e bassista. Comunque muro di suono e continui circle pit e tuffi dal palco. Se solo il frontman non parlasse così tanto…
Title Fight
Pvt. Romance: Quartetto alternative rock da Kingston, Pennsylvania. Anche loro generano un discreto hype! Suonano molti pezzi dall’ultimo disco dalle atmosfere Smithsiane, ma lo fanno con attitudine punk. Chiudono con la bellissima Secret Society. A breve dovrebbero essere in tour in Italia, se riuscite andate a vederli!



Pennywise
Pvt. Flavia: I Pennywise sono un'altra garanzia! Mi piazzo dal lato di Fletcher proprio per essere investito dalla sua rifferia satura di distorsione. Byron è una cazzo di macchina. Jim lo trovo non al top.  Scaletta superfiga con principalmente pezzi vecchi e classiconi, forse troppe cover (Devonshire and crown, do what you want e stand by me) e una classica chiusura con Bro Hymn da pelle d'oca.
Pvt. Rehab: Set serrato e potente… un missile! Unica piccola pecca la cover di Devonshire and crown: sale sul palco Joey Cape ma quella che poteva essere una grande emozione risulta un’improvvisazione un po’ arraffazonata… ma il set regge alla grande quindi sono perdonati.
Pvt. Romance: Arrivo che stanno suonano Fuck Authority e mi gaso. È uno dei tre pezzi in croce che conosco. Non mi metterò mai ad ascoltarli però si confermano un ottimo gruppo da festival. Piazzano anche una cover dei Bad Religion e chiudono con Stand By Me dedicata a Ben E. King (RIP) e Bro Hymn che fa impazzire tutto il tendone.
Social Distortion
Pvt.Flavia: I Social hanno veramente addormentato il festival. Ennesima dimostrazione che non sono una band da vedere ai grandi eventi. Siamo stanchi morti e seguire i Social che suonano a velocità dimezzata con Mike Ness che sbiascica tutto è veramente pesante. Non mi stupisco quando a fine live mi giro e il tendone del main stage è mezzo vuoto.
Pvt. Reahab: Purtroppo ai festiva i Social non riescono ad azzeccare un live che sia uno. Alla fine mi sta bene lo stesso perché sono stanchissimo e un set lento è quasi rilassante.
Pvt. Romance: Forse non dovevo vederli e tenermi lo splendido ricordo del live a Berna nel 2005 in compagnia dei Backyard Babies. Sarà perché suonano un disco che non mi gasa più di tanto, sarà che suonano al rallentatore, sarà quel che sarà, ma è un dato oggettivo che Mike Ness e soci svuotano il tendone. Un peccato, anche se Ring of Fire e Don’t Drag me Down come encore mi strappano un sorrisone! 

mercoledì 6 maggio 2015

Biters - Il nuovo singolo "Low Lives In High Definition" in streaming

Earache Records - 2015
I Biters hanno anticipato in streaming Low Lives In High Definition, il secondo singolo tratto dall'album di debutto Electric Blood in uscita il 10 luglio per la Earchache Records. La band di Atlanta aveva già diffuso un mesetto fa il primo singolo, Restless Hearts.
Il nuovo brano lo potete ascoltare qui.

martedì 5 maggio 2015

SNAFU 2.0: Monster Zero Mash 2014 - Madrid

Con qualche mese di ritardo il buon Moyano ci fa avere questo bel live report del Monster Zero Mash dello scorso Dicembre.....non vi resta che leggerlo avidamente!

Finalmente, dopo svariati tentativi andati a vuoto, potrò presenziare alla versione invernale dela festa che raduna il meglio delle band che ruotano intorno all'etichetta austriaco/olandese Monster Zero.
Dopo le scorse edizioni a Rotterdam e Innsbruck, ecco lo sbarco in terra iberica, precisamente presso la propria capitale, ovvero Madrid. La location prescelta sarà il centralissimo Rock Palace, a due passi della stazione di Atocha, tra l'altro ci lavora Pablo dei Sugus, quindi loro faranno le veci dei padroni di casa.
Approfittando di una clamorosa offerta Alitalia ho preso un biglietto al volo, senza controllare che mi porterà a fare tre interminabili ore di scalo a Fiumicino, sia all'andata che al ritorno, il che si rivelerà terribile al rientro.

The Helltons by Moyano

Comunque bando alle ciance:

12/12/2014 - Monster Zero Mash, Day Juán
Il Primo giorno vedremo all'opera 5 band. In ordine di apparizione, Hormones, Helltons, Fast Food, Deecracks e FANTA. Il locale era piuttosto piccolo (infatti tutti e 125 tagliandi andranno venduti) ma molto figo!
Dopo qualche chiacchiera e un paio di birrette, iniziano i primi! Sono gli spagnoli Hormones, vengono da Oviedo e suonano un poppunktreaccordi e via che strizza un po' l'occhio sia che ai Ramones che ai Riverdales. Nonostante il pregio di cantare in inglese (cosa che sembra riuscire difficile al resto delle band spagnole), non mi colpiscono particolarmente.
Dopo un veloce cambio palco, ecco subentrare i francesi Helltons, che avevano da poco visitato la nostra penisola. Devo dire che la loro potenza unita alla loro vena melodica mi ha davvero colpito, sono stati la rivelazione di questo weekend. Non conoscevo i pezzi sinceramente, ma li ho apprezzati molto.
Il testimone poi passa ai madrileni Fast Food i quali festeggeranno 20 anni di carriera, in questo 2015. Purtroppo durante il loro set sono stato poco attento, distratto dalle chiacchiere e da un paio di soste al bancone.
Giunge dunque il turno dei Deecracks, finalmente, dopo mille peripezie, riuscirò a vedere all'opera i 2 austriaci più Lucy Spazzy. Iniziano bene, mischiando un po' di pezzi classici (tipo Beach '90, Monkey Boy, ecc) con qualcosa dell'ultimo disco (Dead End Mission, Don't Rely On Me,...) e in mezzo hanno cercato di piazzare una cover delle Spazzys. Almeno così sembra, visto che l'hanno iniziato come 5 volte ma mai arrivati nemmeno alla strofa. Nonostante questo, devo dire che avevano una grande carica e hanno fatto una bella esibizione.

Dee Crack by Moyano

A chiudere la prima serata ci pensano i veterani FANTA, da Barcelona. Loro hanno un punk rock, con il cantato in spagnolo, Di loro avevo già sentito alcuni pezzi e, per fortuna li hanno eseguiti tutti (tipo Mi Horrores Favoritos, Este Invierno Va a ser Largo, fiesta Ramone, ecc), inoltre c'era una buona partecipazione del pubblico, sopratutto dei locals. E anche a me sono piaciuti parecchio.

13/12/2014 Day Tciù
Seconda e ultima giornata di festival, che vedrà alternarsi ben 6 band: Yoohoos, Riccobellis, Pantones, Priceduifkes, The Apers e Sugus.
L'onore di aprire le danze toccala trio tedesco Yoohoos. Sinceramente non li avevo mai sentiti prima, ma devo dire che mi hanno colpito positivamente dal vivo.
Poi lasciano spazio ai Riccobellis. I nostri connazionali erano parecchio carichi, e si notava. Il pubblico spagnolo tra l'altro sembra aver gradito molto la loro esibizione. Bravi!
Ai bresciani, si susseguono i madrileni Pantones. La band è composta da un ragazzo, Hormiga alla chitarra, e al basso e batteria due ragazze. Presentavano una sorta di pop punk con venature melodiche che sulla carta non è niente male. Però, ad essere sinceri, nonostante il gran lavoro delle seconde voci, il timbro di Patty (la cantante bassista) non era proprio del mio gradimento (e le bocce?).
Veloce cambio palco ed  è il turno dei Priceduifkes. Prima volta che li vedevo dal vivo, e devo dire che quanto mi era stato detto sulla loro resa live è stato confermato. Complice una nutrita delegazione belga sotto al palco, la loro esibizione è stata come, boh, il bombardamento di Dresda nel febbraio del 1945! Un dannato e violento massacro! La band era carichissima, il pubblico pure. Complice gli spazi ridotti del locale, la situazione diventa presto una bolgia incredibile. Mi hanno colpito parecchio!
Dopo una boccata di aria. quattro chiacchiere con il simpatico buttafuori (un wrestler spagnolo appassionato al garage e hards rock spagnolo dei 70!) ecco che salgono gli Apers. Ero molto curioso di vederli all'opera dopo l'uscita della loro ultima fatica sulla lunga distanza (Confetti On the Floor) e dopo la brillante prova di Livorno ad Agosto 2014. Soddisfatto. Nonostante una scaletta che pescava principalmente dagli ultimi due dischi, gli austro olandesi erano pieni di energia e hanno sfornato una brillante prestazione, con un Kevin che era particolarmente di buon umore. Una sicurezza ormai.

Sugus by Moyano

Gran chiusura per la mia band spagnola preferita. I Sugus. Che bomba. Ho sempre apprezzato il loro modo di sfornare pezzi in inglese e spagnolo che si alternano tra tracce parecchio pestate e altre più melodiche e meno veloci. Mi garba anche molto il loro modo di presentarsi sul palco ed il fatto che la voce principale sia di Luis, ovvero il batterista. Nemmeno il tempo di iniziare che i locals impazziscono, e così anch'io. Il quartetto prende pezzi dei loro ultimi due album (Learn to be a Mornard e Ciclostes), che poi sono i miei preferiti. Una prova senza sbavature e  carica di adrenalina. Bravissimi! Applausi! Scendono dallo scenario e via alle danze ubriache all night long!
E così si conclude la prima volta spagnola del Monster Zero. Che aggiungere, personalmente l'ho trovato stupendo, le dimensioni del locale erano giuste, il personale grandioso, gli spagnoli molto simpatici e Madrid una città fantastica. Da ripete.
Aloha

lunedì 4 maggio 2015

SNAFU 2.0: Sleaford Mods @ Biko - Milano

Che bello quando mi mandano i 2.0 di cose che non conosco! Il soldatino di latta GioviBoy ci manda questa graditissima recensione di un tipo mega cockney che suona in un duo e insulta tutti. Cosa chiedere di più dalla giornata?

Foto di GioviBoy

Ed è proprio quando lo stile brit e mod passa di moda per la quindicesima volta negli ultimi vent'anni che uno stronzo (“cunt”) con frangetta e polo abbottonata fino al collo scende dai sedili in fondo di un double decker di Nottingham e si mette a urlare a un microfono qualsiasi che ce l'ha col mondo. Nel mirino Nigel Farage e UKIP. Ma anche: i Labours (“we're not fucking communists”), Sergio Pizzorno (“that cunt from Kasabian”), Alex Turner, Noel Gallagher, Miles Kane e Bono “such a massive cunt”).
Ieri sera ho visto gli Sleaford Mods al Biko, e devo dire che me li aspettavo almeno un po' più tranquilli dei Black Flag. Ovviamente mi sbagliavo.
Il sold-out è vicino e loro salutano il pubblico con il primo pezzo intitolato Bunch of cunts.
Sono un duo, Jason Williamson alla voce e Andrew Fearn alle basi.
Williamson è il mod, l'altro è un tizio a caso che si limita a pigiare il tasto play sul media player di un vecchio laptop tutto rotto e ricoperto di adesivi di foglie a cinque punte e diti medi, ondeggia la testa sotto il New Era per tutto il tempo e nel corso della serata secca cinque birre e mette in fila i vetri vuoti sotto il suo tavolino.
Jason canta come fosse il fratello cockney e arrabbiato degli Uochi Toki.
Durante il concerto suonano praticamente tutto il loro ultimo disco Divide and Exit, più precisamente nell'ordine Jolly Fucker, McFlurry, Tied Up in Nottz, Jobseeker, The Wage Don't Fit e Tweet Tweet Tweet. Regalano chicche sparse dai diversi EP e dischi che hanno prodotto dai loro inizi nel 2007 e suonano anche un paio di pezzi in anteprima dal prossimo album – forse i migliori.
Alcuni highlights: “This is the human race / UKIP and your disgrace / Chopped heads on London streets / All you zombies tweet, tweet, tweet”, “Tied up in Nottz, Nottz with a Z, you cunt”.
Non spenderò qui altre parole sulla performance più incredibile che io abbia visto in questi ultimi mesi perché ve la voglio raccontare a voce al prossimo concerto di una *band-x* che suona un po' di cover-delle-cover-delle-cover-delle-cover-delle-cover dei Ramones.
Ci vediamo qui.

P.S.: In apertura hanno suonato i bravissimi Belize.