martedì 28 aprile 2015

Intervista a David Tell autore di "Io sono un'arma"

Sono davvero contento ed onorato di aver potuto intervistare David Tell.
Il suo libro è uscito lo scorso inverno ed è già stata stampata la quarta edizione. L'ex-Marine si è fatto intervistare da "un certo" Roberto Saviano ed ora potete leggere un bel "botta e risposta" anche sulle pagine del nostro umile blog.
David si è dimostrato una persona altamente cordiale, gentile e con una grandissima volontà di aprirsi totalmente ai lettori che sono rimasti colpiti dal suo libro (come me).
Un applauso sincero per la sua attitudine....forse anche merito del suo passato punkrock? Vi dico solo che gli Agnostic Front hanno dormito a casa sua!

Archivio fotografico di David Tell - lui è quello che "saluta"

1. Ciao David e benvenuto alla Caserma SNAFU! Siamo davvero contenti di poterti fare qualche domanda quindi partiamo subito....è uscito da pochi mesi il tuo libro autobiografico “Io sono un'arma” (qui la nostra recensione), quando è nata l'idea di mettere nero su bianco la tua esperienza nei Marines e soprattutto per quale motivo?

Grazie mille per volermi qui con voi. Sono molto toccato dalla profondità delle tue domande, tanto da aver voluto pensarci qualche giorno per poter rispondere in modo adeguato.
Credo che l’idea sia partita qualche anno fa. Mia moglie continuava a dirmi di provare a scrivere un libro sulla mia vita. Io non ne volevo proprio sapere. Non pensavo che qualcuno avesse interesse a leggerlo e soprattutto non ero affatto sicuro di potere scrivere un buon libro. Si trattava di qualcosa di totalmente diverso dalle mie precedenti esperienze, un altro universo.
Scrivere un libro è un estenuante impegno che richiede tempo e molta dedizione perché stai concedendo una parte della tua anima a chiunque decida di aprire quelle pagine – quello che mi spaventa (e forse mi spaventava). In un certo senso poi l’itinere è diventato quasi un'esorcizzazione, come se stessi liberado tutti i demoni che avevo dentro mentre provavo a spiegare chi fossi davvero e come lo fossi diventato.

2. Ho trovato davvero strano che un libro di questo genere sia stato pubblicato prima in Italia e non direttamente negli Stati Uniti (o comunque in lingua inglese). Qui il mercato delle autobiografie militari non è particolarmente florido (e probabilmente anche soggetto ad aspre critiche). Da cosa è dipesa questa scelta?
Vivo in Italia. La mia casa editrice, Longanesi, è italiana. Il mondo dell’editoria si è dimostrato per me essere molto più misterioso del mio beneamato Corpo dei Marine o di una donna. So che danno il meglio della loro professionalità sempre, ma ho anche capito nel percorso che è abbastanza normale che la casa editrice pubblichi prima nel suo paese di origine e poi, in un secondo momento, proponga il prodotto ad altri paesi attraverso le loro case editrici rappresentanti o agenti.
Onestamente non ho mai creduto che il libro venisse davvero pubblicato e mi trovo continuamente sorpreso quando lo vedo o ne sento parlare. Non ti dico infatti quanto mi abbia fatto piacere che Roberto Saviano abbia voluto intervistarmi. Sono ancora emozionato…e glielo ho anche detto.

3. Secondo te perchè in Italia nessun ex-Forze Speciali ha mai scritto libri come il tuo? In uno scambio di mail che abbiamo avuto mi hai detto che hai sempre sentito parlare bene delle nostre Forze Speciali (forse ci hai pure collaborato?)...magari anche noi avremmo qualcosa di interessante da raccontare, non credi?
In effetti ho lavorato con alcuni corpi speciali italiani. Resta il fatto però che esiste ancora - per me come per tutti i membri di forze speciali - un codice di segretezza e silenzio: non se ne parla, si offusca.
Credo che le loro storie sarebbero altrettanto interessanti da leggere e ascoltare. Un corpo italiano che mi affascina particolarmente è quello degli Alpini.

4. Nello scrivere il tuo libro ti sei ispirato a qualcuno in particolare? Mi riferisco ai vari Andy McNab, Chris Ryan, Mark Owen e tutti i vari ex-SAS ed ex-SEAL. Hai mai letto i loro libri? Ce ne consigli qualcuno?
Credo ci siano troppi tipi di letteratura militare. Il tipo che abbonda nelle ”sparatorie” in contrasto con quello che invece dà troppo peso alla parte tecnica. Sono due cose diverse, due tipi di narrazione diverse che tuttavia si rivolgono a lettori appassionati di storie militari. A me piacciono entrambi, ma non credo che siano tutti adatti ad un lettore medio.
Io ho cercato di fare una differenza in modo che anche il lettore medio venisse incuriosito senza essere appesantito dalla dettagliata e ripetitiva vita militare. Il mio è stato un approccio che Giulio Giorello ha paragonato al Bildungsroman (romanzo di formazione). Diventare uomo durante la mia vita militare non ha escluso la crucialità della mia anima.
Per quanto riguarda i libri di genere che ho letto, beh ne ho letti alcuni, ma sono un amante dei classici: “Battle cry” di Leon Uris, “The Caine Mutiny” di Herman Wouk, “Catch 22” di Joseph Heller e “All Quiet on the Western Front” di Erich Maria Remarque.

5. Ho apprezzato molto il tuo modo di narrare la vita nei Marines. Il tuo sembra essere un rapporto di amore-odio nei confronti del Corpo, sei fiero di ciò di cui hai fatto parte, ma allo stesso tempo sei molto duro nel criticare alcuni aspetti dell'addestramento e della burocrazia militare. Sebbene siano passati tanti anni da quando te ne sei andato sembra che il tuo conflitto interiore non abbia ancora una risposta....sbaglio?
Ho provato a non scrivere con il "senno di poi". Molto di ciò che non aveva senso a quel tempo lo ha ritrovato nel mio presente. Per esempio so cosa è successo ai miei Istruttori (DI), ma lo so ora. Ai tempi non ne ero a conoscenza. Così ho limitato avvenimenti, conoscenza, opinioni ed emozioni in questo libro così come erano nel momento di cui ho raccontato. Onestamente è stata dura, perché sono anche quegli aspetti a cui ho pensato di più.
Non credo che questi due concetti siano incompatibili. Tutti quelli che conoscevo nei Marine avevano lo stesso rapporto di amore/odio con il Corpo. E il corpo dei Marine non è proprio l’entità con cui sia più facile creare una relazione.
Direi che è ben più che dominante, assillante e dispotico. Attenzione per i dettagli confusa per pignoleria. Cose insignificanti diventate improvvisamente importanti.
Chesty Puller è il marine più decorato della storia, il suo nome è leggenda, molte cadenze cantano “se va bene a Chesty Puller, allora va bene a me” e direi che molte delle sue foto sul web lo presentano con le mani nelle tasche. Tutti pensano siano regole inutili, almeno fino a quando arrivano nei Marines per qualche anno, quando arriva il loro turno di farle rispettare ai più giovani. Nonostante abbia rivolto gli occhi al cielo più volte, sono molto fiero di essere stato un Marine e ne sarò sempre fiero.

6. Per il mercato italiano tratti argomenti altamente critici. Il nostro è un paese in cui l'opinione pubblica ha patito molto gli scandali legati agli atti di “nonnismo” nelle Caserme e tu nel tuo libro dedichi tantissime pagine alle violenze in stile “Full Metal Jacket”. Pensi che questi episodi siano un “male necessario” per l'addestramento di un soldato? Non penso ti abbia fatto piacere essere vittima dei vari Sergenti Istruttori, ma allo stesso tempo ti hanno reso quello che sei....è un bel dilemma, non credi?
È il dilemma credo.
L’addestramento deve essere abbastanza duro per preparare sufficientemente un essere umano sotto l’aspetto fisico e mentale a sostenere anche combattimenti a fuoco. In caso contrario sarebbe uno spreco e un'ingiustizia nei confronti della persona che viene addestrata e che  quindi verrebbe mandata a combattere senza adeguata preparazione riducendo le sue probabilità di sopravvivenza a quelle di una barra di sapone sul piatto della doccia.
Allo steso tempo l'addestramento duro non deve essere il velo dietro cui celare una vena sadomasochista che implichi abuso di potere. C’è sempre un Rubicone che divide il necessario dall'abusivo. La Corte Marziale definì una volta l’impossibilità di definire pornografia XXX, ma “si riconosce vedendola”. Non so esattamente dove si trovi quella linea tra addestramento duro e abuso, ma so riconoscerla quando la vedo.

7. Non posso considerarmi un esperto del mondo militare, ma semplicemente un appassionato...tutti conoscono i Navy Seal, tutti conoscono i Delta Force, tutti sanno cosa è il SAS o il Mossad...ma penso che in pochi avessero mai sentito parlare del FAST. Tra l'altro su internet si trovano pochissime informazioni a riguardo......sembra che d'ora in poi tutti lo sapranno grazie al tuo libro. Pensi che questo possa crearti problemi? Hai dovuto far approvare il libro da qualcuno prima di pubblicarlo?
Sì, ho dovuto avere il benestare del Dipartimento della Difesa prima di potere pubblicare il libro. Avevano diritto a censurare o eliminare intere parti se avessero rappresentato una visione diversa da quella ufficiale. La marina militare (Navy) ama i SEALS, che le garantiscono un posto al tavolo dei servizi speciali. Senza I SEAL, o perdono il posto a tavola o vengono relegati a semplici supporti logistici. Il Corpo dei Marine è una leadership tradizionalmente di fanteria leggera e considera “speciale” un'unità che sta solo provando a sgomitare fra gli altri…datemi pure del cinico.
La comunità delle operazioni Speciali considera FAST come ortodossa, mentre le comunità convenzionali considerano FAST una sorta di eretico con lo sguardo selvaggio.
Non credo che il mio libro causerà alcun problema. Per ora tutti mi hanno supportato molto per lo sforzo di descrivere la mia vita in quell’unità.

8. Potrà sembrarti banale, ma leggendo il libro mi sono chiesto come mai un soldato addestrato come lo sei stato tu non sia passato ai SEAL. Avevi mai preso in considerazione la cosa?
Ne avevo già sentito parlare in altri libri e poi lo hai scritto tu stesso....i membri del DEVGRU non devono sottostare ad “assurde formalità” come l'avere la divisa pulita o la barba sempre rasata alla perfezione...ti saresti risparmiato un sacco di problemi!

I SEALS sono le unità Speciali della Marina Militare Americana con molte capacità e diversi team con diverse abilità. Per arrivare ai SEALS devi affrontare una certa selezione e poi i DEVGRU vengono scelti tra i Team dei Seal.

9. Mentre scrivo queste domande stanno dando alla Tv “Salvate il Soldato Ryan”...tu stesso in una tua intervista hai detto che i tempi dello sbarco in Normandia sono finiti...ora le guerre si combattono in modo totalmente diverso ed il bene e il male a volte non sono così distinti come ai tempi di Hitler. Ho letto un concetto praticamente identico anche nel libro dell'ex-SAS Pete Winner (“Soldier I”). Pensi che l'estrema professionalità, la freddezza e la segretezza che vengono richieste ai soldati delle forze speciali di oggi siano anche la principale causa del PTSD (disturbo post traumatico da stress)? La banalizzo, ma mi sembra che il rischio di diventare “armi senza anima” sia più frequente oggi che nel 1944.
Non lo so bene. Nella Prima Guerra Mondiale c’erano le psicosi traumatiche. Sono definizioni diverse, ma il concetto è lo stesso: un essere umano con l’anima sgretolata, sopraffatto da ciò cha ha fatto. Quando la tua vita si dissolve nel caos o trovi un modo per cavalcare l’onda e indurirti per sopravvivere, o ti spezzi dentro. Entrambe le soluzioni ti cambiano per sempre.

10. Nel tuo libro parli con estremo distacco della tua vita pre-Marines. Una volta entrato nel Corpo la vita del civile ha iniziato a perdere il senso che tutti noi siamo soliti attribuirle. Oggi come la pensi? Sei riuscito a riavvicinarti al “nostro mondo” o ti senti sempre distaccato?
Ho totalmente rifiutato il mondo civile quando ero un Marine. Quando ne sono uscito, mi sono totalmente separato da quel mondo. Ma non ho mai sentito il bisogno di riunirmi al 100% con il mondo civile, piuttosto ho preferito fare le mie cose nel mio modo e nel mio angolino. Mi piace mimetizzarmi con quello che ho intorno.

11. Ho letto che da ragazzino eri nel giro punk-hardcore. Che ricordi hai di quegli anni? Andavi a molti concerti? Che band ascoltavi a quei tempi e che musica ascolti invece oggi?
Se i miei calcoli sono corretti hai vissuto l'esplosione della storica scena Hardcore americana....qui in Italia sembra assurdo che da un estremo si possa passare all'altro...dalla ribellione del punk (soprattutto di quegli anni) ai Marines. Come hai vissuto la cosa?

In effetti ho vissuto il boom dell’hardcore. Ed è stato anche fichissimo. Gente che viaggiava 3/5 ore per un concerto, da ogni città. I Misfits erano ormai scontati. Gli Agnostic Front hanno dormito a casa mia dopo un concerto. E c’erano radio che passavo davvero in programmazione Black Flag, Circle Jerks e Suicidal Tendencies.
Bei tempi!
Oggi ascolto diversi tipi di musica, ma sono abbastanza pignolo, non tanto sul genere quanto sul fatto che mi piaccia la musica. Ascoltando la radio cambio stazione pensando che sia tutta robaccia quello che mettono. Adoro Otis Redding, The Drifters, The Platters, ma scolto anche I Pantera, Metallica, Talking Heads e Stray Cats. Non c’è un fil rouge se non che la musica mi debba piacere. Non ascolto cose che non mi piacciono solo perché sono in sottofondo.

12. Mi hai detto che hai dovuto accorciare il tuo libro per scelte editoriali. Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro? Lo so è un po' prematuro, ma pensi di avere voglia, tempo e materiale per scriverne un secondo?
C’è un vuoto nel tempo tra il momento in cui ti chiamano per la Guerra e quando ti senti così abbattuto e stanco da decidere di non volerne più sapere. Mi ci stavo perdendo. Sarebbe interessante un giorno metterlo giù e vedere come diventerebbe.

13. A questo punto concludiamo chiedendoti i tuoi programmi. Sarai presissimo con la promozione del libro, cosa dobbiamo aspettarci dalla tua attività di marketing? Ad esempio hai appena aperto una Fan-page su Facebook....altri piani?
Longanesi, la mia casa editrice, gestisce marketing e promozione. Lavoriamo insieme e cooperiamo affinchè il libro abbia successo. La pagina facebook invece l’ho iniziata da solo con l’aiuto di mia moglie (che mi aiuta con le traduzioni e mi tiene in riga sulle risposte). Io volevo davvero avere un contatto diretto con le persone, che non so davvero se chiamare fan…mi pare di sminuire. Per me quella era la parte più importante. Mi fa piacere sapere cosa fanno e cosa sentono.
Per il futuro…non so ancora cosa succederà.

14. Grazie mille per il tempo che ci hai dedicato. Lo apprezziamo moltissimo.
L'ultima domanda è stupida ma doverosa: quando hai sentito per la prima volta la “parola” S.N.A.F.U.? Sembra proprio che il suo significato “Situation Normal All Fucked Up” sia la vera essenza della vita di un Marine, giusto? O forse della vita in generale....

SNAFU è un'espressione abbastanza normale in America, o almeno lo era ai miei tempi.
L’ho sentita forse verso i 13 anni, ma è diventata parte di me solo nei Marine. SNAFU e la legge di Murphy riassumono perfettamente la vita di un marine. Non so se si possa applicare lo stesso livello di pessimismo alla vita “normale”, ma spesso è una tentazione.
SNAFU è più un rammarico che un lamento, a volte.

Avengers: il mito in mostra a Milano



I vendicatori sono tornati al cinema ma per chi non si accontenta al Wow Spazio Fumetto di Milano si celebrano i 4 supereroi più cazzuti di casa Marvel con una mostra di pregio! Per soli 5 € potrete godervi la vista di tavole originali, prop di scena (repliche fedeli), statue, giocattoli, poster e altro legati agli Avengers. Può sembrare banale, ma un soldato che ha combattuto a fianco di Captain America contro l'Hydra, non può non emozionarsi davanti allo scudo del suo compagno di avventure. Se volete rimanere a bocca aperta come dei 14enni e godervi una mostra da nerd senza provare vergogna, non potete perdervi questa occasione! Se poi ve la volete menare perché la Marvel non è punk rock peggio per voi... Voto 10 allo Spazio Fumetto. Altre info qui.

lunedì 27 aprile 2015

SNAFU 2.0: Masked intruder + Teenage bottlerocket @ Honky

Meno male che c'è Tommy 27 a raccontarci come vanno certe cose. Ieri sera io avevo da fare con un'intervista fighissima (a brevissimo qui) mentre i miei uomini milanesi sono a pezzi causa spagnola con le tette giganti che li ha impegnati nell'intimità delle loro stanze. Per tutti quelli che sono mancati a questo concertone....ecco come è andato!

Foto del Pvt.Rehab

Che serata! Concerto dell'anno! Ce lo si poteva aspettare ma tra dire e fare...
Perdiamo i Cooks (si chiamano Cocks), arriviamo verso le dieci e mezza e l'Honky è bello pieno, nulla a che vedere con tre giorni fa...
Suonano subito i Masked Intruder, li abbiamo sentiti qui pochissimi mesi fa ma non c'era questo pienone (dato anche dai TBR) e cazzo sono migliorati ancora!
L'altra volta mi avevano impressionato per l'energia che trasformava anche le canzoni più mosce dei dischi, stavolta è ancora meglio! Praticamente le suonano tutte, da Stick 'em up, a wish you were mine passando per crime spree i fought the law, e mille altre. Purtroppo su heart shaped guitar prendono sul palco una che se la tira di brutto non sapendo neanche una parola del testo, peccato! (mi dicono i miei compagni di branda che aveva due minne giganti...Tommy...ma sei stato pure a sentirla cantare?).
Nota di colore con il solito agente Bradford che fa il pazzo, in sincerità meno coinvolgente della scorsa volta, ma stavolta si distingue per uno spogliarello semi-full che lo lascia in tanga con culo al vento, terribile!
Suonano un sacco, tre quarti d'ora. All'inizio attaccano i pezzi uno all'altro, poi rallentano e Blue racconta un pò troppo, ma glielo perdoniamo alla grande. Nel mezzo del set a sorpesa buttano dentro una Linoleum fatta alla grande (totalmente a caso direi).
Il pubblico è strapresobene e si poga, la temperatura sale come nella miglior tradizione dei concerti dell'Honky (i miei no), atmosfera e band della madonna, potrebbe già finire qui (ma per fortuna non è così). Chiudono con i don't wanna say goodbye ed anche noi non vorremmo salutarli più...
Poi tocca ai Bottlerocket: l'anno scorso me li ero persi e li aspetto come aspetto da tempo una bella partita del Milan
Salgono sul palco con la peggior intro zarra della storia: roba veramente da scappare subito via, una musica da film dell'orrore alternata a una canzone megatamarra con un simil Pinhead mascherato da Zombie: che schifo!
In effetti i TBR si rivelano essere dei tamarri pazzechi per tutta la durata del concerto ma con un set così si puoi perdonare tutto! Attaccano con Skate or die ed è il delirio, il pogo di prima si allarga di più e la temperatura diventa caraibica (come l'umidità!!). Parliamoci chiaro: loro hanno un sacco di pezzi della madonna ma i capolavori stavano sui primi album, poi si sono copiati da soli fin troppo... ma cazzo che gruppo della madonna, alcune perle Bloodbath at Burgerking, Freak out, le uniche perle del nuovo They call me steve e Haunted house, Radio (ohoh), so far away e chi più ne ha più ne metta.
Ho sempre pensato (e chi non l'ha mai fatto) che Cody dovesse cantare tutti i pezzi, cazzo che voce che ha, ma stavolta mi impressiona Ray: quello è un animale da palco, scatenato e la sua voce è perfetta in coppia con quella dell'ex Lillington.
A proposito Cody è sempre più ciccione: senza collo come un Maurizio Costanzo giovane.
Dicevo che sono dei tamarri pazzeschi: a volte si perdono in schitarrate simil-metal o in imbarazzanti balletti: pietoso quello si blietzkrieg bop, ma puoi davvero perdonar loro tutto...
Chiudono con Todayo dopo un'oretta di pogo, sudore e delirio totale: che serata!!!

27tommy

domenica 26 aprile 2015

SNAFU 2.0: maladroit +direct hit! + banner pilot@ Honky Tonky

Foto del Pvt.Rehab

Inizia una settimana di fuoco per con 1000 concertoni (cazzo quando arrivano arrivano tutti, grazie Groezrock che porti in Europa un sacco di gruppi fighi). Si parte un Mercoledì sera all'Honky, sempre più Mecca per tutti noi.

Due considerazioni dopo concerto:
1-il punk (forse) esiste ancora, non è morto, si è ripreso per l'ennesima volta
2-il "nuovo punk" (mi) fa cagare

Entro nel merito. Serata che parte subito bene: Maladroit, quartetto francese di puro punk rock di casa Monster Zero, una garanzia. Non li avevo mai sentiti e non conosco quasi nessun pezzo ma mi prendono subito bene. Concerto a 1000 con voce gridata alternata tra i due chitarristi, batterista potentissimo, forse suonano un pelo troppo ma in sostanza ottimo gruppo, da rivedere! Nota di merito per il bassista più nerd del mondo con pantaloncini corti stile anni '90 da paura!
Salgono poi sul palco il gruppo che aspetto di più nella serata, i Direct Hit!, non sono un loro fan,i pezzi che avevo sentito in gran parte mi eran piaciuti, altri mi sono sembrati troppo tirati e urlati.
Si rivelano subito una band della madonna dal vivo: in tempo zero prendono tutto il pubblico e lo portano dove vogliono loro: verso il delirio.Il cantante-chitarrista è un animale, urla scatta, salta, coinvolge. I pezzi ci sono alla grande, molti da Brainless God. Veramente da pelle d'oca il singalong su "A message for the angels", sembra che nemmeno loro si spettino un seguito del genere!
Davvero grandi! Potevano fare un paio di pezzi in più.
Salgono poi i Banner Pilot e qui spiego il perchè delle mie affermazioni iniziali: finalmente un concerto dove vedo facce nuove (e più giovani), un ricambio per noi vecchietti. in realtà i vecchi ci sono ma un pò nascosti per vedere come va...
Però a me questo "punk" di 'sto gruppo mi fa cadere le balle: è emo! una volta si sarebbe chiamato così.
Tecnicamente molto validi, voce della madonna senza le stecche dei Direct Hit! ma cazzo sono ingessati, immobili, perfetti ma senza cuore, non è il mio.

27tommy

giovedì 23 aprile 2015

DWAYNE intervista

Oggi tramite codice Morse ho telegrafato con Michael che a breve sarà in Italia con i Dwayne, nuovo progetto fighissimo che affiancherà i Gamits durante il lungo tour Europeo. Ci abbiamo messo 10 ore e mezza e ne è uscito ciò che segue:

DWAYNE

Prima cosa importantissima: quante Cinquine e quanti Bingo quest'anno? Vola basso che se esageri non ci crediamo e se ti va racconta ai lettori della caserma come nasce la passione per questo gioco da pensionati.
Quest'anno fino adesso è una merda, zero Cinquine, no Bingo! Pero' attento che magari volo cosi' basso che poi alla prossima gara lancio un Bingo dopo l'altro... La passione per questo sport è nata l'inverno in cui hanno instaurato il divieto del fumo, abitavo a Genova all'epoca ed un amico mi tartassava con sto Bingo perché una sua vicina ci aveva vinto cheneso, mille euro. Gli ho detto di no ovviamente, ma poi mi fa 'hanno la sala fumatori'. Deal! La prima volta abbiamo urlato Cinquina ogni volta che ce ne veniva una fuori, meritandoci sguardi da morte dagli anziani. Poi non mi ricordo se era la prima o la seconda volta ma ho fatto due Bingo piu' una Cinquina, ci ho campato per almeno due settimane! L'amico iniziatore non ha mai vinto un cazzo ovviamente, infatti non siamo manco piu' amici. A Genova era molto figo il Bingo D'Oro, pero' mi pare che ora abbia cambiato nome. A Roma mitico il Bingo Araldo sulla Serenissima, non scherza manco Bingo Land (i Twister hanno già messo le mani avanti dicendo che dovranno lavorare presto il giorno dopo il concerto a Roma, mi sa che li facciamo suonare soltanto in cambio di quality time al Bingo). Inoltre è anche molto divertente farci giocare chi non capisce i numeri italiani!

Mi piacciono i Dwayne, sono giorni che li ascolto, spiegaci un po' di cose…dai le solite robe che non interessano a nessuno tipo da dove venite, chi siete e bla bla bla...
Grazie mille! Abbiamo scelto di fare le cose pianificate bene e semplici, infatti siamo divisi su ben due continenti. Se aggiungi le camminate mentali di Andy (voce e chitarra, suonava nei Laymen Terms tempo fa) direi anche due pianeti. Forse a lui regaliamo addirittura un GPS durante il tour per non perderlo. E' un grande, vedrete. Chris dei Gamits suona anche la chitarra e si divide le voci con Andy. Sono due veri cantanti, quando abbiamo scritto e finito i pezzi era un piacere vedere questi due tirarsi fuori delle armonizzazioni geniali dal nulla. Il batterista attuale si chiama Justin, è un professionale che sta in tour tutto l'anno con mille gruppi, per lo piu' hardcore o giu' di li'. Infatti ora è già in Europa, il 18 suona a Milano coi Junius. Io suono il basso. Il tutto è nato da una vacanza che ci siamo fatti io e Chris qualche anno fa, era un giro soprattutto in Italia per andare a trovare degli amici, mangiare bene e bere tanto. Abbiamo pensato che sarebbe stato figo avere un progetto che ci permetteva di fare un viaggio del genere: due chitarre, macchina e due manciate di canzoni. Dopo qualche negroni di troppo ritrovandoci in qualche locale tamarro abbiamo addirittura pensato di fare ancora di piu' i pigri e portare solo dischi da mettere o scrivere qualche pezzo tunztunz. Poi alla fine avete visto, è diventato un gruppo vero, ha!
Per quanto riguarda il nome, è una roba da americani, lo trovavano divertenti soprattutto loro, tipo come chiamare il tuo gruppo 'Gaetano'. Non avevo idee migliori e alla fine assieme al logo domanda è venuto bene. Minchia sono scemo, per una volta non mi viene posta la domanda orrore e rispondo in automatico!

Dicevamo che sarete in tour con i Gamits, sai bene che doppio gruppo equivale a doppi alcolici (ovvero Negroni). Tu e Chris ce la farete a sopravvivere alla sfida?
L'autunno scorso abbiamo già fatto un piccolo tour con i due gruppi negli Stati Uniti, con l'unico scopo di allenarci per questo giro qui. Era anche il momento in cui coi Gamits ci siamo detti perché non tirare fuori un bel set da 20 pezzi, tipo un best of dei quasi 20 anni di esistenza del gruppo, quindi un set molto piu' lungo rispetto al solito con un sacco di chicche vecchie. I primi concerti erano matematica vera e propria: calcolare orari e birre per sopravvivere alla serata. Ovviamente dopo due concerti ci siamo resi conto che forse un'ora piena (in tutti i sensi...) dopo aver già dato coi Dwayne è forse un po troppo. Troppa matematica! Ora vedremo se ritroviamo il ritmo giusto subito, ma finché arriviamo in Italia sicuramente!

Dai domanda seria, Too Tolerant è un brano che mi piace un casino, forse più insolito rispetto agli altri, vuoi parlarmene? Sono curioso e non mi dire che è una cover che non conosco che poi faccio la figura di merda (mi è già successo)
Vai easy, non è una cover! È anche una delle mie preferite, si vede che hai buon gusto. Il testo parla della frustrazione quando non ci si riesce ad avere un high come si deve (puramente fittizio eh!), pero' credo ci sia anche un po di frustrazione da vecchio in mezzo, e si parla anche del mangiare tanto. Informazione tecnica assolutamente non richiesta: ho provato un metodo veramente old school per ottenere quel suono da basso un po country vecchio un po Motown, ovvero infilando una spugna sotto le corde dal ponte. Da provare anche in casa!


L'artwork del disco lo trovo a dir poco fantastico, chi è il genio che lo ha creato?
Sono degli amici di Denver che avevano anche già fatto un video per i Gamits, sono dei geni, visitate il loro sito qui
La copertina del disco si riferisce alla canzone 'I'ma Goin' To Hell' in cui Chris racconta un'esperienza da giovane quando sua mamma ipercattolica ha trovato la sua cassetta dei Metallica e gli ha urlato che brucerà all'inferno. Poverino!

Ti sta facendo cagare questa intervista? Preferivi quella che ti hanno fatto su quell'altro blog con le domande classiche?
Nono, da bravo Svizzero mantengo una linea neutralissima, questa intervista è ok. Se dico di no poi mi mandate qualche sergente o come si chiama l'escercito punkrock vostro a casa. Abbiamo non solo i fegati, ma anche i cuori grossi quindi c'è spazio per due blogs!

Siete contenti di venire a suonare in Italia? Dicci un po' le date che farete così veniamo a fare il tifo.
Siamo gasatissimi! L'Italia per Chris e me è il paese piu' figo dove suonare. Se semplicità di trovare una pizza buona o un chilo di crudo a caso, una buona birra fresca, abbinato a gente bellissima che ci fa sempre sentire a casa. Andy non è mai stato in Italia, non vediamo l'ora di fargli assaggiare le bontà locali e di stenderlo col primo negroni. È un po timido ma da sbronzo diventa un razzo del karaoke! Ci dovrebbe essere anche video dopo una serata con margaritas sul sito facebook dei Dwayne.

Le date sono:
05.05. Milano @ Sacrestia w/ Teenage Gluesniffers
06.05. Bergamo @ Edoné
07.05. Roma @ Alvarado Street w/ Twister
08.05. Genova @ Lucrezia w/ The Five Faces

Scherzi a parte, siamo veramente felici di venire a vedervi, però prima vorremmo impararci i pezzi e cantarli sotto al palco. Dove possiamo accattarci il disco?
Si puo' naturalmente sul sito della nostra ettichetta Paper + Plastick, giga limitato in vinile in due colori diversi: 
Su bandcamp trovate anche il disco intero in streaming.
Pero' la cosa migliore è se venite tutti ai concerti e comprate il disco li'!

Ultima domanda e poi ti lascio alle giocate clandestine coi nonni giù al Bingo. Qui in caserma ci alleniamo duramente, sveglia all'alba, corsa, flessioni, poligono...è un duro lavoro ma da anche immense soddisfazioni. Dopo tanti anni di musica, come prendete questo nuovo progetto? Tanta passione e divertimento o sperate si trasformi in un vero e proprio lavoro? Il negozio di strumenti lo cedi a me?
Non siamo certamente allenati duri, lo sport ci fa piuttosto male direi. È bello riscoprire di nuovo l'entusiasmo per un progetto nuovo (tra l'altro è anche nato un altro gruppo ancora nello stesso periodo, piu' svizzero che americano ma sempre con Chris e me, che si chiama Midrake, quello si che è un gruppo veramente debile, i Dwayne sembrano un best of del premio Nobel in confronto), c'è un'energia che è unica, tipo come quando sei in una relazione fresca con una ragazza, tutto è eccitante, veramente bello. Anche per scrivere i pezzi si sentiva, e se qualcosa ci piaceva si faceva. Quindi direi che ce la prendiamo veramente bene! E anche se diciamo un sacco di cazzate, ovviamente la nostra musica la prendiamo sul serio. Siamo anche abbastanza lucidi (ancora) che non lasciamo i propri lavori pero' se te la senti di vendere due tre chitarre per me ti faccio il corso estivo, propongo scambio di casa e paese!

Grazie per la pazienza e per non avermi mandato a cagare alla prima domanda Michael, ci vediamo nel Bel Paese!

mercoledì 22 aprile 2015

Hardcore Superstar - Esce "HCSS", streaming su Spotify

Gain - 2015
Oggi è uscito "HCSS", il nono album internazionale degli Hardcore Superstar, anticipato nei mesi scorsi dai due singoli Glue e Don't Mean Shit.
L'album può essere ascoltato per intero su Spotify qui.


martedì 21 aprile 2015

Caserma News

Domenica al Live Forum si è dato inizio ad un periodo ricco di concerti nel nord e non solo. 
Per dire...stasera ci sono I Sick Of It All al Bloom di Mezzago (e poi Roma e Bologna).
Poi, dopo il live degli Against Me!, ben recensito dal Pvt. Rehab qui, domani tocca di nuovo a Milano; prima data e prima volta dei Banner Pilot nel nostro paese! Serata di classe all' Honky Tonky di Seregno dove  l'accoppiata killer NoReason Booking e I Buy Records ha cagato fuori una line up mica da ridere, con DIRECT HIT! e Maladroit. Evento qui.
Per le altre date, line up allo stesso modo fighe con band locals, vietato mancare:
23.04 @ Arci Dallò, Castiglione d/ Stiviere (MN). Qui l'evento
24.04 @ Sidro Club, Savignano sul Rubicone (RN). Qui l'evento.
Sempre il 23.04, per i previdenti che hanno acquistato il biglietto mesi fa, ci sono i Social Distortion al Live Club di Trezzo, sennò potete anche programmarvi una gitina a Zurigo al Loudfest il 25.04, per una line up da pelle d'oca.
Sempre il 25.04 segnaliamo il progetto Cervo Fest #2. iniziativa veramente figa con una line up di tutto rispetto, al KM 33 di Trezzo sull' Adda. Sosteniamo queste piccole realtà!
Il 26.04 tocca all'accoppiata bomba Teenage Bottlerocket + Masked Intruder...non serve aggiungere nulla! Thanks To NoReason Booking!
Il 29.04 @ Ligera (MI) serata tutta rock n' roll/powerpop con il mitico Paul Collins e la sua band più The Sensibles! Powered by gli scoppiatoni di Sgorbio Booking.
Poi si va al Groezrock.
Tornati dal Belgio, ci saranno The Gamits e Dwayne pronti a NON farci rimpiangere il bel week end appena passato. HardStaff in collaborazione con le varie realtà di locals presenta le seguenti date:
05.05 @ Sagrestia, Milano by I Buy Records.
06.05 @ Edonè, Bergamo by Radiolution & Edonè.
07.05 @ Alvarado Street, Roma by our Pvt. Numy ♥.
08.05 @ Lucrezia Bar, Genova by Genova Locals..
Sempre il 07.05 ci sono I Dwarves in tour con le Svetlanas al Bloom di Mezzago e il 08.05 al Freakout di Bologna.
Ancora lo 08.05 inizierà il tour italiano di Kids Insane e Slander, che percorreranno tutto lo stivale per presentare il loro split. Qui tutte le info. Tra le date del tour ci sarà anche la bomba del Venezia Hardcore Fest 2015 con Gnarwolves e mille altre band da paura.
E più in avanti toccherà a Lurkers, Dictators, The Bompops, Timeshares, Ignite, Turbonegro, ci sarà il Vans Spring Classic a Riccione, il Filler 2015 spring edition, di nuovo Lagwagon, Iron Reagan, OFF!, Supersuckers....e chi più ne ha più ne metta.
Tenetevi aggiornati e andate ai concerti!

lunedì 20 aprile 2015

Live Report: Against Me! @ Live Forum, Assago (MI)


Dopo una lunga attesa gli Against Me! tornano a Milano (e per Milano s'intende una location raggiungibile con i mezzi pubblici cittadini). Questo concerto è stato un parto: annunciato più di un anno fa, poi annullato, poi ri-annunciato e atteso per lunghi mesi. Finalmente il giorno e l'ora X sono arrivati. Mi tornano alla mente i felici ricordi di quell'agosto 2010, in cui gli AM! suonarono al magnolia e io ero gasato come una mina. Sono cambiate parecchie cose da allora... ma gli Against Me! erano e restano una grande band quindi quando arrivo al forum non sto più nella pelle. Di spalla Caves (che ho malamente perso) e Roger Harvey (niente male anche se un po' moscetto per i miei standard). 
Alle 22:03 gli AM! sono sul palco e il Live Forum sembra esplodere: che figata! Attaccano con I Was A Teenage Anarchist e True Trans Soul Rebel e il pubblico canta con tanta di quella foga che quando Laura stacca la bocca dal microfono si sente un coro potentissimo. Il batterista è una macchina da guerra, il bassista sembra il gemello cattivo di Dee Dee Ramone, alla chitarra lo storico James Bowman spara dei cori paura e fa un muro di chitarra bomba... e poi c'è Laura... semplicemente fantastica sul palco. Unico piccolo appunto: lascia cantare i ritornelli dei pezzi più gridati, quelli di Reinventing Axl Rose, a James. Sarà che a cantare quei pezzi ci si spacca le corde vocali, o che forse un pizzico di voce l'ha persa per strada, ma per me che sono tanto affezionato a quell'album è un piccolo colpo al cuore. Nonostante questo, concerto pazzesco con poche pause e tanta energia. Ciliegina sulla torta: alle 23:25 è tutto finito e posso tornare a casa in metro (TOP!). Trovate la scaletta completa qui.

venerdì 17 aprile 2015

Shiva Racket - "Macerie" video



Con: Laura Dondi e Antonio Santoro
Regia: Manuel Esposito
D.o.p.: Luca Costantini
Script: Niccolò Franchini
Montaggio: Filippo Lorenzi
Color Correction: Francesco Marullo
Casting: Martina Orcese
Make-Up: Sofia Catizone

martedì 14 aprile 2015

Teenage Bottlerocket - Tales From Wyoming


La prima volta che ho ascoltato Tales From Wyoming, quinto album in studio per i Teenage Bottlerocket, ho pensato fosse veramente brutto. 
Ora, dopo vari ascolti, l'album scorre via più piacevolmente e tutto sommato non è un'uscita cattivissima. Non è un lavoro da cestinare ma, escluso il primo, a mio parere, questo è il disco peggiore dei TBR. Il punto è che essenzialmente mancano le canzoni fighe. Posto il fatto che non si tornerà mai ai fasti di Total e Warning Device, comunque They Came from The Shadows e Freak Out! avevano dei buoni spunti e pezzi forti. Ridurre il tutto a una questione di gusti è limitativo, ma nel caso dei Bottlerocket non è sbagliato poiché una band che porta avanti da anni un sound sempre uguale (salvo rare eccezioni) o caga fuori album con pezzi che piacciono oppure no....e per me è l'esempio perfetto è Tales From Wyoming.  
Classico album a là Teenage Bottlerocket come tutti immaginavamo, sound immutato, classico ramonescore, ma con pezzi deboli. I migliori sono stati (saggiamente) mandati in preview e il resto (IMHO) sono solamente filler scialbi. Non sono male They Call Me Steve nella sua demenza nerd oppure Been Too Long e can't Quit You hanno belle melodie, ma per il resto In My Head, I Found The One, Dead Saturday, Coackroack Strikes Again, Bullshit, I Wanna Die, TV Set....boh pezzi veramente inutili che fanno risultare il disco noioso e nulla di speciale. Di fronte a questa lista anche First Time mi sembra un bel pezzo.

lunedì 13 aprile 2015

Bonafide - Denim Devils

OffYerRocka - 2015

Gli hard rocker svedesi Bonafide sono in attività da quasi dieci anni e due mesi fa hanno sfornato il loro quinto album "Denim Devils". Li avevo scoperti e apprezzati con la loro seconda fatica discografica, "Something's Dripping", ma il successivo "Ultimate Rebel" mi aveva parecchio deluso e li avevo persi di vista. Ora invece li ritrovo con piacere maturati e animati da rinnovata energia.
Il sound della band pesca in primo luogo da quello dei gruppi inglesi di hard rock blues della prima metà degli anni '70, Bad Company e Humble Pie ma senza dimenticare Zeppelin e Deep Purple, rinforzandolo con la robustezza della generazione successiva capitanata dagli AC/DC.
La composizione è fresca nella sua semplicità e punta a valorizzare gli elementi portanti, come i bei riff di chitarra e la voce, vero punto di forza del gruppo, potente e dal timbro caldo da soul bianco, aiutata anche dalla registrazione con cui i Bonafide hanno voluto ricreare l'immediatezza del live.
Il livello dei pezzi si mantiene sempre buono e spiccano delle punte eccellenti come 50/50, Rock N' Roll Lifestyle e la gemma di One Kiss.
Se cercate l'originalità, non è l'album che fa per voi, ma se invece guardate al risultato fidatevi che non resterete delusi.

domenica 12 aprile 2015

Better Call Saul: buona la prima... senza spoiler!


Ogni qual volta sento la parola spin-off rabbrividisco. Mi tornano in mente Joey (da Friends), Xena o The Cleveland Show. Poi però la mia serie preferita è giunta alla sua conclusione... il finale di Breaking Bad aveva lasciato qualche porta aperta sul futuro di alcuni personaggi (non dico altro perchè sennò cado nello spoiler). Eppure gli autori della pluripremiata serie tv non hanno fatto scelte scontate e hanno deciso di scavare nel passato dell'azzeccagarbugli che in più occasioni ha salvato le chiappe a Walter White. Better Call Saul condensa, nei 10 episodi che compongono la prima stagione, la storia di come James "Jimmy" Morgan McGill sia passato dall'essere Sloppy Jimmy all'essere Saul Goodman. La cosa migliore è che senza la violenza e la tensione di Breaking Bad, la serie mantiene l'attenzione dello spettatore altissima con espedienti narrativi per nulla scontati. Un consiglio? guardatela! Anche se alla fine Walter White vi è stato sul culo... non ve ne pentirete.

sabato 11 aprile 2015

SNAFU 2.0: Montecio Cool Kids Gig

Siamo ignoranti e non comprendiamo l' inglese. Per questo valido motivo il prossimo Montecio Cool Kids lo affidiamo a gruppi italiani che cantano anche nella lingua di Dante: il triangolo dell' amore e del punkrock stavolta è Milano - Trento - Venezia. Così possiamo cantare tutti insieme.

Sabato 11 aprile 2015:
IMPOSSIBILI + RAZZI TOTALI + DURACEL @ Circolo E20 ( Montecchio - Vi )

https://www.facebook.com/events/617551731712167/

mercoledì 8 aprile 2015

SNAFU 2.0: Lagwagon @ Alcatraz Milano

Attenzione è tornato Tommy 27 dopo mesi di prigionia in un campo di tortura del Vietnam.

Foto della Caserma

Sicuramente non sono la persona più adatta per fare un report sui Lagwagon: non sono mai stato un fan della band nemmeno ai bei tempi passati, conosco poche delle loro canzoni e prima di ieri li avevo visti solo una volta dal vivo...
Premesso ciò vi racconto un concerto strano: parte iniziale con canzoni che mi dicono essere"nuove" totalmente deludente: proprio le canzoni mi fanno abbastanza cagare e il ritmo fatica a salire, poi dopo il rientro il concerto prende un altro ritmo, canzoni migliori (riconosco mr coffee e may 16), più tirate e delirio totale sotto il palco. 
Devo dire che il pubblico era preso davvero bene con pogo e stage diving costante sotto il palco. 
Considerazione tecnica (ovviamente ad minchiam): ricordavo che i due capisaldi dei lagwagon fossero il gran muro del suono e la voce di joey cape: sicuramente la prima c'era, con l'enorme e folle chitarrista Chris Flippin una spanna sopra tutti ( ma quanto cazzo è grosso, nelle sue mani la chitarra sembrava un ukulele...e poi che cazzo di capelli aveva?) ma la voce mancava del tutto, in particolare all'inizio, poi si è un pò ripreso. 

27 Tommy 

martedì 7 aprile 2015

7 Years Bad Luck - Bridges


I 7 Years Bad Luck sono un trio austriaco in giro dal 2001. Li avevo conosciuti un paio di anni fa grazie al 7” split con i Dee Cracks, che ad onor del vero non mi aveva colpito più di tanto. Questo Bridges invece, uscito a fine 2014 per la sempre attiva Monster Zero Records, è un gran bel disco. 16 tracce piene zeppe di melodie killer impreziosite da arrangiamenti curati e mai banali con un basso molto presente, dal classico suono Ampeg. Sebbene si tocchino quasi i tre quarti d’ora di durata, con questo album i 7 Years Bad Luck hanno il grande pregio di non stancare grazie all’alternanza delle voci ed a una tracklist molto varia dove i pezzi più movimentati sono inframezzati da ballate strappa mutande. In conclusione, livello alto e disco consigliato in particolare a chi esce di testa per Lawrence Arms, Rivethead e Banner Pilot! 





lunedì 6 aprile 2015

Live Report: Lagwagon, The Flatliners e Western Addiction @ Alcatraz, Milano


Festa grande all'Alcatraz di Milano. Il blindato parcheggia davanti alla discoteca alle 20e10. 20 minuti dopo abbiamo un biglietto in mano e siamo sotto al palco per i Western Addiction. Non li conosco e sono un po' troppo sul gridato per i miei gusti ma fanno un bel set e intrattengono un pubblico tutto sommato interessato. Gran finale con cantante prima in mezzo alla gente e poi in piedi sul banco del bar (il soldato Snafu ce ne ha fatte vedere a pacchi di ste scene). Tocca ai Flatliners e il pubblico oltre ad aumentare di numero inizia a scaldarsi. Suonano circa 40 minuti e fanno una scalettona davanti ad un pubblico preparato e affettuoso. Dedicano pure un pezzo a the great band from Milano, Low Dèrive. Melo ha poco dopo dichiarato che si pronuncia Deriv e non Deraive (fonte la Gazzetta di Salso).
Quando tocca ai Lagwagon l'Alcatraz è pieno di bestia: salgono sul palco alle 22e15 e scatta subito un degenero di altri tempi sulle note di After You My Friend. Complici dei suoni merdosi che sacrificano le chitarre, i californiani sembrano spompi. Dopo 4/5 pezzi peró si scaldano e iniziano a suonare veramente, spaccando il culo ai passeri! Sono bestie e il pubblico risponde con pogo super ignorante, birre in testa e crowd surfing a caso. Scaletta praticamente uguale a quella di 2 giorni prima a Berlino. Chicca sul finale con la cover di International You Day dei No User for a Name in acustico e Chris Cresswell dei Flatliners sul palco ad accompagnare Joey Cape. Gran bella serata, ci si rivede al GroezRock!

venerdì 3 aprile 2015

Biters: arriva l'album!

I Biters hanno svelato, attivando il pre-ordine per l'America su iTunes, che il loro primo album ufficiale uscirà il 10 luglio: s'intitolerà "Electric Blood" e conterrà undici canzoni, compreso il singolo Restless Hearts, uscito qualche giorno fa. Il lavoro uscirà per la Earache Records, con cui hanno firmato qualche tempo fa.

giovedì 2 aprile 2015

Santa Cruz - s/t

Spinefarm Records - 2015

Due anni fa "Screaming For Adrenaline" l'album di debutto dei Santa Cruz,  ha proiettato i quattro giovani e bellocci finlandesi in cima alla scena sleaze glam internazionale e a giudizio unanime li ha eletti la next big thing del genere. Le aspettative per il secondo lavoro non potevano che essere molto alte: una pietra miliare, che avrebbe consacrato il potenziale del predecessore rendendolo solido e maturo.
I primi singoli anticipati nei mesi scorsi dal self-titled uscito il 10 marzo hanno spiazzato a dir poco gli ascoltatori, lasciando probabilmente qualcuno a chiedersi se davvero si trattasse della stessa band. Lo sleaze delle origini, che pur avendo una freschezza moderna era sostanzialmente filologicamente fedele, suonava stravolto, con influenze pop e metal ugualmente ipercaricate.
L'album ha confermato pienamente il nuovo orientamento. Il sound è difficilmente decifrabile e incorpora nell'originario tronco glam innesti di melodie e cori saturi di armonia che sembrano usciti dal pop punk di inizio millennio, riff mutuati dal thrash metal e più indefiniti elementi alternative rock. L'impressione è quella di un ibrido che guarda ugualmente tanto alla lezione degli Hardcore Superstar - che emerge al meglio in Velvet Rope -  quanto a quella dei Sum 41 - ad esempio nell'inizio  di 6(66) Feet Under- finendo però per somigliare di più agli episodi meno riusciti di queste band. Allontanandosi troppo dalle proprie radici i Santa Cruz non sono riusciti ad amalgamare i diversi elementi, che finiscono per stridere l'uno accanto all'altro. Ma se il giudizio sul cambiamento è necessariamente condizionato dal gusto personale, il difetto principale che imputo a quest'album è più obiettivo: la necessità spasmodica di "farlo strano" è andata a detrimento della composizione, col paradossale risultato che le canzoni del primo album avevano maggiore personalità nonostante un sound molto più classico.
Il giudizio rimane però difficile perché l'album presenta comunque degli importanti punti di forza: la performance tecnica della band quanto la produzione sono di alto livello e le canzoni sono realizzate con la coscienza di quanto si sta facendo, aldilà che lo si condivida o meno - Remedy ad esempio non è sicuramente un pezzo buttato lì per caso.   I singoloni Wasted & Wounded e We Are The One To Fall fanno il loro lavoro e si attaccano rapidamente in testa e alla fine in generale buona parte dell'album si ascolta meno malvolentieri del previsto . Non da ultimo, posso apprezzare la volontà alla base di  voler rivitalizzare e fare evolvere questo genere con altre influenze, che in fondo è sempre stato il processo alla base del rock. Rimane però innegabile che la band ha fatto il passo più lungo della gamba e abbia raffreddato molto entusiasmo nei propri confronti. Sarà solo il tempo e sopratutto il terzo album a dire se si è trattata di una sbandata su una strada  comunque corretta o il passo falso che li farà cadere nella propria tomba artistica.
Se per caso volete farvi un'idea dal vivo, la band suonerà stasera al Live Club di Trezzo in apertura al supergruppo power metal svedese Amaranthe.

Aldilà di tutto, rimane un conclusione positiva di carattere generale: a dieci anni dalla sua rinascita, il glam dimostra ancora di avere l'energia e il dinamismo per dare vitalità al proprio potenziale e prosperare per un altro decennio.


mercoledì 1 aprile 2015

SNAFU 2.0: Low Derive + Dear Dust + Malemute Kid + Onoda

Il soldatino Luca, spronato da un gran Pvt.Rehab, ci manda questo report di un'altra grande serata che si è svolta lo stesso giorno di Giuda e Mean Jeans. I protagnoisti sono quelle band che hanno deciso di puntare alla patata e non al salame.


È un sabato sera e se sei di Milano e ascolti punk rock la scelta su cosa fare della tua serata in effetti potrebbe essere complicata.
Al Ligera suonavano i Mean Jeans, al Magnolia c’erano i Giuda, io a tutto questo ho preferito la data brianzola del “No brain, no shame” all’Honky.
Quattro band, quattro delle migliori band del panorama per promuovere uno splittone uscito qualche giorno fa, in ordine: Onoda, Malemute kid, Dear Dust e Low Dèrive sul palco.
Di sicuro non si è rischiato il tutto esaurito, a quanto ho letto pare che il mondo intero sia andato inspiegabilmente ad affollare un sottoscala di via Padova, poco importa, si comincia per le 11 e attaccano gli Onoda, non li avevo mai visti e onestamente non avevo mai ascoltato nulla di loro eccetto la cover presente proprio nello split.
Bhe, che dire, non sapevo cosa aspettarmi e ne sono rimasto piacevolmente sorpreso, erano belli carichi, Canthc passa l’intera mezzora a saltare su e giù dal palco, belli dritti e tirati, niente da dire. Dopo di loro tocca ai torinesi Malemute, bel set, presi bene anche se con un paio di pezzi in meno sarebbe stato ancora meglio (forse un giorno riusciranno anche a saltare a tempo con i loro stop), ma questo è solo un mio parere personale.
Subito dopo partono i Dear Dust dalla capitale, che poi sono anche l’unico motivo per cui ho alzato davvero il culo dal mio divano. Eh, loro spaccano, ma per davvero! Onestamente credo siano il meglio, cupi, incazzati, drittissimi, i pezzi nuovi spingono e loro li sanno suonare. Forse solo un po’ timidi.
È il turno dei Low Dèrive e sotto al palco inizia a riempirsi (per intenderci, giusto quelle ventitré/ventiquattro persone) che bastano però per riempire qualche coro e per farli prendere ancora meglio, giuro, mi è sembrato anche di vedere Poma sorridere un paio di volte durante il live. Loro a differenza di qualsiasi altra band nella scena hanno le canzoni, hanno le melodie e hanno i ritornelli, si ascoltano sempre con piacere (ho visto addirittura una ragazza piangere durante il loro set, non solo portano figa ma la fanno anche emozionare!).
Scherzi a parte, bella serata, apprezzo sempre chi con la sua musica prova a fare più di tre accordi e questo riesce benissimo ad ogni band sopracitata.