Capisco... siete tutti eccitati per il MZSM... ma questo non vi impedisce di raccogliere questa granata e lanciarla contro il vostro impianto HI-FI! I Biters hanno colpito ancora!
giovedì 30 luglio 2015
mercoledì 29 luglio 2015
The Monster Zero Summer Mash 2015
MONSTER ZERO SUMMER MASH 2015
30-31 luglio e 01 Agosto 2015
Spazio Giovani Edonè
Via Gemelli 17, Bergamo
Ingresso Gratuito
La Monster Zero è una delle principali etichette indipendenti punk-rock mondiali.
Nata a Rotterdam (Olanda) nel 2007 da una costola degli attivissimi Apers, ha pubblicato più di 40 dischi (sia in formato CD che vinile), distribuiti in tutto il mondo, imponendosi come vero e proprio punto di riferimento sia per le band che per gli amanti del genere.
Nessun compromesso col “music business”, nessun contratto, solo divertimento e passione.
La filosofia è molto chiara, quanto semplice:
“Questo non è un business, è la nostra speranza e la nostra voce”
IL FESTIVAL
——————————–
La Monster Zero organizza ogni anno il festival ufficiale dell’etichetta, durante il quale i suoi gruppi (ed altri ospiti) si ritrovano per suonare assieme, e presentare nuove uscite.
Ogni gruppo ha 30 minuti di tempo, e condivide lo stesso palco e strumentazione.
Questa sarà l’undicesima edizione del festival: la seconda in versione estiva, dopo il grande successo di quella dell'anno scorso, sempre a Bergamo (le altre si son svolte a Rotterdam, Innsbruck, Madrid e Parigi)
15 band da tutta Europa (ed oltre), DJ set, aperitivi, bancarelle di dischi, set acustici. Oltre 25 ore di musica e divertimento.
Si attendono punk-rocker in arrivo da tutta Europa (e persino giappone), che hanno già riempito ostelli ed hotel della città
LE BAND
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The Yum Yums (NO)
DeeCRACKS (AT)
TOUGH (IT)
The Mugwumps (AT)
The Apers (NL)
Maladroit (FR)
The Chromosomes (IT)
RICCOBELLIS (IT)
The Ponches (IT)
NEON BONE (DE)
Midrake (CH)
MIGHTY GOOSE punk rock (IT)
The Vaseliners (IT)
Funshine (AT)
Hakan (IT)
I GIORNI
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Giovedì 30 Luglio
MONSTER ZERO Welcome Party
From 21:00: Special acoustic & DJ sets
Venerdì 31 Luglio
MONSTER ZERO SUMMER MASH - Day 1
bands live from 19:45
DJ sets from 23:30 til 02:00
Sabato 01 Agosto
MONSTER ZERO SUMMER MASH - Day 2
bands live from 14:30
DJ sets from 23:30 til 02:00
martedì 28 luglio 2015
Rock'n'Roll Weekend: Anti-Flag, Not On Tour and more
Gli Anti-Flag e l'afa |
Oggi ho il dente avvelenato. Avevamo passato un week end così bello in caserma... abbiamo giocato a calcio con una granata inesplosa, abbiamo fatto detonare un ordigno del primo dopoguerra e abbiamo visto due concertoni. Ma poi il nemico ci ha attaccato in modo subdolo, togliendoci il sonno, inviandoci una flotta di zanzare tigre. La controffensiva sarà spietata, in barba ai burocrati che fanno finta di monitorare i conflitti internazionali.
Dicevamo del week end appena passato: sabato abbiamo parcheggiato il blindato in terra bolognese per il concerto degli Anti-Flag. L'Alchemica è un live club da più o meno 400 persone, con una buona acustica e un'impianto di condizionamento totalmente inadeguato... questo dettaglio ha fatto sì che l'intera serata si trasformasse in una lotta contro la disidratazione.
Quando salgono sul palco i Linterno il locale è pieno per tre quarti e fa già caldissimo. Mi si appanna la maschera antigas già dopo 2 pezzi. Il set dei bolognesi mi lascia in balia di sentimenti contrastanti: sono macchine da guerra e il pubblico sembra gradire parecchio... ma dopo 5 pezzi mi hanno smaronato. Sono potenti e tecnici ma non mi acchiappano... sarà che la mia luna di miele con l'hardcore (semi)melodico non è mai iniziata.
Quando tocca agli Anti-Flag il locale è strapieno e mi sembra di essere tornato in Vietnam: napalm sul pubblico che risponde con pogo, braccia alzate e sing-a-long violento. Senza ombra di dubbio una delle migliori live band in circolazione... peccato che debbano per forza politicizzare tutto come dei 15enni... Concerto da panico, anche se ogni 3/4 pezzi mi tocca uscire a reperire dell'ossigeno.
Quando tocca agli Anti-Flag il locale è strapieno e mi sembra di essere tornato in Vietnam: napalm sul pubblico che risponde con pogo, braccia alzate e sing-a-long violento. Senza ombra di dubbio una delle migliori live band in circolazione... peccato che debbano per forza politicizzare tutto come dei 15enni... Concerto da panico, anche se ogni 3/4 pezzi mi tocca uscire a reperire dell'ossigeno.
Not on Tour |
Domenica è il turno dei Not On Tour al Blue Rose Saloon di Bresso. Ero molto curioso di vedere gli Israeliani e le aspettative non sono state tradite. Ma andiamo con ordine: arrivo al pub in tempo per beccarmi gli ultimi pezzi dei Teenage Gluesniffers... cazzo... non me li volevo perdere. Quel poco che ho visto è stato comunque di livello, con Pachu dei Dead & Breakfast alla chitarra e Pably che saltella sul palco a briglie sciolte su Dumb Reminders dei No Use For a Name.
I Decline (che credevo essere austriaci e invece scopro essere australiani) mi suscitano gli stessi identici sentimenti dei Linterno. Ma mi guardo intorno e sono piacevolmente sorpreso nell'osservare un bel po' di facce nuove tra cui anche qualche ragazzino. Mi chiedo però dove siano quelli che si lamentano che ai concerti non va più nessuno...
Comunque i Not on Tour hanno fatto un concertone: sono precisi, potenti e al tempo stesso melodici. Sima ha una voce cattiva ma al contempo sembra dolcissima e questa antitesi accentua la particolarità della band. Una gran bella sorpresa!
Comunque i Not on Tour hanno fatto un concertone: sono precisi, potenti e al tempo stesso melodici. Sima ha una voce cattiva ma al contempo sembra dolcissima e questa antitesi accentua la particolarità della band. Una gran bella sorpresa!
Gira voce che potrebbe arrivare anche un 2.0 della serata... bhè noi lo aspettiamo a braccia aperte.
giovedì 23 luglio 2015
The Enthused - intervista
Ciao ragazzi....vi ho scoperti per caso tramite Out Loud Tv. Suonate dal 2010 ed il vostro unico disco è del 2013....vi piace cazzeggiare a palettone o sbaglio? Mi sa che vi conviene presentarvi per bene alla nostra Caserma.
Ciao! Siamo un band punkrock da Codogno (Lodi), arriviamo direttamente dalle paludi della bassa lodigiana. Ci siamo formati un pò per caso, cazzeggiando con le canzoni dei Blink, per poi arrivare al nostro primo disco che contiene quasi tutti i pezzi che abbiamo scritto nei primi anni. Siamo molto attivi in salaprove ma un po’ meno in giro a suonare…lo sappiamo, potremmo fare di più ma non ci applichiamo…
Avete i Blink 182 nel sangue...questo vi rende onore e mi ha avvicinato al vostro disco. Partiamo con le cose divertenti....i tre pezzi più fighi dei Blink quali sono?
Difficile trovare pezzi dei Blink non fighi secondo noi…ecco le nostre top 3:
Ciodo (basso/voce): Anthem Part Two, Going Away To College, Josie
Chicco (chitarra): Dysentery Gary, Pathetic, Dick Lips
Giulio (batteria): Stockolm Syndrome, Not Now, Another Girl Another Planet (anche se cover)
Il vostro disco mi piace un sacco, ma mi stupisce il fatto di non avervi mai né visti né sentiti. Da qui nasce la necessità di intervistarvi per capire che razza di soldatini siete....Perchè la gente dovrebbe ascoltare il vostro disco?
Inanzitutto dovrebbe ascoltarlo per dare una possibilità a una band nuova e sconosciuta di farsi sentire, e in seconda battuta dovrebbe ascoltarlo per godersi un po di punk rock melodico senza troppo impegno. Inoltre racconta più o meno cose che ci sono successe nei primi tempi in cui suonavamo insieme.
Proprio a causa di queste vostre influenze e a seguito di questa intervista, probabilmente sarete il nuovo bersaglio dei talebani del pop punk. Come vi fa sentire la certezza che non avrete mai un disco prodotto dalla One Chord Wonders Records?
I talebani puzzano e sono cattivi, quindi va bene così, no? (effettivamente mi avete fregato)
In Italia c'è qualche band che merita di essere ascoltata?
Nel punk rock diremmo Low Derive, Bedtime For Charlie e i Bad Frog (nostri amici cazzoni, dovreste intervistare anche loro).
Giulio (il batterista) consiglia i Fast Animals and Slow Kids (bello hipsterone lui)
Dovete andare su un'isola deserta e potete portarvi solamente tre dischi. Uno deve essere un disco dei Blink. L'altro un disco dei Ramones ed il terzo un disco a scelta fra la cassettina dei Low Derive ed il nuovo LP degli Hakan. Cosa vi portate?
Dei Ramones porteremmo tutti It’s Alive, poi porteremmo cassettina dei Low Derive, mentre dei blink:
Ciodo: Enema Of The State
Chicco: Mark Tom and Travis Show
Giulio: Self Titled
Vi pongo davanti ad un grande dilemma....suonate per le birre o per il pubblico? Mi spiego meglio, vi accontentate di suonare a caso in qualsiasi situazione (tipo davanti a vostra zia) oppure il pubblico è importante per il corretto svolgimento di una serata?
Tra di noi abbiamo pareri discordanti...però in linea di massima siamo per il “pochi ma buoni”, meglio 5 interessati che 50 che stanno al bancone, anche se avere davanti un pò di gente sicuramente gasa. In generale ci divertiamo sempre, senza birre forse sarebbe più dura…
Qual'è l'utilità di una recensione o di un'intervista su un blog tipo il nostro (o peggio) di questi tempi? Insomma, perchè vi siete prestati per questa cosa?
Beh questo blog sembra abbastanza fico (abbastanza?), quindi ci fa solo piacere esserne parte…in più sicuramente un paio di persone sentiranno il nostro nome e magari approfondiranno! L’utilità è questa no?
Di cosa parlate nelle vostre canzoni? Chi le scrive? Come? Avete una risposta seria a questa domanda? Di cosa dovrebbe parlare la canzone punkrock perfetta?
Per il primo (e unico) disco arrivavo io (ciodo, basso/voce) in saletta con una melodia già pronta e ci costruivamo la canzone intorno. I testi quasi sempre arrivano dopo, perché purtroppo sono un pò il nostro cruccio… Ora però abbiamo una decina di pezzi nuovi (ovviamente molti ancora senza testo, siamo dei cazzoni) che, a parte qualche caso, sono nati direttamente in saletta, quindi con un approccio un po’ diverso. La canzone punkrock perfetta deve essere semplice ma con personalità…quando si esagera aggiungendo troppa roba si sfancula quasi sempre..
Vi voglio mettere in difficoltà....Marò in Italia o Marò in India? ….attenzione a come rispondete.
Aiuto…stiamo parlando con una caserma, quindi…ridateci i nostri Marò? Ovviamente!
Diteci qual'è la canzone che avreste sempre voluto scrivere e quale invece la prossima che scriverete.
Avremmo sempre voluto scrivere un pezzo pieno di odio, ma non ci siamo ancora riusciti…forse siamo troppo poco punk e troppo bravi ragazzi…dai, è deciso, la prossima canzone sarà cattiva!
Come affrontate il problema della sudorazione genitale dopo un concerto? Quanti anni hanno le vostre fidanzate e quanti anni hanno le loro amiche? Subiscono il fascino della divisa?
La sudorazione genitale non si combatte…tocca tenersi le mutande bagnate! Tra le nostre ragazze c’è a chi frega qualcosa e a chi non frega un cazzo di avere un ragazzo in una punkrock band…però in fondo il fascino della divisa colpisce sempre! Linkate i loro Facebook allora che facciamo loro conoscere i Marò!
Qual'è l'unica regola importante per una punk rock band seria? Attenzione anche qui ragazzi.....
Secondo noi, per essere una punkrock seria non bisogna mai prendersi al 100% sul serio.
Fateci una domanda e, addestramento permettendo, vi risponderemo.
In cosa consiste il vostro addestramento?
Ci alleniamo per fregarvi le ragazze in silenzio e senza lasciar traccia. Il più bravo fra di noi è il Pvt.Romance che per giunta già conoscete....ma non lo sapete....le vostre ragazze invece lo sanno...lo chiamano "Calibro 44 Magnum". Bang.
Grazie della disponibilità. Vi faremo sapere se avrete superato la Selezione della Caserma. Avete ancora 4 righe per dire qualcosa di costruttivo.....coraggio!
Ne approfittiamo per ringraziare i ragazzi di Out Loud TV che hanno messo in piedi una cosa davvero bella e gli auguriamo di andare avanti con altre mille stagioni! Per il resto, andate ad ascoltare il nostro disco su bandcamp e scriveteci un po di insulti sulla pagina, che ci fa piacere!
Grazie per lo spazio sul vostro blog, alla prossima!
Ciao! Siamo un band punkrock da Codogno (Lodi), arriviamo direttamente dalle paludi della bassa lodigiana. Ci siamo formati un pò per caso, cazzeggiando con le canzoni dei Blink, per poi arrivare al nostro primo disco che contiene quasi tutti i pezzi che abbiamo scritto nei primi anni. Siamo molto attivi in salaprove ma un po’ meno in giro a suonare…lo sappiamo, potremmo fare di più ma non ci applichiamo…
Avete i Blink 182 nel sangue...questo vi rende onore e mi ha avvicinato al vostro disco. Partiamo con le cose divertenti....i tre pezzi più fighi dei Blink quali sono?
Difficile trovare pezzi dei Blink non fighi secondo noi…ecco le nostre top 3:
Ciodo (basso/voce): Anthem Part Two, Going Away To College, Josie
Chicco (chitarra): Dysentery Gary, Pathetic, Dick Lips
Giulio (batteria): Stockolm Syndrome, Not Now, Another Girl Another Planet (anche se cover)
Il vostro disco mi piace un sacco, ma mi stupisce il fatto di non avervi mai né visti né sentiti. Da qui nasce la necessità di intervistarvi per capire che razza di soldatini siete....Perchè la gente dovrebbe ascoltare il vostro disco?
Inanzitutto dovrebbe ascoltarlo per dare una possibilità a una band nuova e sconosciuta di farsi sentire, e in seconda battuta dovrebbe ascoltarlo per godersi un po di punk rock melodico senza troppo impegno. Inoltre racconta più o meno cose che ci sono successe nei primi tempi in cui suonavamo insieme.
Proprio a causa di queste vostre influenze e a seguito di questa intervista, probabilmente sarete il nuovo bersaglio dei talebani del pop punk. Come vi fa sentire la certezza che non avrete mai un disco prodotto dalla One Chord Wonders Records?
I talebani puzzano e sono cattivi, quindi va bene così, no? (effettivamente mi avete fregato)
In Italia c'è qualche band che merita di essere ascoltata?
Nel punk rock diremmo Low Derive, Bedtime For Charlie e i Bad Frog (nostri amici cazzoni, dovreste intervistare anche loro).
Giulio (il batterista) consiglia i Fast Animals and Slow Kids (bello hipsterone lui)
Dovete andare su un'isola deserta e potete portarvi solamente tre dischi. Uno deve essere un disco dei Blink. L'altro un disco dei Ramones ed il terzo un disco a scelta fra la cassettina dei Low Derive ed il nuovo LP degli Hakan. Cosa vi portate?
Dei Ramones porteremmo tutti It’s Alive, poi porteremmo cassettina dei Low Derive, mentre dei blink:
Ciodo: Enema Of The State
Chicco: Mark Tom and Travis Show
Giulio: Self Titled
Vi pongo davanti ad un grande dilemma....suonate per le birre o per il pubblico? Mi spiego meglio, vi accontentate di suonare a caso in qualsiasi situazione (tipo davanti a vostra zia) oppure il pubblico è importante per il corretto svolgimento di una serata?
Tra di noi abbiamo pareri discordanti...però in linea di massima siamo per il “pochi ma buoni”, meglio 5 interessati che 50 che stanno al bancone, anche se avere davanti un pò di gente sicuramente gasa. In generale ci divertiamo sempre, senza birre forse sarebbe più dura…
Qual'è l'utilità di una recensione o di un'intervista su un blog tipo il nostro (o peggio) di questi tempi? Insomma, perchè vi siete prestati per questa cosa?
Beh questo blog sembra abbastanza fico (abbastanza?), quindi ci fa solo piacere esserne parte…in più sicuramente un paio di persone sentiranno il nostro nome e magari approfondiranno! L’utilità è questa no?
Di cosa parlate nelle vostre canzoni? Chi le scrive? Come? Avete una risposta seria a questa domanda? Di cosa dovrebbe parlare la canzone punkrock perfetta?
Per il primo (e unico) disco arrivavo io (ciodo, basso/voce) in saletta con una melodia già pronta e ci costruivamo la canzone intorno. I testi quasi sempre arrivano dopo, perché purtroppo sono un pò il nostro cruccio… Ora però abbiamo una decina di pezzi nuovi (ovviamente molti ancora senza testo, siamo dei cazzoni) che, a parte qualche caso, sono nati direttamente in saletta, quindi con un approccio un po’ diverso. La canzone punkrock perfetta deve essere semplice ma con personalità…quando si esagera aggiungendo troppa roba si sfancula quasi sempre..
Vi voglio mettere in difficoltà....Marò in Italia o Marò in India? ….attenzione a come rispondete.
Aiuto…stiamo parlando con una caserma, quindi…ridateci i nostri Marò? Ovviamente!
Diteci qual'è la canzone che avreste sempre voluto scrivere e quale invece la prossima che scriverete.
Avremmo sempre voluto scrivere un pezzo pieno di odio, ma non ci siamo ancora riusciti…forse siamo troppo poco punk e troppo bravi ragazzi…dai, è deciso, la prossima canzone sarà cattiva!
Come affrontate il problema della sudorazione genitale dopo un concerto? Quanti anni hanno le vostre fidanzate e quanti anni hanno le loro amiche? Subiscono il fascino della divisa?
La sudorazione genitale non si combatte…tocca tenersi le mutande bagnate! Tra le nostre ragazze c’è a chi frega qualcosa e a chi non frega un cazzo di avere un ragazzo in una punkrock band…però in fondo il fascino della divisa colpisce sempre! Linkate i loro Facebook allora che facciamo loro conoscere i Marò!
Qual'è l'unica regola importante per una punk rock band seria? Attenzione anche qui ragazzi.....
Secondo noi, per essere una punkrock seria non bisogna mai prendersi al 100% sul serio.
Fateci una domanda e, addestramento permettendo, vi risponderemo.
In cosa consiste il vostro addestramento?
Ci alleniamo per fregarvi le ragazze in silenzio e senza lasciar traccia. Il più bravo fra di noi è il Pvt.Romance che per giunta già conoscete....ma non lo sapete....le vostre ragazze invece lo sanno...lo chiamano "Calibro 44 Magnum". Bang.
Grazie della disponibilità. Vi faremo sapere se avrete superato la Selezione della Caserma. Avete ancora 4 righe per dire qualcosa di costruttivo.....coraggio!
Ne approfittiamo per ringraziare i ragazzi di Out Loud TV che hanno messo in piedi una cosa davvero bella e gli auguriamo di andare avanti con altre mille stagioni! Per il resto, andate ad ascoltare il nostro disco su bandcamp e scriveteci un po di insulti sulla pagina, che ci fa piacere!
Grazie per lo spazio sul vostro blog, alla prossima!
LP split The Queers / The Manges "Acid Beaters"
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martedì 21 luglio 2015
Tom DeLonge - To the Stars... Demos, Odds and Ends
To the Stars... Demos, Odds and Ends è il primo album solista di Mr. Thomas Matthew DeLonge. Il disco, pubblicato solo qualche mese dopo (l'ennesima) separazione dai Blink 182 e interamente registrato da Tom (che si è avvalso solo dell'aiuto dell'ex Suicidal Tendencies ed attuale Bad Religion Brooks Wackerman per le parti di batteria), è in realtà più una raccolta di idee e bozze che sarebbero potute diventare nuovo materiale per il trio di San Diego e/o per gli Angels & Airwaves. In totale ci sono 8 canzoni che, senza un vero e proprio filo conduttore, spaziano dall’alternative rock di New World e Suburban Kings al punk rock di Circle-Jerk-Pit e Golden Showers in the Golden State (che potrebbe essere tranquillamente una joke song periodo Take Off Your Pants and Jacket). Per farla breve: To the Stars...non è davvero niente di che! Qualche bello spunto c’è però, nel complesso, il tutto risulta davvero troppo slegato e il songwriting poco ispirato non aiuta a dare un giudizio più favorevole.
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The La massoneria Ramonica,
tom delonge
domenica 19 luglio 2015
Intervista ad Andrea Manges - StripedMusic.com
Un anno fa, per via della mia esperienza lavorativa nell'e-commerce, Andrea mi ha chiesto di dargli una mano con StripedMusic.com. L'idea alla base era quella di evolversi e di fare le cose nel miglior modo possibile (quindi cambiare anche piattaforma di vendita – motivo tecnico per cui sono entrato in gioco). A distanza di un anno abbiamo deciso di approfondire il mondo Striped con qualche domanda "piccante" alla SNAFU.
Avevamo finito le immagini del Mago Merlino |
Andrea, cosa ti ha spinto a chiudere lo Striped Shop che tutti conoscevano per aprire Striped nuova versione?
Il precedente Striped shop era il mailorder del mio gruppo, che avevo via via allargato ad altre band di amici, la classica "distro". Compri vendi scambi dischi.. Siccome andava bene, ho pensato che mi sarebbe piaciuto farlo diventare un negozio di dischi e sito di merchandising, una versione Europea piccola, ritardata e fuori tempo massimo di Interpunk.
Quali sono le difficoltà principali nell'aprire e gestire un e-shop nella maniera in cui hai deciso di farlo tu? Non sarebbe stato più semplice startene su BigCartel come qualsiasi altra etichetta o band della scena?
Le difficoltà tecniche, burocratiche ed economiche sono tante. Però sono contento e comunque anche se c'è molto sbattimento, mi diverto molto. Una volta c'erano i negozi di dischi, le major, i distributori, le agenzie, insomma il mercato musicale vero e proprio, e poi sotto c'era tutta la scena che lavorava a livello amatoriale.. Ma l'underground ha sempre avuto l'appoggio di label indipendenti, negozi di dischi, management, e compagnie comunque un pò più grandine. Adesso qui è tutto sparito per il punk rock perchè è diminuito il pubblico, sono scomparsi tutti. Io credo che valga sempre la pena provare a mantenere viva la scena nella quale mi trovo e avendo voglia di fare questo passo, mi son detto "perchè no?". Alcuni gruppi del nostro giro dovrebbero avere una chance di vedere i loro dischi e merch distribuiti bene e reperibili facilmente. Io ho messo Striped nella posizione ideale perchè è una ditta che può ad esempio girare comodamente dischi ai distributori di altri paesi, ma allo stesso tempo non ha bisogno di fare profitto ad ogni costo visto che personalmente un lavoro fisso già ce l'ho, e quindi posso decidere di investire nelle cose che mi piacciono senza dover fare troppi calcoli. Anche se è un vero e proprio business, Striped rimane un progetto di cuore e senza troppe pretese esattamente come la mia band.
Sebbene io sia parte attiva di questo progetto non sono mai stato un collezionista musicale. Tuttavia ricordo ancora il mio primo (e ultimo) acquisto su Interpunk di tanti anni fa (epoca MySpace): ci eravamo messi in 10 per far fronte alle spese di spedizione ed alla salassata doganale (che poi era stata pesantissima), avevo chiesto a chiunque informazioni sulle taglie delle t-shirt americane per paura mi arrivassero enormi...insomma uno sbattimento del cavolo per 4 magliette e 2 cd arrivati a casa dopo 4-5 settimane (il tempo di produzione di una macchina praticamente). Teoricamente Striped è una manna dal cielo per i punkrockers italiani....ma in pratica? Puoi farci un bilancio del primo anno?
Io credo che Striped stia andando piuttosto bene... ma sia chiaro stiamo parlando davvero di un'attività molto piccola e che esiste da solo un anno, ci stiamo ancora facendo conoscere e stiamo aggiungendo via via nuovi articoli. Oggi se si è appassionati di musica è possibile relazionarsi direttamente con le band e le label di tutto il mondo per cui è sempre bello e conveniente comprare dai bandcamp e dai bigcartel e simili, e supportare la scena in modi diretti (non dimentichiamo andando ai concerti); i negozi di dischi stanno tutti chiudendo! Stripedmusic.com ha ragione di esistere perchè puoi fare un unico ordine di roba che prenderesti da siti diversi, puoi trovare cose che se no dovresti far arrivare dagli USA, abbiamo in esclusiva Europea il merchandise di gruppi come Screeching Weasel e Queers, e visto che stiamo attenti a cosa succede in giro, puoi scoprire cose nuove. Noi diamo parì dignità ed esposizione ai gruppi esordienti come a quelli storici. Poi cerchiamo di mettere insieme cose diverse dai soli cd e magliette, ad esempio libri, fanzine o poster e stampe, che siano sempre legati al nostro gusto. Inoltre mandiamo spesso via newsletter ai clienti dei codici coupon per sconti quindi c'è anche occasione di risparmiare. Anzi dai, lanciamo anche un coupon per i lettori di questo inutile blog! Codice SNAFUSUCKS per avere sconto 15% su un intero ordine, utilizzabile una volta a testa, da chiunque, entro il 30 Novembre 2015. Basta scrivere SNAFUSUCKS nello spazio per i coupon del carrello prima di pagare.
Con “Striped 2.0” sono arrivati anche gli Official Stores. Quale è la genesi dietro a questo servizio che dai alle band?
Alcuni dei gruppi un pò più popolari, ad esempio Peawees, Deecracks, cominciavano a non farcela a star dietro ai loro rispettivi ecommerce... Gestire gli aspetti web, uno stock di roba in ordine, relazionarsi con chi compra, spedire bene... anche solo alzarsi alla mattina e andare alle poste. Ci vuole tempo e pazienza e anche un po' di predisposizione ad organizzarsi il lavoro. Sai quanti gruppi ci sono che ti fanno aspettare settimane quando gli ordini roba?
Per i Manges ho sempre apprezzato il servizio di interpunk, stampano e vendono il nostro merch e hanno i nostri dischi in conto vendita da 15 anni. Con questo sistema i fan hanno un servizio sicuro e puntuale, le band incassano e si concentrano sulla musica e i concerti e non su queste cose. Nei gruppi, magari anche bravissimi, non per forza ci sono persone che sanno gestire questi aspetti e Striped li solleva dal pensiero dandogli una pagina con tutti i loro prodotti in vendita online e supporto nelle loro attività, inclusa la stampa del merch da vendere ai concerti. Ai gruppi basta linkare noi dalle loro pagine ufficiali e via.
Parliamo un attimo di Striped Records: quali sono i confini entro i quali vuoi muoverti con questa etichetta?
Stripedmusic.com non vuole essere un competitor delle label della scena, ma anzi vorrei fosse al loro servizio... Non so se tutti lo hanno capito visto che certi provano ad ostacolarci o hanno iniziato a farci concorrenza diretta sul web, ma boh.. hanno visto che c'era uno spiraglio nella gara al ribasso sui prezzi e ci si sono buttati. Io cerco di dare anche servizi migliori, spedire velocemente, assistere i clienti, in parole povere, farmi il culo. Prendo anche troppo sul serio il tempo, i soldi e le passioni degli altri. Sono convinto che questa forma di rispetto si veda e venga apprezzata. Non mi interessa svendere gli sforzi e l'impegno di nessuno, tantomeno i miei.
Per ora hai prodotto Zatopeks e DeeCraks, in futuro cosa dobbiamo aspettarci?
Il prossimo passo sarà la ristampa dello split Manges/Queers del 2003 su LP, e il prossimo 7" dei Veterans che si intitola "The Veterans Qu4rtet". La label la gestisco insieme a Mass e ai Manges. Poi ci sono in ballo altri progetti che ci piacerebbero molto ma è presto per parlarne. Non c'è una strategia definita per l'etichetta, voglio stampare dischi che mi piacciono, senza però pensare che Striped Records debba diventare il fulcro di chissà quale "community". Anche perchè oggi stampare dischi costa meno ma i dischi non li vendi più, quindi le attuali label della nostra scena di base fanno poco o nulla, e lo fanno male, spesso lasciando tutto l'investimento sulle spalle delle band quindi dietro ai sorrisi e all'unità sbandierata, a volte ci sono sistemi per approfittare degli altri e trarne vantaggio. Io per lo meno lo dico che un pò di profitto alla fine lo si deve mettere come obiettivo sia per i gruppi sia per chi lavora per i gruppi. Se battessi la testa e decidessi di produrre nuove band gli direi che cercherei di farli vendere più possibile, non gli racconterei che siamo tutti grandi amici e allora veniamoci incontro, che poi magari non è vero niente. Serve anche provare a vendere e mettere un po' di soldi in cassa, magari da investire in strumenti, registrazioni migliori, o una volta tanto pagarci il grafico o l'artista che fa la copertina (che pure quelli sono sempre stati alla fame). Se sei in grado di vendere un cd appena uscito a 5 Euro, credo sia lecito pensare che qualcuno ci abbia rimesso, qualcuno sia stato preso in giro. O che hai investito così poco da non credere per primo al tuo stesso progetto.
Insomma stai fondamentalmente cercando di fare le cose un pò più seriamente della media a cui siamo abituati noi punkrockers.....andare oltre i 3 accordi e tentare di farne un quarto, magari minore, e dimostrare che dopotutto la canzone ne ha guadagnato. Far cagare quindi non è poi molto ok, non trovi?
Il discorso "far cagare è ok" lo condivido in pieno in quanto provocazione e giusta espressione dello spirito punkrock. Le cose belle non necessariamente seguono i canoni comuni, e a volte un ignorante fa un buco nella tela che ha molta più forza e valore di mille pittori che dipingono paesaggi del cazzo tutti uguali e si credono artisti. Però poi alla lunga anch'io penso che "non far cagare è meglio", ovvero si può andare oltre alla tela bucata se lo spirito è sempre quello originale. Una scintilla di creatività o di poesia sopra la media, o molto sopra la media, può nascere anche in chi fa punk, e nella nostra scena sarebbe giusto saperlo apprezzare. La controcultura è sempre una forma di cultura, se invece vuoi azzerare tutto sei solo un barbaro e onestamente non susciti più il mio interesse. Poi è vero che i punkrockers sono degli artigiani, più o meno ripetono le stesse cose, ognuno col suo stile. Nessuno verrà ricordato ma tutti abbiamo storie da raccontare. Alcuni ostentano certa ignoranza facendone una sorta di performance, e anche quello ha il suo valore se sai guardare alla cosa con ironia. Ma se ci sono gruppi che per meriti loro e con onestà riescono a farsi un seguito più grande, è giusto che crescano senza farsi dare dei venduti...venduti a cosa? A chi? Quelli lì sono ragionamenti da tredicenni. Comunque è vero, come mi diceva Barcella, che se il punk rock Europeo "alla Ramones" non è stato spazzato via è proprio grazie a questa chiusura mentale e ottusità che ci hanno risparmiati dalle contaminazioni con altri generi. Siamo tutti sfuggiti all'ondata garage!
Parliamoci chiaro, col punk rock non si fanno i soldi, né suonandolo né vendendolo...tuttavia si può arrotondare qualcosina...come è il mercato della musica che tanto ci piace? E' facile muoversi al suo interno? Trovare i fornitori giusti che ti danno retta? Trovare i dischi giusti che pensi ti possano far vendere? Com'è riempirsi la cantina di dischi e far quadrare poi i conti?
Come ho già detto su Striped vendo roba che mi piace, che ritengo interessante, o che mi propongono label o altri con i quali collaboro per ragioni di amicizia o stima. Raramente prendo roba che non mi piace o non conosco, pensando di poterla vendere facilmente. I fornitori ti danno retta sì, con la crisi che c'è nella musica label e distributori non vedono l'ora che arrivi uno come me. In questo periodo nella musica tutti vorrebbero vendere e pochi comprano, quindi io che compro ricevo molta attenzione. Una cosa impressionante è che i dischi punk rock, anche roba Fat etc, sono quasi scomparsi dai distributori europei... Credevo di fare meno fatica per farmi arrivare roba simile. I conti quadrano appena. Fai arrivare dischi, pagando spedizioni dogane iva spese varie.. Arrivi a vendere un disco a 18 euro che ci vai in pari, e magari qualcuno si lamenta perchè non costa 10 euro come nel 2002. Anche solo Paypal è una macchina mangiasoldi incredibile per chi vende.
A proposito di conti....il punkrock è un mondo infame pieno di sorrisi di circostanza solo perchè “quello è Andrea dei Manges, magari mi fa aprire una data se gli faccio i complimenti per le chitarrine di All is Well”...ma poi c'è gente che non compra su Striped perchè ha i prezzi alti, perchè fa pagare l'IVA, perchè hanno paura che Andrea si stia arricchendo col punk rock alla faccia di tutti noi sfigati con le all-star. Che ne pensi di questo tema caldo? Fa ridere, ma c'è chi la pensa così....su Google Maps si vede una limousine parcheggiata davanti casa tua....ammettilo.
Io sono un tizio che davanti a casa ha una Panda e che ha aperto un piccolo negozio di dischi online perchè sono appassionato di musica punkrock e se ti immagini che facciamo grandi profitti mi sa che non conosci bene come funzionano le cose. A me sti gran cittadini onesti che poi storgono il naso se c'è da pagare l'IVA sui dischi cominciano a stare un po' sul cazzo. Non credo che questi quando comprano un libro in libreria si lamentano se gli fanno lo scontrino. Ho messo l'IVA in evidenza perchè dall'estero hanno la possibilità di non pagarla, e preferisco risparmiargliela visto che già gli viene messa la dogana sui pacchi più grandi esattamente come successe a te con Interpunk. Ma non so se per fare chiarezza sul sito non mi convenga livellare i prezzi e basta.
Poi boh, i nostri prezzi adesso non sono molto più alti della media e mi pare pure strano dover specificare che paghiamo le tasse. E poi spese varie, il canone di un e-shop affidabile, eccetera, Striped alla fine ha margini di profitto piuttosto bassi, complice anche l'altissima pressione fiscale Italiana. E' come se criticassimo un tabaccaio perchè le sigarette di contrabbando comprate in mezzo alla strada costano meno. La prassi è che altri stampano e vendono in nero e ti danno un servizio alla buona e si infilano in tasca qualche soldo vero, che poi certo reinvestono, e fanno benissimo perchè quello è il cuore della musica undeground. Totale supporto da parte mia a tutto il resto della scena. Io provo solo a metter su un giro più stabile, lavorando con numeri appena più grandi e anche per alcuni gruppi con più seguito, che di conseguenza hanno bisogno di collaboratori che gli garantiscano impegno e costanza. Niente di strano. Le label americane che tutti ammiriamo sono fatte da persone come me, alcune stanno esattamente come me in garage, altre più di successo hanno piccoli uffici o negozi. Non mi pare che si sia mai parlato di boicottare Asian Man o Red Scare o It's Alive, quindi non vedo perchè boicottare Striped. In Italietta io dopo 20 anni provo a fare una cosa e ci sono dei duri e puri con l'iPhone e le converse da 70 euro che hanno il cuore infranto dal mio materialismo? Le band che si fanno il culo a suonare per pochi spiccioli e per tornare al lavoro il lunedì mattina non hanno bisogno di gente così... che poi comunque per i gruppi di professionisti americani tutti quanti aprono il portafoglio senza farsi troppe domande.
Poi adesso non saprei chi sono queste anime belle di cui parli, ma posso garantirti che ci sono sempre state e sono poi sempre spariti tutti nel nulla o tra le pernacchie. A un certo punto fanno figli, cominciano ad appassionarsi di calcio e degustazione di vini e tutte le minchiate che hanno detto di colpo non valgono più niente. Mentre io salgo sul palco con i miei migliori amici per suonare a tutto volume, i "veri punk" degli anni 90 sono a casa a guardare Peppa Pig o X-Factor. Ne riparleremo più avanti allora.
Tutto chiarissimo, una buona parte dei "duri e puri" attuali è anche quella che ha contribuito alla totale morte del ricambio generazionale in questa musica. Troppe "regole" da rispettare....ci sono dei ragazzi appassionati come noi di punkrock che chiamano il nostro giro "quelli con il chiodo alla Ramones"...e si sentono totalmente estranei alla nostra realtà, pur ascoltando anche loro Ramones, Masked Instruder, Nofx, Dear Landlord ecc ecc, quando l'ho saputo mi sono cadute le braccia.
Ecco. Beh tutti noi una mentalità un pò elitaria l'abbiamo sempre avuta, il cool club, è la nostra identità, ma siamo anche sempre stati aperti verso la gente nuova nella scena, purchè arrivasse con lo spirito giusto e senza volersi mettere sotto ai riflettori. Io credo molto nel principio, che magari nell'hardcore è più evidente ma è alla base anche del punk rock, che la distinzione tra artisti e pubblico non ci debba essere. Ma questo non significa che ognuno è libero di rompere i coglioni agli altri. Ad esempio nel 1994, prima dell'esplosione del pop punk post-Dookie diciamo, in Italia l'unico gruppo punk rock che aveva il furgone, riempiva i locali, veniva pubblicizzato e intervistato su radio e riviste erano i Senzabenza. Il resto della scena Italiana era fatto di giovani gruppetti agli esordi come i Manges, noi facevamo anche piuttosto cagare. I Senzabenza, che erano dei gran signori e dei veri punkrockers già all'epoca, si sono presi la briga di invitare questi gruppetti in ogni città ad aprirgli i concerti, farli uscire su compilations, portarli all'attenzione nazionale, e non è che ci fosse internet, se eri di Spezia e avevi 16 anni conoscevi gente di Spezia e basta. Allora noi Manges abbiamo imparato il valore dell'umiltà, che i gruppi che ascoltavamo non erano su un piedistallo, che è bello darsi una mano a vicenda nella scena, che i confini geografici si potevano abbattere con la musica, e ci siamo augurati un giorno di riuscire anche noi a riempire i club quando andavamo a suonare. Tante altre band hanno fatto su un casino, che poi ha finito per guastare l'attività anche agli stessi Senzabenza, e gli hanno dato degli arrivisti, dei commerciali e del chicazzosicredonodiessere. Cioè invece di augurarsi di diventare come loro, li volevano abbassare al proprio livello, come se fosse sbagliato avere un po' di riscontro di pubblico. Oggi quella gente è sparita tutta. I Manges ci sono ancora, i Senzabenza pure hanno ripreso a suonare.
Come per ogni cosa, la qualità si paga...ed in questo caso tra l'altro, se si facesse attenzione, probabilmente ci si accorgerebbe che in fin dei conti si risparmia pure qualche euro. Tuttavia parlo da persona coinvolta, appassionata in genere di iniziative che riguardano lo shopping online e soprattutto da non collezionista. In ogni caso, continuo a non capire perchè fare tanti ordini isolati e non uno cumulativo abbattendo costi e sbattimenti.
Infatti costa comunque tanto anche ordinare vari titoli dalle rispettive label in America e in giro per l'Europa; ci sono cose esclusive che trovi solo da noi o merch che riusciamo ad vendere a prezzi convenienti perchè lo produciamo noi, pagando sempre royalties ai gruppi. Inoltre ho fatto convenzioni con i corrieri quindi in pratica per l'Italia le nostre spese postali sono basse e la consegna, tracciata, è veloce. Certo, su Discogs magari trovi ottime occasioni, ma devi districarti in mezzo a un'offerta enorme e ci sono troppi furboni che speculano, o finisci anche a pagare i dischi 5 Euro di meno ma magari le spese postali 10 Euro di più. Se non ti interessa il catalogo di Striped e vuoi comprare altrove è un conto. Ma se vuoi solo risparmiare allora piuttosto scarica mp3, non raccontarmi di essere un appassionato. I veri collezionisti spendono i loro soldi, ne spendono pure troppi, perchè danno valore alla loro passione. Volere tanti dischi pagandoli poco non significa nulla, se non che costringi le band ad abbassare i prezzi del merch e il compenso per suonare in giro finchè non smettono perchè sfibrati dai troppi sforzi.
Parli da collezionista sfegatato o sei peggio di me che l'ultimo disco ho comprato è stato "Get some Action" dei Radio Days?
No, ho sempre comprato, venduto dischi, speso soldi per la musica ma non sono un accumulatore seriale, anzi una decina di anni fa ho quasi azzerato la mia collezione di dischi.
Parliamo del futuro...prima di tutto di quello più prossimo, l'autunno “caldo” 2015: cosa bolle in pentola?
Ci sono quelle uscite Striped Records di cui si parlava prima, e anche nuovi progetti Manges su cui lavorare, compreso il fatto che ricominceremo a fare concerti. Poi seguiremo le novità nella scena e cercheremo di supportarle come abbiamo fatto fino ad oggi. Stanno nascendo alcune collaborazioni, ad esempio il nuovo 7" dei Temporal Sluts su Mental Beat Records è distribuito da StripedMusicCom.
E ora parliamo degli “scenari futuribili” (come dicono alla facoltà di Design): vuoi fermarti ad essere un “semplice” e-commerce di dischi o c'è la voglia di osare? Il web oramai permette di tutto e per smuovere la noia dell'attuale mondo punkrock bisogna essere dei sognatori; cosa potrebbe diventare Striped nel 2020?
Sarebbe bellissimo avere un vero negozio dove cazzeggiare in compagnia ascoltando e commentando i dischi, ma siamo pochi e sparsi per il mondo quindi purtroppo tocca farlo via web e social. Mi piacerebbe che un giorno Striped producesse contenuti, avesse una vera redazione per il blog e il canale Youtube. Al momento non è possibile pagare dei collaboratori e sai come la penso sullo sfruttare gli altri aggratis per cui vedremo. Non saprei, il web si trasforma continuamente e in modo sempre più veloce per cui è davvero difficile darsi degli obiettivi. Magari ogni tanto vorrei anche non pensare a nulla e godermi la vita! E se poi Striped finisse per chiudere chissenefrega eh, ci si vede in giro.
Il precedente Striped shop era il mailorder del mio gruppo, che avevo via via allargato ad altre band di amici, la classica "distro". Compri vendi scambi dischi.. Siccome andava bene, ho pensato che mi sarebbe piaciuto farlo diventare un negozio di dischi e sito di merchandising, una versione Europea piccola, ritardata e fuori tempo massimo di Interpunk.
Quali sono le difficoltà principali nell'aprire e gestire un e-shop nella maniera in cui hai deciso di farlo tu? Non sarebbe stato più semplice startene su BigCartel come qualsiasi altra etichetta o band della scena?
Le difficoltà tecniche, burocratiche ed economiche sono tante. Però sono contento e comunque anche se c'è molto sbattimento, mi diverto molto. Una volta c'erano i negozi di dischi, le major, i distributori, le agenzie, insomma il mercato musicale vero e proprio, e poi sotto c'era tutta la scena che lavorava a livello amatoriale.. Ma l'underground ha sempre avuto l'appoggio di label indipendenti, negozi di dischi, management, e compagnie comunque un pò più grandine. Adesso qui è tutto sparito per il punk rock perchè è diminuito il pubblico, sono scomparsi tutti. Io credo che valga sempre la pena provare a mantenere viva la scena nella quale mi trovo e avendo voglia di fare questo passo, mi son detto "perchè no?". Alcuni gruppi del nostro giro dovrebbero avere una chance di vedere i loro dischi e merch distribuiti bene e reperibili facilmente. Io ho messo Striped nella posizione ideale perchè è una ditta che può ad esempio girare comodamente dischi ai distributori di altri paesi, ma allo stesso tempo non ha bisogno di fare profitto ad ogni costo visto che personalmente un lavoro fisso già ce l'ho, e quindi posso decidere di investire nelle cose che mi piacciono senza dover fare troppi calcoli. Anche se è un vero e proprio business, Striped rimane un progetto di cuore e senza troppe pretese esattamente come la mia band.
Sebbene io sia parte attiva di questo progetto non sono mai stato un collezionista musicale. Tuttavia ricordo ancora il mio primo (e ultimo) acquisto su Interpunk di tanti anni fa (epoca MySpace): ci eravamo messi in 10 per far fronte alle spese di spedizione ed alla salassata doganale (che poi era stata pesantissima), avevo chiesto a chiunque informazioni sulle taglie delle t-shirt americane per paura mi arrivassero enormi...insomma uno sbattimento del cavolo per 4 magliette e 2 cd arrivati a casa dopo 4-5 settimane (il tempo di produzione di una macchina praticamente). Teoricamente Striped è una manna dal cielo per i punkrockers italiani....ma in pratica? Puoi farci un bilancio del primo anno?
Io credo che Striped stia andando piuttosto bene... ma sia chiaro stiamo parlando davvero di un'attività molto piccola e che esiste da solo un anno, ci stiamo ancora facendo conoscere e stiamo aggiungendo via via nuovi articoli. Oggi se si è appassionati di musica è possibile relazionarsi direttamente con le band e le label di tutto il mondo per cui è sempre bello e conveniente comprare dai bandcamp e dai bigcartel e simili, e supportare la scena in modi diretti (non dimentichiamo andando ai concerti); i negozi di dischi stanno tutti chiudendo! Stripedmusic.com ha ragione di esistere perchè puoi fare un unico ordine di roba che prenderesti da siti diversi, puoi trovare cose che se no dovresti far arrivare dagli USA, abbiamo in esclusiva Europea il merchandise di gruppi come Screeching Weasel e Queers, e visto che stiamo attenti a cosa succede in giro, puoi scoprire cose nuove. Noi diamo parì dignità ed esposizione ai gruppi esordienti come a quelli storici. Poi cerchiamo di mettere insieme cose diverse dai soli cd e magliette, ad esempio libri, fanzine o poster e stampe, che siano sempre legati al nostro gusto. Inoltre mandiamo spesso via newsletter ai clienti dei codici coupon per sconti quindi c'è anche occasione di risparmiare. Anzi dai, lanciamo anche un coupon per i lettori di questo inutile blog! Codice SNAFUSUCKS per avere sconto 15% su un intero ordine, utilizzabile una volta a testa, da chiunque, entro il 30 Novembre 2015. Basta scrivere SNAFUSUCKS nello spazio per i coupon del carrello prima di pagare.
Con “Striped 2.0” sono arrivati anche gli Official Stores. Quale è la genesi dietro a questo servizio che dai alle band?
Alcuni dei gruppi un pò più popolari, ad esempio Peawees, Deecracks, cominciavano a non farcela a star dietro ai loro rispettivi ecommerce... Gestire gli aspetti web, uno stock di roba in ordine, relazionarsi con chi compra, spedire bene... anche solo alzarsi alla mattina e andare alle poste. Ci vuole tempo e pazienza e anche un po' di predisposizione ad organizzarsi il lavoro. Sai quanti gruppi ci sono che ti fanno aspettare settimane quando gli ordini roba?
Per i Manges ho sempre apprezzato il servizio di interpunk, stampano e vendono il nostro merch e hanno i nostri dischi in conto vendita da 15 anni. Con questo sistema i fan hanno un servizio sicuro e puntuale, le band incassano e si concentrano sulla musica e i concerti e non su queste cose. Nei gruppi, magari anche bravissimi, non per forza ci sono persone che sanno gestire questi aspetti e Striped li solleva dal pensiero dandogli una pagina con tutti i loro prodotti in vendita online e supporto nelle loro attività, inclusa la stampa del merch da vendere ai concerti. Ai gruppi basta linkare noi dalle loro pagine ufficiali e via.
Parliamo un attimo di Striped Records: quali sono i confini entro i quali vuoi muoverti con questa etichetta?
Stripedmusic.com non vuole essere un competitor delle label della scena, ma anzi vorrei fosse al loro servizio... Non so se tutti lo hanno capito visto che certi provano ad ostacolarci o hanno iniziato a farci concorrenza diretta sul web, ma boh.. hanno visto che c'era uno spiraglio nella gara al ribasso sui prezzi e ci si sono buttati. Io cerco di dare anche servizi migliori, spedire velocemente, assistere i clienti, in parole povere, farmi il culo. Prendo anche troppo sul serio il tempo, i soldi e le passioni degli altri. Sono convinto che questa forma di rispetto si veda e venga apprezzata. Non mi interessa svendere gli sforzi e l'impegno di nessuno, tantomeno i miei.
Per ora hai prodotto Zatopeks e DeeCraks, in futuro cosa dobbiamo aspettarci?
Il prossimo passo sarà la ristampa dello split Manges/Queers del 2003 su LP, e il prossimo 7" dei Veterans che si intitola "The Veterans Qu4rtet". La label la gestisco insieme a Mass e ai Manges. Poi ci sono in ballo altri progetti che ci piacerebbero molto ma è presto per parlarne. Non c'è una strategia definita per l'etichetta, voglio stampare dischi che mi piacciono, senza però pensare che Striped Records debba diventare il fulcro di chissà quale "community". Anche perchè oggi stampare dischi costa meno ma i dischi non li vendi più, quindi le attuali label della nostra scena di base fanno poco o nulla, e lo fanno male, spesso lasciando tutto l'investimento sulle spalle delle band quindi dietro ai sorrisi e all'unità sbandierata, a volte ci sono sistemi per approfittare degli altri e trarne vantaggio. Io per lo meno lo dico che un pò di profitto alla fine lo si deve mettere come obiettivo sia per i gruppi sia per chi lavora per i gruppi. Se battessi la testa e decidessi di produrre nuove band gli direi che cercherei di farli vendere più possibile, non gli racconterei che siamo tutti grandi amici e allora veniamoci incontro, che poi magari non è vero niente. Serve anche provare a vendere e mettere un po' di soldi in cassa, magari da investire in strumenti, registrazioni migliori, o una volta tanto pagarci il grafico o l'artista che fa la copertina (che pure quelli sono sempre stati alla fame). Se sei in grado di vendere un cd appena uscito a 5 Euro, credo sia lecito pensare che qualcuno ci abbia rimesso, qualcuno sia stato preso in giro. O che hai investito così poco da non credere per primo al tuo stesso progetto.
Insomma stai fondamentalmente cercando di fare le cose un pò più seriamente della media a cui siamo abituati noi punkrockers.....andare oltre i 3 accordi e tentare di farne un quarto, magari minore, e dimostrare che dopotutto la canzone ne ha guadagnato. Far cagare quindi non è poi molto ok, non trovi?
Il discorso "far cagare è ok" lo condivido in pieno in quanto provocazione e giusta espressione dello spirito punkrock. Le cose belle non necessariamente seguono i canoni comuni, e a volte un ignorante fa un buco nella tela che ha molta più forza e valore di mille pittori che dipingono paesaggi del cazzo tutti uguali e si credono artisti. Però poi alla lunga anch'io penso che "non far cagare è meglio", ovvero si può andare oltre alla tela bucata se lo spirito è sempre quello originale. Una scintilla di creatività o di poesia sopra la media, o molto sopra la media, può nascere anche in chi fa punk, e nella nostra scena sarebbe giusto saperlo apprezzare. La controcultura è sempre una forma di cultura, se invece vuoi azzerare tutto sei solo un barbaro e onestamente non susciti più il mio interesse. Poi è vero che i punkrockers sono degli artigiani, più o meno ripetono le stesse cose, ognuno col suo stile. Nessuno verrà ricordato ma tutti abbiamo storie da raccontare. Alcuni ostentano certa ignoranza facendone una sorta di performance, e anche quello ha il suo valore se sai guardare alla cosa con ironia. Ma se ci sono gruppi che per meriti loro e con onestà riescono a farsi un seguito più grande, è giusto che crescano senza farsi dare dei venduti...venduti a cosa? A chi? Quelli lì sono ragionamenti da tredicenni. Comunque è vero, come mi diceva Barcella, che se il punk rock Europeo "alla Ramones" non è stato spazzato via è proprio grazie a questa chiusura mentale e ottusità che ci hanno risparmiati dalle contaminazioni con altri generi. Siamo tutti sfuggiti all'ondata garage!
Parliamoci chiaro, col punk rock non si fanno i soldi, né suonandolo né vendendolo...tuttavia si può arrotondare qualcosina...come è il mercato della musica che tanto ci piace? E' facile muoversi al suo interno? Trovare i fornitori giusti che ti danno retta? Trovare i dischi giusti che pensi ti possano far vendere? Com'è riempirsi la cantina di dischi e far quadrare poi i conti?
Come ho già detto su Striped vendo roba che mi piace, che ritengo interessante, o che mi propongono label o altri con i quali collaboro per ragioni di amicizia o stima. Raramente prendo roba che non mi piace o non conosco, pensando di poterla vendere facilmente. I fornitori ti danno retta sì, con la crisi che c'è nella musica label e distributori non vedono l'ora che arrivi uno come me. In questo periodo nella musica tutti vorrebbero vendere e pochi comprano, quindi io che compro ricevo molta attenzione. Una cosa impressionante è che i dischi punk rock, anche roba Fat etc, sono quasi scomparsi dai distributori europei... Credevo di fare meno fatica per farmi arrivare roba simile. I conti quadrano appena. Fai arrivare dischi, pagando spedizioni dogane iva spese varie.. Arrivi a vendere un disco a 18 euro che ci vai in pari, e magari qualcuno si lamenta perchè non costa 10 euro come nel 2002. Anche solo Paypal è una macchina mangiasoldi incredibile per chi vende.
A proposito di conti....il punkrock è un mondo infame pieno di sorrisi di circostanza solo perchè “quello è Andrea dei Manges, magari mi fa aprire una data se gli faccio i complimenti per le chitarrine di All is Well”...ma poi c'è gente che non compra su Striped perchè ha i prezzi alti, perchè fa pagare l'IVA, perchè hanno paura che Andrea si stia arricchendo col punk rock alla faccia di tutti noi sfigati con le all-star. Che ne pensi di questo tema caldo? Fa ridere, ma c'è chi la pensa così....su Google Maps si vede una limousine parcheggiata davanti casa tua....ammettilo.
Io sono un tizio che davanti a casa ha una Panda e che ha aperto un piccolo negozio di dischi online perchè sono appassionato di musica punkrock e se ti immagini che facciamo grandi profitti mi sa che non conosci bene come funzionano le cose. A me sti gran cittadini onesti che poi storgono il naso se c'è da pagare l'IVA sui dischi cominciano a stare un po' sul cazzo. Non credo che questi quando comprano un libro in libreria si lamentano se gli fanno lo scontrino. Ho messo l'IVA in evidenza perchè dall'estero hanno la possibilità di non pagarla, e preferisco risparmiargliela visto che già gli viene messa la dogana sui pacchi più grandi esattamente come successe a te con Interpunk. Ma non so se per fare chiarezza sul sito non mi convenga livellare i prezzi e basta.
Poi boh, i nostri prezzi adesso non sono molto più alti della media e mi pare pure strano dover specificare che paghiamo le tasse. E poi spese varie, il canone di un e-shop affidabile, eccetera, Striped alla fine ha margini di profitto piuttosto bassi, complice anche l'altissima pressione fiscale Italiana. E' come se criticassimo un tabaccaio perchè le sigarette di contrabbando comprate in mezzo alla strada costano meno. La prassi è che altri stampano e vendono in nero e ti danno un servizio alla buona e si infilano in tasca qualche soldo vero, che poi certo reinvestono, e fanno benissimo perchè quello è il cuore della musica undeground. Totale supporto da parte mia a tutto il resto della scena. Io provo solo a metter su un giro più stabile, lavorando con numeri appena più grandi e anche per alcuni gruppi con più seguito, che di conseguenza hanno bisogno di collaboratori che gli garantiscano impegno e costanza. Niente di strano. Le label americane che tutti ammiriamo sono fatte da persone come me, alcune stanno esattamente come me in garage, altre più di successo hanno piccoli uffici o negozi. Non mi pare che si sia mai parlato di boicottare Asian Man o Red Scare o It's Alive, quindi non vedo perchè boicottare Striped. In Italietta io dopo 20 anni provo a fare una cosa e ci sono dei duri e puri con l'iPhone e le converse da 70 euro che hanno il cuore infranto dal mio materialismo? Le band che si fanno il culo a suonare per pochi spiccioli e per tornare al lavoro il lunedì mattina non hanno bisogno di gente così... che poi comunque per i gruppi di professionisti americani tutti quanti aprono il portafoglio senza farsi troppe domande.
Poi adesso non saprei chi sono queste anime belle di cui parli, ma posso garantirti che ci sono sempre state e sono poi sempre spariti tutti nel nulla o tra le pernacchie. A un certo punto fanno figli, cominciano ad appassionarsi di calcio e degustazione di vini e tutte le minchiate che hanno detto di colpo non valgono più niente. Mentre io salgo sul palco con i miei migliori amici per suonare a tutto volume, i "veri punk" degli anni 90 sono a casa a guardare Peppa Pig o X-Factor. Ne riparleremo più avanti allora.
Tutto chiarissimo, una buona parte dei "duri e puri" attuali è anche quella che ha contribuito alla totale morte del ricambio generazionale in questa musica. Troppe "regole" da rispettare....ci sono dei ragazzi appassionati come noi di punkrock che chiamano il nostro giro "quelli con il chiodo alla Ramones"...e si sentono totalmente estranei alla nostra realtà, pur ascoltando anche loro Ramones, Masked Instruder, Nofx, Dear Landlord ecc ecc, quando l'ho saputo mi sono cadute le braccia.
Ecco. Beh tutti noi una mentalità un pò elitaria l'abbiamo sempre avuta, il cool club, è la nostra identità, ma siamo anche sempre stati aperti verso la gente nuova nella scena, purchè arrivasse con lo spirito giusto e senza volersi mettere sotto ai riflettori. Io credo molto nel principio, che magari nell'hardcore è più evidente ma è alla base anche del punk rock, che la distinzione tra artisti e pubblico non ci debba essere. Ma questo non significa che ognuno è libero di rompere i coglioni agli altri. Ad esempio nel 1994, prima dell'esplosione del pop punk post-Dookie diciamo, in Italia l'unico gruppo punk rock che aveva il furgone, riempiva i locali, veniva pubblicizzato e intervistato su radio e riviste erano i Senzabenza. Il resto della scena Italiana era fatto di giovani gruppetti agli esordi come i Manges, noi facevamo anche piuttosto cagare. I Senzabenza, che erano dei gran signori e dei veri punkrockers già all'epoca, si sono presi la briga di invitare questi gruppetti in ogni città ad aprirgli i concerti, farli uscire su compilations, portarli all'attenzione nazionale, e non è che ci fosse internet, se eri di Spezia e avevi 16 anni conoscevi gente di Spezia e basta. Allora noi Manges abbiamo imparato il valore dell'umiltà, che i gruppi che ascoltavamo non erano su un piedistallo, che è bello darsi una mano a vicenda nella scena, che i confini geografici si potevano abbattere con la musica, e ci siamo augurati un giorno di riuscire anche noi a riempire i club quando andavamo a suonare. Tante altre band hanno fatto su un casino, che poi ha finito per guastare l'attività anche agli stessi Senzabenza, e gli hanno dato degli arrivisti, dei commerciali e del chicazzosicredonodiessere. Cioè invece di augurarsi di diventare come loro, li volevano abbassare al proprio livello, come se fosse sbagliato avere un po' di riscontro di pubblico. Oggi quella gente è sparita tutta. I Manges ci sono ancora, i Senzabenza pure hanno ripreso a suonare.
Come per ogni cosa, la qualità si paga...ed in questo caso tra l'altro, se si facesse attenzione, probabilmente ci si accorgerebbe che in fin dei conti si risparmia pure qualche euro. Tuttavia parlo da persona coinvolta, appassionata in genere di iniziative che riguardano lo shopping online e soprattutto da non collezionista. In ogni caso, continuo a non capire perchè fare tanti ordini isolati e non uno cumulativo abbattendo costi e sbattimenti.
Infatti costa comunque tanto anche ordinare vari titoli dalle rispettive label in America e in giro per l'Europa; ci sono cose esclusive che trovi solo da noi o merch che riusciamo ad vendere a prezzi convenienti perchè lo produciamo noi, pagando sempre royalties ai gruppi. Inoltre ho fatto convenzioni con i corrieri quindi in pratica per l'Italia le nostre spese postali sono basse e la consegna, tracciata, è veloce. Certo, su Discogs magari trovi ottime occasioni, ma devi districarti in mezzo a un'offerta enorme e ci sono troppi furboni che speculano, o finisci anche a pagare i dischi 5 Euro di meno ma magari le spese postali 10 Euro di più. Se non ti interessa il catalogo di Striped e vuoi comprare altrove è un conto. Ma se vuoi solo risparmiare allora piuttosto scarica mp3, non raccontarmi di essere un appassionato. I veri collezionisti spendono i loro soldi, ne spendono pure troppi, perchè danno valore alla loro passione. Volere tanti dischi pagandoli poco non significa nulla, se non che costringi le band ad abbassare i prezzi del merch e il compenso per suonare in giro finchè non smettono perchè sfibrati dai troppi sforzi.
Parli da collezionista sfegatato o sei peggio di me che l'ultimo disco ho comprato è stato "Get some Action" dei Radio Days?
No, ho sempre comprato, venduto dischi, speso soldi per la musica ma non sono un accumulatore seriale, anzi una decina di anni fa ho quasi azzerato la mia collezione di dischi.
Parliamo del futuro...prima di tutto di quello più prossimo, l'autunno “caldo” 2015: cosa bolle in pentola?
Ci sono quelle uscite Striped Records di cui si parlava prima, e anche nuovi progetti Manges su cui lavorare, compreso il fatto che ricominceremo a fare concerti. Poi seguiremo le novità nella scena e cercheremo di supportarle come abbiamo fatto fino ad oggi. Stanno nascendo alcune collaborazioni, ad esempio il nuovo 7" dei Temporal Sluts su Mental Beat Records è distribuito da StripedMusicCom.
E ora parliamo degli “scenari futuribili” (come dicono alla facoltà di Design): vuoi fermarti ad essere un “semplice” e-commerce di dischi o c'è la voglia di osare? Il web oramai permette di tutto e per smuovere la noia dell'attuale mondo punkrock bisogna essere dei sognatori; cosa potrebbe diventare Striped nel 2020?
Sarebbe bellissimo avere un vero negozio dove cazzeggiare in compagnia ascoltando e commentando i dischi, ma siamo pochi e sparsi per il mondo quindi purtroppo tocca farlo via web e social. Mi piacerebbe che un giorno Striped producesse contenuti, avesse una vera redazione per il blog e il canale Youtube. Al momento non è possibile pagare dei collaboratori e sai come la penso sullo sfruttare gli altri aggratis per cui vedremo. Non saprei, il web si trasforma continuamente e in modo sempre più veloce per cui è davvero difficile darsi degli obiettivi. Magari ogni tanto vorrei anche non pensare a nulla e godermi la vita! E se poi Striped finisse per chiudere chissenefrega eh, ci si vede in giro.
giovedì 16 luglio 2015
Not On Tour - Bad Habits
I Not On Tour mi sono balzati all'orecchio lo scorso Groezrock, quando la cantante Sima è salita sul palco con i Masked Intruder a cantare Heart Shaped Guitar. Purtroppo mi sono perso il loro set al festival, ma ho rimediato appena sono tornato in Italia.
La band israeliana fa parte della florida scena che si è sviluppata in terra santa e che finora ci ha regalato ottime bands. Il loro sound parte classico punk rock, con melodie super orecchiabili e voce femminile per sfociare in riferimenti all'hardcore melodico o al classico hardcore. Bad Habits è il loro secondo full length, uscito lo scorso gennaio. Quest'album è veramente una figata. Una ventata d'aria fresca, super orecchiabile, super vario e con un sound genuino. Le parti strumentali sono ottime, i riff interessanti e mai scontati, la batteria, molto varia, si alterna di continuo tra parti veloci e altre mid-temp o più lente e poi Sima ha un timbro vocale stupendo...veramente non smetterei mai di ascoltarla! Ottimo album super consigliato!
Il 26 Luglio i Not On Tour saranno al Blue Rose di Bresso con gli australiani The Decline e i locals Teenage Gluesniffers e Moving To Eliot ! Vietato mancare!!
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martedì 14 luglio 2015
THE MUGWUMPS news
I Mugwumps ci contattano per un pò di pubblicità riguardo al loro nuovo disco in uscita il 1 Agosto.
Mi trovano in un momento importante, di apertura mentale, causa lettura di questo libro.
Di conseguenza decido di seppellire rancori centenari e di dare il massimo supporto. Vi potete beccare il loro video e trovare maggiori info sul disco sul loro Facebook.
Presenteranno il tutto al Monster Zero Mash che si terrà a fine Luglio a Bergamo.....noi ci saremo, pugnal fra i denti e bombe a mano nel taschino pronti per fare casino con i vari ragazzi delle trincee.
Ci vediamo lì!
Mi trovano in un momento importante, di apertura mentale, causa lettura di questo libro.
Di conseguenza decido di seppellire rancori centenari e di dare il massimo supporto. Vi potete beccare il loro video e trovare maggiori info sul disco sul loro Facebook.
Presenteranno il tutto al Monster Zero Mash che si terrà a fine Luglio a Bergamo.....noi ci saremo, pugnal fra i denti e bombe a mano nel taschino pronti per fare casino con i vari ragazzi delle trincee.
Ci vediamo lì!
lunedì 13 luglio 2015
Backyard Babies - Th1rt3en or Nothing (video)
I Backyard Babies hanno
pubblicato il video del singolo Th1rt3en or Nothing, che
anticipa l'album "Four By Four" in uscita il 28
agosto. Si tratta del settimo album per i rocker svedesi, reduci
da una lunga pausa seguita alla pubblicazione dell'album self-titled
del 2008. La band è in tour, l'unica data italiana sarà il 12
novembre al Live Club di Trezzo.
Il video al momento lo potete vedere in
esclusiva qui.
venerdì 10 luglio 2015
Midrake, nuovo video.
I Midrake, ovvero Chris e Michael (Dwayne, The Gamits) più due altri tizi che per mia ignoranza non conosco, hanno fatto uscire un nuovo video.
La canzoncina è piacevole e il ritornello ti si infila in testa già dal primo ascolto, sono giorni che me lo canticchio, maledetti!
Eccolo qui.
La canzoncina è piacevole e il ritornello ti si infila in testa già dal primo ascolto, sono giorni che me lo canticchio, maledetti!
Eccolo qui.
giovedì 9 luglio 2015
SNAFU 2.0: Dee Cracks + Massoneria Ramonica @ Devil's Den
Il Maggiore Lupo della 39^VFA ci invia questo live report dei Dee Cracks al Devil's Den...proprio lui che è Veneto ci dà dimostrazione di aver seppellito l'ascia di guerra con questi austriaci che tanto ci hanno fatto disperare (dopottutto abbiamo vinto noi e loro ora mangiano hamburger e cantano nella lingua di Elvis). Grazie mille Lupo!
Foto rubata al Moyano |
Trasferta in terra straniera per la Montecio Cool Kids crew, in cerca di un attimo di tregua dal caldo africano della metropoli e di un concerto in cui poter esprimere al massimo la loro simpatia ( leggasi ignoranza). Si decide di fare una trasfertina venerdì 3 luglio e sulla mappa tattica si traccia una X su Salsomaggiore (Parma) per presenziare al concerto dei Dee Cracks + Massoneria Ramonica.
La curiosità di pellegrinare al Devil's Den e di vedere Jc con il suo gruppo è tanta, oltre ovviamente alla voglia di fare baccano con i Dee Cracks. Dai 3 operatori previsti per la missione ci troviamo ad essere in 4, infatti il prode Moyano addesca e dà un passaggio a Paul, bassista dei Dee Cracks il quale durante il viaggio ci dà sorprendente prova di un ottimo italiano (alla faccia di noi "italiani" caproni) oltre che di simpatia.
Si arriva alla location vergognosamente presto (ore 16.00) e ovviamente si decide subito di convertire i sudati dindi in bevanda luppolina complice anche un caldo torrido che presumo abbia spinto diversa gente alla festa in piscina poco lontano. La carta delle birre è varia, 8 tipi se non sbaglio, e la qualità molto alta, inoltre trovo ottima l' idea del prezzo uguale per tutte. Tra una bibita e l' altra arrivano volti noti e altri con cui si stringe amicizia e si sparano diverse cazzate.
Finalmente aprono le danze i "Massoni Ramonici" i quali confermano la mia impressione su disco ossia: Ramones - alcol - ignoranza rigorosamente in ordine casuale. Amore a pelo! Quando tocca ai crucchi il teatrino è sempre il solito, pezzi megasparati, Matt con gli occhi all' insù, qualche cretino che spintona gli spettatori a cazzo e comunque nessuno chiedeva diversamente. Peccato che non hanno suonato “Nothing Matters”: righellate sui ditini! Anche se il concertino è stato coinvolgente e sopra la media, a differenza delle altre volte non c' è stato il solito salta-salta nella trincea di prima linea; però ho visto ugualmente soddisfatti i Cracks.
Altro giro di chiacchere in giro per il bar e ci accingiamo al ritorno quando a sorpresa JC e soci reimbracciano gli strumenti e tormentano ancora i presenti con il loro punkrock cafone e becero.A questo punto si è fatto veramente tardi, i 3/4/5 litri di birrina cominciano appena appena a fare effetto per cui a malincuore saliamo sull' Humvee colombiano di Moyano. La festa per oggi è finita, domani qualcuno lavorerà, qualcuno registrerà e un altro andrà a lavorare devastato.
Avanti sempre Montecio Cool Kids!
La curiosità di pellegrinare al Devil's Den e di vedere Jc con il suo gruppo è tanta, oltre ovviamente alla voglia di fare baccano con i Dee Cracks. Dai 3 operatori previsti per la missione ci troviamo ad essere in 4, infatti il prode Moyano addesca e dà un passaggio a Paul, bassista dei Dee Cracks il quale durante il viaggio ci dà sorprendente prova di un ottimo italiano (alla faccia di noi "italiani" caproni) oltre che di simpatia.
Si arriva alla location vergognosamente presto (ore 16.00) e ovviamente si decide subito di convertire i sudati dindi in bevanda luppolina complice anche un caldo torrido che presumo abbia spinto diversa gente alla festa in piscina poco lontano. La carta delle birre è varia, 8 tipi se non sbaglio, e la qualità molto alta, inoltre trovo ottima l' idea del prezzo uguale per tutte. Tra una bibita e l' altra arrivano volti noti e altri con cui si stringe amicizia e si sparano diverse cazzate.
Finalmente aprono le danze i "Massoni Ramonici" i quali confermano la mia impressione su disco ossia: Ramones - alcol - ignoranza rigorosamente in ordine casuale. Amore a pelo! Quando tocca ai crucchi il teatrino è sempre il solito, pezzi megasparati, Matt con gli occhi all' insù, qualche cretino che spintona gli spettatori a cazzo e comunque nessuno chiedeva diversamente. Peccato che non hanno suonato “Nothing Matters”: righellate sui ditini! Anche se il concertino è stato coinvolgente e sopra la media, a differenza delle altre volte non c' è stato il solito salta-salta nella trincea di prima linea; però ho visto ugualmente soddisfatti i Cracks.
Altro giro di chiacchere in giro per il bar e ci accingiamo al ritorno quando a sorpresa JC e soci reimbracciano gli strumenti e tormentano ancora i presenti con il loro punkrock cafone e becero.A questo punto si è fatto veramente tardi, i 3/4/5 litri di birrina cominciano appena appena a fare effetto per cui a malincuore saliamo sull' Humvee colombiano di Moyano. La festa per oggi è finita, domani qualcuno lavorerà, qualcuno registrerà e un altro andrà a lavorare devastato.
Avanti sempre Montecio Cool Kids!
mercoledì 8 luglio 2015
Massoneria Ramonica + DeeCracks @ Devil's Den Salsomaggiore, 3 Luglio 2015
Massoneria Ramonica |
Arrivo accaldato al Devil's Den, stasera suonano due dei miei gruppi preferiti, DeeCracks e Massoneria Ramonica.
Sono scappato dalla caserma di soppiatto, il maggiore S.N.A.F.U. non mi avrebbe mai mandato in libera uscita per due band che gli fanno così tanto cagare…al mio ritorno invento che "per combattere il nemico bisogna conoscerlo" e me la cavo così.
Prima birra e via, amici ritrovati, teste bianche (mi stupisco sempre ogni volta dell'età media ai concerti Salsesi, ma lo considero un bene) e poco dopo iniziano i Massoni.
Sbagliano, ridono, si accordano a cazzo ma vanno dritti sempre col sorriso in viso.
Non mi interessa la tecnica, le canzoni più o meno belle (a me piacciono, sarò matto) mi interessa l'energia e lo spirito e ogni volta che li vedo ne esco rigenerato e divertito, sono contento.
Altre birre e gli Austriaci prendono posto.
Premessa: I DeeCracks spaccano i culi a tre quarti delle band odierne.
Me li vedo per la seconda volta nella vita (troppe poche) e concordo con molti sul fatto che dal vivo sono meglio che sul disco, ma così dovrebbero essere le band punk rock, sempre per quel discorso fricchettone dello spirito e dell'energia!
Mega carrelllata di pezzi più o meno noti (ma sono di più quelli noti) ma da bravo romantico attendevo con ansia Don't Rely On Me…quasi piango, mi sciolgo e non solo per i duecento gradi del Devil's.
Qualcuno mi ricorda che sono i giorni del Festival Beat mammenefregacazzi, quello che dovevo vedere l'ho visto e me ne torno in branda felice, pensando alla scusa da inventare al Maggiore.
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The La massoneria Ramonica
lunedì 6 luglio 2015
SNAFU 2.0: Screeching Weasel - Baby Fat
Tommy 27 ci invia la recensione dell'opera di Ben Weasel (che è costata la scomunica a Kurt Baker - ex pupillo di Ben). Il disco fa cagare a spruzzo, ma l'idea è davvero buona. Riprovaci Ben.
Non sono un esperto di recensioni ma per Baby Fat faccio un’eccezione perchè:
1 -E' uno dei dischi più discussi degli ultimi tempi
2 - Sono gli Screeching Weasel, il mio gruppo preferito
La recensione potrebbe terminare subito dicendo che questo NON è un disco degli Screeching Weasel: è una minchiata di Ben, e mentre lo dico mi metterei a piangere, io Ben lo amo e non riesco a capire che cazzo ha fatto (ha suonato 5 accordi al posto che 4....uuuuh brividi di paura).
Nell’ordine quello che rimaneva degli S.W. era riuscito a sopravvivere all’addio agli assolini di Jughead e alla genialità di Danny Vapid e cazzo Ben aveva tirato fuori First Word Manifesto e Carnival of Schadenfreude che per me son due dischi della Madonna, ma ora Ben ha tolto pure… Ben!!!
Capisco l’idea dell’opera, ma alla fine far cantare persone che non c’entrano un cazzo per me si rivela una minchiata.
Proviamo a dare un’idea dei pezzi:
Il tremendo fantasma: Oh mio Dio, strumentale inascoltabile, sembra l’intro di un concerto dei Metallica
Attention!: ah, non è un disco degli S.W.
So Long, Mojo: Buona canzone con cori stile Toy Dolls
Tower Of Talent: Veloce, alternanza di voci, carina
All Winter Long: Finalmente una canzone degli S.W., corta, incisiva, con cori ben piazzati
I've Got VD: Né arte, nè parte…
Kewpie Doll: questa mi piace, potrebbe stare su uno dei dischi solisti di Ben
The Entourage: Inizio hardcore, poi una cosa orribile
Baby Fat's Got a A Girlfriend: ascoltabile, il coretto potrebbe rimanere in testa
God Damn You: qui siamo alla pietà, che cazzo è e chi canta?
Satan Leapt: Torniamo alle intro dei Black Sabbath
Things Aren't So Bad After All: una delle migliori canzone del disco, ritornello che rimane in testa, ma non sono gli S.W. (so what?)
Living Hell: pezzo bruttino
Thine Eyes Of Mercy: questa dovrebbe essere la ballatona?
Creeping In Silence: alla fine questa tipa che canta non è malissimo, mamma mia che intro, se non skippi verso la fine migliora
Here To Stay: pezzo rock cantata da una donna: è un disco degli Screeching Weasel?
Cursed: Donnas? Distillers?
In The Pale Light Of The Midnight Sun: Donnas!
Disharmony: Ma perchè ogni tanto metti dentro pezzi così? Sembrano le prove di un gruppo metal scadente
I'm A Lonesome Wolf: pezzo da musical con un assolo che finisce domani
Just For Now: Almeno profuma di S.W.
Poveretta: anche questo degno dei dischi solisti di Ben
We Never Knew: questo potremmo toglielo
24 Without Belief: Finalmente si torna indietro di qualche anno!lo vedrei su Teen Punks in Heat (che già lì i vecchi dicono che fa cagare...a caso proprio).
Sleeping Beauty: Anche questo profuma di S.W.
Disharmony: skippa subito!
Bound To Fall: ballatina punk and roll
Totale: questo disco è troppo lungo, palloso e non degli Screeching Weasel, sembra quelle compilation dell’inizio degli anni 2000 dove mettevano insieme gruppi punk, emo, rock, alternativi a cazzo.
In realtà Ben dimostra in rari casi che ci sa ancora fare ma è prigioniero della sua idea: voleva fare un’opera punk, alla fine il disco parla. Se hai così tanto da dire scrivi un romanzo, se suoni e suoni punk e lo sai fare pure bene non inventare minchiate e continua a suonare punk, tre accordi, cori, due minuti: cazzo Ben ce lo hai insegnato tu!
1 -E' uno dei dischi più discussi degli ultimi tempi
2 - Sono gli Screeching Weasel, il mio gruppo preferito
La recensione potrebbe terminare subito dicendo che questo NON è un disco degli Screeching Weasel: è una minchiata di Ben, e mentre lo dico mi metterei a piangere, io Ben lo amo e non riesco a capire che cazzo ha fatto (ha suonato 5 accordi al posto che 4....uuuuh brividi di paura).
Nell’ordine quello che rimaneva degli S.W. era riuscito a sopravvivere all’addio agli assolini di Jughead e alla genialità di Danny Vapid e cazzo Ben aveva tirato fuori First Word Manifesto e Carnival of Schadenfreude che per me son due dischi della Madonna, ma ora Ben ha tolto pure… Ben!!!
Capisco l’idea dell’opera, ma alla fine far cantare persone che non c’entrano un cazzo per me si rivela una minchiata.
Proviamo a dare un’idea dei pezzi:
Il tremendo fantasma: Oh mio Dio, strumentale inascoltabile, sembra l’intro di un concerto dei Metallica
Attention!: ah, non è un disco degli S.W.
So Long, Mojo: Buona canzone con cori stile Toy Dolls
Tower Of Talent: Veloce, alternanza di voci, carina
All Winter Long: Finalmente una canzone degli S.W., corta, incisiva, con cori ben piazzati
I've Got VD: Né arte, nè parte…
Kewpie Doll: questa mi piace, potrebbe stare su uno dei dischi solisti di Ben
The Entourage: Inizio hardcore, poi una cosa orribile
Baby Fat's Got a A Girlfriend: ascoltabile, il coretto potrebbe rimanere in testa
God Damn You: qui siamo alla pietà, che cazzo è e chi canta?
Satan Leapt: Torniamo alle intro dei Black Sabbath
Things Aren't So Bad After All: una delle migliori canzone del disco, ritornello che rimane in testa, ma non sono gli S.W. (so what?)
Living Hell: pezzo bruttino
Thine Eyes Of Mercy: questa dovrebbe essere la ballatona?
Creeping In Silence: alla fine questa tipa che canta non è malissimo, mamma mia che intro, se non skippi verso la fine migliora
Here To Stay: pezzo rock cantata da una donna: è un disco degli Screeching Weasel?
Cursed: Donnas? Distillers?
In The Pale Light Of The Midnight Sun: Donnas!
Disharmony: Ma perchè ogni tanto metti dentro pezzi così? Sembrano le prove di un gruppo metal scadente
I'm A Lonesome Wolf: pezzo da musical con un assolo che finisce domani
Just For Now: Almeno profuma di S.W.
Poveretta: anche questo degno dei dischi solisti di Ben
We Never Knew: questo potremmo toglielo
24 Without Belief: Finalmente si torna indietro di qualche anno!lo vedrei su Teen Punks in Heat (che già lì i vecchi dicono che fa cagare...a caso proprio).
Sleeping Beauty: Anche questo profuma di S.W.
Disharmony: skippa subito!
Bound To Fall: ballatina punk and roll
Totale: questo disco è troppo lungo, palloso e non degli Screeching Weasel, sembra quelle compilation dell’inizio degli anni 2000 dove mettevano insieme gruppi punk, emo, rock, alternativi a cazzo.
In realtà Ben dimostra in rari casi che ci sa ancora fare ma è prigioniero della sua idea: voleva fare un’opera punk, alla fine il disco parla. Se hai così tanto da dire scrivi un romanzo, se suoni e suoni punk e lo sai fare pure bene non inventare minchiate e continua a suonare punk, tre accordi, cori, due minuti: cazzo Ben ce lo hai insegnato tu!
Tommy 27
domenica 5 luglio 2015
Live Report: The Vile @ Molosiglio
Uno svogliato "prima e dopo" del Molosiglio |
Ciao sono il Soldato Ballantine's. Quando la Caserma ha ritenuto di usufruire dei miei servizi da inviato oltre la linea del fronte, a Napoli, ho accettato. Ognuno deve fare la sua parte in questa sporca guerra. Partiamo allora!
Vivendo in un luogo semidevastato da quella piaga che noi chiamiamo "l'essere lontani da ogni cosa interessante", le truppe locali di fruitori di musica punk hanno imparato col tempo a usare ogni artificio, a mettere in campo ogni mezzo per rimanere in vita. E devo dire che i risultati sono stupefacenti (e non lo dico perchè tra quelle truppe ci sono anche io).
In pratica nasce così il Molosiglio. Una serie di concerti che si tengono su un molo, il Molosiglio appunto, proteso nelle acque del golfo che tanto amate, sotto un romantico faro, il mare che ti circonda, la luna, vista mozzafiato, drink buoni ed economici, la scogliera dove ci si può appartare o si può cadere e battere la testa. Chi c'è stato, o ci ha suonato non lo dimenticherà mai.
Sabato scorso in cartellone c'erano i The Vile da Nottingham. Ora, premetto un paio di cose: la prima è che io non sono proprio un grande amante del genere, la seconda è che non li conoscevo prima. Però stiamo sempre parlando di gente che suona nei Discharge e nei Varukers, insomma la storia del punk hardcore targato UK, sviluppatosi come seconda ondata punk nei primi anni '80.
Quindi pieni di speranze si prepara tutto per la grande serata. Ad aprire ci saranno gli Z.A.T. di Eboli e gli Hellbreath di Roma. Ci si aspetta una bella affluenza.
Redigere un’attenta sintesi di ciò che è una serata al Molosiglio, quando ne sei dentro con tutte le scarpe e conosci chi sta al bar, diventa molto difficile. Diciamo che non ho proprio la stoffa del giornalista con il taccuino e il registratore nascosto nelle mutande. Ma ci ho provato.
Innanzitutto mi perdo gli Z.A.T (non male come inizio in Caserma). Loro mi scuseranno, sono bravi e andate ad ascoltarli. Il problema è che uno stronzo ha parcheggiato la macchina dietro la mia e ho impiegato un’ora per comprare le sigarette. Ma questa è Napoli, mica cazzi.
Arrivo in tempo, trafelato, per scoprire che durante la mia assenza il Molosiglio si è riempito non poco; tanti ragazzi giovani, e questo è raro. Scopro inoltre che il bar sta sfornando Gin Tonic e Cuba Libre a manetta e che gli HellBreath stanno per cominciare. Mi faccio preparare una fresca bevanda inebriante e non ho neanche il tempo di fare un primo sorso rigenerante che partono gli HellBreath. Una furia divina si abbatte sul pubblico. Due chitarre, basso e batteria, cantante man of the match. Tecnica, cattiveria, e un bel tocco di Satana. Trenta minuti senza sosta di Anarcho-Trash-Crust, (li sto buttando a caso) conditi da una cover perfetta di "Protest and Survive” dei Discharge. Meglio di così...?!
A questo punto la serata è decollata. Intorno a me solo sorrisi soddisfatti, vociare entusiasta, bar preso d'assalto e ancora gente che si accalca sotto le gradinate ai piedi del faro, per gustarsi l’ultimo concerto, quello più atteso.
I The Vile mettono subito le cose in chiaro: avete voluto la bicicletta…e mo so cazzi vostri! Stiamo parlando di un gruppo che nel 2015 non ha niente di “nuovo” da dire, nel mondo del punk hardcore, ma è sempre una delizia assistere a un concerto così, quando davanti a te hai qualcuno che fa le cose come si deve e si dovrebbe sempre fare. I nostri non più giovanissimi bombardieri inglesi abbracciano la causa e gasati al massimo picchiano come dannati già dal primo pezzo. Batteria incalzante, senza sbavatura alcuna. Rat, la star della serata, subito diventato il beniamino del pubblico, con la sua voce sbaraglia le milizie avversarie, cavalca i decibel e diventa un moderno Masaniello, aizzando i napoletani verso un tumultuoso concerto di un’oretta scarsa. Zero pause concesse, neanche per pisciare (e Rat ne aveva bisogno), zero ritardi, ciò che va fatto andrà fatto e per una volta Napoli mi sembra la Svizzera.
“Ciò che va fatto andrà fatto”, potrebbe diventare il motto dell’organizzazione che c’è alle spalle del Molosiglio. Dimenticate i palchi immensi, dimenticate i concertoni con 10 paganti, dimenticate i biglietti in prevendita a 20 euro.
Le cose si fanno e bene, quando le fai come reputi che sia più giusto. E alla fine te ne torni a casa, nel mio caso devastato dai beveraggi, contento e illudendoti che finalmente la guerra contro l’isolamento geografico e tutte le difficoltà nell'organizzare un gran bel concerto è finita e vinta.
Vivendo in un luogo semidevastato da quella piaga che noi chiamiamo "l'essere lontani da ogni cosa interessante", le truppe locali di fruitori di musica punk hanno imparato col tempo a usare ogni artificio, a mettere in campo ogni mezzo per rimanere in vita. E devo dire che i risultati sono stupefacenti (e non lo dico perchè tra quelle truppe ci sono anche io).
In pratica nasce così il Molosiglio. Una serie di concerti che si tengono su un molo, il Molosiglio appunto, proteso nelle acque del golfo che tanto amate, sotto un romantico faro, il mare che ti circonda, la luna, vista mozzafiato, drink buoni ed economici, la scogliera dove ci si può appartare o si può cadere e battere la testa. Chi c'è stato, o ci ha suonato non lo dimenticherà mai.
Sabato scorso in cartellone c'erano i The Vile da Nottingham. Ora, premetto un paio di cose: la prima è che io non sono proprio un grande amante del genere, la seconda è che non li conoscevo prima. Però stiamo sempre parlando di gente che suona nei Discharge e nei Varukers, insomma la storia del punk hardcore targato UK, sviluppatosi come seconda ondata punk nei primi anni '80.
Quindi pieni di speranze si prepara tutto per la grande serata. Ad aprire ci saranno gli Z.A.T. di Eboli e gli Hellbreath di Roma. Ci si aspetta una bella affluenza.
Redigere un’attenta sintesi di ciò che è una serata al Molosiglio, quando ne sei dentro con tutte le scarpe e conosci chi sta al bar, diventa molto difficile. Diciamo che non ho proprio la stoffa del giornalista con il taccuino e il registratore nascosto nelle mutande. Ma ci ho provato.
Innanzitutto mi perdo gli Z.A.T (non male come inizio in Caserma). Loro mi scuseranno, sono bravi e andate ad ascoltarli. Il problema è che uno stronzo ha parcheggiato la macchina dietro la mia e ho impiegato un’ora per comprare le sigarette. Ma questa è Napoli, mica cazzi.
Arrivo in tempo, trafelato, per scoprire che durante la mia assenza il Molosiglio si è riempito non poco; tanti ragazzi giovani, e questo è raro. Scopro inoltre che il bar sta sfornando Gin Tonic e Cuba Libre a manetta e che gli HellBreath stanno per cominciare. Mi faccio preparare una fresca bevanda inebriante e non ho neanche il tempo di fare un primo sorso rigenerante che partono gli HellBreath. Una furia divina si abbatte sul pubblico. Due chitarre, basso e batteria, cantante man of the match. Tecnica, cattiveria, e un bel tocco di Satana. Trenta minuti senza sosta di Anarcho-Trash-Crust, (li sto buttando a caso) conditi da una cover perfetta di "Protest and Survive” dei Discharge. Meglio di così...?!
A questo punto la serata è decollata. Intorno a me solo sorrisi soddisfatti, vociare entusiasta, bar preso d'assalto e ancora gente che si accalca sotto le gradinate ai piedi del faro, per gustarsi l’ultimo concerto, quello più atteso.
I The Vile mettono subito le cose in chiaro: avete voluto la bicicletta…e mo so cazzi vostri! Stiamo parlando di un gruppo che nel 2015 non ha niente di “nuovo” da dire, nel mondo del punk hardcore, ma è sempre una delizia assistere a un concerto così, quando davanti a te hai qualcuno che fa le cose come si deve e si dovrebbe sempre fare. I nostri non più giovanissimi bombardieri inglesi abbracciano la causa e gasati al massimo picchiano come dannati già dal primo pezzo. Batteria incalzante, senza sbavatura alcuna. Rat, la star della serata, subito diventato il beniamino del pubblico, con la sua voce sbaraglia le milizie avversarie, cavalca i decibel e diventa un moderno Masaniello, aizzando i napoletani verso un tumultuoso concerto di un’oretta scarsa. Zero pause concesse, neanche per pisciare (e Rat ne aveva bisogno), zero ritardi, ciò che va fatto andrà fatto e per una volta Napoli mi sembra la Svizzera.
“Ciò che va fatto andrà fatto”, potrebbe diventare il motto dell’organizzazione che c’è alle spalle del Molosiglio. Dimenticate i palchi immensi, dimenticate i concertoni con 10 paganti, dimenticate i biglietti in prevendita a 20 euro.
Le cose si fanno e bene, quando le fai come reputi che sia più giusto. E alla fine te ne torni a casa, nel mio caso devastato dai beveraggi, contento e illudendoti che finalmente la guerra contro l’isolamento geografico e tutte le difficoltà nell'organizzare un gran bel concerto è finita e vinta.
sabato 4 luglio 2015
Hakan - s/t
OCW - 2015 |
Gli Hakan sono gli Snookys 1.0 senza il Paiste...e se non sai chi è il Paiste probabilmente sei:
A) un fan dell'ultima ora
B) Speciani (ovvero un fan dell'ultima ora)
C) uno Speciani dell'ultima ora che non è mai stato al Boomerang Pub di Merate
Detto questo, è con gran dispiacere che devo valutare stra-positivamente questo dischetto; il dispiacere è dovuto a:
A) la OCW non ci ha mai mandato i dischi fisici e nemmeno quelli in mp3
B) possiedo "Arma in più" e "Ordinarie sensazioni"
Ora...dopo questa introduzione meritatissima avete la mia benedizione, andate e comprate questo disco sebbene vada a rimpolpare le casse della OCW (l'etichetta che ha definitavamente distrutto il già misero ricambio generazionale del punkrock).
Canzoni super pop con le chitarrine stronze come piacciono agli Snookys dopo la deriva LOFI. Grazie a Dio a sto giro hanno registrato con una macchina per le scoregge di qualità superiore, riuscendo ad ottenere il giusto effetto grezzo non a discapito delle canzoni.
Leggendo in giro tutti li paragonano ai Marked Men...io non mi sono mai scomodato e non li ho mai ascoltati, quindi fidatevi di chi lo dice. Comunque fanno "quella roba lì" che avrebbe fatto impazzire Bam Magazine e Barcella quando era ancora politicamente scorretto (e avrebbe dato in pasto il demo degli Snookys a VOM o Peter Parkinson per farlo distruggere a male parole).
Ma le cose cambiano, per fortuna, e ora i bergamaschi hanno saputo rompere il culo con canzoni come "Anaphylactic Shock" (la migliore del disco), "Hypochondriac" (molto Speciani), "Let Me Go" e "I Fell In Love With Kocurek" (con quel doppio colpo di rullante e quei minori che emozionano sempre tantissimo come se fosse la prima volta).
Ed anche in Caserma è subito Hakan mania. Meritatissima, accidenti!
A) un fan dell'ultima ora
B) Speciani (ovvero un fan dell'ultima ora)
C) uno Speciani dell'ultima ora che non è mai stato al Boomerang Pub di Merate
Detto questo, è con gran dispiacere che devo valutare stra-positivamente questo dischetto; il dispiacere è dovuto a:
A) la OCW non ci ha mai mandato i dischi fisici e nemmeno quelli in mp3
B) possiedo "Arma in più" e "Ordinarie sensazioni"
Ora...dopo questa introduzione meritatissima avete la mia benedizione, andate e comprate questo disco sebbene vada a rimpolpare le casse della OCW (l'etichetta che ha definitavamente distrutto il già misero ricambio generazionale del punkrock).
Canzoni super pop con le chitarrine stronze come piacciono agli Snookys dopo la deriva LOFI. Grazie a Dio a sto giro hanno registrato con una macchina per le scoregge di qualità superiore, riuscendo ad ottenere il giusto effetto grezzo non a discapito delle canzoni.
Leggendo in giro tutti li paragonano ai Marked Men...io non mi sono mai scomodato e non li ho mai ascoltati, quindi fidatevi di chi lo dice. Comunque fanno "quella roba lì" che avrebbe fatto impazzire Bam Magazine e Barcella quando era ancora politicamente scorretto (e avrebbe dato in pasto il demo degli Snookys a VOM o Peter Parkinson per farlo distruggere a male parole).
Ma le cose cambiano, per fortuna, e ora i bergamaschi hanno saputo rompere il culo con canzoni come "Anaphylactic Shock" (la migliore del disco), "Hypochondriac" (molto Speciani), "Let Me Go" e "I Fell In Love With Kocurek" (con quel doppio colpo di rullante e quei minori che emozionano sempre tantissimo come se fosse la prima volta).
Ed anche in Caserma è subito Hakan mania. Meritatissima, accidenti!
venerdì 3 luglio 2015
Biffers - Frankie Road
Kung Fu Records - 2015 |
I Biffers sono tanto cari alla nostra Caserma....e non solo perchè vivono nella città della Folgore, ma anche perchè sono bravi, tanto bravi da aver fatto alzare il culo alla Kung Fu Records di Joe Escalante.
Nonostante questa introduzione fatta col cuore, non posso tirarmi indietro dal recensire negativamente il loro nuovo EP. I pezzi sono tutti troppo simili fra di loro, troppo lenti....poco incisivi, un pò troppo "Green Day wannabe"....e a me i Green Day non mi sono proprio simpaticissimi.
Capiamoci al volo....l'EP merita 4-5 ascolti....insomma è fatto strabene....però oh, a me proprio non prende. Troppo troppo troppo lento.
Nonostante questo, i ragazzi vincono facile grazie alla performance vocale di Darione, l'unico vero cantante punkrock italiano....lui canta signori, canta davvero, è praticamente uno strumento digitale.
Possono fare molto di meglio...in questo EP sono come bloccati, con la retromarcia a palettone, poco naturali....magari hanno subito la pressione (potrebbe starci come scusa).
Promossi solo perchè possono vivere di rendita per un pò.
Nonostante questa introduzione fatta col cuore, non posso tirarmi indietro dal recensire negativamente il loro nuovo EP. I pezzi sono tutti troppo simili fra di loro, troppo lenti....poco incisivi, un pò troppo "Green Day wannabe"....e a me i Green Day non mi sono proprio simpaticissimi.
Capiamoci al volo....l'EP merita 4-5 ascolti....insomma è fatto strabene....però oh, a me proprio non prende. Troppo troppo troppo lento.
Nonostante questo, i ragazzi vincono facile grazie alla performance vocale di Darione, l'unico vero cantante punkrock italiano....lui canta signori, canta davvero, è praticamente uno strumento digitale.
Possono fare molto di meglio...in questo EP sono come bloccati, con la retromarcia a palettone, poco naturali....magari hanno subito la pressione (potrebbe starci come scusa).
Promossi solo perchè possono vivere di rendita per un pò.
giovedì 2 luglio 2015
Live Report: Iron Reagan & Red Fang @ Circolo Magnolia
Questo voleva essere un report del Solo Macello Fest, e soprattutto voleva essere un report anche per Satori Junk e Jussipussi. Tuttavia la vita in generale mi impedisce di prendere la 73 ad un orario decente e purtroppo il mio piano viene sputtanato.
E così, sulla 73 che viaggia in direzione Linate, mi dirigo verso il Magnolia in solitaria, in cerca di distorsione e facce amiche. Il motivo che mi ha spinto a smuovere il culo dalla caserma stasera è principalmente uno: Iron Reagan. Da buon fan dei Municipal Waste, seguo da molto questo side project di Tony Foresta e Land Phil e onestamente lo trovo eccezionale; pezzi brevi e veloci, pieni di riffoni e distorsione. Una manna per gli amanti del trash e del metal in generale. Al Groezrock avevo assistito a uno dei loro primi live in Europa, e stasera sono ansioso di vederli alla loro prima data italiana.
Arrivato al Magnolia ordino subito una birra e faccio un po' di chiacchiere con qualche amico; stanno finendo i Satori Junk e ci sono tante persone e tante zanzare. Cambio veloce con gli IR che si settano il palco da soli, breve intro e inizia il delirio. Il loro live è stato proprio come me lo aspettavo (e come era stato al Groez.): veloce, rozzo e distorto. Avran suonato si e no una mezzoretta...roba da lode per gli standard che abbiamo qui in caserma...poche pause e via di brano in brano, poche chiacchiere e tanta sostanza, e via una manata dietro l'altra, impossibile non fare headbanging! Grande risposta del pubblico e ottima partecipazione con circle pit continuo e surfate a gogo. In poche parole? E' stato una figata!
Infine tocca agli headliner della serata: i Red Fang. Già passati svariate volte nella penisola, me li ero sempre lasciati sfuggire, e a dirla tutta non sono neanche un loro grande fan. Il loro stoner rock con richiami all'heavy metal e alla psichedelia non fa troppo per me, ed è qualcosa che raramente metterei nello stereo. Comunque, già che mi trovo in loco, seguo volentieri il loro live. L'esibizione è piacevole e me la godo pur non conoscendo una sola canzone. I quattro suonano con grande intensità e trasporto, e rendono fede alla buona nomea che gira su di loro. Ottima band e buon live, sicuramente hanno guadagnato un simpatizzante in più. Poco prima che il live finisca sono costretto a correre a Linate per prendere l'ultimo autobus che va in città. La serata finirà così come è iniziata: in solitaria. E mentre mi fermo paninaro più famoso di Milano (si quello che ha la foto con Messi) con salamella e birra a godere della frescura di una notte d'estate, ripenso alla figata di serata che è stata e la vita acquista un minimo di senso in più.
mercoledì 1 luglio 2015
Biters - Restless Hearts (video)
I Biters hanno pubblicato il video di Restless Hearts, tratta dall'album "Electric Blood" in uscita il 7 agosto per la Earcache Records.
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