Un anno fa, per via della mia esperienza lavorativa nell'e-commerce, Andrea mi ha chiesto di dargli una mano con StripedMusic.com. L'idea alla base era quella di evolversi e di fare le cose nel miglior modo possibile (quindi cambiare anche piattaforma di vendita – motivo tecnico per cui sono entrato in gioco). A distanza di un anno abbiamo deciso di approfondire il mondo Striped con qualche domanda "piccante" alla SNAFU.
Avevamo finito le immagini del Mago Merlino |
Andrea, cosa ti ha spinto a chiudere lo Striped Shop che tutti conoscevano per aprire Striped nuova versione?
Il precedente Striped shop era il mailorder del mio gruppo, che avevo via via allargato ad altre band di amici, la classica "distro". Compri vendi scambi dischi.. Siccome andava bene, ho pensato che mi sarebbe piaciuto farlo diventare un negozio di dischi e sito di merchandising, una versione Europea piccola, ritardata e fuori tempo massimo di Interpunk.
Quali sono le difficoltà principali nell'aprire e gestire un e-shop nella maniera in cui hai deciso di farlo tu? Non sarebbe stato più semplice startene su BigCartel come qualsiasi altra etichetta o band della scena?
Le difficoltà tecniche, burocratiche ed economiche sono tante. Però sono contento e comunque anche se c'è molto sbattimento, mi diverto molto. Una volta c'erano i negozi di dischi, le major, i distributori, le agenzie, insomma il mercato musicale vero e proprio, e poi sotto c'era tutta la scena che lavorava a livello amatoriale.. Ma l'underground ha sempre avuto l'appoggio di label indipendenti, negozi di dischi, management, e compagnie comunque un pò più grandine. Adesso qui è tutto sparito per il punk rock perchè è diminuito il pubblico, sono scomparsi tutti. Io credo che valga sempre la pena provare a mantenere viva la scena nella quale mi trovo e avendo voglia di fare questo passo, mi son detto "perchè no?". Alcuni gruppi del nostro giro dovrebbero avere una chance di vedere i loro dischi e merch distribuiti bene e reperibili facilmente. Io ho messo Striped nella posizione ideale perchè è una ditta che può ad esempio girare comodamente dischi ai distributori di altri paesi, ma allo stesso tempo non ha bisogno di fare profitto ad ogni costo visto che personalmente un lavoro fisso già ce l'ho, e quindi posso decidere di investire nelle cose che mi piacciono senza dover fare troppi calcoli. Anche se è un vero e proprio business, Striped rimane un progetto di cuore e senza troppe pretese esattamente come la mia band.
Sebbene io sia parte attiva di questo progetto non sono mai stato un collezionista musicale. Tuttavia ricordo ancora il mio primo (e ultimo) acquisto su Interpunk di tanti anni fa (epoca MySpace): ci eravamo messi in 10 per far fronte alle spese di spedizione ed alla salassata doganale (che poi era stata pesantissima), avevo chiesto a chiunque informazioni sulle taglie delle t-shirt americane per paura mi arrivassero enormi...insomma uno sbattimento del cavolo per 4 magliette e 2 cd arrivati a casa dopo 4-5 settimane (il tempo di produzione di una macchina praticamente). Teoricamente Striped è una manna dal cielo per i punkrockers italiani....ma in pratica? Puoi farci un bilancio del primo anno?
Io credo che Striped stia andando piuttosto bene... ma sia chiaro stiamo parlando davvero di un'attività molto piccola e che esiste da solo un anno, ci stiamo ancora facendo conoscere e stiamo aggiungendo via via nuovi articoli. Oggi se si è appassionati di musica è possibile relazionarsi direttamente con le band e le label di tutto il mondo per cui è sempre bello e conveniente comprare dai bandcamp e dai bigcartel e simili, e supportare la scena in modi diretti (non dimentichiamo andando ai concerti); i negozi di dischi stanno tutti chiudendo! Stripedmusic.com ha ragione di esistere perchè puoi fare un unico ordine di roba che prenderesti da siti diversi, puoi trovare cose che se no dovresti far arrivare dagli USA, abbiamo in esclusiva Europea il merchandise di gruppi come Screeching Weasel e Queers, e visto che stiamo attenti a cosa succede in giro, puoi scoprire cose nuove. Noi diamo parì dignità ed esposizione ai gruppi esordienti come a quelli storici. Poi cerchiamo di mettere insieme cose diverse dai soli cd e magliette, ad esempio libri, fanzine o poster e stampe, che siano sempre legati al nostro gusto. Inoltre mandiamo spesso via newsletter ai clienti dei codici coupon per sconti quindi c'è anche occasione di risparmiare. Anzi dai, lanciamo anche un coupon per i lettori di questo inutile blog! Codice SNAFUSUCKS per avere sconto 15% su un intero ordine, utilizzabile una volta a testa, da chiunque, entro il 30 Novembre 2015. Basta scrivere SNAFUSUCKS nello spazio per i coupon del carrello prima di pagare.
Con “Striped 2.0” sono arrivati anche gli Official Stores. Quale è la genesi dietro a questo servizio che dai alle band?
Alcuni dei gruppi un pò più popolari, ad esempio Peawees, Deecracks, cominciavano a non farcela a star dietro ai loro rispettivi ecommerce... Gestire gli aspetti web, uno stock di roba in ordine, relazionarsi con chi compra, spedire bene... anche solo alzarsi alla mattina e andare alle poste. Ci vuole tempo e pazienza e anche un po' di predisposizione ad organizzarsi il lavoro. Sai quanti gruppi ci sono che ti fanno aspettare settimane quando gli ordini roba?
Per i Manges ho sempre apprezzato il servizio di interpunk, stampano e vendono il nostro merch e hanno i nostri dischi in conto vendita da 15 anni. Con questo sistema i fan hanno un servizio sicuro e puntuale, le band incassano e si concentrano sulla musica e i concerti e non su queste cose. Nei gruppi, magari anche bravissimi, non per forza ci sono persone che sanno gestire questi aspetti e Striped li solleva dal pensiero dandogli una pagina con tutti i loro prodotti in vendita online e supporto nelle loro attività, inclusa la stampa del merch da vendere ai concerti. Ai gruppi basta linkare noi dalle loro pagine ufficiali e via.
Parliamo un attimo di Striped Records: quali sono i confini entro i quali vuoi muoverti con questa etichetta?
Stripedmusic.com non vuole essere un competitor delle label della scena, ma anzi vorrei fosse al loro servizio... Non so se tutti lo hanno capito visto che certi provano ad ostacolarci o hanno iniziato a farci concorrenza diretta sul web, ma boh.. hanno visto che c'era uno spiraglio nella gara al ribasso sui prezzi e ci si sono buttati. Io cerco di dare anche servizi migliori, spedire velocemente, assistere i clienti, in parole povere, farmi il culo. Prendo anche troppo sul serio il tempo, i soldi e le passioni degli altri. Sono convinto che questa forma di rispetto si veda e venga apprezzata. Non mi interessa svendere gli sforzi e l'impegno di nessuno, tantomeno i miei.
Per ora hai prodotto Zatopeks e DeeCraks, in futuro cosa dobbiamo aspettarci?
Il prossimo passo sarà la ristampa dello split Manges/Queers del 2003 su LP, e il prossimo 7" dei Veterans che si intitola "The Veterans Qu4rtet". La label la gestisco insieme a Mass e ai Manges. Poi ci sono in ballo altri progetti che ci piacerebbero molto ma è presto per parlarne. Non c'è una strategia definita per l'etichetta, voglio stampare dischi che mi piacciono, senza però pensare che Striped Records debba diventare il fulcro di chissà quale "community". Anche perchè oggi stampare dischi costa meno ma i dischi non li vendi più, quindi le attuali label della nostra scena di base fanno poco o nulla, e lo fanno male, spesso lasciando tutto l'investimento sulle spalle delle band quindi dietro ai sorrisi e all'unità sbandierata, a volte ci sono sistemi per approfittare degli altri e trarne vantaggio. Io per lo meno lo dico che un pò di profitto alla fine lo si deve mettere come obiettivo sia per i gruppi sia per chi lavora per i gruppi. Se battessi la testa e decidessi di produrre nuove band gli direi che cercherei di farli vendere più possibile, non gli racconterei che siamo tutti grandi amici e allora veniamoci incontro, che poi magari non è vero niente. Serve anche provare a vendere e mettere un po' di soldi in cassa, magari da investire in strumenti, registrazioni migliori, o una volta tanto pagarci il grafico o l'artista che fa la copertina (che pure quelli sono sempre stati alla fame). Se sei in grado di vendere un cd appena uscito a 5 Euro, credo sia lecito pensare che qualcuno ci abbia rimesso, qualcuno sia stato preso in giro. O che hai investito così poco da non credere per primo al tuo stesso progetto.
Insomma stai fondamentalmente cercando di fare le cose un pò più seriamente della media a cui siamo abituati noi punkrockers.....andare oltre i 3 accordi e tentare di farne un quarto, magari minore, e dimostrare che dopotutto la canzone ne ha guadagnato. Far cagare quindi non è poi molto ok, non trovi?
Il discorso "far cagare è ok" lo condivido in pieno in quanto provocazione e giusta espressione dello spirito punkrock. Le cose belle non necessariamente seguono i canoni comuni, e a volte un ignorante fa un buco nella tela che ha molta più forza e valore di mille pittori che dipingono paesaggi del cazzo tutti uguali e si credono artisti. Però poi alla lunga anch'io penso che "non far cagare è meglio", ovvero si può andare oltre alla tela bucata se lo spirito è sempre quello originale. Una scintilla di creatività o di poesia sopra la media, o molto sopra la media, può nascere anche in chi fa punk, e nella nostra scena sarebbe giusto saperlo apprezzare. La controcultura è sempre una forma di cultura, se invece vuoi azzerare tutto sei solo un barbaro e onestamente non susciti più il mio interesse. Poi è vero che i punkrockers sono degli artigiani, più o meno ripetono le stesse cose, ognuno col suo stile. Nessuno verrà ricordato ma tutti abbiamo storie da raccontare. Alcuni ostentano certa ignoranza facendone una sorta di performance, e anche quello ha il suo valore se sai guardare alla cosa con ironia. Ma se ci sono gruppi che per meriti loro e con onestà riescono a farsi un seguito più grande, è giusto che crescano senza farsi dare dei venduti...venduti a cosa? A chi? Quelli lì sono ragionamenti da tredicenni. Comunque è vero, come mi diceva Barcella, che se il punk rock Europeo "alla Ramones" non è stato spazzato via è proprio grazie a questa chiusura mentale e ottusità che ci hanno risparmiati dalle contaminazioni con altri generi. Siamo tutti sfuggiti all'ondata garage!
Parliamoci chiaro, col punk rock non si fanno i soldi, né suonandolo né vendendolo...tuttavia si può arrotondare qualcosina...come è il mercato della musica che tanto ci piace? E' facile muoversi al suo interno? Trovare i fornitori giusti che ti danno retta? Trovare i dischi giusti che pensi ti possano far vendere? Com'è riempirsi la cantina di dischi e far quadrare poi i conti?
Come ho già detto su Striped vendo roba che mi piace, che ritengo interessante, o che mi propongono label o altri con i quali collaboro per ragioni di amicizia o stima. Raramente prendo roba che non mi piace o non conosco, pensando di poterla vendere facilmente. I fornitori ti danno retta sì, con la crisi che c'è nella musica label e distributori non vedono l'ora che arrivi uno come me. In questo periodo nella musica tutti vorrebbero vendere e pochi comprano, quindi io che compro ricevo molta attenzione. Una cosa impressionante è che i dischi punk rock, anche roba Fat etc, sono quasi scomparsi dai distributori europei... Credevo di fare meno fatica per farmi arrivare roba simile. I conti quadrano appena. Fai arrivare dischi, pagando spedizioni dogane iva spese varie.. Arrivi a vendere un disco a 18 euro che ci vai in pari, e magari qualcuno si lamenta perchè non costa 10 euro come nel 2002. Anche solo Paypal è una macchina mangiasoldi incredibile per chi vende.
A proposito di conti....il punkrock è un mondo infame pieno di sorrisi di circostanza solo perchè “quello è Andrea dei Manges, magari mi fa aprire una data se gli faccio i complimenti per le chitarrine di All is Well”...ma poi c'è gente che non compra su Striped perchè ha i prezzi alti, perchè fa pagare l'IVA, perchè hanno paura che Andrea si stia arricchendo col punk rock alla faccia di tutti noi sfigati con le all-star. Che ne pensi di questo tema caldo? Fa ridere, ma c'è chi la pensa così....su Google Maps si vede una limousine parcheggiata davanti casa tua....ammettilo.
Io sono un tizio che davanti a casa ha una Panda e che ha aperto un piccolo negozio di dischi online perchè sono appassionato di musica punkrock e se ti immagini che facciamo grandi profitti mi sa che non conosci bene come funzionano le cose. A me sti gran cittadini onesti che poi storgono il naso se c'è da pagare l'IVA sui dischi cominciano a stare un po' sul cazzo. Non credo che questi quando comprano un libro in libreria si lamentano se gli fanno lo scontrino. Ho messo l'IVA in evidenza perchè dall'estero hanno la possibilità di non pagarla, e preferisco risparmiargliela visto che già gli viene messa la dogana sui pacchi più grandi esattamente come successe a te con Interpunk. Ma non so se per fare chiarezza sul sito non mi convenga livellare i prezzi e basta.
Poi boh, i nostri prezzi adesso non sono molto più alti della media e mi pare pure strano dover specificare che paghiamo le tasse. E poi spese varie, il canone di un e-shop affidabile, eccetera, Striped alla fine ha margini di profitto piuttosto bassi, complice anche l'altissima pressione fiscale Italiana. E' come se criticassimo un tabaccaio perchè le sigarette di contrabbando comprate in mezzo alla strada costano meno. La prassi è che altri stampano e vendono in nero e ti danno un servizio alla buona e si infilano in tasca qualche soldo vero, che poi certo reinvestono, e fanno benissimo perchè quello è il cuore della musica undeground. Totale supporto da parte mia a tutto il resto della scena. Io provo solo a metter su un giro più stabile, lavorando con numeri appena più grandi e anche per alcuni gruppi con più seguito, che di conseguenza hanno bisogno di collaboratori che gli garantiscano impegno e costanza. Niente di strano. Le label americane che tutti ammiriamo sono fatte da persone come me, alcune stanno esattamente come me in garage, altre più di successo hanno piccoli uffici o negozi. Non mi pare che si sia mai parlato di boicottare Asian Man o Red Scare o It's Alive, quindi non vedo perchè boicottare Striped. In Italietta io dopo 20 anni provo a fare una cosa e ci sono dei duri e puri con l'iPhone e le converse da 70 euro che hanno il cuore infranto dal mio materialismo? Le band che si fanno il culo a suonare per pochi spiccioli e per tornare al lavoro il lunedì mattina non hanno bisogno di gente così... che poi comunque per i gruppi di professionisti americani tutti quanti aprono il portafoglio senza farsi troppe domande.
Poi adesso non saprei chi sono queste anime belle di cui parli, ma posso garantirti che ci sono sempre state e sono poi sempre spariti tutti nel nulla o tra le pernacchie. A un certo punto fanno figli, cominciano ad appassionarsi di calcio e degustazione di vini e tutte le minchiate che hanno detto di colpo non valgono più niente. Mentre io salgo sul palco con i miei migliori amici per suonare a tutto volume, i "veri punk" degli anni 90 sono a casa a guardare Peppa Pig o X-Factor. Ne riparleremo più avanti allora.
Tutto chiarissimo, una buona parte dei "duri e puri" attuali è anche quella che ha contribuito alla totale morte del ricambio generazionale in questa musica. Troppe "regole" da rispettare....ci sono dei ragazzi appassionati come noi di punkrock che chiamano il nostro giro "quelli con il chiodo alla Ramones"...e si sentono totalmente estranei alla nostra realtà, pur ascoltando anche loro Ramones, Masked Instruder, Nofx, Dear Landlord ecc ecc, quando l'ho saputo mi sono cadute le braccia.
Ecco. Beh tutti noi una mentalità un pò elitaria l'abbiamo sempre avuta, il cool club, è la nostra identità, ma siamo anche sempre stati aperti verso la gente nuova nella scena, purchè arrivasse con lo spirito giusto e senza volersi mettere sotto ai riflettori. Io credo molto nel principio, che magari nell'hardcore è più evidente ma è alla base anche del punk rock, che la distinzione tra artisti e pubblico non ci debba essere. Ma questo non significa che ognuno è libero di rompere i coglioni agli altri. Ad esempio nel 1994, prima dell'esplosione del pop punk post-Dookie diciamo, in Italia l'unico gruppo punk rock che aveva il furgone, riempiva i locali, veniva pubblicizzato e intervistato su radio e riviste erano i Senzabenza. Il resto della scena Italiana era fatto di giovani gruppetti agli esordi come i Manges, noi facevamo anche piuttosto cagare. I Senzabenza, che erano dei gran signori e dei veri punkrockers già all'epoca, si sono presi la briga di invitare questi gruppetti in ogni città ad aprirgli i concerti, farli uscire su compilations, portarli all'attenzione nazionale, e non è che ci fosse internet, se eri di Spezia e avevi 16 anni conoscevi gente di Spezia e basta. Allora noi Manges abbiamo imparato il valore dell'umiltà, che i gruppi che ascoltavamo non erano su un piedistallo, che è bello darsi una mano a vicenda nella scena, che i confini geografici si potevano abbattere con la musica, e ci siamo augurati un giorno di riuscire anche noi a riempire i club quando andavamo a suonare. Tante altre band hanno fatto su un casino, che poi ha finito per guastare l'attività anche agli stessi Senzabenza, e gli hanno dato degli arrivisti, dei commerciali e del chicazzosicredonodiessere. Cioè invece di augurarsi di diventare come loro, li volevano abbassare al proprio livello, come se fosse sbagliato avere un po' di riscontro di pubblico. Oggi quella gente è sparita tutta. I Manges ci sono ancora, i Senzabenza pure hanno ripreso a suonare.
Come per ogni cosa, la qualità si paga...ed in questo caso tra l'altro, se si facesse attenzione, probabilmente ci si accorgerebbe che in fin dei conti si risparmia pure qualche euro. Tuttavia parlo da persona coinvolta, appassionata in genere di iniziative che riguardano lo shopping online e soprattutto da non collezionista. In ogni caso, continuo a non capire perchè fare tanti ordini isolati e non uno cumulativo abbattendo costi e sbattimenti.
Infatti costa comunque tanto anche ordinare vari titoli dalle rispettive label in America e in giro per l'Europa; ci sono cose esclusive che trovi solo da noi o merch che riusciamo ad vendere a prezzi convenienti perchè lo produciamo noi, pagando sempre royalties ai gruppi. Inoltre ho fatto convenzioni con i corrieri quindi in pratica per l'Italia le nostre spese postali sono basse e la consegna, tracciata, è veloce. Certo, su Discogs magari trovi ottime occasioni, ma devi districarti in mezzo a un'offerta enorme e ci sono troppi furboni che speculano, o finisci anche a pagare i dischi 5 Euro di meno ma magari le spese postali 10 Euro di più. Se non ti interessa il catalogo di Striped e vuoi comprare altrove è un conto. Ma se vuoi solo risparmiare allora piuttosto scarica mp3, non raccontarmi di essere un appassionato. I veri collezionisti spendono i loro soldi, ne spendono pure troppi, perchè danno valore alla loro passione. Volere tanti dischi pagandoli poco non significa nulla, se non che costringi le band ad abbassare i prezzi del merch e il compenso per suonare in giro finchè non smettono perchè sfibrati dai troppi sforzi.
Parli da collezionista sfegatato o sei peggio di me che l'ultimo disco ho comprato è stato "Get some Action" dei Radio Days?
No, ho sempre comprato, venduto dischi, speso soldi per la musica ma non sono un accumulatore seriale, anzi una decina di anni fa ho quasi azzerato la mia collezione di dischi.
Parliamo del futuro...prima di tutto di quello più prossimo, l'autunno “caldo” 2015: cosa bolle in pentola?
Ci sono quelle uscite Striped Records di cui si parlava prima, e anche nuovi progetti Manges su cui lavorare, compreso il fatto che ricominceremo a fare concerti. Poi seguiremo le novità nella scena e cercheremo di supportarle come abbiamo fatto fino ad oggi. Stanno nascendo alcune collaborazioni, ad esempio il nuovo 7" dei Temporal Sluts su Mental Beat Records è distribuito da StripedMusicCom.
E ora parliamo degli “scenari futuribili” (come dicono alla facoltà di Design): vuoi fermarti ad essere un “semplice” e-commerce di dischi o c'è la voglia di osare? Il web oramai permette di tutto e per smuovere la noia dell'attuale mondo punkrock bisogna essere dei sognatori; cosa potrebbe diventare Striped nel 2020?
Sarebbe bellissimo avere un vero negozio dove cazzeggiare in compagnia ascoltando e commentando i dischi, ma siamo pochi e sparsi per il mondo quindi purtroppo tocca farlo via web e social. Mi piacerebbe che un giorno Striped producesse contenuti, avesse una vera redazione per il blog e il canale Youtube. Al momento non è possibile pagare dei collaboratori e sai come la penso sullo sfruttare gli altri aggratis per cui vedremo. Non saprei, il web si trasforma continuamente e in modo sempre più veloce per cui è davvero difficile darsi degli obiettivi. Magari ogni tanto vorrei anche non pensare a nulla e godermi la vita! E se poi Striped finisse per chiudere chissenefrega eh, ci si vede in giro.
Il precedente Striped shop era il mailorder del mio gruppo, che avevo via via allargato ad altre band di amici, la classica "distro". Compri vendi scambi dischi.. Siccome andava bene, ho pensato che mi sarebbe piaciuto farlo diventare un negozio di dischi e sito di merchandising, una versione Europea piccola, ritardata e fuori tempo massimo di Interpunk.
Quali sono le difficoltà principali nell'aprire e gestire un e-shop nella maniera in cui hai deciso di farlo tu? Non sarebbe stato più semplice startene su BigCartel come qualsiasi altra etichetta o band della scena?
Le difficoltà tecniche, burocratiche ed economiche sono tante. Però sono contento e comunque anche se c'è molto sbattimento, mi diverto molto. Una volta c'erano i negozi di dischi, le major, i distributori, le agenzie, insomma il mercato musicale vero e proprio, e poi sotto c'era tutta la scena che lavorava a livello amatoriale.. Ma l'underground ha sempre avuto l'appoggio di label indipendenti, negozi di dischi, management, e compagnie comunque un pò più grandine. Adesso qui è tutto sparito per il punk rock perchè è diminuito il pubblico, sono scomparsi tutti. Io credo che valga sempre la pena provare a mantenere viva la scena nella quale mi trovo e avendo voglia di fare questo passo, mi son detto "perchè no?". Alcuni gruppi del nostro giro dovrebbero avere una chance di vedere i loro dischi e merch distribuiti bene e reperibili facilmente. Io ho messo Striped nella posizione ideale perchè è una ditta che può ad esempio girare comodamente dischi ai distributori di altri paesi, ma allo stesso tempo non ha bisogno di fare profitto ad ogni costo visto che personalmente un lavoro fisso già ce l'ho, e quindi posso decidere di investire nelle cose che mi piacciono senza dover fare troppi calcoli. Anche se è un vero e proprio business, Striped rimane un progetto di cuore e senza troppe pretese esattamente come la mia band.
Sebbene io sia parte attiva di questo progetto non sono mai stato un collezionista musicale. Tuttavia ricordo ancora il mio primo (e ultimo) acquisto su Interpunk di tanti anni fa (epoca MySpace): ci eravamo messi in 10 per far fronte alle spese di spedizione ed alla salassata doganale (che poi era stata pesantissima), avevo chiesto a chiunque informazioni sulle taglie delle t-shirt americane per paura mi arrivassero enormi...insomma uno sbattimento del cavolo per 4 magliette e 2 cd arrivati a casa dopo 4-5 settimane (il tempo di produzione di una macchina praticamente). Teoricamente Striped è una manna dal cielo per i punkrockers italiani....ma in pratica? Puoi farci un bilancio del primo anno?
Io credo che Striped stia andando piuttosto bene... ma sia chiaro stiamo parlando davvero di un'attività molto piccola e che esiste da solo un anno, ci stiamo ancora facendo conoscere e stiamo aggiungendo via via nuovi articoli. Oggi se si è appassionati di musica è possibile relazionarsi direttamente con le band e le label di tutto il mondo per cui è sempre bello e conveniente comprare dai bandcamp e dai bigcartel e simili, e supportare la scena in modi diretti (non dimentichiamo andando ai concerti); i negozi di dischi stanno tutti chiudendo! Stripedmusic.com ha ragione di esistere perchè puoi fare un unico ordine di roba che prenderesti da siti diversi, puoi trovare cose che se no dovresti far arrivare dagli USA, abbiamo in esclusiva Europea il merchandise di gruppi come Screeching Weasel e Queers, e visto che stiamo attenti a cosa succede in giro, puoi scoprire cose nuove. Noi diamo parì dignità ed esposizione ai gruppi esordienti come a quelli storici. Poi cerchiamo di mettere insieme cose diverse dai soli cd e magliette, ad esempio libri, fanzine o poster e stampe, che siano sempre legati al nostro gusto. Inoltre mandiamo spesso via newsletter ai clienti dei codici coupon per sconti quindi c'è anche occasione di risparmiare. Anzi dai, lanciamo anche un coupon per i lettori di questo inutile blog! Codice SNAFUSUCKS per avere sconto 15% su un intero ordine, utilizzabile una volta a testa, da chiunque, entro il 30 Novembre 2015. Basta scrivere SNAFUSUCKS nello spazio per i coupon del carrello prima di pagare.
Con “Striped 2.0” sono arrivati anche gli Official Stores. Quale è la genesi dietro a questo servizio che dai alle band?
Alcuni dei gruppi un pò più popolari, ad esempio Peawees, Deecracks, cominciavano a non farcela a star dietro ai loro rispettivi ecommerce... Gestire gli aspetti web, uno stock di roba in ordine, relazionarsi con chi compra, spedire bene... anche solo alzarsi alla mattina e andare alle poste. Ci vuole tempo e pazienza e anche un po' di predisposizione ad organizzarsi il lavoro. Sai quanti gruppi ci sono che ti fanno aspettare settimane quando gli ordini roba?
Per i Manges ho sempre apprezzato il servizio di interpunk, stampano e vendono il nostro merch e hanno i nostri dischi in conto vendita da 15 anni. Con questo sistema i fan hanno un servizio sicuro e puntuale, le band incassano e si concentrano sulla musica e i concerti e non su queste cose. Nei gruppi, magari anche bravissimi, non per forza ci sono persone che sanno gestire questi aspetti e Striped li solleva dal pensiero dandogli una pagina con tutti i loro prodotti in vendita online e supporto nelle loro attività, inclusa la stampa del merch da vendere ai concerti. Ai gruppi basta linkare noi dalle loro pagine ufficiali e via.
Parliamo un attimo di Striped Records: quali sono i confini entro i quali vuoi muoverti con questa etichetta?
Stripedmusic.com non vuole essere un competitor delle label della scena, ma anzi vorrei fosse al loro servizio... Non so se tutti lo hanno capito visto che certi provano ad ostacolarci o hanno iniziato a farci concorrenza diretta sul web, ma boh.. hanno visto che c'era uno spiraglio nella gara al ribasso sui prezzi e ci si sono buttati. Io cerco di dare anche servizi migliori, spedire velocemente, assistere i clienti, in parole povere, farmi il culo. Prendo anche troppo sul serio il tempo, i soldi e le passioni degli altri. Sono convinto che questa forma di rispetto si veda e venga apprezzata. Non mi interessa svendere gli sforzi e l'impegno di nessuno, tantomeno i miei.
Per ora hai prodotto Zatopeks e DeeCraks, in futuro cosa dobbiamo aspettarci?
Il prossimo passo sarà la ristampa dello split Manges/Queers del 2003 su LP, e il prossimo 7" dei Veterans che si intitola "The Veterans Qu4rtet". La label la gestisco insieme a Mass e ai Manges. Poi ci sono in ballo altri progetti che ci piacerebbero molto ma è presto per parlarne. Non c'è una strategia definita per l'etichetta, voglio stampare dischi che mi piacciono, senza però pensare che Striped Records debba diventare il fulcro di chissà quale "community". Anche perchè oggi stampare dischi costa meno ma i dischi non li vendi più, quindi le attuali label della nostra scena di base fanno poco o nulla, e lo fanno male, spesso lasciando tutto l'investimento sulle spalle delle band quindi dietro ai sorrisi e all'unità sbandierata, a volte ci sono sistemi per approfittare degli altri e trarne vantaggio. Io per lo meno lo dico che un pò di profitto alla fine lo si deve mettere come obiettivo sia per i gruppi sia per chi lavora per i gruppi. Se battessi la testa e decidessi di produrre nuove band gli direi che cercherei di farli vendere più possibile, non gli racconterei che siamo tutti grandi amici e allora veniamoci incontro, che poi magari non è vero niente. Serve anche provare a vendere e mettere un po' di soldi in cassa, magari da investire in strumenti, registrazioni migliori, o una volta tanto pagarci il grafico o l'artista che fa la copertina (che pure quelli sono sempre stati alla fame). Se sei in grado di vendere un cd appena uscito a 5 Euro, credo sia lecito pensare che qualcuno ci abbia rimesso, qualcuno sia stato preso in giro. O che hai investito così poco da non credere per primo al tuo stesso progetto.
Insomma stai fondamentalmente cercando di fare le cose un pò più seriamente della media a cui siamo abituati noi punkrockers.....andare oltre i 3 accordi e tentare di farne un quarto, magari minore, e dimostrare che dopotutto la canzone ne ha guadagnato. Far cagare quindi non è poi molto ok, non trovi?
Il discorso "far cagare è ok" lo condivido in pieno in quanto provocazione e giusta espressione dello spirito punkrock. Le cose belle non necessariamente seguono i canoni comuni, e a volte un ignorante fa un buco nella tela che ha molta più forza e valore di mille pittori che dipingono paesaggi del cazzo tutti uguali e si credono artisti. Però poi alla lunga anch'io penso che "non far cagare è meglio", ovvero si può andare oltre alla tela bucata se lo spirito è sempre quello originale. Una scintilla di creatività o di poesia sopra la media, o molto sopra la media, può nascere anche in chi fa punk, e nella nostra scena sarebbe giusto saperlo apprezzare. La controcultura è sempre una forma di cultura, se invece vuoi azzerare tutto sei solo un barbaro e onestamente non susciti più il mio interesse. Poi è vero che i punkrockers sono degli artigiani, più o meno ripetono le stesse cose, ognuno col suo stile. Nessuno verrà ricordato ma tutti abbiamo storie da raccontare. Alcuni ostentano certa ignoranza facendone una sorta di performance, e anche quello ha il suo valore se sai guardare alla cosa con ironia. Ma se ci sono gruppi che per meriti loro e con onestà riescono a farsi un seguito più grande, è giusto che crescano senza farsi dare dei venduti...venduti a cosa? A chi? Quelli lì sono ragionamenti da tredicenni. Comunque è vero, come mi diceva Barcella, che se il punk rock Europeo "alla Ramones" non è stato spazzato via è proprio grazie a questa chiusura mentale e ottusità che ci hanno risparmiati dalle contaminazioni con altri generi. Siamo tutti sfuggiti all'ondata garage!
Parliamoci chiaro, col punk rock non si fanno i soldi, né suonandolo né vendendolo...tuttavia si può arrotondare qualcosina...come è il mercato della musica che tanto ci piace? E' facile muoversi al suo interno? Trovare i fornitori giusti che ti danno retta? Trovare i dischi giusti che pensi ti possano far vendere? Com'è riempirsi la cantina di dischi e far quadrare poi i conti?
Come ho già detto su Striped vendo roba che mi piace, che ritengo interessante, o che mi propongono label o altri con i quali collaboro per ragioni di amicizia o stima. Raramente prendo roba che non mi piace o non conosco, pensando di poterla vendere facilmente. I fornitori ti danno retta sì, con la crisi che c'è nella musica label e distributori non vedono l'ora che arrivi uno come me. In questo periodo nella musica tutti vorrebbero vendere e pochi comprano, quindi io che compro ricevo molta attenzione. Una cosa impressionante è che i dischi punk rock, anche roba Fat etc, sono quasi scomparsi dai distributori europei... Credevo di fare meno fatica per farmi arrivare roba simile. I conti quadrano appena. Fai arrivare dischi, pagando spedizioni dogane iva spese varie.. Arrivi a vendere un disco a 18 euro che ci vai in pari, e magari qualcuno si lamenta perchè non costa 10 euro come nel 2002. Anche solo Paypal è una macchina mangiasoldi incredibile per chi vende.
A proposito di conti....il punkrock è un mondo infame pieno di sorrisi di circostanza solo perchè “quello è Andrea dei Manges, magari mi fa aprire una data se gli faccio i complimenti per le chitarrine di All is Well”...ma poi c'è gente che non compra su Striped perchè ha i prezzi alti, perchè fa pagare l'IVA, perchè hanno paura che Andrea si stia arricchendo col punk rock alla faccia di tutti noi sfigati con le all-star. Che ne pensi di questo tema caldo? Fa ridere, ma c'è chi la pensa così....su Google Maps si vede una limousine parcheggiata davanti casa tua....ammettilo.
Io sono un tizio che davanti a casa ha una Panda e che ha aperto un piccolo negozio di dischi online perchè sono appassionato di musica punkrock e se ti immagini che facciamo grandi profitti mi sa che non conosci bene come funzionano le cose. A me sti gran cittadini onesti che poi storgono il naso se c'è da pagare l'IVA sui dischi cominciano a stare un po' sul cazzo. Non credo che questi quando comprano un libro in libreria si lamentano se gli fanno lo scontrino. Ho messo l'IVA in evidenza perchè dall'estero hanno la possibilità di non pagarla, e preferisco risparmiargliela visto che già gli viene messa la dogana sui pacchi più grandi esattamente come successe a te con Interpunk. Ma non so se per fare chiarezza sul sito non mi convenga livellare i prezzi e basta.
Poi boh, i nostri prezzi adesso non sono molto più alti della media e mi pare pure strano dover specificare che paghiamo le tasse. E poi spese varie, il canone di un e-shop affidabile, eccetera, Striped alla fine ha margini di profitto piuttosto bassi, complice anche l'altissima pressione fiscale Italiana. E' come se criticassimo un tabaccaio perchè le sigarette di contrabbando comprate in mezzo alla strada costano meno. La prassi è che altri stampano e vendono in nero e ti danno un servizio alla buona e si infilano in tasca qualche soldo vero, che poi certo reinvestono, e fanno benissimo perchè quello è il cuore della musica undeground. Totale supporto da parte mia a tutto il resto della scena. Io provo solo a metter su un giro più stabile, lavorando con numeri appena più grandi e anche per alcuni gruppi con più seguito, che di conseguenza hanno bisogno di collaboratori che gli garantiscano impegno e costanza. Niente di strano. Le label americane che tutti ammiriamo sono fatte da persone come me, alcune stanno esattamente come me in garage, altre più di successo hanno piccoli uffici o negozi. Non mi pare che si sia mai parlato di boicottare Asian Man o Red Scare o It's Alive, quindi non vedo perchè boicottare Striped. In Italietta io dopo 20 anni provo a fare una cosa e ci sono dei duri e puri con l'iPhone e le converse da 70 euro che hanno il cuore infranto dal mio materialismo? Le band che si fanno il culo a suonare per pochi spiccioli e per tornare al lavoro il lunedì mattina non hanno bisogno di gente così... che poi comunque per i gruppi di professionisti americani tutti quanti aprono il portafoglio senza farsi troppe domande.
Poi adesso non saprei chi sono queste anime belle di cui parli, ma posso garantirti che ci sono sempre state e sono poi sempre spariti tutti nel nulla o tra le pernacchie. A un certo punto fanno figli, cominciano ad appassionarsi di calcio e degustazione di vini e tutte le minchiate che hanno detto di colpo non valgono più niente. Mentre io salgo sul palco con i miei migliori amici per suonare a tutto volume, i "veri punk" degli anni 90 sono a casa a guardare Peppa Pig o X-Factor. Ne riparleremo più avanti allora.
Tutto chiarissimo, una buona parte dei "duri e puri" attuali è anche quella che ha contribuito alla totale morte del ricambio generazionale in questa musica. Troppe "regole" da rispettare....ci sono dei ragazzi appassionati come noi di punkrock che chiamano il nostro giro "quelli con il chiodo alla Ramones"...e si sentono totalmente estranei alla nostra realtà, pur ascoltando anche loro Ramones, Masked Instruder, Nofx, Dear Landlord ecc ecc, quando l'ho saputo mi sono cadute le braccia.
Ecco. Beh tutti noi una mentalità un pò elitaria l'abbiamo sempre avuta, il cool club, è la nostra identità, ma siamo anche sempre stati aperti verso la gente nuova nella scena, purchè arrivasse con lo spirito giusto e senza volersi mettere sotto ai riflettori. Io credo molto nel principio, che magari nell'hardcore è più evidente ma è alla base anche del punk rock, che la distinzione tra artisti e pubblico non ci debba essere. Ma questo non significa che ognuno è libero di rompere i coglioni agli altri. Ad esempio nel 1994, prima dell'esplosione del pop punk post-Dookie diciamo, in Italia l'unico gruppo punk rock che aveva il furgone, riempiva i locali, veniva pubblicizzato e intervistato su radio e riviste erano i Senzabenza. Il resto della scena Italiana era fatto di giovani gruppetti agli esordi come i Manges, noi facevamo anche piuttosto cagare. I Senzabenza, che erano dei gran signori e dei veri punkrockers già all'epoca, si sono presi la briga di invitare questi gruppetti in ogni città ad aprirgli i concerti, farli uscire su compilations, portarli all'attenzione nazionale, e non è che ci fosse internet, se eri di Spezia e avevi 16 anni conoscevi gente di Spezia e basta. Allora noi Manges abbiamo imparato il valore dell'umiltà, che i gruppi che ascoltavamo non erano su un piedistallo, che è bello darsi una mano a vicenda nella scena, che i confini geografici si potevano abbattere con la musica, e ci siamo augurati un giorno di riuscire anche noi a riempire i club quando andavamo a suonare. Tante altre band hanno fatto su un casino, che poi ha finito per guastare l'attività anche agli stessi Senzabenza, e gli hanno dato degli arrivisti, dei commerciali e del chicazzosicredonodiessere. Cioè invece di augurarsi di diventare come loro, li volevano abbassare al proprio livello, come se fosse sbagliato avere un po' di riscontro di pubblico. Oggi quella gente è sparita tutta. I Manges ci sono ancora, i Senzabenza pure hanno ripreso a suonare.
Come per ogni cosa, la qualità si paga...ed in questo caso tra l'altro, se si facesse attenzione, probabilmente ci si accorgerebbe che in fin dei conti si risparmia pure qualche euro. Tuttavia parlo da persona coinvolta, appassionata in genere di iniziative che riguardano lo shopping online e soprattutto da non collezionista. In ogni caso, continuo a non capire perchè fare tanti ordini isolati e non uno cumulativo abbattendo costi e sbattimenti.
Infatti costa comunque tanto anche ordinare vari titoli dalle rispettive label in America e in giro per l'Europa; ci sono cose esclusive che trovi solo da noi o merch che riusciamo ad vendere a prezzi convenienti perchè lo produciamo noi, pagando sempre royalties ai gruppi. Inoltre ho fatto convenzioni con i corrieri quindi in pratica per l'Italia le nostre spese postali sono basse e la consegna, tracciata, è veloce. Certo, su Discogs magari trovi ottime occasioni, ma devi districarti in mezzo a un'offerta enorme e ci sono troppi furboni che speculano, o finisci anche a pagare i dischi 5 Euro di meno ma magari le spese postali 10 Euro di più. Se non ti interessa il catalogo di Striped e vuoi comprare altrove è un conto. Ma se vuoi solo risparmiare allora piuttosto scarica mp3, non raccontarmi di essere un appassionato. I veri collezionisti spendono i loro soldi, ne spendono pure troppi, perchè danno valore alla loro passione. Volere tanti dischi pagandoli poco non significa nulla, se non che costringi le band ad abbassare i prezzi del merch e il compenso per suonare in giro finchè non smettono perchè sfibrati dai troppi sforzi.
Parli da collezionista sfegatato o sei peggio di me che l'ultimo disco ho comprato è stato "Get some Action" dei Radio Days?
No, ho sempre comprato, venduto dischi, speso soldi per la musica ma non sono un accumulatore seriale, anzi una decina di anni fa ho quasi azzerato la mia collezione di dischi.
Parliamo del futuro...prima di tutto di quello più prossimo, l'autunno “caldo” 2015: cosa bolle in pentola?
Ci sono quelle uscite Striped Records di cui si parlava prima, e anche nuovi progetti Manges su cui lavorare, compreso il fatto che ricominceremo a fare concerti. Poi seguiremo le novità nella scena e cercheremo di supportarle come abbiamo fatto fino ad oggi. Stanno nascendo alcune collaborazioni, ad esempio il nuovo 7" dei Temporal Sluts su Mental Beat Records è distribuito da StripedMusicCom.
E ora parliamo degli “scenari futuribili” (come dicono alla facoltà di Design): vuoi fermarti ad essere un “semplice” e-commerce di dischi o c'è la voglia di osare? Il web oramai permette di tutto e per smuovere la noia dell'attuale mondo punkrock bisogna essere dei sognatori; cosa potrebbe diventare Striped nel 2020?
Sarebbe bellissimo avere un vero negozio dove cazzeggiare in compagnia ascoltando e commentando i dischi, ma siamo pochi e sparsi per il mondo quindi purtroppo tocca farlo via web e social. Mi piacerebbe che un giorno Striped producesse contenuti, avesse una vera redazione per il blog e il canale Youtube. Al momento non è possibile pagare dei collaboratori e sai come la penso sullo sfruttare gli altri aggratis per cui vedremo. Non saprei, il web si trasforma continuamente e in modo sempre più veloce per cui è davvero difficile darsi degli obiettivi. Magari ogni tanto vorrei anche non pensare a nulla e godermi la vita! E se poi Striped finisse per chiudere chissenefrega eh, ci si vede in giro.
Bravo SNAFU!! :) This was a great read.
RispondiEliminaSante domande e sante risposte, gabba gabba hey!
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