I sittingthesummerout rappresentano una delle nuove realtà più interessanti del panorama indipendente italiano. I cinque pezzi contenuti in Brick and Mortar, il loro nuovissimo EP uscito per Ghost Factory Records & Arts, sono, a mio avviso, i migliori finora prodotti dal quintetto milanese. Nonostante i riferimenti rimangano i medesimi dei lavori precedenti (i.e. Brand New, La Dispute) questa nuova uscita è un ulteriore passo in avanti, soprattutto a livello degli arrangiamenti che ho trovato eleganti, ben pensati e mai sopra le righe. Canzoni come It Won't Rain Forever o Nothing Changes in Baltimore dimostrano una maturità compositiva invidiabile per la loro giovane età e confermano le enormi potenzialità dei SSO. Ascoltate e andate a vederli dal vivo!
giovedì 7 dicembre 2017
Sittingthesummerout - Brick And Mortar
I sittingthesummerout rappresentano una delle nuove realtà più interessanti del panorama indipendente italiano. I cinque pezzi contenuti in Brick and Mortar, il loro nuovissimo EP uscito per Ghost Factory Records & Arts, sono, a mio avviso, i migliori finora prodotti dal quintetto milanese. Nonostante i riferimenti rimangano i medesimi dei lavori precedenti (i.e. Brand New, La Dispute) questa nuova uscita è un ulteriore passo in avanti, soprattutto a livello degli arrangiamenti che ho trovato eleganti, ben pensati e mai sopra le righe. Canzoni come It Won't Rain Forever o Nothing Changes in Baltimore dimostrano una maturità compositiva invidiabile per la loro giovane età e confermano le enormi potenzialità dei SSO. Ascoltate e andate a vederli dal vivo!
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martedì 5 dicembre 2017
Santa Cruz - Bad Blood Rising
M-Theory Audio - 2017 |
Ogni generazione ha gli eroi che si merita, sosteneva un film di qualche anno fa. E la nuova generazione di glamster e hard rocker ha come opzione i Santa Cruz. Breve riassunto per chi non segue il genere (credo tutti voi): la band debuttato nel 2013 con "Screaming For Adrenaline", disco di sleaze rock da manuale, che ha fatto gridare al miracolo. I giovanissimi finlandesi sembravano avere tutte le carte in regola per diventare la next big thing della scena dopo i fasti del decennio precedente: una spanna sopra alla media quanto a capacità e talento, ambiziosi e determinati e con il classico fascino bagnamutandine. Due anni dopo il secondo lavoro, omonimo, ha segnato una svolta radicale, stravolgendo il sound all'insegna di una modernizzazione forzata a colpi di influenze metalcore, post-pop punk (emo?) e goth. Scandalo e sacrilegio, ma la rivolta generale di buona parte della scena non aveva fatto tornare la band sui suoi passi. Il terzo disco "Bad Blood Rising" di conseguenza non porta ripensamenti, anche se la formula è stata evidentemente affinata. Rimane l'impianto a base di riff pestati e metallici e ritmica cafona conditi con abbondanza di cori e melodie ed effetti. Sono ancora riconoscibili gli elementi del substrato originale, in particolare gli assoloni da guitar hero hard rock. Anche la voce del fascinoso frontman Archie è sicuramente un punto di forza.
La scaletta corrisponde sostanzialmente alle aspettative: una maggioranza di canzoni roboanti spacca-tutto e una significativa minoranza di ballad. E contro invece le aspettative sono queste ultime, pur diverse tra loro, i momenti più interessanti compreso il pezzo migliore Get Me Out of California, con un coro sing-along a presa istantanea, in cui sembra già di sentire il pubblico che lo canta dal vivo, un paio di cavalcate su assoli dal sapore losangelino e un ottimo arrangiamento che impreziosisce il tutto con dettagli di fino come echi beatlesiani e voci femminili.
"Bad Blood Rising" è obiettivamente un lavoro di alta qualità, i cui i Santa Cruz riconfermano un indubbio talento tecnico e compositivo, messo in luce anche da una produzione molto curata. Solo, ad ascoltarlo spesso si ha l'impressione di avere a che fare con degli ottimi eredi del sound alternativo che ha spopolato a cavallo del nuovo millennio a cui hanno fatto il look sbagliato. Resta quindi un senso d'insoddisfazione per la relativamente vecchia guardia come me, pensando a cosa avrebbero potuto fare se fossero rimasti sulla strada maestra.
D'altro canto però i Santa Cruz sono oggi gli unici anche per queste caratteristiche che avrebbero la possibilità di conquistare un pubblico ampio tra i giovanissimi e costruire una nuova scena, anche in America dove stanno andando molto bene, ambizione che la band ribadisce nei testi - basti citare Young Blood Rising e Voice Of The New Generation - quanto nelle interviste. E forse aver scontentato al limite dell'incomprensione la generazione precedente è un altro requisito di questo percorso.
Sarà il tempo a dirci se sono davvero gli eroi che questa generazione si merita, ma probabilmente sono quelli di cui ha bisogno. Perché diciamolo, l'underground sarà pure una bella dimensione ma essere circondato nel quotidiano da torme di zarretti aspiranti rapper ha anche stufato.
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giovedì 30 novembre 2017
The fighettas @ Birrificio Railroad Seregno
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Greta Van Fleet - From The Fires
Republic Records - 2017 |
Un miracolo. Da rockettaro irriducibile non posso che definire così i Greta Van Fleet. Quattro giovanissimi musicisti del Michigan che suonano, cantano e scrivono come i Led Zeppelin.
I tre fratelli Kiszka hanno messo su la band nel 2012 e, dopo un cambio di batterista, all'inizio di quest'anno hanno fatto il debutto discografico con l'EP "Black Smoke Burning". Il successo inaspettato li ha spinti a far uscire pochi giorni fa "From The Fires", che unisce le quattro tracce del suo predecessore con due nuovi solchi e due cover.
Un gioiello rock di pura matrice zeppeliniana che stupisce per maturità e freschezza Ai riff intrisi di blues si accostano arpeggi dal sapore folk e incursioni nel soul, su cui troneggia una voce portentosa che richiama in modo impressionante l'ugola di Robert Plant. Se riuscire a padroneggiare il sound dei suoi predecessori non è già cosa da poco, a rendere speciale la band è la capacità di fare altrettanto a livello compositivo.Scrittura e arrangiamenti, aiutati da un'eccellente produzione, dimostrano vero talento, tanto che le due cover di Sam Cooke e Fairport Convention si armonizzano perfettamente con le canzoni originali. Talento ne hanno anche a suonare: l'opener Safari Song rende subito il groove dei quattro, che anima tutto il lavoro. Spicca anche il gusto per le melodie folk, evidente nella sognante Flower Power. Ma alcuni passaggi rivelano che anche la lezione più moderna di Rival Sons e Black Keys non è passata inosservata: ad esempio nell'apertura del singolo Highway Song.
Passa a pieni voti anche l'immersione nel soul con la reinterpretazione di A Change's Is Gonna Come, in cui la voce da una eccezionale prova di sé. Le due tracce forse più belle sono quelle a cui è riservata la chiusura. Talk On The Streets è spinta da un ritornello e Black Smoke Rising, è pervasa da una dolce malinconia che esplode in un ritornello catartico.
I Greta Van Fleet sono un miracolo, che promette un futuro grandioso.
"Forgetting the end, as your new life has begun"
domenica 26 novembre 2017
Downhill - ST
I Downhill sono un gruppo
milanese di recente formazione che ha appena fatto uscire un ottimo disco di debutto registrato,
mixato e masterizzato sapientemente al ben noto Toxic Basement Studio e
pubblicato con l’aiuto di Slaughterhouse Records. Già dalla scelta del formato
(cassetta con relativo download code) c'è un rimando nostalgico agli anni '80 e
l’impressione viene confermata non appena si pigia il tasto play
del walkman. Otto canzoni di hardcore punk (o skate punk se preferite…) condensati in soli 7 minuti. In pratica la colonna sonora ideale per qualunque
skater old school che impazzisce per JFA e Gang Green! Niente di innovativo,
per carità, ma ce ne fossero di gruppi oggigiorno che vanno dritti al punto e
colpiscono nel segno senza troppi fronzoli. Ascoltate e supportate!
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venerdì 24 novembre 2017
Turbonegro - RockNRoll Machine
Scandinavian Leather Recordings - 2017 |
I Turbonegro hanno svelato oggi il nuovo singolo RockNRoll Machine. Si tratta del primo estratto dall'album "RockNRoll Machine", che uscirà il 2 febbraio 2018 a vent'anni esatti di distanza dall'uscita di "Apocalypse Dudes" e a quasi sei dall'ultimo LP "Sexual Harrassment".
Lo potete ascoltare qui.
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mercoledì 8 novembre 2017
Nofx, Una Vasca per Cesso e Altre Storie: parla la traduttrice Valeria
Ciao Valeria. Benvenuta su S.N.A.F.U. La prima domanda riguarda te. Presentati ai
lettori della caserma.
Ciao, prima di tutto grazie! Per quanto riguarda me c’è poco
da dire; traduttrice, editrice per 1/3 e ovviamente appassionata di musica.
Innanzitutto volevo ringraziare te e Tsunami edizioni per
aver dato la possibilità di leggere il libro in italiano anche agli
scansafatiche che non avevano voglia di leggerlo in inglese (tipo il nostro
Sergente Snafu). Conoscevi già il nostro blog? (Se sì ti meriti il titolo
onorario di Corvetta).
Non c’è di che. Piuttosto dovrei essere io a ringraziare
Tsunami Edizioni per avermi dato la possibilità di tradurre questo libro. È
stata una bellissima esperienza dal punto di vista professionale, ma anche da quello
umano per il confronto con la redazione e da quello personale per la
soddisfazione di aver tradotto un libro su un argomento che mi appassiona.
Riguardo al blog, non avrò il titolo onorario, con mio sommo dispiacere. Una
mia pecca è quella di leggere poco o niente su Internet. Ma adesso che l’ho
scoperto recupererò.
(Per chi come me è totalmente estraneo a questo tipo di
dinamiche) Spiegaci come sei arrivata alla traduzione di questo libro.
È molto semplice, ho conosciuto i ragazzi di Tsunami credo
quattro anni fa alla fiera dell’editoria indipendente di Roma (Più libri più
liberi). Da quel momento gli ho rotto le scatole chiedendo di farmi tradurre
qualcosa finché non hanno trovato un libro che hanno ritenuto adatto a me.
Sei fan dei NOFX? Li conoscevi già?
Sì, li conoscevo già, anche se leggendo il libro ho scoperto
talmente tante cose che mi viene da rispondere: “Conoscevo giusto Punk in Drublic e White Trash, TwoHeebs and a Bean”.
Per tradurre questo tipo di libri è necessario essere un
minimo appassionati di musica o è indifferente?
In realtà, come avrai visto, in questo libro c’è molto altro
oltre alla musica, per cui ho incontrato spesso argomenti a me poco conosciuti
che mi hanno messo alla prova, anche semplicemente tutto il gergo delle droghe
nelle pagine di Smelly, che fa un quadro molto crudo ed estremamente accurato
della tossicodipendenza e della disintossicazione. Per quanto riguarda la musica, sicuramente è
meglio essere appassionati per tradurre libri di questo genere. Nel mio caso,
sono appassionata, ma non ho specifiche conoscenze tecniche, quindi ho fatto le
dovute ricerche quando serviva e, nei momenti in cui ho avuto dei dubbi, la
redazione Tsunami è sempre stata pronta ad aiutarmi. Sono estremamente
preparati e precisi, quindi in questo ho avuto gioco facile.
Ricollegandomi alla domanda di prima, quali sono i tuoi
gusti musicali?
Molto in generale, mi piace ascoltare il rock dei '70, il
punk rock e del metal.
Una cosa che mi ha incuriosito da subito è come è stato
tradotto il titolo in italiano. Nella
versione originale è: “NOFX, The
Hepatitis Bathtub and Other Stories”. Puoi spiegarci perché?
La decisione finale sul titolo spetta all’editore, che deve
tenere in considerazione molte altre cose oltre al testo in sé e per sé, per
esempio la promozione, il pubblico, il tipo di ricezione che il libro può
avere. Ovviamente da traduttrice avrei scelto la fedeltà all’originale, ma la
parte di me che si occupa di editoria capisce e sa che bisogna tenere in
considerazione tutti quegli altri aspetti. Il titolo scelto rispetta comunque
la vena ironica e scanzonata dell’originale e non si discosta dall’immagine di
copertina (che era concettualmente vincolante) né dall’episodio a cui fa
riferimento il titolo. Per cui vi si allontana solo parzialmente. Per il resto
vi assicuro che il testo è totalmente fedele all’originale.
Posso chiederti un’opinione personale sul libro? A me è
piaciuto da impazzire e lo metto nella mia top 5 di libri a tema “musicale”.
Concordo pienamente, è piaciuto tantissimo anche a me e
trovo che sia una lettura appassionante per chiunque. È veloce, divertente,
interessante e ben scritto. Hai fatto bene comunque a virgolettare musicale,
visto che, oltre a quello musicale, gli argomenti sono i più disparati: dal
motocross, al sadomaso, alla politica.
Valeria grazie per la disponibilità! Chiudiamo l’intervista
nella classica maniera di S.N.A.F.U. ! Facci una domanda e saremo lieti di
risponderti.
Una domanda ce l’ho, in effetti. Normalmente nessuno
intervista il traduttore, come vi è venuta l’idea di farlo? Di certo per quanto
mi riguarda è stato un vero piacere rispondere alle vostre domande. Grazie
ancora e continuate così.
Pvt.Snafu (il boss): Perchè il fatto di poter leggere in italiano un libro talmente figo e che mette in luce aspetti totalmente sconosciuti di una delle nostre band preferite da quando siamo ragazzini è un dono del cielo. Per questo motivo non possiamo che dare spazio a chi materialmente - e con tanto sudore - ha reso possibile la cosa! Grazie mille Valeria!
Pvt.Snafu (il boss): Perchè il fatto di poter leggere in italiano un libro talmente figo e che mette in luce aspetti totalmente sconosciuti di una delle nostre band preferite da quando siamo ragazzini è un dono del cielo. Per questo motivo non possiamo che dare spazio a chi materialmente - e con tanto sudore - ha reso possibile la cosa! Grazie mille Valeria!
martedì 7 novembre 2017
SKULLJERKS – Hearts, Blades And Tears
Parto lungo: ho conosciuto i Skulljerks un paio d’ anni fa a una serata in cui eravamo ospiti dei fioi da Venezia. Prima impressione: scandalosi (e non ero l’unico a pensarla così). Da allora la formazione ha subito dei cambiamenti, con l’arrivo di un chitarrista aggiuntivo e l’avvicendamento di Andy Linetti alla voce, già compagno del primo chitarraio Marky nel gruppo punk ‘77 Anomic Suicide. Col tempo la band ha compiuto veramente passi da gigante, trovando una propria dimensione personale nel sound che mi ha spinto ad andare a sentirli in ogni occasione possibile.
Anno di (dis)grazia 2017, sembrava che per l’estate dovesse uscire un loro EP, invece, forti del materiale finora prodotto, incidono direttamente un CD da 10+1 pezzi. Lo spingo nell’ autoradio del furgone e per i primi 20 secondi di “Blade Me” mi viene la pelle d’ oca: cazzo è sta roba, i Backstreet Boys??? Il disgusto svanisce praticamente subito quando subentra la sonorità che caratterizza tutto il lavoro: punk rock melodico più o meno tirato, con svariate influenze punk 77 e HC new school. Insomma, un vero e proprio meltin’ pot, ma amalgamato con perizia e in cui la voce di Andy funge da perfetto collante. Inoltre ad occhio in studio di registrazione non hanno abusato di effetti e filtri sulle voci, che risultano molto simili a quelle live (quando non hanno scazzi tecnici!!!). Tra gli episodi da segnalare spicca “Second Stage”, intro alla Iron Maiden per evolvere poi in un pezzo stile Alkaline Trio con la voce calda e profonda di Dan Andriano; mood peraltro ripreso in maniera eclatante in “The devil” che potrebbe entrare tranquillamente in “From Here To Infirmary” degli Alk3. Un paio di tracce galoppano veloci (Seeking Reaction e Save My Life – il cui assolo di chitarra ricorda i compaesani Why Not Loser), per chiudere con “My Addiction”, già comparsa nella mega raccolta della Kids And Kicks Records, etichetta di Andy.
Dal loro bandcamp riesco ad apprezzare appieno anche la copertina che riprende il tema del titolo: lavoro truce e dai colori freddi, non può che garbarmi: ghe sborooooo!
Amo il Veneto. Tralasciando il trascurabile fatto che siamo dei bigotti bestemmiatori (un accorato saluto a Oliviero Toscani), questa regione offre infinite maniere per devastarti a qualsiasi ora della giornata: provare per credere. Poi adesso che è passata l’Autonomia chi cazzo ci ferma? Aggiungi al tutto una delle più floride scene punk nazionali ed il pranzo è servito. Certo, se i cancari dei Vaseliners avessero registrato l’ EP prima di mandare tutto in vacca avrebbero sicuramente seppellito questi veneziani caga-in- acqua, but the roses are gone and we can’t go back. E comunque, per non sbagliare, tirare sempre merda ai rovigotti. (Bene, non centra una fava e non voglio usufruire ulteriormente dello spazio virtuale concessomi dal paron Snafu, ma vedetevi ‘sta legna targata Denny Troia ….. pardon Trejo !!!!!
Maggiore Lupo
lunedì 30 ottobre 2017
McBain - Breaking Up Tonight VideoClip
martedì 24 ottobre 2017
Gli Impossibili @ Birrificio Railroad Seregno
Torna Tommy 27 con la sua recensione della serata degli impossibili. Sono più o meno d'accordo su tutto tranne sul giudizio sugli I Lona Staller (band incredibile da sempre).... a me è sembrato di tornare indietro nel tempo, ai tempi del Vittoria e del Boccaccio (a.k.a. Porcaccio). Effettivamente è stata una serata abbastanza figa e divertente.... assurdo che l'età media fosse tipo 55 anni. Siamo riusciti a divertirci lo stesso.
Serata back to the '90 a Seregno: vecchie barbe, ammogliati in libera uscita, pancie alcooliche (che qui fanno figo: siamo in un birrificio...) e .... gli Impossibili con Araya carico a molla (anzi...caricato a "fumo"...)
Arrivo verso le nove e mezza, zona industriale di Seregno: in mezzo ai capannoni da vera Brianza che lavora ecco il birrificio. Location della madonna: si suona senza palco in un locale stretto e lungo con dietro spine, fermentatori, casse di birra ammucchiate a cazzo: il posto più punk del mondo. Benny, il proprietario è preso benissimo, continua a chiedere ad Araya di fare "giancarlo mi ha detto", Araya promette di farla più volte...vecchi punk nostalgici.
Per capire il tono della serata un amico arriva apposta da Barcellona per gli Impossibili: Arya non ci crede! Un altro mi dice "Tommy, se esistesse una cover band dei Queers andrei a sentirla adesso!"; se non c'eri nel '98 non puoi capire!
Sento un pò i Volkov e mi piacciono, poi fanno due cover delle donnole ed il pubblico si scalda, tralascio l'antipatia degli Ilona Staller prima, durante e dopo il concerto (pessimi nel pogo...) a parte il grande batterista (ritorna con Porna che spaccavate il culo!).
Sale poi Araya ed è un gran delirio: i primi dieci minuti sono tutti un'apnea: Ritardato,Stefy è una punk, You're trippin' ...scaldano tutti e scattano pogo, singalong, stage diving fino al soffitto, invasioni continue della zona dove i ragazzi suonano (non c'è palco): la gente spunta dappertutto: dietro i microfoni, davanti a fare cori, tutti cantano e si divertono di brutto: Impossimania viene saccheggiato come al solito...Araya si prende bene con la macchina spara-fumo e continua ad affumicare tutti, davanti la temperatura e l'umidità sembrano quelle delle foreste del Borneo.
Cazzo devo dire: un concerto degli Impossibili già sai com'è: sul sedile con te, ragazza a 9000 volt, cover di Halloween, la tipa della casa occupata: la scaletta è più o meno la stessa da 1000 anni...ma che figata: un paio di volte l'anno dovrebbe essere obbligatorio!
La cosa figa è che Araya e company sono dei grandi: la prima regola del punk è non prendersi troppo sul serio e loro lo fanno e poi son contenti di suonare e di divertire, davanti a 10 o 100 persone non cambia un cazzo!
Alla fine son così presi bene che non smettono più, continuano a dire "ecco l'ultima canzone" ma non vogliono finire (e il pubblico ci crede troppo): fanno due volte la tipa della casa occupata, fanno psicopatico dei derozer, ancora ritardato, sul sedile con te....e tre volte Giancarlo come promesso a Benny: che figata!
torno a casa sudato, bello pieno di birra: cazzo 'sta birra è proprio bomba, questi la sanno fare davvero, mi sono ammazzato della Gajarda e oggi non ho quel cazzo di mal di testa da dopo sbronza...
Grazie agli Impossibili, veri punk
27tommy
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domenica 15 ottobre 2017
Live Report - Adescite Fest Vol. 3
L’Adescite non è solo un festival underground. È una situazione. Una situazione figa e non fighetta, dove la gente sembra essere uscita di casa per divertirsi e non per farsi vedere. Si fa tutto allo Spazio Libero Utopia di Genova, uno squat marcio il giusto per essere figo. Suonano 1000 band, situazioni che di solito diresti essere un pacco perché dopo 3 gruppi ne hai già le palle piene, e invece tutto quadra per bene e non ti annoi un attimo e guardi anche le band che non ti interessano sulla carta. E lo fai perché a sto giro il vero divertimento sta nello stare accalcati in questo scantinato male illuminato e non fuori a dire cazzate.
Miglior gruppo del giorno i LEISFA, davvero una bella sorpresa. Le alte band già lo sapete come hanno suonato (Low Dèrive in forma, Ponches carichi come Moretti da 66, Antares zozzoni e potenti, etc.).
Tanti ma davvero tanti complimenti alla Cocks crew e a tutti i ragazzi che hanno messo in piedi questa situazione della madonna. Ci vediamo l’anno prossimo!
venerdì 13 ottobre 2017
The Lillingtons - Stella Sapiente
In 1998 pop punk was becoming stagnant and unexciting. Trapped in its own asexual fantasies of failed romance and teenage frustration and with its lovable-losers-type characters forever doomed to a three-chord prison, it seemed at a dead end.
The heyday of Lookout records was behind and the future seemed uncertain. Of course the golden age had spawned a thriving (and still alive!) underground of zines, small bands and aficionados, but the big names were missing: they simply weren't yielding anything to propel pop punk ahead.
Green Day were starting to look tired and bloated (they hadn't been re-designed and re-engineered yet). The name Screeching Weasel was still being written on an album every now and then, but only because Ben hadn't worked up the courage to go solo yet. The Mr. T Experience had recorded what was their best work ever the year before and would never reach those heights again. The Queers were still trying to re-assess themselves in the wake of Joe King’s new-found sobriety.
The Groovie Ghoulies were quietly keeping it burning, but without the impact these other bands had on the general public.
Storm the streets by the Riverdales was a minor masterpiece and the only breath of fresh air in the room. Unfortunately it was not understood by the fans: their ears were still relegated to the saccharine dream land of cheerful melodies and faux-50's landscapes.
Then DEATH BY TELEVISION happened. It was sudden and profound. It was an album that shook the very foundations of the genre. It was groundbreaking. Sonically, it introduced the minor chord progression into pop punk, something only the Descendents and the Ramones in the 80's had briefly hinted at. Thematically, it reinstated the album as a congruous collection of songs linked by a common thread (as in the Misfits tradition), instead of a mere selection of random tracks that sounded ok.
At first I admit I couldn't quite grasp the greatness of it. It took me a few listens to fully understand its potential. Coming from years of girlfriend-trouble songs, it was an acquired taste. But the images it conveyed were so powerful that they still affect me to this day. It was explosive. It had guts, ideas and drive.
Like it often happens, the band additionally delved into the same approach and modus operandi on the following album, THE BACKCHANNEL BROADCAST. Albeit more perfected and more to the point, with its monochrome palette, it lacks the spark and brilliance of its predecessor. If DBT is a great meal, then TBCB is just three courses of steak: each of them excellent, but probably a tad redundant.
Then, for five years, the band went under the radar. When they resurfaced in 2006, they put out THE TOO LATE SHOW. A hit-and-miss affair, this record contains some of their most memorable material (Target Earth above all) but also some fillers and some tunes which sound more like Teenage Bottlerocket (which singer Kody had joined the previous year) than Lillingtons.
Then they disappeared again for eleven years (except for a sporadic appearance on a Red Scare compilation with what is arguably their single best song ever: Pyramids).
I have to say that when I listened to PROJECT 313 earlier this year I was very disappointed. To me it seemed like a huge step backwards for the band. It's a well-played and well-produced pop punk ep: nothing more and nothing less. It totally lacks the edge and charisma that permeated their previous efforts. I thought they had lost it, I thought they had gone soft. Boy, was I wrong. In retrospect, after hearing their latest record, I have grown to appreciate Project 313 for what it is: the Lillingtons' sweet farewell to pop punk. It is the band saying: “Guys, we've taken you so far: now we want to explore new territory. If you wanna get off our starship now, we will let you down real slow with this one. If you wanna stay, it's fine. Just so you know, it's gonna be a bumpy ride.”
STELLA SAPIENTE is on a whole other level. It's the rocket landing head-first on the face of the moon. It's the severed eye. It's King Kong on the skyscraper. It's a mammoth of an album that effortlessly transcends the shackles pop punk voluntarily put around its own ankles 20 years or so ago. And it comes to life with a grace and with an ease that make it seem incredibly true and natural. To be honest, from a strictly musical standpoint, it's equal parts punk rock, proto/early metal and dark/gothic influences. But the great thing about it is that all these elements are scientifically balanced and calibrated so that none overwhelms the other, just like a great Negroni is equal parts gin, vermouth and bitter. The hard stuff doesn't get in the way and it never becomes bombastic and self-indulgent as metal often gets. The gothic decorations are used as atmospheric relief and the punk rock roots keep the rhythm section straight, simple and clean-cut. “But it's not a punk rock album!” most of you will say. Well, that may be true from a technical perspective. But what definitely IS punk rock about this record is that every aspect of it is useful for the songs and the purpose. Nothing is wasted. Nothing is futile. Nothing is excessive. And guys, this is the first rule of punk rock, not the laws of Germany: everything must serve the whole.
I don't think the guys in the band had any great scope in mind, when they wrote the album. I think they just got tired of the same old formula and found a way to spice it up and keep it fun. Well, it works for me. To my ears, this is the only step off the beaten path of pop punk I have seen in a long, long time. It is probably the first album in the genre to create a fresh combination of song and sound since Dookie.
Just like Phantom Maggot, the Lillingtons once again saved the day. And they did it unknowingly and by showing us all something obvious: anything, anything in the world that wants to stay alive and prosper, has to move inescapably FORWARD.
Written by Matt Failure (Proton Packs)
lunedì 2 ottobre 2017
The Flatliners live @ Honky Tonky
Giovedì 5 Ottobre i Flatliners calcheranno il palco dell'Honky Tonky di Seregno.
Con loro ci saranno anche gli americani Prawn e i francesi Not Scientists per una serata targata NoReason Booking.
Manca sempre meno al ritorno in Italia dei Canadesi The Flatliners. Il prossimo 5 Ottobre, infatti, si esibiranno sul palco dell’Honky Tonky di Seregno per l’unica data Italiana prevista nel cartellone del loro tour europeo grazie a NoReason Booking. Un atteso ritorno quello dei Flatliners che per l’occasione presenteranno dal vivo Inviting Light, il loro quinto LP in studio, uscito lo scorso 7 Aprile per Dine Alone Records e Rise Records. A condividere il palco con la band originaria dell’Ontario, ci saranno gli americani Prawn e Ii francesi Not Scientists (membri degli Uncommonmenfrommars). L’appuntamento è per il 05 Ottobre all’Honky Tonky di Seregno (MB), via Comina 35/37. Ingresso, con tessera ACSI, a partire dalle ore 21:00, biglietti disponibili in cassa a 15 euro.
Porte: 21.00
NOT SCIENTISTS: 21.30-22.00
PRAWN: 22.10-22.45
THE FLATLINERS: 23.00-00.00 Info e dettagli qui.
martedì 26 settembre 2017
PROTON PACKS - Conspiracy '66
Mom's Basement Records - 2017 |
Avrei dovuto recensire questo disco a fine giugno. Ovviamente faccio schifo e sono in ritardo eterno con qualsiasi cosa. In compenso sto raccogliendo molte informazioni per conto della CIA, dislocato da qualche parte nell'Est Europeo. A vostra insaputa spio le vostre ragazze mentre si cambiano il reggipetto nell'intimità delle loro camerette.
Quei gran toscanacci dei Proton Packs cagano fuori dal loro cilindro un altro concept album (penso) che parla di cospirazioni, guerra fredda e cose fighe di questo tipo che puzzano di complotti e pugnalate fra USA e URSS ai tempi di quando si contendevano i "migliori" criminali nazisti... ovviamente non per ingabbiarli, ma per usarli con finalità belliche e scientifiche di varia natura (digitare su wikipedia Operazione Paperclip ad esempio).
Il sapore evocato da queste 12 canzoni mi gusta alquanto... sono dopotutto in clima giusto per questo genere di cose. Musicalmente ci siamo, ma non aspettatevi nulla di nuovo... anzi. I Proton Packs sono questo: un mix ben confezionato fra Riverdales e Lillingtons che va avanti da oltre 10 anni senza alcuna intenzione di cambiamento o evoluzione di qualsivoglia natura. Fanno il loro compito, lo fanno molto bene, fanno quello che li diverte di più e non bisogna giudicarli negativamente per questo.
Mi permetto però di dire la mia: considerando l'inventiva e la creatività (sopra la media) che ci mettono nei testi e nella stesura dei concept che stanno dietro ai loro dischi, sinceramente mi piacerebbe sentire qualcosa di altrettanto studiato anche musicalmente, che vada un po' oltre il classico ritornello su cui ci si potrebbe cantare qualsiasi cosa di Weasel&Vapid.... avete presente no? Esattamente quella cosa lì.
Matt e soci hanno tutte le qualità artistiche per fare quel piccolo sforzo in più... se no - in questi casi - risulta veritiera quella famosa frase qualunquista che dice "Ho solamente il primo demo in cassetta, tutto il resto è noia".... e a me quella frase è sempre stata sui coglioni.
venerdì 22 settembre 2017
LEISFA - Liturgie di Fallimenti e Sconfitte
Liturgie di Fallimenti e Sconfitte è il disco “sophomore”
dei Luca E I Suoi Fantastici Amici e vi anticipo subito che è un lavoro davvero
degno di nota. Ascoltando le 9 tracce che lo compongono troverete sempre
l’attitudine 100% DIY che li ha finora caratterizzati, ma che fa da contraltare
ad una nuova e sorprendente maturità compositiva. I genovesi LEISFA infatti,
seppur rimanendo legato all’urgenza e all’immediatezza del punk hardcore,
fortunatamente evitano di chiudersi nei clichè di una nicchia e evolvono,
implementando il proprio sound con atmosfere eteree e sovrapposizioni melodiche
che mi fanno subito venire in mente Loveless dei My Bloody Valentine e la Jazzmaster di J.Mascis. Aggiungeteci dei testi ben scritti che trattano dei
riferimenti più personali o introspettivi e il risultato è un album sincero che
travalica le barriere tra generi musicali e ti colpisce dritto, come una
catapulta.
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venerdì 15 settembre 2017
Deaf Lingo e Fatty Liver Records pronti al debutto!
“BUG” l’album di debutto della band milanese uscirà per la neonata etichetta Fatty Liver Records il prossimo 22 Settembre.
FATTY LIVER RECORDS è lieta di annunciare l’uscita di “BUG” l’album di debutto della band punk/garage/lo-fi milanese DEAF LINGO. “BUG” verrà rilasciato e presentato ufficialmente il prossimo 22 Settembre sul palco dell’HONKY TONKY di Seregno dove, oltre ai DEAF LINGO si esibiranno anche Matt Gyver, Menagramo, Volkov e I like Allie.
I DEAF LINGO nascono inizialmente come progetto in studio di Sandro Specchia per poi evolversi in una band vera e propria alla fine del 2015 quando, al chitarrista dei Low Derivé, si aggiungono membri di altre band del milanese (Muruhuay e La Scatola nera). “BUG” rappresenta il primo full lenght ufficiale della band nonché il secondo lavoro in studio; dopo l’EP “Split Pee” uscito nell’Ottobre del 2015. Oltre che per i DEAF LINGO, “BUG” rappresenta il debutto anche per FATTY LIVER RECORDS, neonata etichetta musicale con base nel milanese per volontà di Luca Mazza; noto nel panorama musicale per fare parte di NoReason Records/Booking. “Uno sfizio personale” questo il commento di Mazza in merito alla nascita dell’etichetta, “nato dalla volontà di produrre band di amici che condividono i miei stessi interessi musicali o, comunque, band che a mio parere meritano dal punto di vista artistico”. Nessuna dichiarazione, invece, sulla scelta del nome; anche se non sorprenderà di certo le persone vicine a Mazza.
Luca Mazza, CEO di Fatty Liver, durante una business call. (pic. Gio No)
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lunedì 4 settembre 2017
Mobina Galore @ Bushwick Public House (Brooklyn)
Torno da una missione intercontinentale e ancora sfatto dal jet leg inizio a ragionare su cosa ho affrontato. Il capitalismo selvaggio ha un fascino tremendo ma sul suolo statunitense si vedono anche effetti negativi come una galoppante inflazione peggio della Germania prenazista. 8 dollari per una birra local in bottiglia da 33 cl è un esempio abbastanza significativo. Per fortuna che noi siamo addestrati ad andare sottoterra per sopravvivere anche nelle situazioni più inospitali.
Dopo un pomeriggio al Bushwick Collective, la più bella galleria a cielo aperto che abbia mai visto, prendiamo la metro e raggiungiamo la Bushwick Public House. All'apparenza un bar qualunque, ma non serve una laurea per capire dove avverrà lo show: down in the basement. È un martedì, sono le 20e30 di sera e la prima band sta per attaccare (altro che gli orari di Milano, 'tacci vostra!). Ingresso 7 dollari e in un attimo mi sembra di essere entrato nella perfetta via di mezzo tra l'arena basement di San Giuliano Milanese e il Ligera... una cosa senza palco (cit.). Ci saranno 15/20 paganti al massimo... e non mi stupisco perché la serata comincia con un noioso set acustico. Ore 21 tocca ai canadesi Bucky Harris: potenti e con dei cori che manco il mio impianto stereo a tutto volume... ma c'è qualcosa nel cantante che non mi convince. I volumi sono devastanti e un ragazzo (credo l'organizzatore della serata) va in giro per la sala a distribute tappi per le orecchie... grazie Bro, ti devo un paio di timpani nuovi! La birra, rigorosamente in lattina, costa 3 dollari e la serata prende una bella piega. C'era in programma una quanta band ma è saltata quindi tocca già alle Mobina Galore. Che dire? I power duo mediamente mi fanno cagare ma loro hanno una cattiveria particolare e reggono alla grande in un contesto come questo. Poco importa se c'è poca gente perché loro suonano come se ci fossero 200 persone a far casino.
Ore 22e30: the show is over and I'm happy as hell... ma non vi preoccupate, vi evito le scontate considerazioni del caso.
venerdì 25 agosto 2017
Menagramo - First Three EPs
I MENAGRAMO sono senza ombra di dubbio uno dei nomi più
interessanti usciti nell’ultimo anno. Il Dott. Ing Gran Ladr. pezz di merd, Figlio
di Putt, Gran Farabutt Ladr Matricolat Paracul Pvt. SNAFU ci aveva visto
lungo e li aveva già intervistati già qualche mese fa io, invece, mi accingo a
recensire, in un colpo solo, la discografia completa del prolifico Duo It Yourself brianzolo.
Non starò qui ad annoiarvi parlando nel dettaglio di ognuno dei tre EP usciti,
vi rimando semplicemente al loro bandcamp dove potete ascoltare e scaricare il
tutto gratuitamente. Vi troverete davanti ad una dozzina di pezzi folk suonati con
attitudine punk (o viceversa, come preferite voi…) arrangiati ed eseguiti come è scritto nel manuale del perfetto songwriter di campagna. Se non mi credete sulla
parola premete play e soprattutto leggete i testi nati dalla penna tagliente dell'erudito Enriquez [i.e. A soundtrack for "Hating myself
pt.2", What a great world to
live in e Damnatio Memoriae (I! Hate!
You! Walt! Freaking! Whitman!)]. Aggiungeteci il gusto raffinato nella scelta delle cover (Woody Guthrie e Oppressed…mica male, ottima scelta Walter!) e capirete perché
in così poco tempo sono diventati gli eroi della scena country punk, crust pop
e reggae D-beat nazionale.
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giovedì 17 agosto 2017
Speed Stroke - Fury
Bagana Records - 2016 |
Ascoltare un buon disco è sempre un piacere, ma c'è una soddisfazione in più quando supera anche le tue aspettative. Da fan dello sleaze rock ho sempre sofferto del fatto che l'Italia non riesca a sfornare band e album che siano al livello della produzione straniera, in particolare della fertilissima Svezia. Soprattutto perché basta andare a un concerto per rendersi conto che esiste un pubblico appassionato e numericamente rilevante.
Un primo segnale che le cose possano andare diversamente mi è arrivato qualche anno fa con l'album di debutto dei Seventh Veil, che hanno poi scelto altre strade sonore mantenendo comunque la qualità alta. La conferma definitiva che il nostro paese può giocare ad armi pari coi cugini nordici e americani mi è arrivata invece qualche settimana fa con "Fury", seconda fatica discografica degli Speed Stroke, uscito nel 2016 per la Bagana Records.
Il quintetto di Imola centra in pieno il bersaglio con una fucilata di hard rock rovente, un famelico assalto sonoro che non lascia prigionieri. Il sound guarda con attenzione sia alla lezione del Sunset Strip dei tempi d'oro sia al rinascimento scandinavo, senza per questo mancare di personalità, ed è esaltato da una produzione e una registrazione di alto livello. Le chitarre si dividono tra riff e assoli, mostrando un gusto melodico sorprendentemente maturo, spinte da basso e batteria che danno anche un contributo fondamentale nei momenti più dinamici. La voce, solitamente il tasto dolente tra le band nostrane, supera a pieni voti la prova: potente e intonata, anche sugli acuti, con un timbro non distintivo ma adatto al genere. Non da ultimo, e non da poco, azzecca anche la pronuncia.
Le canzoni girano bene anche dal punto di vista compositivo, si fissano in fretta in testa e si prestano bene a essere canticchiate e ballate, come vuole il genere. Ma si sente anche la cura nei dettagli, con un bridge, un assolo o un break che arrivano spesso al momento giusto a dare quel qualcosa in più.
La band sguazza nell'atmosfera festaiola, come nell'opener e singolo Demon Alcohol o nella scanzonata e irresistibile Bet It All, che non avrebbe sfigurato sull'album dei grandi nomi della stagione losangelina. La furia che dà il titolo si fa sentire anche nei pezzi più arrabbiati, come l'ottimo altro singolo Believe In Me o Lock And Key, dall'atmosfera più contemporanea. C'è spazio anche per qualche episodio strappalacrime: From Scars To Stars si fa godere, grazie anche al bel lavoro delle chitarre sulle melodie; City Lights, ballad semiacustica, invece è l'unico passo incerto dell'album, per quanto non da scartare.
"Fury" nel complesso è un album solido, ben riuscito e che merita un ascolto da parte di tutti i fan dello sleaze. Gli Speed Stroke sono riusciti a sfornare finalmente un album italiano che può rivaleggiare senza timori con gli epigoni stranieri. E scusate se è poco.
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martedì 1 agosto 2017
SNAFU 2.0: LEECHES + DEROZER @ Villa Tittoni
Buone vacanze dalla Caserma con un live report di TOMMY 27 per chiudere in bellezza questa stagione. Buon mare, buona montagna a tutti, noi andiamo in Libia a far casino.
E' da un bel pò che non vado a Villa Tittoni anche se sono anni che i concerti proposti non sono male: trovo il palco spostato ma il resto tutto uguale. La serata promette malissimo, il cielo è pieno di nuvole e carico di lampi, penso che questo abbia scoraggiato molti dall'uscire di casa: in realtà sarà l'unico posto della Brianza dove pioveranno solo poche gocce: che culo!
Arrivo a metà set dei Leeches: solita formazione e solita bella prova dei quattro che giocano pure in casa e che han portato un bel pò di pubblico (che si son spostati in massa direttamente dal punk raduno). Il palco alto non gli rende giustizia, meglio più a contatto del pubblico ma solita ottima prova con chiusura con King Kong, Dead people are dead e no sport. Purtoppo sul finale si beccano una bell'acquata ma vanno avanti imperterriti mentre il pubblico scappa sotto i pochi tendoni a lato palco: lo stand della rock fest di Novedrate ringrazia con un'affluenza inimmaginabile! Bella la scena degli sbirri che si chiudono in macchina...
Smette di piovere e salgono i Derozer con il "solito" Zamu dei Duracell al posto del Mendez, ed è sempre un dispiacere non rivedere quel pazzo ciccione ma tant'è! Li avevo sentiti un paio di mesi fa al Live a Trezzo ma l'impressione è sempre peggiore: poco pubblico (anche per la pioggia che sembra incombere) e pezzi nuovi decisamente pallosi; ci sta invece risentire Bar, 144, Suzy, 2100, Mururoa. Piccolo pogo di giovani a petto nudo ma non scatta il delirio neanche sull'ovvio finale con Alla nostra età e Branca Day. Alla fine suonano un'ora e dieci e sinceramente non me ne accorgo. Imbarazzante Seby con una bandana da gruppo NY Hardcore ma ottimi i continui lanci di lattine di Moretti dal palco (ottimo che ne acchiappo una che ci stava proprio).
Riconosco nel pubblico molte facce di vecchietti segno che volenti o no i Derozer una volta han fatto storia, anni fa...
27tommy
lunedì 17 luglio 2017
SNAFU 2.0: Punk Rock Raduno - Friday Night
Tommy 27 è velocissimo. Più veloce di tutti e stavolta scrive pure in italiano cose che in parte posso dire di condividere. Anche quest'anno purtroppo ho vissuto il Raduno non tanto quanto mi sarebbe piaciuto. Nonostante questo ho percepito un'organizzazione e una creatività davvero degne di nota. Non ho davvero nulla da dire, nessun consiglio da dare. Mi è sembrato tutto bello così, nella sua semplice complessità.
Effettivamente, come farà notare Tommy 27 nella recensione, nonostante la tantissima (a.k.a. davvero tantissima) gente anche a me è sembrato di conoscere tutti, uno per uno. A questo punto mi chiedo cosa si debba fare per attirare i ragazzini.... considerando che anche la "generazione Gerson" sembra essere scomparsa dai locali... a parte Moyano che si è convertito in prezzemolino... tutti gli altri sembrano essersi sciolti come neve al sole. Il destino è nelle nostre mani... e forse anche un po' nei muscoli dei Travoltas, vestiti bene per l'occasione.
Effettivamente, come farà notare Tommy 27 nella recensione, nonostante la tantissima (a.k.a. davvero tantissima) gente anche a me è sembrato di conoscere tutti, uno per uno. A questo punto mi chiedo cosa si debba fare per attirare i ragazzini.... considerando che anche la "generazione Gerson" sembra essere scomparsa dai locali... a parte Moyano che si è convertito in prezzemolino... tutti gli altri sembrano essersi sciolti come neve al sole. Il destino è nelle nostre mani... e forse anche un po' nei muscoli dei Travoltas, vestiti bene per l'occasione.
Anno 2001 (o giù di lì..) Leoncavallo a Milano: Mr T Experiience di spalla ai Queers: delirio totale, Leoncavallo pieno con gente fin sopra la rampa da skate! Anni d'oro del pop punk si riempivano i locali...2017, risento dr. Frank in elettrico (da quel concerto al Leoncavallo l'avevo sentito una volta in acustico da solo proprio qui all'Edonè).
Partiamo dal principio: punk rock raduno volume 2; aspetto solo Dr. Frank. arrivo verso le sei ed è il deserto dei tartari: fortunatamente le cose cambiano col passare della serata: suonano un paio di gruppi ma ci faccio poco caso e poi quelli che per me sono la sorpresa della serata: i Lone Wolf, quartetto olandese che alterna voce femminile a quella di un pelato simpaticissimo; non li avevo mai sentiti ma mi prendono, pop punk Lookout style ben fatto: promossi e compro anche il loro strano sette pollici "morbido". Tra l'altro scopro poi che saranno il gruppo di supporto a Dr Frank e si si comporteranno benissimo!
I La crisi non mi piacciono...
Poi ci sono i Peawees che rifanno il loro disco migliore (per me..) Dead end city: quando è uscito l'ho mangiato letteralmente, lo conosco a memoria e voglio sentire come lo propongono. Iniziano un pò scarichi ma poi il concerto cresce e diventa un gran delirio: rifanno tutto il disco compresa Boss Hoss e la cover di Proud Mary, Hervè è un grandissimo frontman: suona e tiene il palco come pochi e il batterista una bestia scatenata...finalmente anche un po' di pogo. Chiudono con wild about you...grandi! Ovviamente li preferisco in questa versione che in quella più rock and roll che poi hanno preso: ma loro son dei grandi perchè fanno quello che amano, avanti così e magari fate un pò più di live durante l'anno. I Peawees sono davvero una gran band!
Arriva poi il momento: Dr Frank: si presenta sul palco in una forma imbarazzante; trangugia birra per tutto il set, è ingrassato e ha l'abbigliamento di un benzinaio del Wiscounsin (o di Gallarate). Ma lui è Dr Frank: in pratica con altri due o tre pazzi si è inventato il pop punk! E tutti lo aspettano: quando inizia scatta subito un gran delirio: pogo e birra versate a go go, salvagenti che volano: che palle quando ti arrivavano in testa finchè uno si rompe il cazzo e ne buca uno dei due... Credo che pure lui si sorprenda dell'accoglienza.
Cazzo la forma fisica è carente (anche un pò la voce) ma il suo timbro è impossibile da imitare: è sempre lui. E le suona tutte: saccheggia il suo album più bello, Love is dead: sakloth and ashes, i just wanna do it with you, can i do the thing e ovvimente ba ba ba ba ba (cazzo da quanto aspettavo di risentirla live: che delirio!) , love is dead e poi molti pezzi in acustico: Even Hitler had a girlfriend,more than toast, king dork e dumb little band. Bella l'intro di "And i will be with you" con i componenti che entrano uno a uno sul ritmo della batteria di Ivo.
Il pubblico si diverte un sacco e anche Frank sembra un bambino (ubriaco): grande! Meglio di come mi sarei aspettato. Certi pezzi fan parte della nostra storia: che figata sentirli ancora una volta live: grazie a chi ci ha portato Frank! Bene anche i Lone Wolf come spalla: precisi (anche con i cori della cantante) senza strafare!
Considerazione finale: punk rock raduno promosso: alla fine del concerto c'era molta gente ma solita pecca: ambiente chiuso, sempre e solo le solite facce; se vogliamo smettere di farci le seghe a vicenda e di continuare a dire come siamo bravi come siamo belli come siamo buoni e come siamo pochi dobbiamo aprirci a gruppi diversi dal solo puro e semplice Ramones-core: i Peawees sono un esempio ma anche loro diciamola tutta sono "del giro": proviamoci, vedere facce nuove ai concerti non ci farà certo male!
Partiamo dal principio: punk rock raduno volume 2; aspetto solo Dr. Frank. arrivo verso le sei ed è il deserto dei tartari: fortunatamente le cose cambiano col passare della serata: suonano un paio di gruppi ma ci faccio poco caso e poi quelli che per me sono la sorpresa della serata: i Lone Wolf, quartetto olandese che alterna voce femminile a quella di un pelato simpaticissimo; non li avevo mai sentiti ma mi prendono, pop punk Lookout style ben fatto: promossi e compro anche il loro strano sette pollici "morbido". Tra l'altro scopro poi che saranno il gruppo di supporto a Dr Frank e si si comporteranno benissimo!
I La crisi non mi piacciono...
Poi ci sono i Peawees che rifanno il loro disco migliore (per me..) Dead end city: quando è uscito l'ho mangiato letteralmente, lo conosco a memoria e voglio sentire come lo propongono. Iniziano un pò scarichi ma poi il concerto cresce e diventa un gran delirio: rifanno tutto il disco compresa Boss Hoss e la cover di Proud Mary, Hervè è un grandissimo frontman: suona e tiene il palco come pochi e il batterista una bestia scatenata...finalmente anche un po' di pogo. Chiudono con wild about you...grandi! Ovviamente li preferisco in questa versione che in quella più rock and roll che poi hanno preso: ma loro son dei grandi perchè fanno quello che amano, avanti così e magari fate un pò più di live durante l'anno. I Peawees sono davvero una gran band!
Arriva poi il momento: Dr Frank: si presenta sul palco in una forma imbarazzante; trangugia birra per tutto il set, è ingrassato e ha l'abbigliamento di un benzinaio del Wiscounsin (o di Gallarate). Ma lui è Dr Frank: in pratica con altri due o tre pazzi si è inventato il pop punk! E tutti lo aspettano: quando inizia scatta subito un gran delirio: pogo e birra versate a go go, salvagenti che volano: che palle quando ti arrivavano in testa finchè uno si rompe il cazzo e ne buca uno dei due... Credo che pure lui si sorprenda dell'accoglienza.
Cazzo la forma fisica è carente (anche un pò la voce) ma il suo timbro è impossibile da imitare: è sempre lui. E le suona tutte: saccheggia il suo album più bello, Love is dead: sakloth and ashes, i just wanna do it with you, can i do the thing e ovvimente ba ba ba ba ba (cazzo da quanto aspettavo di risentirla live: che delirio!) , love is dead e poi molti pezzi in acustico: Even Hitler had a girlfriend,more than toast, king dork e dumb little band. Bella l'intro di "And i will be with you" con i componenti che entrano uno a uno sul ritmo della batteria di Ivo.
Il pubblico si diverte un sacco e anche Frank sembra un bambino (ubriaco): grande! Meglio di come mi sarei aspettato. Certi pezzi fan parte della nostra storia: che figata sentirli ancora una volta live: grazie a chi ci ha portato Frank! Bene anche i Lone Wolf come spalla: precisi (anche con i cori della cantante) senza strafare!
Considerazione finale: punk rock raduno promosso: alla fine del concerto c'era molta gente ma solita pecca: ambiente chiuso, sempre e solo le solite facce; se vogliamo smettere di farci le seghe a vicenda e di continuare a dire come siamo bravi come siamo belli come siamo buoni e come siamo pochi dobbiamo aprirci a gruppi diversi dal solo puro e semplice Ramones-core: i Peawees sono un esempio ma anche loro diciamola tutta sono "del giro": proviamoci, vedere facce nuove ai concerti non ci farà certo male!
27tommy
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lunedì 26 giugno 2017
Intervista a Kevin Aper
English Version HERE
1. Hey Kevin come va? E’ bello sentirti! Un abbraccione dai soldatini di S..N.A.F.U.
Yo SNAFU! Tutto bene e voi? Scusate se vi ho risposto in ritardo ma stavo fumando erba e facendo cose assolutamente non importanti haha.
2. Mentre stavo scrivendo questa intervista gli Apers sono stati annunciate al Punk Rock Raduno! Che figata! Siete gasati? E’ passato un po’ di tempo dall’ultima volta che avete suonato in Italia! (l’intervista è stata scritta moooolto prima del mondo bizzarro).
Sì, non vediamo l’ora! Bellissima location, line-up stupenda, e suono pure! Faremo anche dei set acustici al banchetto della Monster Zero tra una pausa e l’altra del main stage, quindi vi aspettiamo!
3. Qual’è il futuro degli Apers? Registrerete un altro album? Continuerete ad andare in tour?
Ora come ora non ne ho idea. Non siamo stati molto attivi come band negli ultimi anni…ma chissà! Attualmente Mikey è molto impegnato con i Drunken Dolly, Ivo suona con Windowsill, Lone Wolf e probabilmente un trilione di alter band e Kasper fa il manager di un bar per biker. Ma grazie a eventi come Il punk Rock Raduno, Crossbone e Pukefest siamo ancora attivi e riusciamo a suonare per le persone giuste.
4. Pensi che il 2017 sarà merdoso come il 2016?
Haha, non ho avuto problemi con il 2016. Per gli Insanity Alert è stata una bellissima annata con un sacco di show fighi come band di supporto e nei festival. E’ anche uscito il nostro secondo album. Finora il 2017 è stato una bomba e l’estate per ora si preannuncia di quelle da segnare nei libri di storia.
5. Quando non sei in giro con gli Apers sei impegnato con gli Insanity Alert. Parlaci di questo tuo progetto. Com’è nato?
Gli Insanity Alert sono nati per scherzo dopo una grande fumata nel 2011. Mi ero appena trasferito in Austria e poi abbiamo formato la band. Stavo comunque già frequentando quel giro di persone quando Simone Riccobelli ci ha trovato uno show di supporto ai Suicidal tendencies a Brescia, e da lì è nato tutto. Siamo stati abbastanza inattivi per un paio di anni e poi abbiamo deciso di fare uscire il nostro primo disco , poi da lì le cose hanno preso una piega diversa.
6. Gli Insanity Alert hanno due album all’attivo, fanno un sacco di date, concerti grossi (Hellfest perdio!), hanno addirittura più like su Facebook degli Apers…sei contento di come stanno andando le cose?
Sì molto contento! Finora è senza dubbio la band più “grossa” in cui sono mai stato. Amo gli Apers, li amerò sempre, ma allo stesso tempo è bello fare anche altro, suonare in contesti diversi. La scena metal è gigantesca e interessante. I fan sono super fedeli e viene sempre più gente ai nostri concerti. Suonare in festival come l’Hellfest o il Summer Breeze è spettacolare. Quindi spero di continuare per un bel po’.
7. Domanda cattiva…cosa sceglierestitra Apers o Insanity Alert?
Hahaha non ne ho idea! Al momento mi sto concentrando di più sugli Insanity Alert ma gli Apers saranno per sempre la mia band. Tuttavia anche gli Insanity Alert sono diventati una parte importante delle mia vita e i ragazzi nella band sono tra i miei migliori amici. Quindi preferisco continuare con entrambi i progetti.
8. Cosa succede quando Kevin Aper si trasforma in Heavy Kevy? Come fanno a coesistere queste due entità?
E’ sempre la stessa persona! E’ come l’evoluzione dei Pokemon! Sul serio, io mi comporto alla stessa maniera sia sopra che sotto il palco. Canto, bevo, fumo, parlo a vanvera…è un bellissimo mix tra Ramones, ABBA e Slayer!
9. Ti è sempre piaciuto il metal? Hai iniziato ad ascoltare prima metal o punk? Quali sono i tuoi gruppi metal preferiti?
Quando avevo 17 anni assorbivo musica come una spugna. Certamente mi appassionava tutto il mondo Lookout! E lo skate punk ma mi piacevano anche Pantera, Sepultura e Slayer. Mi piacevano anche band più “strane” come i Faith No more e Life Of Agony. Quindi diciamo che non mi sono mai concentrato su una cosa sola ma ho sempre ascoltato roba molto diversa. Il punk rock è una figata, ma da solo è noioso.
10. Dato che hai esperienza dal vivo in entrambe le “scene” quali sono le differenze principali tra punk rockers e metallari?
I metallari arrivano prima ai live e comprano più merch, I punk rocker si fermano più tempo a concerto finito.
11. Pensi che entrambe le scene vadano verso un vicolo cieco o ce n’è una che sta meglio dell’altra?
Posso parlare solo della scena che conosco e sono abbastanza sicuro che, per quanto sia piccola, non morirà mai. Con gli Apers suoniamo da 21 anni e ogni anno spuntano fuori nuove band, etichette e feste. Al giorno d’oggi ci sono tante persone atttve e che fanno roba DIY, tante band che girano e che fanno uscire dischi. Per quanto riguarda il metal sono abbastanza sicuro che non morirà mai in quanto è ormai diventato un movimento vicino al mainstream, una bestia indomabile.
12. E per quanto riguarda le uscite del 2016? Tra le novità hai ascoltato più roba del mondo punk rock o hard rock/heavy metal? Potresti dirne qualcuna?
In sostanza ultimamente sto ascoltando Ella Fitzgerald, David Hasselhoff e i Goatwhore.
13. Com’è suonare nei festival giganteschi? Fa schifo o è figo? Hai delle chicche dal backstage da raccontarci?
Amo I festival, soprattutto quando abbiamo accesso al backstage. Finora abbiamo suonato sul presto quindi dopo il live ci ubriachiamo da far schifo e facciamo festa. A volte abbiamo l’opportunità di passare del tempo con band fighe come Iron Reagan, Negative Approach, Casualties, Pro Pain e Lagwagon. Ma la maggior parte delle volte succede che ci cacciano dal backstage e finiamo a girovagare per il festival per ore attaccando adesivi degli Insanity Alert dappertutto.
14. Hai ascoltato Hardwired…To Self Destruct dei Metallica? E Broterhood of the Snake dei Testament? Ti sono piaciuti?
No, no, no!
15. Qui in caserma ci piacciono un sacco I Manowar e andremo di sicuro al loro Farewell Tour. In più tutti amiamo i Rhapsody (Of Fire) . Siamo dei poser o True Metal Warriors?
Senza dubbio True Metal Warriors! It´s all in your head if you bang it!
16. Ultima: chiedi qualcosa a Speciani, amministratore delegato della One Chord Wonder. gli manderemo la domanda e pubblicheremo la sua risposta.
Mr. Speciani, come ha fatto a sviluppare un gusto così raffinato che le permette di selezionare ottime punk rock band per la sua etichetta?
Speciani OCW: io purtroppo non conto niente, mi limito a rovistare nei cassonetti di Innsbruck alla ricerca dei demo scartati da Kevin...
17. Kevin grazie per la disponibilità, è stato bello scambiare quattro parole con te, ti abbracciamo e speriamo di vederci presto. Ora tocca a te….chiedici quello che vuoi e saremo felici di risponderti. Sta a te amigo!
Grazie a voi! Quando ci sarà una S.N.A.F.U. Fest?
Pvt.SNAFU: sarebbe effettivamente molto bello farne una, anche solo per dimostrare a Imbalzano che per certe cose il cuore non basta, ma bisogna saper fare gli affari come Barcella o Berlusconi. In caso la facessimo ovviamente il giorno scelto sarebbe il 6 giugno... e tu Kevin sai perchè!
Pvt.SNAFU: sarebbe effettivamente molto bello farne una, anche solo per dimostrare a Imbalzano che per certe cose il cuore non basta, ma bisogna saper fare gli affari come Barcella o Berlusconi. In caso la facessimo ovviamente il giorno scelto sarebbe il 6 giugno... e tu Kevin sai perchè!
lunedì 19 giugno 2017
SNAFU 2.0: Rancid @ IDays
Tommy 27 is back... dategli sta letta!
Costo del biglietto improponibile, orario assurdo (come cazzo può uno che lavora essere alle sette di sera ad un concerto al giovedì, fanculo!), headliner dei peggiori, l'ultima volta poi un gran pacco: le premesse sono pessime; verrebbe proprio voglia di stare a casa: ma sono i Rancid, sono anni che non li sento (Bologna 2002, può essere?) e poi gli amici saltano fuori come funghi: chi prende due ore di ferie, chi direttamente scappa dal lavoro, chi salta la pausa pranzo: insomma ci siamo, carichi di birre (e grappa)...
L'entrata al parco è assolutamente devastante: km a piedi sotto il sole e poi transenne tipo gardaland per portarti alla coda per esser controllato, che poi ovviamente riusciamo a far entrare tutte le birre che abbiamo...ma intanto si avvicina l'ora (chiedo scusa per lo scavalco della transenna per aver saltato la coda ma ero in trance agonistica). Arriviamo finalmente dentro quando si sente "never feel in love till i feel in love with you...": riesco pure a scroccare il braccialetto per andare sotto il palco e via: delirio!
Cazzo che scaletta: saccheggiano let's go e and out come the wolves senza pietà: Salvation, Nihlism, Back and blue, , St. Mary, (cazzo da quanto l'aspettavo!), Olimpia WA, Maxwell murder, Jurney to the end, Old friend, the 11 hour, ovviamente Time bomb e infine Ruby soho: spettacolo, come mi urla un amico nel pogo tutto sudato: "non c'è tregua Tommy, oggi non c'è tregua!!", fanno anche un paio di pezzi nuovi e poi East Bay night, fall back down, something in the word today: cazzo peccato non abbian fatto Corazon de oro...
Devo confessare che li pensavo spompi e vecchi: col cazzo! Suonano un'ora e un quarto (a spanne) senza pause: Lars è un cazzo di toro ma lo sapevamo, tiene su tutto, suona e canta sempre ma Tim è quello che mi stupisce di più, lo pensavo devastato ma quel cazzo di barbone ce la fa ancora, canta e suona e salta! e poi la voce di Tim chi cazzo ce l'ha? Quello meno in forma mi è sembrato Matt, molto statico ma se sai suonare il basso come lui cazzo te ne frega!
Gran concerto, sudato, pestato, oggi mi muovo poco ma ragazzi questi sì che sono un gruppo! valeva la pena, eppoi in mezzo al casino ti trovi tutti gli amici che sembrano saltar fuori dal nulla (anche dalla Spagna!) ma che figata!
Green Day: che palle! ma dai suonano due ore! si ma se per mezz'ora fai pipponi moralisti che neanche Mattarella e per un'altra mezz'ora gridi eeeeeeeoooooooooo mi rompi le balle! Quello che più ti fa incazzare è che i pezzi li hanno ma ormai il loro non è un concerto è solo uno show per famiglie, con i Queen per aprire e cover dei beatles e rolling stones: tristezza! Proviamo anche a buttarci davanti nelllo pseudo pogo ma resistiamo pochi minuti con mamme e fidanzatini che ci guardano come se fossimo marziani appena accenniamo ad una spinta su when i come around: decidiamo di andarcene!
See ya in the pit!
27tommy
giovedì 15 giugno 2017
Intervista ai The Snipers
The Snipers 3/4 - momento gay |
1. Ciao Cecchini e benvenuti nella Caserma Snafu... siamo sicuri che, dato il vostro nome, qui vi troverete benissimo. A proposito... perchè questo nome abbastanza osceno? Se i Ramones si chiamano Ramones e non The Snipers ci sarà pure un motivo no?
Albe: Se è per quello c’è un motivo anche per cui i Ramones hanno venduto maree di dischi e noi siamo lì a pensare se stampare 150 o 175 copie di un disco.
Zano: Quando Albe mi ha proposto di suonare con loro ho fatto una ricerca e pensavo di andare a fare un provino per una band nazi danese quindi ero preso bene. Purtroppo poi sono finito a Cantù. Comunque Snipers è l'anagramma di Press-in.
Bino: Tutti pensano al petrolio ma nessuno si rende conto che anche i nomi delle band sono una risorsa non rinnovabile. Tra 50 anni la gente dovrà pigiare tasti a caso sulla tastiera per trovare un nome che non sia già stato preso. Però ci metterà comunque "Teenage" davanti, credo.
2. Gli Snipers nascono parecchi anni fa, ma nonostante il vostro essere veterani non siete mai sbocciati veramente. Cosa ha ostacolato la vostra camminata verso il successo?
Albe: Mah, tante cose: i cambi di formazione, la poca voglia/tempo di concentrarsi sul gruppo, l’approccio autodidatta alla musica, un momento di poco interesse delle persone in generale nei confronti della musica, soprattutto punk-rock… tutti aspetti che puoi sconfiggere solo se hai tanto talento e allora puoi raggiungere un buon successo. Ma a parte noi la cosa triste è che anche gruppi con più capacità e più dedizione non sono riusciti ad avere un po` più di pubblico che strameriterebbero. Nessuno mi toglie dalla testa che 15 anni fa band come Ponches, Teenage Gluesniffers, Duracel e altri avrebbero avuto molto più pubblico.
Zano: E' colpa di Burro e della Indiebox che ha preferito Glen Matlock a noi.
Bino: Ci ha penalizzato principalmente il fatto che non abbiamo raccomandazioni da parte di Parlamentari che, come insegna Boris, sono la vera chiave per il successo.
3. Avete pubblicato un disco di discreta fattura e lo state promuovendo con la stessa passione con cui ci si fa fare una visita alla prostata, come mai siete così pigri? Non pensate sia ora di farvi almeno 4 o 5 IBR Night per fare davvero i big money?
Albe: Ci stiamo risparmiando i live per quando la musica punk-rock tornerà in voga! Purtroppo non ci si promuove più molto suonando e quindi le IBR night (per quanto Andrea sia encomiabile) non aiutano ad accrescere il proprio pubblico e questo vale che siano di lunedì, mercoledì o sabato.
Zano: Da quando hanno cacciato Luciano Onder da Medicina33 il mondo non è più lo stesso. Personalmente ho tanti impegni diversi e credo sia più divertente non portarne a termine neanche uno.
Bino: Stiamo puntando al futuro preparandoci per i concerti in VR. Alla fine se è giovedì sera magari non hai sbatta di uscire, però l'Oculus Rift te lo infili volentieri. In più se ti sbronzi sei già a letto. Aveva ragione Asimov.
4. Domanda difficile: siete ad un bivio e dovete scegliere fra... una IBR Night al Ligera la sera della finale di Champions e una data al Dr.Creatur di Desio la sera dei Blink 182 a Monza... cosa scegliete e perchè?
Zano: Senza dubbio Dr.Creatur di Desio solo perchè ho deciso che al nuovo Boccaccio a Monza non ci voglio più andare.
Albe: Il top sarebbe stato una IBR night al parco di Monza ed i Blink 182 al Ligera! E Imbalzano che gioca la finale di champions, segna al 90’, si avvicina alla telecamera e grida: Volkov, Volkov, Volkov!!!!
Bino: Dr. Creatur perché Brianza > Milano.
5. A proposito di Dr.Creatur, guarda caso avete proprio una serata in ballo il 17 di giugno con Riccobellis e Mighty Goose... perchè la gente dovrebbe venire a vedervi? Cosa bolle in pentola? Che posto è il Dr.Creatur?
Zano: Esattamente. La gente viene per bersi l'assenzio di Martino e non per vedere gli Snipers per fortuna. Questo sabato saranno riuniti i 3 gruppi college-punk più festaioli della Padania nel Dr.Creatur che è un locale fuori dal mondo e fuori dal tempo, un'esperienza metafisica.
Albe: Festa, fi*a e altro che aiuta a divertirsi. Il fatto di suonare di fianco al locale all’aperto piace perchè si può stare anche fuori vista l’estate o rientrare al locale. Riccobellis e Mighty Goose sono realmente due dei nostri gruppi preferiti e pensiamo che loro si che abbiano molto meno pubblico di quanto meritano. Poi sono grandi amici e la serata è una festa, ci saranno tanti ragazzi e ragazze per ballare e loro sono band adatte per feste! E poi vogliamo bene a Martino (il proprietario del locale)!
Bino: Il Dr. Creatur non si può spiegare, si può solo vivere. Dovete venire, ordinare un "Gulag" al bancone e poi berlo senza chiedervi cose c'è dentro.
6. E i Vaseliners?
Zano: I Vaseliners alla domanda 4 hanno risposto diversamente, mi sa che qualcuno ce l'ha più lungo di Burro...
Albe: I Vaseliners avrebbero fatto tutte e due le date ma per impegni lavorativi alla fine non hanno potuto esserci il 17, sarebbe stato fantastico, la perfetta chiusura del cerchio!!! Anche loro mi piacciono molto e forse sono anche più belli e dotati che bravi e avrebbero portato tante ragazze ma son lontani e dobbiamo mettere in preventivo che non siamo più ragazzini e abbiamo anche altri impegni.
Bino: Abitano vicino a me, ma non ho ancora compreso completamente tutte le rivalità interne tra le province del Veneto, quindi non so se devo volere loro bene o no. Finora sono arrivato al fatto che bisogna dare contro a quelli di Rovigo.
7. Che differenza c'è fra organizzare una data e organizzare BENE una data? So che fra di voi Zano (batteria) si impegna molto su questo fronte.
Zano: Partendo dal presupposto che non c'è alcun professionista tra di noi, la data più bella che potrai mai organizzare è quella in cui convinci il tabacchino sotto casa tua a farti suonare fin quando non arrivano le FFOO. Se organizzi le date al Tambourine di Seregno facendo suonare quattro gruppi male assortiti + DJ set allora non hai capito un cazzo. Una serata organizzata bene è quella in cui la gente si DIVERTE davvero. Se devo stare in piedi a sentire «questa qui la trovate al banchetto» quando il gruppo sa che sta suonando davanti al fonico e neanche le fidanzate preferisco andare in discoteca.
Albe: Ahahahahahah quoto Zano. Organizzare bene una data gira tutto intorno alla passione e alla predisposizione a divertirsi. Vuol dire creare il contesto in cui il locale si predisponga bene verso i gruppi e non come “sti stronzi che son la mia occasione di aver 10 persone al posto che 2” che spesso deriva dal fatto che chi organizza sia credibile, che i gruppi siano rispettosi nei confronti del locale e dell’organizzatore, che i musicisti vogliano veramente condividere un palco gli uni con gli altri e che chi viene al concerto abbia voglia di divertirsi, buttare un orecchio alla band con un po` di tolleranza e senza sperare che abbiano meno pubblico del loro gruppo. Se no è meglio fare una data in un posto senza pretese sperando di far festa, ubriacarsi e cantare i Ramones.
Bino: Hanno già detto tutto Zano e Albe, aggiungo solo una cosa: se dite "Alle 18.30 al locale" non ci crede più nessuno, fatevene una ragione.
8. Che differenza c'è fra scrivere una canzone e scrivere una BELLA canzone? So che Albe si sta impegnando molto per evitare di scrivere delle BELLE canzoni.
Albe: Chiederei a King Mob che ha suonato in vari gruppi e ha composto tante canzoni, dovrebbe sapere la differenza tra una canzone come quelle composte da noi ed una BELLA canzone! Aahahahahah scherzi a parte non saprei, penso sia soggettivo: io sono ignorante ed il mio concetto di bello è quando una canzone ha un bel ritornello, poi c’è gente come Lollo che apprezza le canzoni solo se hanno assoli impossibili di 4 minuti e mezzo a cui seguono passaggi con accordi in pulito.
Zano: Io sono un pessimo compositore, ho sempre avuto la pappa pronta.
Bino: Secondo me l'importante è registrare tutto in digitale senza neanche l'ombra di una valvola, per triggerare i Riccardoni. È il 2017, smettiamola con 'sta cosa del calore dell'analogico.
9. Fateci una domanda e, se sarete fortunati, vi daremo pure una risposta.
Zano: A quando la video rubrica del Porna su Snafu?
Pvt.Snafu: Spero presto, siamo in trattativa. Il Porna ha fatto record di visualizzazioni con il video dei Cretins su Youtube.
Albe: Quale è la differenza tra avere un blog e avere un blog di successo? E anche perchè c’è così poco interesse nei confronti della musica punk-rock? Per rendere difficile la risposta dovete rispondere senza citare “mancanza di patata” ed “è colpa di band come i The Snipers”.
Pvt.Snafu: La stessa differenza che c'è fra Snafu e I Buy Records. Scherzi a parte, non lo so perchè non penso che Snafu sia un blog di successo. Sicuramente è l'unico blog interessante nel panorama punkrock, ma non è un blog di successo. Non c'è interesse nel punk rock semplicemente per sfiga. Magari fra 20 anni tornerà di moda. La moda fa girare tutto, il 90% di noi ha iniziato grazie ai Green Gay che erano di moda o ai Blink 182...le mode servono, evviva le mode!
Bino: Come mai Speciani non è nominato in nessuna domanda?
Pvt.Snafu: Perchè mi ha chiesto esplicitamente di non comparire nella vostra intervista. Dice che siete una band meschina perchè Zano ascolta i Nirvana e Bino ascolta Masonna.
10. Cosa c'è nel futuro degli Snipers? Dateci qualche succoso anticipo in modo darci il tempo di elaborare una scusa per paccare il vostro prossimo live.
Zano: Gli Snipers sono sempre stati in bilico tra il successo e lo scioglimento... Quindi ovviamente la solita scusa per convincere l'amica discotecara bocconiana a venire a sentirti è che sarà l'ultima data. La verità è che presto li vedrete sotto spoglie completamente diverse.
Bino: Per paccare il prossimo live puoi sempre dire che stai a casa a guardarti il video sui nomi in esaurimento di VSauce per poi entrare in una spirale discendente di fallimento su Youtube, come succede spesso a me.
Grazie ragazzi... ci vediamo a questo fantastico concerto al Dr.Creatur questo sabato, 17 Giugno! Chi non viene è un Pvt.Rehab!
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