Major Emme vuole fare carriera in Caserma e quindi appena tornata dal concerto dei Queens of the Stone Age ci scrive un 2.0 apprezzatissimo! E voi che fate? Fate come lei...scrivete.
Ore: 1.04 am
Stasera sono andata a vedere i Queens Of The Stone Age.
E anche sticazzi, direte voi.
Ma stasera sono andata a vedere i Queens Of The Stone Age, uno dei miei gruppi preferiti, che ammiro di più in assoluto, e che a Roma non c'era mai stato. Quindi già avrete capito che sarò un po' di parte.
Un'altra cosa che devo dirvi è che a me piacciono i concerti piccoli, quelli dove o conosci tutti o non conosci nessuno e ghigni tra te e te che quel gruppo che sta suonando è un gruppo della madonna e lo sai tu e le altre dieci persone presenti in sala e siete tutti complici di qualcosa di fichissimo ed esclusivo.
Però mi piacciono anche i grupponi e quindi mi capita (non più di una volta l'anno) di andare ai concerti negli ippodromi, dove il palco è alto cinque metri e distante almeno il doppio dalle transenne; quest'anno doveva per forza capitare con Homme e compari.
Li aspetto da una vita, ho comprato il biglietto prima nonostante l'impossibilità di un sold out (l'Ippodromo di Capannelle, che ospita la rassegna Rock in Roma, contiene 20000 persone...), ho calcolato con precisione i tempi in modo da poter essere lì in anticipo per ritirare tale biglietto, bere le Peroni e chiacchierare con le amiche, e soprattutto ho detto a tutti di non rompermi i coglioni stasera, che io non ci sono per nessuno. A scanso di equivoci, superati i tornelli d'ingresso imposto la modalità offline.
L'Ippodromo, come detto, è enorme. Non sono brava con le misure a occhio, ma mi sembra pieno per un terzo appena; mi aspettavo molta più gente, devo dire la verità, ma il prezzo del biglietto non propriamente economico deve aver allontanato i semplici curiosi e attratto solo i veri fan.
O i fuorisede che guardavano Mtv dieci anni fa. È con loro che mi scontrerò per tutto il concerto, maledicendo gli zaini, la Calabria e i videoclip musicali.
Mi perdo il gruppo di apertura, non so manco chi siano, ma chi se ne frega, no?
Alle 22.05 i Queens Of The Stone Age salgono sul palco e attaccano con "You think I ain't worth a dollar, but I feel like a millionaire": iniziamo benissimo.
La scaletta spazia dai brani dell'ultimo "...like clockwork" (i migliori: Smooth sailing, If I had a tail, la title track) ai singoli dei due dischi precedenti. Qui mi dice un po' male, perché non mi piace per un cazzo Lullabies to paralyze. Non mancano le perle da Rated R, forse l'album che preferisco; "Better living through chemistry" è indescrivibile, con un bridge strumentale lunghissimo, ipnotico...ma sono sola in questo viaggio lisergico. Intorno a me la gente continua a spintonare, pogare, spingere. Che problemi avete, amici? C'è "Sick, sick sick", "Feel good hit of the summer" (è il titolo vero di "Nicotine, Valium", se non lo sapevate, fuorisede del cazzo), qualche pezzo del cazzo di Lullabies to paralyze su cui possiamo sbatterci le ascelle sudate in faccia reciprocamente, PERCHÉ PROPRIO IN QUESTO MOMENTO CHE IO STO VOLANDO PER I CAZZI MIEI E MI STO DIMENTICANDO DEL MONDO?
Ecco perché odio i concertoni: perché ci vanno quelli che ai concerti di solito non ci vanno mai. A quelli che in due o tre momenti hanno tentato il wall of death gli ci vorrebbe una bella cura Ludovico di live di, che so, Vitamin X, che magari dall'altra parte del muro ci sono pure io. Poi voglio vedere. Ammetto di essere una vecchia rompicoglioni, ma odio queste situazioni, talmente di merda che l'anno scorso mi lasciarono l'amaro in bocca persino dopo i Blur (che aspettavo da ben tredici anni).
A sto giro però in bocca m'è rimasta solo la polvere dell'Ippodromo. I Queens Of The Stone Age sono stati ineccepebili - nonostante da dove ero si sentisse troppo prepotentemente il basso e poca voce - oh, non dirò mai più una cosa simile, a me dei volumi non me ne frega un cazzo, viva il punk. Dicevo: gruppo immenso. Non vorrei fare la saputella, ma io lo sapevo che dal vivo sarebbero stati perfetti, si sente dai dischi che la loro roba è suonata e sudata, ma le aspettative sono state di gran lunga superate. Forse è stata una serata particolarmente buona (d'altronde, Homme stesso ci informa che non torna a Roma da una ventina d'anni); a Bologna pare non sia stato altrettanto entusiasmante, ma stento a crederlo. I Queens Of The Stone Age sono una vera è propria macchina da guerra, in studio e live.
In un'ora e mezzo di concerto non mollano mai la presa, nemmeno quando sembrano lasciarsi andare a lunghe code psichedeliche: sei tu ad andartene, loro sono ben presenti, precisi, puliti; ti riportano alla realtà di un ippodromo umido e pieno di terra accorciando i tempi fino a farli diventare frenetici, forsennati: sul disco era così, ma dal vivo è meglio.
All'1.04 sono già in branda e cerco di scrivere qualcosa ma mi sa che alla fine non ho scritto niente.
Andatevi a vedere i Queens Of The Stone Age, pure se non vi piacciono tanto. Magari vi mettete un po' dietro i fuorisede con gli zainetti, ma andateci.