martedì 3 giugno 2014

Biffers - Mega - Moving to Eliot @ Ligera

I Biffers in azione dopo lancio con fune di vincolo

Una serata in cui Raffaele di Burro ti simula la batteria battendo fortissimo sulla tua spalla (il rullante) ed al contempo sul suo petto (il charleston) è una serata in cui sicuramente lui è ubriaco e tu ti diverti (ho avuto il piacere di essere il suo rullante, due volte).
Arrivo al Ligera dopo una capatina in Toasteria dove mi sono fatto spritz + tartine alla crema di sto cazzo. Buone. Gay, ma buone. Gay è ok, soprattutto in marina.
Una volta al locale mi abbraccio con Dario Biffer che mi fa un paio di debriefing delle sue ultime missioni aviotrasportate (Folgore!) da cui ovviamente emerge che in Italia fa tutto cagare e all'estero ovviamente no. E un pò mi scende la malinconia.
Giusto il tempo di spararsi un VodkaLemon e si scende a dare i soldi a quelli di I Buy Records (tutti provenienti dal Servizio Civile). Attaccano i giovanissimi Moving to Eliot che avevo già recensito qui. Forse sono l'unico che li conosce. Non so se è un bene o un male. Sono giovanissimi e, oltre alle loro fidanzate, non portano un cane di nessuno. Il punk è morto, non ci sono cazzi amici.
Loro sono bravi, non bravissimi, ma hanno una triade di voci incredibile. Con le voci si può andare ovunque, quindi loro partono avvantaggiati, vediamo se c'è anche tutto il resto (il pubblico non c'è di sicuro, ma hanno le tipelle...io alla loro età penso di aver comprato l'action figure di Goku Super Sayan....altro che heavy petting).
Dopo di loro arriva il turno dei Biffers che sono sfigati e vengono a Milano la stessa sera in cui suonano a 30 minuti di strada Leeches e Ponches. Dato che ora i Ponches vanno di moda ovviamente tutti sono andati da loro....e quando dico tutti intendo giusto quelle 9 persone che marcano visita al Ligera (tutte donne....aia). Insomma siamo veramente alla frutta.
I Biffers sono bravi, dritti, compatti, non sbagliano nulla e piazzano alcuni stop'n go di batteria non male. Oltre a questo, che con un pò di impegno potremmo farlo tutti, hanno una cosa che nessuno ha...ovvero un cantante che canta con l'autotune pigiato dentro il culo (anche live). Dario fa paura. Canta. E sentire una persona che canta per davvero fa strano. Fa invidia. Tanta. Beati loro. Per me sotto certi punti di vista sono i numeri uno. Per altri sono alcuni fra i tanti. Insomma un mix gustoso con enormi potenzialità che ovviamente andranno a farsi benedire come ogni altra potenzialità nel mondo del punkrock.
Chiudono i Mega, caldi, in forma, sicuri, una garanzia. Non riesco più a emozionarmi con nulla. Aiuto.

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