domenica 24 gennaio 2016

Giuda + The Crooks @ BIKO


Con il terzo album fresco di stampa, i glam rocker Giuda sono di nuovo in tour e ieri hanno fatto tappa ancora una volta dalle nostre parti, questa volta al più intimo BIKO, con i veterani locali The Crooks in apertura. Io e i miei soci della Turbojugend ci perdiamo l'attacco del concerto dei milanesi per fare la nuova tessera Arci, che per qualche ignoto motivo lì costa più del solito... riusciamo comunque a goderci il resto. Fab e soci sono in forma e propongono una scaletta che pesca un po' da tutta la discografia, ospitando anche qualche amico al microfono.
Un breve cambio palco e tocca ai romani. La band è carica e di ottimo umore e si lancia in un pezzo dopo l'altro, proponendo quasi per intero l'ultima fatica discografica insieme alle canzoni di punta del primo e secondo album. Il sound tirato e l'energia scatenata di Tenda scaldano rapidamente il pubblico, con l'aiuto di un gruppetto di kids particolarmente entusiasti che hanno anche il merito di abbassare l'età media piuttosto alta. Come mi aspettavo le canzoni di "Speaks Evil", che non mi avevano convinto appieno su disco, dal vivo funzionano molto bene: Mama's Got The Blues si conferma la mia preferita tra queste. Richiamata prevedibilmente sul palco la band concede un corposo bis che comincia con alcuni brani cantati dal chitarrista Lorenzo, tra cui un'ottima cover di Saturday Night's Allright (For Fighting) e prosegue con Tenda di nuovo alla voce per chiudersi come sempre con Roll On.
Tanto di capello ai ragazzi: i Giuda sono sempre una garanzia dal vivo e come sempre hanno offerto un concerto adrenalinico e coinvolgente, particolarmente godibile nella dimensione più ristretta del locale.
Consiglio vivamente: se avete l'occasione di vederli dal vivo, non sprecatela.

martedì 19 gennaio 2016

Porna & The Kokots - Disease

One chord wonders - 2016

I Kokots del Pornacchione sono l'unica band che è riuscita nell'impresa di vendere i proprio dischi (e stiamo parlando di CD). Il loro vecchio lavoro lo hanno dovuto ristampare 3 volte...forse 4....Speciani, che sappiamo tutti avere fiuto per gli affari, decide quindi di produrre il loro nuovo full lenght; loro, per ringraziarlo, compongono l'equivalente di "Beyond the Valley... of the Assfuckers".
Tralasciando l'incipt ad effetto (SNAFU style), il disco dei Porna's si merita sicuramente qualche parola in più....
La band, IMHO, è una delle migliori in circolazione perchè riesce a comporre canzoni da 1 minuto e mezzo unendo strofe zozze a ritornelli clamorosamente pop....semplicemente a questo giro di pezzi di questo tipo ce ne sono circa 6 o 7, il numero giusto per un EP capolavoro insomma. Purtroppo decidono di puntare sulla quantità (19 pezzi) e non sulla qualità.
Cosa salviamo quindi di questo dischetto?
- "H bomb Now": è la canzone perfetta. Semplicemente lo stile Kokots all'ennesima potenza.
- "Better Mongo": idem come sopra...a tratti mi vengono in mente i Turbonegro più luridi.
- "Free beat": ritmi più lenti, ma coinvolgimento totale. Si segnala Lollo Ramone alla voce solista...in prima battuta sembra imitare la voce di un piacione, tipo come se Gabriel Garko si fosse materializzato in studio di registrazione.
- "I'm a jerk": eredità del Formenti.
- "Silly Tunes": al pari di H bomb...un vero capolavoro che parte zozzo e finisce con ritornello pop da gridare con tutte le proprie forze.
- "Love is...": dietro soffiata di un capo usciere corrotto scopro essere una cover dei Gas. Alla voce una ragazza. 100 punti.
- "Smarter than you": cover degli Undertones con Lollo ancora alla redini della linea vocale. Qui sembra Gianni Sperti.
- "Teenage Cretin's World": ancora Lollo...ancora un bersaglio colpito.
Tutto il resto non è sicuramente da buttare, ma la sensazione è quella di un susseguirsi di 11 pezzi troppo simili fra di loro, troppo beceri ed eseguiti in maniera un pò troppo monotona (non che mi aspettassi un assolo in tapping o un doppio pedale sia chiaro).
Ovviamente tutte queste menate non sono un buon motivo per non supportarli e comprare il cd: www.stripedmusic.com/cd-porna-and-the-kokots-disease.

lunedì 18 gennaio 2016

25.204 giorni di David Bowie

Foto di Timothy Greenfield-Sanders
Speravo che questo giorno non sarebbe mai arrivato... lo speravo davvero! Eppure quando un anno e mezzo fa il Duca Bianco ha dichiarato che non sarebbe più salito sul palco avevo preso consapevolezza dell'amara realtà. Pochi giorni fa la mia paura si è concretizzata.
David Bowie lascia in eredità all'umanità un bagaglio immenso: non solo 27 album in studio, ma un terremoto artistico dove l'attore, il musicista e l'innovatore sono capaci di investire lo spettatore e di farlo emozionare in modo unico e inimitabile. 

Blackstar, 08/01/16

Bowie esce di scena in punta di piedi ma senza dimenticare di salutare i suoi fan, inevitabilmente commossi. Blackstar, uscito appena 2 giorni prima della tragica dipartita, raccoglie le ultime 7 composizioni del London Boy (2 delle quali erano già state pubblicate un anno prima). Un album dall'approccio difficile, quasi incomprensibile, dove vengono riprese le sonorità dei pezzi strumentali della trilogia berlinese, reinterpretate come se fosse il 1995 e bisbigliate come se si volesse lasciare intendere qualcosa di più. Se al primo ascolto questi brani avrebbero potuto far storcere il naso, alla luce di questi giorni prendono un nuovo significato. Le canzoni trasudano angoscia, paura e confusione alternata a momenti di lucida triste consapevolezza.
Chi conosce la carriera del duca sa bene come lui abbia voluto che la sua produzione artistica non fosse meramente musicale (nel 1977 lo ha pure inciso, Waiting for the gift of Sound and Vision). Ed è per questo che credo che il vero regalo che Bowie ha fatto ai suoi fan sono i 2 videoclip appena pubblicati: per l'ultima volta mostra il suo volto emaciato in un contesto grottesco, comunicando il forte stress psicologico provato da chi sta accettando che la sua vita sta volgendo al termine (non a caso si è parlato di morte assistita). Come recita il primo verso di Lazarus, "Look up here, I'm in Heaven"... Yes, you are David. And we already Miss You!


sabato 16 gennaio 2016

Beach Slang - The Things We Do To Find People Who Feel Like Us


Difficile rimanere sullo stesso livello di Cheap Thrills On a Dead End Street? Si. Il primo full lenght dei Beach Slang esce nel 2015 in Ottobre, James Alex finalmente può dare sfogo alla propria inquietudine esistenziale. Voce soffusa, chitarrine, concettualità...diciamo che quello sentito nei 7" precedenti viene un po' esasperato e dopo vari ascolti quest'album ne esce come qualcosa di incompiuto, sicuramente poteva essere di più. Strano perchè ai primi ascolti mi aveva preso veramente bene, e anzi l'avrei messo nella mia top 5 delle uscite 2015. Poi è subentrata la noia e i pezzi che salvo non sono molti. Sicuramente l'opening Throaways e Ride The Wild Haze, dove finalmente si sente un po' di energia. Sul lato B risuta vincente l'accoppiata Porno Love (pezzo geniale!!) e Hard Luck Kid e anche Dirty Lights In chiusura non è male. Tuttavia l'amaro in bocca rimane ma diciamo che viene attenuato dalla splendida produzione del disco: apertura a libretto, vinile splatter viola e booklet enorme con tutti i testi! Bravi! Così si fa.
Intanto ricordiamo le date per il 2016.

domenica 10 gennaio 2016

CJ Ramone And The Manges - 7"


Una volta mi hanno proposto di fare un 7" split senza copertina (causa crisi economica) assieme agli Havenots (prima che la Massoneria li idolatrasse a caso con un ritardo di tipo 4 anni rispetto al resto del mondo)...ovviamente ho rifiutato con il benestare degli altri compagni di band.
Ai Manges è andata meglio, al posto degli Havenots come compagno di split c'era un certo Mr.CJ Ramone....tipo la storia del rock'n'roll che si è fatta carne in un corpo tutto umiltà, tatuaggi e account Instagram.
Copertina bianco e nero con uno schizzo di John Holmstrom rubato alla figlia che fa l'asilo, due cover surf "rubate" a Trashmen e Beach Boys e umilissimo vinile nero.....vale la pena? Musicalmente parlando il vinile vince la palma per l'inutilità e l'inquinamento atmosferico, dal punto di vista sentimentale questo pezzo di plastica deve essere l'orgoglio nazionale per ogni punkrocker che ama definirsi tale (assieme a "Gigius" ovviamente).
Su di un 7" con due cover "messe male" non si possono sprecare molte parole...non stiamo parlando di musica questa volta, qui siamo davanti ad un significato simbolico che va oltre qualsiasi canzone...prima guardo questo, poi guardo la copertina del 7" e mi dico..."cazzo, chi lo avrebbe mai detto?".
Questa volta posso proprio dire con orgoglio "Viva l'Italia"!

The Veterans Qu4rtet - s/t


Con il nostro solito ritardo cronico recensiamo il 7" dei Veterans che ora hanno una formazione più verosmile e patonzata ed una copertina che grida "estate ti voglio, ma siamo solo a gennaio!".
Due pezzi di cui una cover dei Go Go's (che ovviamente non conoscevo), belli freschi ma anche leggermente cupi e che ovviamente oramai avrete già ascoltato tutti.....a che cazzo vi serve la nostra recensione? Dovere di cronaca insomma.....
Nulla da dire su questo lavoretto....entusiasma senza vincere l'Oscar, due pezzi lasciano sempre l'amaro in bocca, tre sono dispari e quattro sarebbero stati una grossa palla al cazzo....in questo eterno dilemma non vi resta che scaricare o comprare, al massimo vi sarete guadagnati una foto della Ally (o di Lorenzo Bravi se siete donne) firmata Taverna!

sabato 9 gennaio 2016

Razorbats - Camp Rock

Self Destructo Records - 2015

I norvegesi Razorbats hanno pubblicato "Camp Rock", il loro album di debutto, lo scorso agosto ma lo scopro solo ora. Meglio tardi che mai,  perché questo disco è una vera bomba ed è volato dritto dritto tra i miei preferiti dell'anno passato.
Undici pezzi esplosivi a base di riff affilati, ritmica potente, voce rauca completati da melodie accattivanti e cori anthem.
Il singolo Kids of the 70's è un azzeccata dichiarazione d'appartenenza, perché la band sforna un mix azzeccatissimo delle migliori influenze della decade, soprattutto nella sua seconda metà. Ritroviamo l'hard rock americano con la sua potenza, i suoi assoli e le sue melodie, dalla cattiveria metallica di Transformer alla decadenza glam del bel lento Desolation Highway. Ma ci sono anche le velocità, i riff abrasivi e la voce rauca del punk nelle sue diverse declinazioni, dal garage di Subway Grinder al quasi hardcore di Betty Bop. E non mancano i cori anthem e l'esuberanza del powerpop, che predominano nel già citato singolo e nell'opener Planet Riff. Tra i momenti migliori, spicca Internal War, equilibrata e completa nei suoi elementi.
Non è un caso che quest'album sia stato pubblicato dalla turboetichetta Self Destructo Records, perché un mix così azzeccato non lo sentivo da "Apocalypse Dudes". E in Getaway i Razorbats davvero ricordano molto gli eroi del deathpunk loro connazionali.
L'album lo potete ascoltare qui.

giovedì 7 gennaio 2016

SNAFU 2.0: Montecio Cool Kids s02e04

HEY VILLAINS!
Qui si inizia l'anno col botto!

Sabato 9 Gennaio al CBGB'S di Montecchio (aka Circolo La Mesa), prima festa targata "Montecio Cool Kids" del 2016, e si comincia l'anno nuovo con una tripletta sgargiante. Sul palco:

- The Vaseliners - i "locals" belli&vaselli non hanno bisogno di grandi presentazioni. Tornano a suonare tra le mura amiche, e finalmente presentano il loro album di debutto "Sorry, we're late". C'hanno fatto aspettare un sacco, ma vi garantiamo che il risultato è una bomba.

- Ratbones - trio Ramonescore da "genova-milano" composto da tre sociopatici che rispondono al nome di: Captain Amazing, Pablo Ratòn, e Andre Monelli. Un paio di demo, un disco prodotto da Mass Giorgini ("Ratbones" del 2013), e un Ep ("Ratwars" del 2015) sono tutti i lavori che hanno pubblicato fin ora.

- MIGHTY GOOSE punk rock - i Riverdales di Trento hanno risposto alla nostra chiamata e passano a trovarci un'altra volta. Zeno, Claudio, e Ale apriranno la serata a colpi di OneTwoThreeFour. La loro discografia è composta da: "Summer is back" (2013), "Zombies attack!" (2014), e nello stesso anno è uscito "We can't wait for monday night" (split con i snipers).
In più, ci hanno già promesso un disco nuovo per il 2016!

Aftershow ballereccio a cura di Nic Fabris. Fuochi d'artificio per tutta la notte!

***BUON COMPLEANNO BISO***

Ingresso GRATUITO!
Inizio concerto ore 21.30 (per davvero!!!)
Birra artigianale a fiumi
Cucina aperta sempre
Tanto amore
(Tessera Arci/Uisp necessaria)

Spoiler alert!
Sabato 27 Febbraio Duracel + Razzi Totali + Jetpils
Sabato 26 Marzo The Ponches + ANTARES

HOORAY!!!

domenica 3 gennaio 2016

Ciao Lemmy!



"La morte è inevitabile. Diventi più conscio di questa cosa quando arrivi alla mia età. Io non ne ho paura, sono pronto. Quando me ne andrò, me ne andrò facendo del mio meglio: se dovesse succedere domani, non avrò da lamentarmi. E' stato bello"
Ian Fraser “Lemmy” Kilmister


La mattina del 29 Dicembre mi sono svegliato e non appena ho acceso il cellulare ho ricevuto un messaggio da un amico che mi informava che Lemmy se ne era andato. Inizialmente ho fatto davvero fatica a realizzare, insomma dai…il rock’n’roll non può morire! Con la sua dipartita viene a mancare un grandissimo songwriter, un bassista leggendario con uno stile inconfondibile, ma soprattutto una persona schietta e sincera che ha sempre vissuto la vita a mille, senza rimpianti. Purtroppo sono riuscito a vederlo in azione solo una volta, a Nizza nel 2007 in tour con i Motörhead poco dopo l’uscita di Kiss of Death, ma vi giuro che è stato speciale. Ricordo una scaletta fantastica, 20 classici inframezzati da alcune perle come Snaggletoth, I Got Mine e Rosalie di Bob Seger (e dedicata a Phil Lynott che ha reso immortale questa canzone), una band in formissima con Phil Campbell che suonava come se avesse quattro mani e Mikkey Dee a dominare dietro le pelli, ma soprattutto non dimenticherò mai il dolore che ho avuto alle orecchie per una settimana per via del volume spaventoso con cui suonavano.
Ma giusto così…d’altro canto avevo appena visto la “loudest band in the world”.