Columbia - 2013 |
Il Duca è tornato! Lunga vita al suo regno!
In caserma c'è stato tanto mormorio ultimamente... Bowie sì, Bowie no... Io dico SI! Anzi lo grido! Perché ascoltando questo nuovo disco di David Bowie ci si rende conto che è ancora possibile ascoltare grande musica e che le lamentele degli "esperti" sull'immobilismo dell'industria musicale sono pure vaccate. Se il vostro obiettivo è fare successo e non ci riuscite c'è una sola spiegazione: fate cacare e se David Bowie fa una scoreggia è comunque 100 volte più musicale di qualunque altra cosa in circolazione.
Ci sono voluti 9 anni. Ricordo ancora bene quel maledetto giorno del 2004 in cui sul Corriere della Sera apparve un trafiletto sull'infarto che lo aveva colpito. Da allora c'è stata solo l'attesa. Avevo perso le speranze, forse spaventato da un ritorno sotto tono, ma poi è successo! Il giorno del suo compleanno Bowie ha lanciato il primo singolo, Where are we now?, con un video ricco di riferimenti al periodo berlinese (Low, Heroes, Lodger vi dicono niente?), la cui regia è stata affidata a Tony Oursler. Un paio di giorni fa la seconda sorpresa, The Stars (are out tonight): non è un videoclip, non è un cortometraggio, ma c'è la regia di Floria Sigismondi e Bowie sembra essere rinato. Due giorni fa l'intero disco poteva essere ascoltato su iTunes e un vero fan non se lo fa ripetere due volte (fan veri, non quelli che si sono comprati la maglietta di Aladdin Sane da Zara e che non conoscono gli album post 1980). Il sound di The Next Day attinge da svariati lavori della discografia del duca: Heroes, Heathen, una spruzzatina di Young Americans. Aggiungete delle perle come You Fell So Lonly You Could Die, tipica ballad Bowieana alla Five Years, e il gioco è fatto. Infatti se The Next Day e Dirty Boys riprendono le sonarità Soul Plastic, con chitarrine funky (BOWIE PUO', GLI ALTRI NO) e coretti coinvolgenti, Love is Lost e la più pop Valentine's Day sono invece sulla scia di Heathen. ll sound berlinese è una costante che attraversa tutto l'album ma è particolarmente apprezzabile in If You Can See Me, Where Are We Now? e How Does The Grass Grow?. La canzoni più riuscite dell'album sono le più energiche: The Stars (are out tonight) e (You Will) Set The World on Fire. Non vi fermate al primo ascolto! Pur non essendo un eccelso capolavoro è comunque un album che può guardare dall'altro verso il basso tutti i buffoni che si credono parte di un elitè di musicisti illuminati (come Morgan, per non fare nomi). 50 minuti sono una giusta ricompensa per la lunga attesa. Tuttavia se non siete veri fan del duca dovete predere le dovute precauzioni: Bowie ≠ Punk Rock anche se ha scritto perle rock'n'roll da 5 accordi che possono essere apprezzate anche dai punk rocker più oltranzisti (vedi Suffragette City). The Next Day non è un album facile, soprattutto se non conoscete un minimo Bowie.
non ricordo assolutamente tutto sto chiacchiericcio in caserma. =P
RispondiEliminaormai siamo più disuniti del PD...
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