Il clima in questo venerdì 22 marzo è ancora assolutamente invernale, ma al Birrificio Elav si festeggia ugualmente la Festa di Primavera e non soltanto con la birra e il cibo, ma anche con la buona musica. Il compito di aprire le danze e scaldare gli animi spetta a Hervè Peawee, che anche senza band e munito esclusivamente di una chitarra acustica e un tamburello con sonagli riesce a conquistarmi immediatamente e da quello che ho potuto vedere l’effetto è stato lo stesso anche per il resto del pubblico. In scaletta le versioni acustiche dei brani dei Peawees (soprattutto da Leave it Behind, album che personalmente ho apprezzato moltissimo “nonostante” il tanto chiacchierato cambiamento nel sound) e svariate cover, tra cui spicca senza dubbio la scontatissima quanto apprezzatissima “Havana Affair”; quando poi attacca col classicone dei Peawees “Cause you don’t know me” è l’apoteosi, si esce definitivamente dal letargo e gli applausi scoppiano spontanei e sinceri anche a chi dei Peawees non ha mai sentito parlare.
A questo punto a prendere posto sul palco sono Miss Chain & Broken Heels che festeggiano la recente uscita del loro secondo album “The Dawn” e per l’occasione si presentano in formazione a 5, poiché ai “soliti quattro” si aggiunge il loro produttore nelle vesti di polistrumentista e corista. Il pubblico si fa più numeroso e Miss Chain e compari col loro show soddisfano il bisogno di lasciarsi alle spalle il freddo (quantomeno fino a fine concerto): i pezzi sono ottimi e la resa dal vivo è delle migliori, i ragazzi sono carichi come non mai e si divertono visibilmente; chi sta dall'altra parte non può che lasciarsi coinvolgere dal loro garage/power/pop/chi più ne ha più ne metta, tra canzoni del nuovo disco (per una mera questione di gusti personali mi sento di citare “Let us shine”) e pezzi che sono già diventati dei classici ai loro concerti (su tutti “Flamingo” e “Rollercoaster”). Dopo un concerto di Miss Chain & the Broken Heels il sorriso stampato sulle labbra è garantito; imperdibile quindi anche la prossima data del tour al Magnolia di Milano.
A chiudere la Festa gli Speedjackers, che in realtà avrebbero dovuto suonare per secondi ma “sono sempre in ritardo”; in realtà questo li penalizza perché a guardarli restano veramente in pochi. Se poi aggiungiamo i problemi tecnici che penalizzano quasi tutta l’esibizione le premesse non sono le migliori. Potenzialmente potrebbero piacermi col loro rock’n’roll zozzone, e in effetti qualcosa di buono c’è e la testa tiene inesorabilmente il tempo; però non riescono a prendermi, manca qualcosa per prendermi veramente… Rimandati!
Per concludere "un plauso va fatto agli organizzatori di Bergamo Sottosuolo e al Birrificio Elav che non mi pento di definire inappuntabili” (semicit.)
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