Piove...anzi diluvia...eppure dicono che al Magnolia c'è il sole. Inutile chiedersi se sia vero o se sia la solita coglionata per far venire la gente...prendo la macchina, carico la mia compagna d'avventura e parto attraversando piogge tropicali d'altri tempi.
Parcheggio il mezzo bullandomi di essere il primo sfigato a dover pagare 5 euro per il parcheggio "custodito" dell'idroscalo e attraverso il sentiero che porta al palco del Magnolia fra gli applausi. Arrivato al palchetto esterno - sicuramente il migliore - mi becco le ultime 3 note degli Assyrians che, come da programma, hanno iniziato prestissimo. Non posso dire nulla riguardo alla loro performance, ma avendoli visti non più di un mese fa in un'altra occasione posso affermare che più che una band sono una famiglia...ogni volta hanno un membro nuovo sul palco (a sto giro è il turno della tastierista sosia di Poly Styrene)...sul palco sono più di mille e sembrano quasi una famiglia di mormoni scoppiati. Non so perchè. Nonostante ciò sono una band che merita qualche ascolto...duri da digerire all'apparenza, ma molto più pop di quello che si pensi dopo attenta analisi...melodie curate e tecnica sopraffina non fanno che aumentare l'appeal della band. A me alcuni pezzi mi ricordano inspiegabilmente le atmosfere di canzoni come "zodiac sister" dei Senzabenza. Sparatemi pure.
Dopo di loro il livello di topa è gia alto.
Attaccano i Lonewolff che non ho mai visto ma di cui conosco un componente che milita anche in Labradors e Cusack. Fanno un garage rock dalle voci mega effettate ma dall'approccio durissimo...quasi come se Lemmy si mettesse la magliettina scollata di American Apparel e iniziasse a suonare al Rocket il martedì sera (con conseguente aumento di giovani madri).
Non male sicuramente, ma mancano un pò i pezzi che fanno gridare al miracolo...canzoni che vanno via lisce senza darti dei veri pugni allo stomaco...ci si può lavorare ancora per me...ma il livello lo ritengo buono...dopotutto ci sono poche pippe e molto timpano, come piace ai venditori di pelli.
Dopo di loro si naviga nella topa.
Arriva il turno dei californiani Thee Oh Sees e il posto si riempie. Il bassista suona una chitarra che suona come un basso e che tiene alta come un papillon da mostrare sulla sua camicia da Oi BOi dalle fattezze Lars Frederikseniane. Si muove tipo Paolo Villaggio in "Grandi Magazzini" per 40 minuti e solo per questo dimostra che la droga probabilmente fa bene.
Alla sua destra spicca un batterista vestito come un impiegato del catasto che sembra materializzatosi lì per caso. Ectoplasma.
Il cantante/chitarrista ha una canotta bianca stile Dee Dee Ramone pochi secondi prima di esalare l'ultimo respiro e sfoggia un carisma ed un talento eccezionali nel suonare canzoni prive di un senso per 40 minuti. Nelle poche parole delle sue canzoni sfoggia una vocina stile Dracula, la nemesi di Fracchia.
Questo effetto "macho" è amplificato dalla tastierista donna che gli fa da controvoce giusto per far vedere di non essere totalmente inutile. Non capisco nemmeno se è una MILF bella o una giovane brutta. Nel dubbio me la farei.
Insomma questi Oh Sees sparano questo garage psichedelico di cui patisco fortemente la mancanza di ritornelli....a parte ciò sono delle bestiacce da palcoscenico che suonano pezzi lunghissimi facendoli sembrare belli grazie a dei riff infiniti e travolgenti che ti fanno sicuramente muovere il piede lasciandoti però in contemporanea un'espressione di incredulità sulla bocca per quello che il tuo corpo sta facendo.
La gente gradisce. Io rimango avvolto in una neutralità totale tendente al positivismo cosmico...dopotutto è una festa ed è solo un lunedì e questo clima di noncuranza non si può che apprezzare. Li preferisco comunque da CD...ma non fa lo stesso effetto ascoltare il CD di lunedì.
Sono un quartetto da vedere in ogni caso...è la tipica band che fa curriculum...in senso buono, sia chiaro. Insomma...sono un'arma da cucco selvaggio.
Finito tutto presto. Ma torno a casa tardi. E piove.
Parcheggio il mezzo bullandomi di essere il primo sfigato a dover pagare 5 euro per il parcheggio "custodito" dell'idroscalo e attraverso il sentiero che porta al palco del Magnolia fra gli applausi. Arrivato al palchetto esterno - sicuramente il migliore - mi becco le ultime 3 note degli Assyrians che, come da programma, hanno iniziato prestissimo. Non posso dire nulla riguardo alla loro performance, ma avendoli visti non più di un mese fa in un'altra occasione posso affermare che più che una band sono una famiglia...ogni volta hanno un membro nuovo sul palco (a sto giro è il turno della tastierista sosia di Poly Styrene)...sul palco sono più di mille e sembrano quasi una famiglia di mormoni scoppiati. Non so perchè. Nonostante ciò sono una band che merita qualche ascolto...duri da digerire all'apparenza, ma molto più pop di quello che si pensi dopo attenta analisi...melodie curate e tecnica sopraffina non fanno che aumentare l'appeal della band. A me alcuni pezzi mi ricordano inspiegabilmente le atmosfere di canzoni come "zodiac sister" dei Senzabenza. Sparatemi pure.
Dopo di loro il livello di topa è gia alto.
Attaccano i Lonewolff che non ho mai visto ma di cui conosco un componente che milita anche in Labradors e Cusack. Fanno un garage rock dalle voci mega effettate ma dall'approccio durissimo...quasi come se Lemmy si mettesse la magliettina scollata di American Apparel e iniziasse a suonare al Rocket il martedì sera (con conseguente aumento di giovani madri).
Non male sicuramente, ma mancano un pò i pezzi che fanno gridare al miracolo...canzoni che vanno via lisce senza darti dei veri pugni allo stomaco...ci si può lavorare ancora per me...ma il livello lo ritengo buono...dopotutto ci sono poche pippe e molto timpano, come piace ai venditori di pelli.
Dopo di loro si naviga nella topa.
Arriva il turno dei californiani Thee Oh Sees e il posto si riempie. Il bassista suona una chitarra che suona come un basso e che tiene alta come un papillon da mostrare sulla sua camicia da Oi BOi dalle fattezze Lars Frederikseniane. Si muove tipo Paolo Villaggio in "Grandi Magazzini" per 40 minuti e solo per questo dimostra che la droga probabilmente fa bene.
Alla sua destra spicca un batterista vestito come un impiegato del catasto che sembra materializzatosi lì per caso. Ectoplasma.
Il cantante/chitarrista ha una canotta bianca stile Dee Dee Ramone pochi secondi prima di esalare l'ultimo respiro e sfoggia un carisma ed un talento eccezionali nel suonare canzoni prive di un senso per 40 minuti. Nelle poche parole delle sue canzoni sfoggia una vocina stile Dracula, la nemesi di Fracchia.
Questo effetto "macho" è amplificato dalla tastierista donna che gli fa da controvoce giusto per far vedere di non essere totalmente inutile. Non capisco nemmeno se è una MILF bella o una giovane brutta. Nel dubbio me la farei.
Insomma questi Oh Sees sparano questo garage psichedelico di cui patisco fortemente la mancanza di ritornelli....a parte ciò sono delle bestiacce da palcoscenico che suonano pezzi lunghissimi facendoli sembrare belli grazie a dei riff infiniti e travolgenti che ti fanno sicuramente muovere il piede lasciandoti però in contemporanea un'espressione di incredulità sulla bocca per quello che il tuo corpo sta facendo.
La gente gradisce. Io rimango avvolto in una neutralità totale tendente al positivismo cosmico...dopotutto è una festa ed è solo un lunedì e questo clima di noncuranza non si può che apprezzare. Li preferisco comunque da CD...ma non fa lo stesso effetto ascoltare il CD di lunedì.
Sono un quartetto da vedere in ogni caso...è la tipica band che fa curriculum...in senso buono, sia chiaro. Insomma...sono un'arma da cucco selvaggio.
Finito tutto presto. Ma torno a casa tardi. E piove.
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