Loma Vista Recordings - 2015 |
I Ghost si potrebbero considerare un'emanazione della loro stessa arte: la misteriosa band svedese infatti ha costruito se stessa intorno alla rappresentazione di un concetto. Concetto e non tema, perché qui siamo ben oltre le semplici varietà tematiche che costellano il metal, piuttosto è più simile a una rappresentazione teatrale nel suo senso più compiuto, con la musica a sostituire la recitazione. Come a teatro, questo non vuol dire che la performance non contenga riflessioni e messaggi personali, ma essi sono filtrati attraverso una messa in scena. Il satanismo, il trucco e i costumi non vanno quindi presi alla lettera ma come un'allegoria. La formula funziona egregiamente: arrivata il mese scorso alla pubblicazione del terzo album "Meliora", la band vive il suo momento finora più alto, riscuotendo consensi incredibilmente larghi di pubblico, critica e vendite.
Il disco non tradisce le alte
aspettative, forte ancora una volta del sound assolutamente unico
della band che mescola con grande maestria influenze doom, prog, pop,
dark e persino operistiche.
Rispetto al suo altrettanto egregio
predecessore , il terzo lavoro lo evolve asciugando l'abbondanza
barocca di elementi a favore di una pulita eleganza, che ne sposta
decisamente la complessità sul lato compositivo piuttosto che
tecnico.
I primi due lavori avevano come filo
comune rispettivamente la venuta e il regno dell'Anticristo;
"Meliora" invece ruota intorno a una riflessione
sull'assenza di Dio, ambientata in una distopica versione dei primi
decenni del XX secolo. Tuttavia non si cade nella forzatura che quasi
sempre caratterizza i concept album: piuttosto a legare il tutto è
l'omogeneità del sound, perfettamente controbilanciata dalla
distinta personalità di ogni pezzo. Con una produzione e
registrazione di altissimo livello il risultato non poteva che essere
un altro capolavoro. Ogni brano riesce a catture e sopratutto
coinvolgere, dalla struggente e sorprendentemente tenera Cirice,
il primo singolo, all'epico inno He Is, un momento altissimo,
alla trionfale Majesty, passando
per le vette di From The Pinnacle To The Pit
l'onirico abbandono di Absolution
fino alla catarsi di Deus In Absentia.
La
ricerca del meglio è compiuta: con un grandissimo album opera di una
grandissima band.
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