Stevo è una merda di cane perchè vive a Berlino e io amo quella città....un pò come un sacco di altri hipsteroni...ma non ci posso fare niente, oh.
Non sto qui a rompervi il cazzo con cose a caso, ne dico già fin troppe, quindi lascio a lui la parola....grazie mille per questo contributo (mi pare ovvio che se non mi mandi un 2.0 sui live del Wild At Heart ogni mese ti faccio rapporto al Comando).
Non sto qui a rompervi il cazzo con cose a caso, ne dico già fin troppe, quindi lascio a lui la parola....grazie mille per questo contributo (mi pare ovvio che se non mi mandi un 2.0 sui live del Wild At Heart ogni mese ti faccio rapporto al Comando).
Foto di Stevo Killtime |
Berlino, Germania. Distretto di Kreuzberg. No. Non esiste dormire fino a tardi di domenica mattina soprattutto se in città c`è CJ. C´è tempo per quello, mi riposerò quando saró morto.
E così di buona lena alle 8 sono in piedi e ancora rincoglionito dal poco sonno mi incammino verso il Museo dove alle 10 inizieranno la prevendita dello show di presentazione del nuovo disco dell´ultimo grande Ramone ancora in circolazione, l´unico degno di portare ancora questo nome. La figata è che prendendo il biglietto per il set del pomeriggio avrò di diritto a uno sconto per il last minute show della sera al Wild at Heart, due civici più giù della porta di casa. Che dire se non BOMBA!
Giunto sul posto c´è già uno folto gruppo di persone ad attendere ordinatamente in fila l'arrivo della donzella che sopraggiungerà di lì a poco per aprire e consentire a noi poveri infreddoliti di accomodarci all'interno e far godere del tepore i nostri arti rinsecchiti e vista delle meraviglie che esso contiene. Ok, presi gli ormai famosi ticket io e la signora Braun, compagna nella vita e in questa avventura berlinese ormai da quattro mesi, ci incamminiamo verso il più vicino Dunkin Donuts per una colazione veloce e poi via di nuovo verso casa.
Saltando il rientro, il pranzo e la siesta pomeridiana, andiamo, cari lettori, direttamente al pomeriggio. Ore 17:30, Krausnickstraße 23. C'è già un sacco di gente dentro e fuori ma grazie ai nostri famosissimi tickets riusciamo a farci largo e ritrovarci in meno di 10 secondi a due metri dal palco del Ramones Museum dove è già tutto pronto. La formazione di questo mini tour è la stessa che ha registrato "Last chance to dance", Steve Soto e Dan Root degli Adolescents, ma al posto del batterista ufficiale c'è Pete Sosa degli Street Dogs, giovane e talentuoso direi. Non resisto più di 5 minuti nella calca che si è creata nel frattempo e scappo a prendere da bere. La scusa della birra mi serve per rifiatare visto che il caldo bestiale che c'è in quel posto è quasi impossibile da sostenere e per un secondo penso anche di starmene tranquillo in un angolo e godermi lo show da lontano.
Pausa di riflessione. Chi se ne fotte del caldo. Di nuovo dentro a gomitate. Ok, si parte.
CJ è preso bene e glielo si legge dal suo faccione sempre sorridente anche se la band accusa un po' a mio avviso i volumi un po' troppo dentro i limiti del consentito. Credo che tutti voi conosciate la grandezza del posto e sappiate che in genere lì fanno set acustici ma comunque a loro non importa molto nè tantomeno alla gente che vuole solo cantare e fare finger point. Partono con "Understand me", primo singolo del nuovo album e di seguito vecchie perle del passato tra cui, a detta di CJ, pezzi mai suonati dal vivo dai Ramones come "Baby I love you" mischiati a canzoni di "Reconquista" e dell'ultimo. Per la cronaca in ordine sparso "Sheena", "KKK", "Pet cemetary", "Three angels", "Carry me away", "Last chance to dance", "Judy", "California sun" e per finire una tiratissima "R.A.M.O.N.E.S.". Set di una mezzora abbondante ma giusto aperitivo per una serata ancora non terminata. Veloce affacciata al merch, foto di rito, autografo, pacca sulla spalla e via a casa.
Dopo una cena volante alle 21:30 siamo di nuovo per strada verso il Wild at Heart dove, con gli ormai strafamosissimi ticket (due pezzi di carta straccia con un timbro del museo) entriamo nel posto già abbastanza pieno di gente. Sul palco campeggia un banner con il nome di CJ su uno sfondo di mattoni ma della band ancora nemmeno l'ombra. A quanto pare la sera prima a Munster hanno suonato davanti a 65.000 persone e la notte l'hanno passata a fare baldoria. Ammazziamo l'attesa bevendo e fumando e tra una chiacchiera e l'altra ecco sopraggiungere Steve e Dan seguiti dal batterista. CJ si materializzerà di lì a poco direttamente sul palco dentro una nuvola di fumo. Blitzkrieg Bop è la prima e il palazzo viene giù, collassando su se stesso. I volumi questa volta sono perfettamente esagerati e la band si è svegliata dal torpore pomeridiano.
Gli amplificatori vomitano sul pubblico un frastuono allucinante e la gente è scatenata. I pezzi sono gli stessi del pomeriggio con l'aggiunta di altre bombe come "Danny says", "Strength to endure", "Pit stop", "Glad to see you go", "Clusterfuck", una vera e propria mina hardcore con un testo contro lo stato attuale dell'America e del suo presidente. La gente salta, canta, suda, sgomita e a loro questo fa molto piacere. A fine set ancora non ne ha abbastanza intonando l'ormai grande classico "Hey Ho Let's go" ma CJ si scusa tremendamente dicendo che hanno finito i pezzi in quanto Pete, batterista per questi due concerti, non ha avuto il tempo di impararne altri. Fa nulla, sono felice lo stesso.
Il resto della serata lo passeremo a bere, fumare e chiacchierare fino alle prime luci dell'alba insieme a tutta la band, molti penseranno. Invece no. Un saluto veloce, prendo una scaletta e via verso casa. Che dire... Massimo rispetto per Richie ma CJ è e sarà l'unico grande erede del nome che porta e forse questo lui lo sa. "Quando mi metteranno nella mia fossa", dice, "So che sarò salvato da quei 3 angeli che mi aspettano dall'altra parte". Il più tardi possibile però CJ, mi raccomando.
Ramones forever.
E così di buona lena alle 8 sono in piedi e ancora rincoglionito dal poco sonno mi incammino verso il Museo dove alle 10 inizieranno la prevendita dello show di presentazione del nuovo disco dell´ultimo grande Ramone ancora in circolazione, l´unico degno di portare ancora questo nome. La figata è che prendendo il biglietto per il set del pomeriggio avrò di diritto a uno sconto per il last minute show della sera al Wild at Heart, due civici più giù della porta di casa. Che dire se non BOMBA!
Giunto sul posto c´è già uno folto gruppo di persone ad attendere ordinatamente in fila l'arrivo della donzella che sopraggiungerà di lì a poco per aprire e consentire a noi poveri infreddoliti di accomodarci all'interno e far godere del tepore i nostri arti rinsecchiti e vista delle meraviglie che esso contiene. Ok, presi gli ormai famosi ticket io e la signora Braun, compagna nella vita e in questa avventura berlinese ormai da quattro mesi, ci incamminiamo verso il più vicino Dunkin Donuts per una colazione veloce e poi via di nuovo verso casa.
Saltando il rientro, il pranzo e la siesta pomeridiana, andiamo, cari lettori, direttamente al pomeriggio. Ore 17:30, Krausnickstraße 23. C'è già un sacco di gente dentro e fuori ma grazie ai nostri famosissimi tickets riusciamo a farci largo e ritrovarci in meno di 10 secondi a due metri dal palco del Ramones Museum dove è già tutto pronto. La formazione di questo mini tour è la stessa che ha registrato "Last chance to dance", Steve Soto e Dan Root degli Adolescents, ma al posto del batterista ufficiale c'è Pete Sosa degli Street Dogs, giovane e talentuoso direi. Non resisto più di 5 minuti nella calca che si è creata nel frattempo e scappo a prendere da bere. La scusa della birra mi serve per rifiatare visto che il caldo bestiale che c'è in quel posto è quasi impossibile da sostenere e per un secondo penso anche di starmene tranquillo in un angolo e godermi lo show da lontano.
Pausa di riflessione. Chi se ne fotte del caldo. Di nuovo dentro a gomitate. Ok, si parte.
CJ è preso bene e glielo si legge dal suo faccione sempre sorridente anche se la band accusa un po' a mio avviso i volumi un po' troppo dentro i limiti del consentito. Credo che tutti voi conosciate la grandezza del posto e sappiate che in genere lì fanno set acustici ma comunque a loro non importa molto nè tantomeno alla gente che vuole solo cantare e fare finger point. Partono con "Understand me", primo singolo del nuovo album e di seguito vecchie perle del passato tra cui, a detta di CJ, pezzi mai suonati dal vivo dai Ramones come "Baby I love you" mischiati a canzoni di "Reconquista" e dell'ultimo. Per la cronaca in ordine sparso "Sheena", "KKK", "Pet cemetary", "Three angels", "Carry me away", "Last chance to dance", "Judy", "California sun" e per finire una tiratissima "R.A.M.O.N.E.S.". Set di una mezzora abbondante ma giusto aperitivo per una serata ancora non terminata. Veloce affacciata al merch, foto di rito, autografo, pacca sulla spalla e via a casa.
Dopo una cena volante alle 21:30 siamo di nuovo per strada verso il Wild at Heart dove, con gli ormai strafamosissimi ticket (due pezzi di carta straccia con un timbro del museo) entriamo nel posto già abbastanza pieno di gente. Sul palco campeggia un banner con il nome di CJ su uno sfondo di mattoni ma della band ancora nemmeno l'ombra. A quanto pare la sera prima a Munster hanno suonato davanti a 65.000 persone e la notte l'hanno passata a fare baldoria. Ammazziamo l'attesa bevendo e fumando e tra una chiacchiera e l'altra ecco sopraggiungere Steve e Dan seguiti dal batterista. CJ si materializzerà di lì a poco direttamente sul palco dentro una nuvola di fumo. Blitzkrieg Bop è la prima e il palazzo viene giù, collassando su se stesso. I volumi questa volta sono perfettamente esagerati e la band si è svegliata dal torpore pomeridiano.
Gli amplificatori vomitano sul pubblico un frastuono allucinante e la gente è scatenata. I pezzi sono gli stessi del pomeriggio con l'aggiunta di altre bombe come "Danny says", "Strength to endure", "Pit stop", "Glad to see you go", "Clusterfuck", una vera e propria mina hardcore con un testo contro lo stato attuale dell'America e del suo presidente. La gente salta, canta, suda, sgomita e a loro questo fa molto piacere. A fine set ancora non ne ha abbastanza intonando l'ormai grande classico "Hey Ho Let's go" ma CJ si scusa tremendamente dicendo che hanno finito i pezzi in quanto Pete, batterista per questi due concerti, non ha avuto il tempo di impararne altri. Fa nulla, sono felice lo stesso.
Il resto della serata lo passeremo a bere, fumare e chiacchierare fino alle prime luci dell'alba insieme a tutta la band, molti penseranno. Invece no. Un saluto veloce, prendo una scaletta e via verso casa. Che dire... Massimo rispetto per Richie ma CJ è e sarà l'unico grande erede del nome che porta e forse questo lui lo sa. "Quando mi metteranno nella mia fossa", dice, "So che sarò salvato da quei 3 angeli che mi aspettano dall'altra parte". Il più tardi possibile però CJ, mi raccomando.
Ramones forever.
Nessun commento:
Posta un commento
Il soldato SNAFU odia i Troll quindi, se devi trollare, fallo con stile e non farti scoprire!