Rude Records - 2014 |
Nell'hard rock contemporaneo oltre alla corrente glam c'è un'altra scena altrettanto fertile e vitale, quella derivata, spesso in modo filologico, dagli AC/DC.
Come i loro colleghi vestiti in pelle e dai capelli cotonati, anche i rocker barbuti in jeans smanicato hanno trovato casa principalmente in Scandinavia e Germania, E proprio dalle lande teutoniche arrivano gli Hardbone, che con "Bone Hard" tagliano il traguardo del terzo album.
La band ha fatto di una rozza potenza il proprio marchio di fabbrica, basati su preponderanti riff mutuati dai fratelli Young, un cantato roco fino ad essere abrasivo e cori e assoli dosati in modo essenziale.
Elementi che di per sé ritroviamo in questo nuovo album, come ci comunica già copertina, ma con dosi diverse alla luce di un maggiore spazio lasciato alla melodia, figlio di una positiva evoluzione del sound e della personalità della band. Insomma, sempre AC/DC nel cuore, ma questa volta senza fermarsi a "Back In Black".
I risultati si sentono: un album omogeneo nel sound e alto nel livello qualitativo.
Si va dall'accattivante Bad Boy, che strizza l'occhio ai colleghi Airbourne e con il suo coro a presa rapida si attacca in testa, a Sound Of The City, rilassata e trasognante, al blues caldo di A Girl Like You, al romanticismo 80's di All Night Long, fino all'assalto incendiario conclusivo di Fire.
Vero, niente di nuovo sotto il sole, ma a fare differenza qui non è l'innovazione, è la personalità, e "Bone Hard" è un lavoro che saprà sicuramente farsi apprezzare da tutti gli amanti dell'hard rock.
Come i loro colleghi vestiti in pelle e dai capelli cotonati, anche i rocker barbuti in jeans smanicato hanno trovato casa principalmente in Scandinavia e Germania, E proprio dalle lande teutoniche arrivano gli Hardbone, che con "Bone Hard" tagliano il traguardo del terzo album.
La band ha fatto di una rozza potenza il proprio marchio di fabbrica, basati su preponderanti riff mutuati dai fratelli Young, un cantato roco fino ad essere abrasivo e cori e assoli dosati in modo essenziale.
Elementi che di per sé ritroviamo in questo nuovo album, come ci comunica già copertina, ma con dosi diverse alla luce di un maggiore spazio lasciato alla melodia, figlio di una positiva evoluzione del sound e della personalità della band. Insomma, sempre AC/DC nel cuore, ma questa volta senza fermarsi a "Back In Black".
I risultati si sentono: un album omogeneo nel sound e alto nel livello qualitativo.
Si va dall'accattivante Bad Boy, che strizza l'occhio ai colleghi Airbourne e con il suo coro a presa rapida si attacca in testa, a Sound Of The City, rilassata e trasognante, al blues caldo di A Girl Like You, al romanticismo 80's di All Night Long, fino all'assalto incendiario conclusivo di Fire.
Vero, niente di nuovo sotto il sole, ma a fare differenza qui non è l'innovazione, è la personalità, e "Bone Hard" è un lavoro che saprà sicuramente farsi apprezzare da tutti gli amanti dell'hard rock.
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