SuperFreakonomics è un libro di economia scritto da un paio di americani un poco più folli dei loro connazionali, Steven Levitt e Stephen Dubner, rispettivamente un professore di economia dell'University of Chicago e un giornalista di New York City che collabora con il NY Times e il New Yorker.
Il libro sfida i modi tradizionali di pensare ponendo parallelismi e domande del tipo: un cambiamento di sesso può aumentare il tuo stipendio? Mangiare i canguri può aiutarci a salvare la Terra? Quali sono i modi migliori per continuare a rinviare la morte? Ma soprattutto: in società crea più valore aggiunto un pappone o un agente immobiliare?
Negli ultimi giorni ho molto pensato a quanto il mondo possa essere bello, cattivo, simpatico, brutto e, in ultima analisi, super stravagante, e volendo sentire il parere di Levitt e Dubner alle 6 esco per andare a prendere il libro in centro.
Alla Mondadori comunque non ci arrivo perché incontro prima alcuni amici che mi fanno notare che è il giorno del concerto dei NOFX al Carroponte (lo sapevo) e gli Old Firm Casuals iniziano tra tipo meno di un'ora (questo no). Bizzarro, no?
Rimando l'acquisto del libro e salto in macchina ma il trip rimane e mi fornisce una chiave di lettura per l'intera serata e molto altro ovvero: quanto gli americani possano essere dannatamente fuori di testa forse per una sostanziale mancanza di preconcetti culturali.
Gli Old Firm Casuals sono una band davvero forte.
L'apertura è con Langskib (solo musica, devastante), poi Lars canta Perry Boys, A Gang Like Us, Born Criminal, For The Love of It All, You Better Start Runnin'. I titoli descrivono bene l'umore delle canzoni e dopo i primi istanti necessari ad assorbire il pugno dell'amplificazione Marshall il pubblico risponde e la situazione diventa davvero mega Oi!.
Cose che ha fatto Lars nella vita in ordine sparso: suonato negli UK Subs, prodotto album per Agnostic Front, Dropkick Murphys, entrato nei Rancid, prodotto album di Marky Ramone and the Intruders, lavorato con Epitaph, firmato con Warner Bros Records, lavorato con la Tony Hawk Foundation per il recupero delle periferie urbane depresse, messo in pausa i Rancid.
Cose che fa Lars stasera, in ordine: il primo concerto di spalla agli adorati Agnostic Front, un'ottima performance, cantare nella cover di Radio con i NOFX.
La band è appena diventata un four-piece, includendo un nuovo chitarrista, e nonostante la compattezza generale dei riff mi è sembrata una scelta piuttosto azzeccata.
Il Carroponte non sembra essersi molto organizzato per ospitare la folla radunata dai concerti di stasera e mentre impiego circa 45 minuti per rimediare un paio di spiedini (ottimi, tra l'altro) prima del concerto degli Agnostic Front, il movimento
Nun Te Pago NOFX raggiunge il successo sfondando una qualche entrata. Modalità Oi!: off. Street punk: on.
Gli Agnostic Front saltano sul palco per la prima canzone vestiti in nero e con un look complessivamente intimidatorio, fanno davvero brutto. Continuano a saltare per tutta la durata del concerto davanti a una platea da sold-out e nella quale i circle pit si sprecano.
Se come gran parte dei loro colleghi HC gli Agnostic Front non sono più dei minors (viaggiano ben oltre i 40 anni) ciò che è ancora chiaramente percepibile è il threat che la band e l'intero genere devono essere stati per gli Stati Uniti circa tre decenni fa, quando erano praticamente bambini e da soli hanno inventato un genere musicale e combattuto vere e proprie battaglie contro bigotti, fricchettoni e il nulla delle peggiori periferie americane.
Gli spiedini sono cotti al punto giusto e li mangio da solo perché i miei amici hanno preferito l'alcol, bene per il quale la fila era fastidiosamente più scorrevole. Nel frattempo conosco una ragazza che mi ferma per chiedermi dove avessi preso la camicia.
Seguo la prima parte della scaletta degli Agnostic dai tavoli in fondo al prato, ma quando Marco Balestrino dei Klasse Kriminale raggiunge il palco per cantare Crucified e Gotta Go sono abbastanza vicino al palco per riconoscere il suo viso. Il set si chiude con una cover di Blitzkrieg Bop in cui un ottavo non si sente nemmeno per sbaglio. Una manata.
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In azione: io e un tizio a caso dietro |
Fat Mike sale sul palco con un vodka-campari già andato per metà, e probabilmente non era il primo della serata.
Con il primo pezzo la band mette in chiaro che è lì per dare non più del 60% di quello che potrebbe dare e poi prosegue con 72 Hookers, Murder the Government, Bob, Seeing Double at the Triple Rock, Radio, Leave It Alone, Dig. Tra una canzone e l'altra passano un paio di minuti e non sono sicuro che il pubblico sia sempre in grado di cogliere le provocazioni, comunque a intervalli più o meno regolari qualche bicchiere o scarpa vola sul palco in risposta alle affermazioni di Fat Mike. Una Globe colpisce il vodka-campari sul palco ma la riserva dev'essere praticamente infinita e il bicchiere viene sostituito.
Il livello si alza con Eat the Meek: “On this song.. if you got some pot.. well you better throw it away and start doing your coke”, e su Linoleum voglio piangere perché nonostante i NOFX non siano esattamente sul pezzo stasera si riesce a capire quanti capolavori abbiano inciso nei loro tipo 12 album, 15 ep, eccetera e quanto questi siano stati importanti per una certa concezione della musica e per la vita in generale. Li so tutti a memoria.
L'impressione che si ha è che stiano suonando davvero quello che vogliono, e tutti quanti comunque cantano tutto.
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NOFX encore, Limo non torna sul palco |
I capolavori sono incisi, i dischi e biglietti venduti e ora rimane solo da fare festa, infatti la scelta improvvisata per i pezzi finali è abbastanza delirante.
Prima di abbandonare il palco definitivamente gli eroi ritornano due volte, e salutano dicendo “see you in three years”. Dai magari facciamo prima!