Big Caviglia Records - 2014 |
La Cantù punkrock è tornata a picchiare forte con gli Human Flesh, dei ragazzi con i Turbonegro nelle vene capitanati da un veterano di mille battaglie, il buon Fede LaConfusione (qui in veste di cantante e chitarra solista....Von Helvete ed Euroboy mixati in un sol uomo).
Dieci pezzi in cui rock'n'roll, punk e tamarria scorrono via veloce mantenendo delle ottime proporzioni fra di loro, nessun ingrediente spicca più degli altri tenendo desta anche l'attenzione dell'ascoltatore più prevenuto.
Le chitarre sono belle zozze e gli assolini, anche quelli più cafoni, rimangono sempre al loro posto senza tramutarsi in un esercizio di stile fine a se stesso. In aggiunta a tutto ciò ci mettiamo alcuni titoli che si spiegano da soli come "Kamasutra", "Magic Powder" e "Back-seat Love", una pronuncia dell'inglese a tratti brianzolissima ed una registrazione a cura del Toxic Basament Studio che a sto giro supera sè stesso....sembra una produzione da major.
Insomma il disco merita, al primo ascolto non griderete al miracolo, però vi intrigherà abbastanza per partire con il secondo alla fine del quale starete cantando il ritornello di "Kamasutra" e quindi vorrete passare al terzo giro solo per risentirla e ne consegue che vi innamorerete sicuramente di qualche altro pezzo...e via così per un altro paio di ascolti...non male se si pensa che molti dischi non superano il primo ascolto.
Ultima annotazione...i ragazzi in sede live si difendono alla grande e fan su un bello spettacolino...vediamo come prosegue la loro avventura, per ora stanno vincendo.
Le chitarre sono belle zozze e gli assolini, anche quelli più cafoni, rimangono sempre al loro posto senza tramutarsi in un esercizio di stile fine a se stesso. In aggiunta a tutto ciò ci mettiamo alcuni titoli che si spiegano da soli come "Kamasutra", "Magic Powder" e "Back-seat Love", una pronuncia dell'inglese a tratti brianzolissima ed una registrazione a cura del Toxic Basament Studio che a sto giro supera sè stesso....sembra una produzione da major.
Insomma il disco merita, al primo ascolto non griderete al miracolo, però vi intrigherà abbastanza per partire con il secondo alla fine del quale starete cantando il ritornello di "Kamasutra" e quindi vorrete passare al terzo giro solo per risentirla e ne consegue che vi innamorerete sicuramente di qualche altro pezzo...e via così per un altro paio di ascolti...non male se si pensa che molti dischi non superano il primo ascolto.
Ultima annotazione...i ragazzi in sede live si difendono alla grande e fan su un bello spettacolino...vediamo come prosegue la loro avventura, per ora stanno vincendo.
uno dei migliori album del 2013, e live spaccano.
RispondiEliminaMollu