Freschi di rottura con la Interscope Records, i Blink-182 si ripresentano a poco più di un anno di distanza da Neighborhoods con Dogs eating dogs, EP di cinque canzoni per una durata complessiva di 19 minuti, autoprodotto e pubblicato il 18 dicembre 2012. Il lavoro, anticipato di poco più di una settimana dal singolo Boxing Day, è stato presentato dalla band stessa come una sorta di regalo di Natale per i propri fan, tanto che sarà disponibile in tre diverse versioni, ciascuna in formato-cofanetto natalizio e contenente differenti gadget.
Lasciando qui perdere le questioni di packaging che ci interessano fino a un certo punto, va innanzitutto detto che a livello di stile siamo davanti a un disco che non si discosta particolarmente dalle coordinate musicali già sentite e apprezzate in Neigborhoods.
“Posso dire con certezza che questo EP è cento volte meglio di ’Neighborhoods’, perchè questa volta eravamo insieme. Ci sono alcune canzoni che veramente amo, ma per la maggior parte ero disconnesso”, queste le testuali parole rilasciate dal batterista Travis Barker qualche tempo fa, che sicuramente lasciano il tempo che trovano per quanto non si sia mai visto un membro di una band sminuire o raffreddare gli animi del pubblico rispetto a un proprio lavoro di prossima uscita, ma che mi sembra rispecchino piuttosto bene lo stato d’animo di una band felice di essere tornata a suonare e a lavorare insieme, e che ha appositamente scelto di uscire da un contratto con una major discografica proprio per poterlo fare con più tranquillità e coesione.
Ma andiamo con ordine.
L’EP si apre con When I was young, song niente male che mi ha fatto venire in mente in alcuni passaggi i Sum 41 di Underclass hero, a cui segue la title-track Dog eating dogs, decisamente il pezzzo più aggressivo e cazzuto dell'intero lotto. Si prosegue con Disaster, in cui trova posto un mood più malinconico che tanto ricorda gli Angels & Airwaves (il progetto parallelo di Tom DeLonge). Superato il giro di boa ecco Boxing day, senza dubbio l’episodio più atipico del disco per il ritmo pseudo-folkggiante da canzone natalizia (del resto il “boxing day” non è altro che una ricorrenza tipica dei paesi anglosassoni che consiste nel donare regali ai membri delle classi sociali meno abbienti il 26 dicembre, ovvero il giorno successivo a Natale), mentre con Pretty Little girls si rientra piacevolmente nello stile di Neighborhood , salvo registrare la presenza del rapper americano YelaWolf, per trenta secondi che c’entrano ben poco col resto della canzone e che sicuramente non mancheranno di far storcere il naso a più di un ascoltatore, ma tant’è…
Giunti così alla fine di Dogs eating dogs non si può certo dire di essere rimasti elettrizzati o a bocca aperta dopo il primo impatto, ma le sensazioni sono buone, soprattutto perché come con Neighborhoods siamo di fronte a un disco che acquista punti mano a mano che si prosegue con gli ascolti (almeno a parere di chi scrive), e questo non può che essere un punto a favore.
Ammetto comunque che di fronte a operazioni di questo tipo ci sono sempre andato con i piedi di piombo, e prima di valutare in maniera netta un lavoro di una band ho sempre preferito aspettare l’uscita dell’album completo, uscita che per altro non dovrebbe tardare moltissimo, dal momento che lo stesso Tom ha dichiarato che tutto il materiale fin qui registrato andrà a finire in un nuovo album non appena la band rientrerà a fine febbraio dal tour australiano.
Che dire? Attendiamo fiduciosi.
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