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Foto rubata dalla pagina fb degli Hakan - Roma 4 Dicembre 2015 |
Siamo a venerdì sera e Roma è stranamente deserta.
Al Traffic c'è il concerto (se così possiamo chiamarlo) di Richard Benson con i suoi fans esperti nel lancio di cibo, ma oltre a questo non mi sembra ci sia altro.
Mi trovo Dal Verme, piccolo e ben tenuto circolo Arci nella zona Pigneto e i gestori attendono ad aprire le danze nella speranza che arrivi un po' di pubblico.
Si fa tardi e nonostante l'assenza di persone aprono la serata i The Raunchies.
Non conoscevo questa band Romana, forse perché esce un po' dai miei soliti giri, ma avevo sentito qualcosa in rete e mi erano piaciuti (
qui il loro bandcamp)
Confermo la prima impressione, anche se a lungo andare, per i miei gusti, sono un po' troppo bravi!
Sicuramente gli amanti del genere li apprezzeranno molto più di me, che dopo il terzo assolo di chitarra più lungo di venti secondi mi viene un po' l'orticaria.
Fanno un bel concerto, nulla da dire, tecnici e puliti, forse con troppe pause tra un pezzo e un altro, ma non è punk rock, non è 1-2-3-4, ci può stare.
Mi stupisce il fatto che essendo un gruppo locale, non abbia portato il solito pulmino di amici supporter, ma solo un paio.
Dopo di loro è il turno degli Hakan da Bergamo.
Sarò sincero, avevo ascoltato solo qualche pezzo superficialmente e non mi avevano entusiasmato, nonostante
Mr.Speciani se li spingesse come il gruppo di punta della
OCW.
Dopo questo concerto però, mi sono rimangiato tutti i pregiudizi perché gli Hakan sono veramente un gran gruppo!
Dritti, veloci ma non troppo, poca distorsione, testi corti e semplici, era quello che mi ci voleva dopo aver sforzato un po' le orecchie con la band precedente. Fanno un set di una ventina di minuti con poche pause e qualche ringraziamento e nonostante le dieci persone davanti, sembrano presi bene.
Dopo il concerto ho avuto modo di scambiarci due chiacchiere con immenso piacere sui locali, le varie "scene" delle città, la gente che non muove il culo manco a pagarla… Le solite cose insomma!
Me ne torno a casa con l'autobus notturno, scivolando e catapultando addosso a un poverino per via di una brusca frenata ma salvando il disco degli Hakan che giuro ascolterò con molta più attenzione.