martedì 25 marzo 2014

SNAFU 2.0: The Bumpkins

Il buon JJ oggi non ha una minchia da fare e tira fuori dalla macchina il disco che i Bumpkins gli avevano dato anni fa...lo guarda...lo riguarda...e lo recensisce con il 2.0. Speriamo che anche domani tu non abbia un cazzo da fare fratello!


A pochi giorni dal concerto dei canadesi Chixdiggit! al Tambourine di Seregno mi appresto a scrivere la recensione dell’album dei milanesi (o brianzoli?) The Bumpkins. Voi direte: quale cazzo è il nesso? Beh, innanzitutto perché il buon Ame (il cantante/bassista della sopracitata band) mi aveva dato il cd, rigorosamente masterizzato in maniera artigianale, all’inizio dell’anno passato ed io gli avevo promesso un’immediata recensione, cosa che poi mi sono sempre dimenticato di fare. Ma soprattutto perché i pop punkers, provenienti dalla terra famosa per lo sciroppo d’acero, avranno ad aprire le danze nientemeno che i Bumpkins.
Dopo questo lungo quanto inutile preambolo, passo a dare la mia opinione in stile Mughini al disco:
The Bumpkins propongono un onesto e melodico pop punk (non si era capito?) che richiama molto le sonorità tanto care agli Hard-Ons quanto ai primi Green Day e ovviamente a quel noto gruppo il cui nome inizia con la lettera R.
Tra i pezzi che mi hanno colpito al primo ascolto ci sono senza dubbio il singolone “She’s Not In Love”, di cui è disponibile anche un videoclip su TuTubo, “Like A Child” e “I Wanna Be”.
I ritornelli di queste “songz” sono così “catchy” (mi sta sui coglioni ‘sto termine ma è funzionale alla descrizione) che ti rimangono impressi dalla mattina quando, dopo esserti alzato dal letto giungi come uno zombie in bagno e ti lavi i denti, alla sera, quando, prima di tornare a letto e ritrasformarti in zombie, ti lavi nuovamente i denti.
L’“anthem” del disco è però “Bump”, che alla voce featura (termine coniato da me medesimo in questo momento) un maligno personaggio panc brianzolo con la t-shirt a righe e le All Star rosse.
Il disco fila liscio fino all’ultima traccia lasciandoti una sensazione di estate imminente, nonostante il vento polare di questi giorni. Certo qualche coro in più non avrebbe guastato e la registrazione digital-basement a tratti cozza un po’ con il genere proposto. Detto ciò l’album è piacevole e vale la pena dare almeno un paio di ascolti prima del solstizio previsto per il 21 giugno e soprattutto in vista del concerto di sabato, dove potrete cantare liberamente tutti gli “Uò-oh-oh!” che volete puntando il vostro ditino al cielo.

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2 commenti:

Il soldato SNAFU odia i Troll quindi, se devi trollare, fallo con stile e non farti scoprire!