Geffen Records - 1987 |
Il 21 luglio del 1987 usciva l’album di debutto di una
giovane band losangelina che si era rapidamente imposta nella scena cittadina
nel corso dei due anni precedenti. La band si chiamava Guns N’ Roses e l’album,
intitolato “Appetite For Destruction” sarebbe diventato l’album di debutto più
venduto della storia del rock e una pietra miliare per l’intero genere.
I Guns erano nati due anni prima dalle ceneri degli
Hollywood Rose e degli L.A. Guns, due delle migliaia di band che affollavano la
Città degli Angeli in cerca di un’opportunità di successo.
Dopo una serie di cambi nei primi mesi, la formazione si
era stabilizzata intorno a cinque ragazzi di provenienza ed esperienza
differenti ma accomunati dalla stessa, totale dedizione verso la propria
musica.
Axl Rose e Izzy Stradlin’, rispettivamente voce e
chitarra ritmica, erano due vecchi amici che avevano lasciato la noia e la
bigotteria del natio Indiana qualche anno prima. Axl era un frontman tanto
instabile quanto carismatico, possedeva una voce potente e di grande estensione
e uno spiccato senso della melodia . Izzy, schivo e taciturno, venerava gli Stones e gli Hanoi Rocks e
portava in dote una solida ritmica e un grande talento compositivo.
Un’altra coppia di vecchi amici rispondeva per altri due
quinti della band. Slash e Steven Adler erano cresciuti nella selvaggia L.A.
degli anni ’70 con una formazione strettamente a base di sesso, droga e rock'n’roll.
Slash seguiva la tradizione dei grandi idoli della sei
corde del decennio precedente, Zeppelin e Aerosmith su tutti, e sfornava riff
micidiali e assoli di grande intensità emotiva mentre Steven portava un tocco
più moderno con la sua batteria roboante ed energica.
A cementare questo volatile miscuglio c’era il versatile bassista
Duff McKagan, un reduce della prima scena punk di Seattle formatosi suonando sia sugli album punk
hardcore che quelli funk.
Per due anni la band aveva vissuto praticamente per
strada, quasi sempre al verde dopo che i soldi partivano per droghe e alcol,
appoggiandosi alle amorevoli cure delle loro amiche spogliarelliste.
Avevano rapidamente fatto registrare il tutto esaurito
nei locali losangelini e attratto la curiosità delle case discografiche, ma il
timore suscitato dallo stile di vita completamente autodistruttivo della band le
teneva a distanza. Alla fine i cinque firmarono un contratto per la Geffen
Records, e dopo aver fatto uscire un falso EP live per una falsa etichetta
indipendente per avere qualcosa da dare in pasto ai fan nell’attesa,
registrarono Appetite For Destruction.
L’apertura dell’album era affidata a Welcome to The Jungle, un incendiaria glorificazione della vita selvaggia della band sulle
strade di Los Angeles in particolare e della violenza del mondo in generale.
It’s So Easy continuava l’assalto sonoro con una
brutalità inaudita, seguito dallo splendido inno all’ubriachezza Nightrain. Outta Get Me era un feroce medio alzato contro le autorità, mentre Mr.
Brownstone lamentava con un blues duro la tossicodipendenza imperante dei
Gunners. La prima facciata dell’LP si chiudeva col capolavoro Paradise City,
uno straordinario anthem in cui nostalgia trasognante e furia selvaggia
s’intersecavano in maniera epica.
My Michelle apriva la seconda facciata, trainata da un
riff dal sapore metallico pesante come un carro armato e da un testo di brutale
onestà. Think About You era un gioioso assalto sonoro all’arma bianca, a cui
seguiva inaspettatamente Sweet Child O’ Mine, la power ballad mozzafiato che
avrebbe cementato il successo planetario delle Pistole e Rose.
Ma a ribadire l’anima distruttiva della band c’era subito dopo You’re
Crazy, seguita dal porno rock ghignante di Anything Goes. Per la chiusura
dell’album la band si affidava alla sensuale decadenza di un pezzo di elevato spessore come Rocket
Queen.
Gli elementi di forza dell’album erano molteplici. Axl
offriva da un lato un incredibile talento vocale, in cui passava
disinvoltamente da acuti al vetriolo di incredibile potenza a melodie dalla
perfetta intonazione, e dall’altro testi che lo ponevano ben al di sopra di
quasi tutte le altre band dell’epoca, esponendo tutto se stesso con un’onestà
disarmante e un fascino magnetico.
Slash concentrava il meglio che la tradizione dei grandi
solisti rock potesse offri re e la coniugava con la solidità ritmica e
compositiva di Izzy in un’interazione perfetta.
A sostenere il tutto il groove di Duff e Steven, in grado
di coniugare potenza e dinamicità senza compromessi.
L’impeccabile mixaggio era il tocco ultimo per la
creazione di un capolavoro.
In definitiva, i Guns avevano ripreso l’hard rock basato
sul blues e lo avevano rivitalizzato con l’aggressività del punk e l’impatto
del metal e grazie al loro talento strumentale e compositivo avevano sfornato un album all killers no fillers, con dodici canzoni accomunate da un sound ben definito e al tempo stesso dotate
ciascuna di una distinta personalità.
L'uscita dell'album venne inzialmente accolta con poco clamore: l'unico evento degno di nota fu la censura imposta alla copertina originale e la sostituzione con con quella con la celebre croce coi teschi. Le cose cambiarono dopo che la Geffen riuscì a far passare il video di Welcome To The Jungle su MTV. Da lì l'ascesa della band fu rapida, fino all'esplosione e al successo planetario che seguirono la pubblicazione del singolo e del video di Sweet Child O' Mine il 17 agosto dell'anno successivo.
La storia successiva della band è nota; per chi se la fosse persa basterà un giro sulla pagina della band su Wikipedia.
Appetite fu il momento migliore e più alto che la band
riuscì mai a raggiungere, in perfetto equilibrio tra la concretezza tuttavia ancora cruda degli esordi e l’arte
eccessivamente espansa dei due Use Your Illusion.
Per quanto le band che citino i Guns tra le proprie
influenze siano troppe da contare, in termini di risultati Appetite non ha
trovato discepoli degni di questo nome. Nessuna band ha saputo rielaborare quel
complesso equilibrio di influenze e sound diversi con una tale personalità e
capacità.
Persino l’intero revival glam/hard rock anni ’80 non ha
saputo produrre qualcosa che si avvicinasse a quel sound e a quella musica,
producendo invece numerosi epigoni dei Motley Crue e delle band glam minori.
In ogni caso, a 25 anni di distanza l’album riesce ancora
a saziare il nostro appetito per la distruzione.
Questo è l'album del mio svezzamento. Prima ero un pargolo che ascoltava radio deejay.
RispondiEliminaE' stato come uno schiaffo che ti rialza dopo uno svenimento.
Da lì in poi tutto ciò che ascoltavo prima mi è sembrato una valanga di merda.
Da lì ho scoperto prima il metal, subito dopo il punk.
il Soldato Unclepear "zio pera" sarebbe fiero di te =)
RispondiEliminaLo sono!
RispondiEliminaio ascoltavo disco radio
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