La sua uscita era già stata annunciata da tempo, e finalmente ecco Aftershock, ventunesimo album in studio per una band che ormai è entrata nella leggenda: i Motörhead.
A tre anni di distanza dal precedente lavoro (The Wörld is Yours) il mitico trio torna in studio e ci regala un album in pure stile Motörhead. C'è poco da aspettarsi, la formula (vincente!) è sempre la stessa: Mr. Kilminster voce roca, basso distorto e carisma da vendere, Phil Campbell riff magnetici e sound monumentale e Mikkey Dee dietro le pelli a pestare come un forsennato e foga a palate. Il risultato è veramente ottimo! Aftershock è un gran bell'album da ascoltare dalla prima all'ultima traccia. I punti di forza del disco sono molti; a parte il classico sound energico e potente che la band porta avanti da tempo, le canzoni sono belle, molto ben scritte ed il tutto è prodotto a regola d'arte. Si nota molto lavoro attorno ai riff e, come al solito, Phil si dimostra un chitarrista degno della sua fama. Impossibile trattenersi dal fare headbanging mentre il disco suona, i pezzi forti sono veramente tanti: dai più rockeggianti Do You Believe, Heartbreaker e Crying Shame alla blueseggiante Dust and Glass ai classiconi a tutta birra End of Time, Going to Mexico all'immancabile doppio pedale a tappeto del buon Mikkey in Paralyzed.
Aftershock è un ottimo album e si ritaglia senza dubbio il proprio spazio in una discografia notevole, i Motörhead si dimostrano in ottima forma e ci regalano un bel lavoro.
Una sicurezza.
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