venerdì 26 luglio 2013

Seventh Veil - White Trash Attitude

Street Symphonies Records -2013

L'arrivo in caserma di un disco di sleaze rock non può che essere una piacevole sorpresa, e il fatto che sia un prodotto nostrano aggiunge un ulteriore interesse. Infatti il nostro paese per quando riguarda hard rock e glam è una curiosa contraddizione: concerti pieni e pubblico devoto, ma quanto a band autoctone solitamente mancano sia quantità che qualità.

Esaminiamo quindi "White Trash Attitude", debut album dei Seventh Veil, band di Verona con il Sunset Strip nel cuore, a cominciare dal nome, preso dallo strip club in cui hanno trovato casa tutti i rocker losangelini negli anni d'oro del glam.
Le influenze 80's sono evidenti anche nella musica, gli L.A. Guns su tutti, ma senza comunque ignorare la lezione della scena scandinava contemporanea.

Dopo l'intro dialogata, la title-track ci presenta subito le caratteristiche dell'album: hard rock rude e festaiolo, con le chitarre a farla da padrone tra riff e assoli, una ritmica diretta e pompata e la voce dal classico timbro caldo e ruvido, con i cori a tutto spiano sui ritornelli a cantare di donne, sesso e alcol.
No Fear strizza l'occhio agli Hardcore Superstar  picchiando duro e alternando veloci assalti sonori a brutali pezzi più lenti, con un risultato forse un po' impreciso.
Sia i riff che le melodie vetrioliche di Slimy Snake e Dirty Distinctive dimostrano che dietro le sei corde c'è sicuramente sostanza e capacità tecnica.
Nasty Skin si spinge sul lato più pop del genere con buoni risultati, soprattutto nei godibili ritornelli zuccherini.
Torniamo su suoni più duri con Are You Ready To Die,  una delle mie preferite, un rock n'roll vizioso con  riff carichi di groove, cori che ti ritrovi inevitabilmente a  canticchiare e un ottimo assolo.  Sicuramente un pezzo di livello.
Sister Cigarette ha un'atmosfera da belli e dannati che non guasta.Spiccano il ritmo molto trainante e la voce che svela maggiormente le sue potenzialità.
Toy Boy gira su un riff semplice e feroce, che mi ricorda inaspetattamente certi momenti di Lemmy e soci, in contrasto col coro più trasognato e malinconico.
L'apparente chiusura è affidata a L.A. Dream, che promette di essere un cavallo di battaglia live che farà scuotere su e giù al testa a tutti i presenti e scatenare sul breakdown. Giusto il coro dovrebbe essere più incisivo e mantenere la potenza del resto della canzone. Sorpresa finale nascosta con Jack N' Roll, un divertente assalto di hard rock cafone e adrenalinico con un coro da vero anthem.

I Seventh Veil si rivelano una realtà musicale solida e valida, che potrebbe competere con la scena internazionale. La band ha materiale di qualità e un buon potenziale, che devono solo affinare e sviluppare.
Anche la voce, di solito tasto dolente nell'hard rock del Belpaese, se la cava abbastanza bene: un bel timbro, pronuncia accettabile e una presenza concreta. Basta giusto farla spingere un po' più forte.

Con un debut album così, i Seventh Veil sono sicuramente una band che i fan del genere devono tenere d'occhio per il futuro.

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