ÚA! - 2017 |
Come oramai saprete, dietro soffiata di un capo usciere corrotto, vengo a conoscenza di Tunonna, progetto acustico di Silvia Sicks che abbiamo già avuto il piacere di intervistare.
La cosa figa è che qui abbiamo un CD di 10 pezzi in allegato ad un fumetto (di Zerocalcare eh!). Piccole cose che rendono speciale uno degli oggetti più inutili degli ultimi anni....il CD appunto. Che poi io continuo a trovarlo più comodo del vinile...il vinile è bello, il CD è comodo, l'MP3 è fonte di conoscenza.
Tunonna nel giro di pochi secondi riesce a essere più intrigante di un qualsiasi disco punkrock attuale semplicemente perchè non parla di ragazze con le all-star che masticano bubblegum a Coney Island, ma al contrario racconta di banale e reale quotidianità (dove cazzo le vedete voi le ragazze fighe che masticano BigBabol nel 2017 lo sa solo Dio).
La cosa figa è che qui abbiamo un CD di 10 pezzi in allegato ad un fumetto (di Zerocalcare eh!). Piccole cose che rendono speciale uno degli oggetti più inutili degli ultimi anni....il CD appunto. Che poi io continuo a trovarlo più comodo del vinile...il vinile è bello, il CD è comodo, l'MP3 è fonte di conoscenza.
Tunonna nel giro di pochi secondi riesce a essere più intrigante di un qualsiasi disco punkrock attuale semplicemente perchè non parla di ragazze con le all-star che masticano bubblegum a Coney Island, ma al contrario racconta di banale e reale quotidianità (dove cazzo le vedete voi le ragazze fighe che masticano BigBabol nel 2017 lo sa solo Dio).
Nel dischetto abbiamo il pranzo di Natale durante il quale siamo tutti più parenti (geniale).
La canzone sulla nonna anziana spacciatrice di Rossana (esattamente come tutte le vecchine con cui ho avuto a che fare da piccolo).
Il ritornellone sulle Peroni gelate, che in un mondo di birre artigianali vale molto di più di un "live fast, die young" degli anni '80.
Ed infine, come ciliegina sulla torta, ci infilo la canzone dalle sonorità più punkrock ovvero quella "Marco Jeans" che risulta forse un pò ermetica per i forestieri come me, ma che ha il pregio di contenere la geniale strofa "ho comprato un gilet da MAS, l'ho sporcato di tortillas. Una camicia tutta blu con i bottoni in madreperla e nel riflesso ci sei..." che tronca la rima con il "tu" sottinteso per poi attaccare con un ritornellone alla Phil Spector. SBAM!
Vabbè insomma, sarà che da Milanese (anzi da brianzolo), associo questo disco alla Roma dei The Pills, un pò hipsterona e ruffiana, e a tutta quella fortunata ondata di band con il doppio nome scritto tutto attaccato, ma proprio per questo motivo il disco di Silvia mi entra dentro, facendomi ricordare che i Ramones erano fighi perchè parlavano del loro quartiere e invece noi "punk" dopo anni ci ostiniamo a parlare del quartiere di qualcun altro... di un quartiere che abbiamo conosciuto solo in foto, per sentito dire.
Probabilmente dovremmo tutti parlare di più delle Rossana che ci davano da piccoli, o delle vacanze al mare a Jesolo piuttosto che a quelle a Rockaway Beach (che nessuno ha mai fatto). La ricetta per la semplicità a volte è talmente a portata di mano che ci sembra quasi banale utilizzarla.
Tunonna non farà certamente punkrock "come piace a noi" ma ascoltandola vi farà lo stesso effetto di quando vi mettete a sfogliare l'album di foto di quando eravate piccoli...quelli ad anelli con la pellicolina trasparente sopra ad ogni pagina.
Probabilmente dovremmo tutti parlare di più delle Rossana che ci davano da piccoli, o delle vacanze al mare a Jesolo piuttosto che a quelle a Rockaway Beach (che nessuno ha mai fatto). La ricetta per la semplicità a volte è talmente a portata di mano che ci sembra quasi banale utilizzarla.
Tunonna non farà certamente punkrock "come piace a noi" ma ascoltandola vi farà lo stesso effetto di quando vi mettete a sfogliare l'album di foto di quando eravate piccoli...quelli ad anelli con la pellicolina trasparente sopra ad ogni pagina.
Ricordi sbiaditi che tornano attuali, il tutto condito con delle melodie fighissime. Aaaaah.... sono ancora capace di emozionarmi!
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