Ho trascorso la licenzia natalizia a Roma e e ho approfittato per fare un salto all'
Hellnation Recordstore e comprare qualcuna delle recenti uscite della loro etichetta, a cui va innanzitutto una nota di merito per i prezzi popolari: vinile e cd allegato per un onestissimo deca. Con colpevole pigrizia recensisco solo ora i tre acquisti in un'unica tornata.
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2015 |
Nuovo lavoro per i
Plakkaggio: il trio di Colleferro porta per il momento a compimento della ricerca di una fusione tra metal e street punk iniziato nei precedenti lavori. L'ossatura di
"Ziggurath" affonda nell'Oi e nell'hardcore che portano la scelta dell'italiano, il canto gridato e i cori, la breve durata dei pezzi, completati dagli elementi heavy e black metal, tra assoli e le melodie dissonanti e un buon numero di testi a tema storico o esoterico. Il mix regge e il risultato complessivo è interessante, mentre i brani colpiscono con intensità diverse. Tra i migliori la sorprendentemente positiva
Missione Disagio e il manifesto programmatico
New Wave Of Back Heavy Metal Oi!.
Menzione d'onore per
I Nostri Anni, rivisitazione della quasi omonima degli 883 che sconfina nel genio.
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2015 |
I
Dalton sono il progetto di alcuni veterani della scena Oi! romana provenienti dai ranghi di Pinta Facile e Duap. Esordio in pompa magna con
"Come Stai?", eccellente album di energico ed elegante punk. I ragazzi arricchiscono l'Oi! con un maggior respiro melodico e sortire in altri generi, che non ne smorzano il trasporto e anzi lo rendono ulteriormente dinamico. Il disco scorre liscio e le canzoni si fanno tutte apprezzare, con
Beato Te,
Caffè e
Preti-Medicina-Lavoro Italia che mi hanno invitato a riascoltarle qualche volta in più. Ho apprezzato nei testi l'approccio riflessivo che lascia spazio a momenti più personali, come in
Si Che Si Può, e che non risulta propagandistico anche quando invece affronta temi politici o culturali come in
Skinhead.
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2014 |
"Anime Corsare", disco a quattro mani dei
Klaxon, tra i primi gruppi punk romani,
e dei
Gli Ultimi, in attività da qualche anno, è qualcosa di più di uno split, perché le band hanno contribuito l'una ai brani dell'altra. Nelle sei tracce a suo nome lo storico gruppo romano guarda con serenità alla propria esperienza con un solido e pulito punk rock animato da un piacevole ottimismo di fondo, come in
Spirito Punk Rock . Meno convincente il risultato a nome dei ragazzi che con un eccesso di cupezza non riescono a replicare l'impatto del loro ottimo
album d'esordio, a cui si avvicinano maggiormente in
Anime Vere. La copertina è opera di Zerocalcare.
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