Tornano gli Hardcore Superstar in Italia, ma stavolta la proposta è particolarmente ghiotta: ad accompagnarli ci sono, come co-headliner, i Buckcherry, che non passavano dalle nostre parti da parecchio tempo.
Arriviamo sul presto e un sacco di gente è già in coda fuori per accaparrarsi i pochi posti disponibili. Per fortuna noi siamo già muniti e abbiamo il tempo di mangiare un boccone prima di entrare.
L'Alcatraz è in versione ridotta e ovviamente bello pieno; ascoltiamo distrattamente il set della band di apertura, i losangelini Venrez; non mi fanno una cattiva impressione e mi riprometto un ascolto più dettagliato.
Con un cambio palco piuttosto rapido arrivano i Buckcherry. Apertura azzeccata col classicone Lit Up, che scalda subito il pubblico. La band è in gran forma, energica e di buon umore. La scaletta soddisfa le aspettative con un solido blocco di classici e giusto i pezzi migliori dell'ultimo album "Confessions", tra cannonate hard rock e ballad strappamutande. Performance solidissima: Josh sfoggia le sue doti fisiche di frontman senza perdere un filo di voce e gli strumentisti danno prova del loro talento musicale sia in singolo che insieme. Si chiude immancabilmente con Crazy Bitch, prima del bis con Wrath e Whiskey In The Morning.
Pubblico giustamente entusiasta per l'ottima prova data dalla band; speriamo non debba passare troppo tempo per rivederli qui in Italia. Unica pecca: i volumi un filo troppo bassi, specialmente per la chitarra solista.
Altro rapido cambio palco e sulle epiche note di This Worm's For Ennio fanno il loro ingresso sul palco i quattro svedesi, accolti con un'ovazione. Partenza inaspettata ma assai azzeccata con Moonshine, seguita One More Minute. Anche loro sembrano belli carichi e picchiano decisamente duro. Seguono Kick On The Upperclass e My Good Reputation, tratte dal mitico album self-titled e apprezzatissime dal pubblico. La band rimarca più volte durante il concerto come siano ormai di casa nel nostro paese e di come il pubblico italiano riservi sempre loro un trattamento eccezionale, e interagiscono con una sorprendente naturalezza, crogiolandosi anche un po' nell'adorazione dei fan.
Il concerto prosegue carichissimo, a base di pezzi ad alto voltaggio che coprono tutti gli ultimi album, da Wild Boys a Guestlist, con la chicca dell'unico brano pre 2005, la amatissima Someone Special.
Grande performance anche per loro: Jocke è un animale da palco e rivaleggia con Josh Todd come cantante, anche se accusa un minimo di calo sul finale. Assolutamente perdonabile comunque, visto che da la merda a buona parte dei cantanti con la metà dei suoi anni. La ritmica non perde un colpo e Vic Zino si scatena come un selvaggio alla chitarra.
Il bis rallenta un'attimo con la bella e malinconica Run To Your Mama, prima di far salire un po' di gente, per lo più giovani fanciulle, sul palco per Last Call For Alcohol. Chiusura d'obbligo con We Don't Celebrate Sundays, seguita da un divertente finale rumoroso e caciarone.
Che dire, grandissima serata che tutti i presenti saranno contenti di non essersi persa.
Setlist HCSS:
Setlist HCSS:
This Worm's For Ennio (Intro)
Moonshine
One More Minute
Kick on the Upperclass
My Good Reputation
Into Debauchery
Guestlist
Long Time No See
Dreamin' in a Casket
Wild Boys
Someone Special
Above The Law
Encore:
Run to Your Mama
Last Call for Alcohol
We Don't Celebrate Sundays
Setlist Buckcherry:
Lit Up
Rescue Me
All Night Long
Dead Again
Everything
Sorry
Dead
Porno Star
Sunshine
Gluttony
Nothing Left But Tears
Borderline
Crazy Bitch
Encore:
Wrath
Whiskey in the Morning
Grandissime band! Concerto spettacolare!!!
RispondiElimina39 anni per carità, 39!
RispondiEliminaguardate che Jocke di anni ne ha 39 e non 49!!!
RispondiEliminaScusate, ho fatto confusione con un altro cantante svedese suo omonimo. Correggo.
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