domenica 30 giugno 2013

Dear Dust - Demons To Hunt


I Dear Dust della PMA tanto cara ai quattro rastafariani di Washington DC se ne sbattono il cazzo.  In questo EP di debutto il trio, nato dalle ceneri dei Nasty Cats, propone sette tracce da dove esce tutta l’anima “dark” di Manuel che si sposa alla perfezione con una sezione ritmica davvero eccellente ad opera di Fulvio (Sex Saints, Seeking a Drop) e Marco (Killtime).  Ero rimasto positivamente colpito già al primo ascolto della versione demo di Choke and Die, ma questo disco è davvero tutta un’altra roba. Non mi dilungo ulteriormente, date un ascolto a Demons To Hunt sul loro bandcamp. Vi anticipo solo che ci troverete tanta “Negative Mental Attitude”, tanta originalità e tanta tanta qualità. Oltre all’EP è fuori anche un singolo di Whispers (da cui è stato tratto un video da far invidia a Metal Carter) con due tracce bonus tra cui Good Good Things di Antonello Venditti. Dite sì alla droga, dite sì ai Dear Dust. 

sabato 29 giugno 2013

SNAFU 2.0: Enri Gluesniffer VS analfabetismo

Il buon Enri TGS non sa che cazzo fare e ci manda degli articoli di cultura generale che apprezziamo molto!

Complici le più ore a disposizione, negli ultimi tempi ho raddoppiato la quantità di quello che leggo, e ci sono un paio di titoli che volevo segnalare ai lettori di SNAFU.

"Lui è tornato" - Timur Vermes, 2013, Bompiani


Hitler si risveglia in un campo a Berlino la notte dopo essersi "suicidato" nel bunker della Cancelleria. O almeno così crede. Si rialza, ancora in uniforme, e inizia a passeggiare per la città, dove con suo sommo stupore nessuno lo riconosce o esibisce braccia tese al suo passaggio. Qualcuno lo guarda divertito, qualcuno si complimenta per il realismo del suo costume(?), finchè Hitler capita in un'edicola alla ricerca del "Der Sturmer" e si accorge dai giornali esposti di essere nel 2011. 
Si ritrova dunque in una Germania diversa da quella che aveva lasciato, una Germania democratica e multietnica governata da "una donna tozza, che infondeva lo stesso ottimismo di un salice piangente". Una Germania che, a suo parere, ha ancora bisogno di lui. Cerca così di rimettersi in luce, e viene notato da due agenti televisivi di una trasmissione di cabaret. Qui inizia una surreale commedia degli equivoci, nella quale tutti sono convinti che quel personaggio sia solo un imitatore, un comico che si prende estremamente sul serio e si cala nella parte al 100%, e un Hitler che ripropone dagli schermi televisivi, da Youtube e da tutti i nuovi mezzi che ora ha a disposizione gli stessi medesimi messaggi proposti negli anni '30-'40. Che parla senza freni di ebrei, superiorità della razza ariana e guerra al bolscevismo davanti ad un pubblico che si ammazza dalle risate e lo sommerge di applausi. In breve tempo diventerà una star televisiva, al centro di polemiche e gossip. Il tutto condito da gag meravigliose sui primi approcci con la modernità di Hitler(i momenti della scelta dell'indirizzo mail - nuovacancelleriadelreich@hotmail.com- e del raffronto tra il numero di click su Youtube tra la sua prima uscita televisiva e "Il grande dittatore" di Chaplin sono fenomenali) e e le sue opinioni rispetto all'attuale classe politica.
Completano il tutto circa 30 pagine di note storiche e curiosità per rendere comprensibile ogni minimo aspetto narrato, chapeau. , 
Risate amare dalla prima all'ultima pagina, un gioiellino di satira politica ultra cattiva che va letto assolutamente. 
In Germania ha venduto più di 600.000 copie, un motivo ci sarà!

"A crackup at the race riots", Harmony Korine, 1998.


E' vecchio e parecchi lo conosceranno già, o comunque sapranno che Korine è il regista di "Gummo" e il produttore di "Ken Park", tra i film più malati che abbia mai visto. Lo porto alla vostra attenzione perchè l'ho usato per intervallare la lettura di "Lui è tornato" e perchè spacca. Fondamentalmente è un quaderno degli appunti. Non c'è una trama. Ci trovate di tutto: elenchi di possibili trame di film ancora da girare (tipo: "Una prostituta decide di candidarsi a sindaco" o "Un uomo viene investito da un auto e a nessuno frega niente") , titoli di romanzi che l'autore si promette di scrivere (tra cui "The diary of Anne Frank pt. 2", che diventerà un cortometraggio un anno più tardi), lettere di Tupac Shakur, un capitolo intero di ultimi messaggi da suicidi veri e finti, dialoghi tratti da film o inventati di sana pianta, messaggi scritti a mano tra cui segnalo "I bet you have no more friends than an alarm clock", brevi storie di vario genere sempre sul genere weird. Insomma, un minestrone da cui mi è stato impossibile tenermi alla larga. Lo trovate in pdf su internet, non è mai stato tradotto ma non è che ci sia da capire poi molto. Se il portagiornali del cesso ha bisogno di un aggiornamento, compratevi una risma di carta e via di stampante, male non fa!

venerdì 28 giugno 2013

Stasera a Milano!


Stasera all'Arci LoFi di Milano, via dei Pestagalli 27, serata Punk Rock da paura! Suonano la metà dei soldatini della caserma quindi ce la bulliamo tranquilli che nessuno ci farà una recenzione negativa. Tuttvia la possibile presenza di Soldati 2.0 ci farà rimettere i piedi per terra. Non mancate! Se no poi abbiamo la scusa per suonare male!

giovedì 27 giugno 2013

Tough - Four

DUMB/Gonna Puke Records - 2013

Recentemente il soldatino Rehab si è dato all'assenteismo. Si è vociferato di tutto: c'era chi diceva che ero scappato con dei mangiabambini in Guatemala, chi che ero morto al fronte, chi che tra i soldati della caserma si fosse aperta una breccia di conflitto: bullshit! I soldati trascorrono regolarmente il loro tempo al fronte, dove non hanno tempo per litigare. SNAFU Knows! Ad ogni modo adesso c'è della carne sul fuoco. Da qualche mese è uscito il quarto full-length dei piacentino-palermitani Tough. Se la tracklist fosse ordinata diversamente potremmo dividere idealmente l'album in due parti. La prima comprenderebbe i brani che riprendono il sound del precedente lavoro, Winners, Loosers & Surrenders. Brani come Coney Island Fortune Teller, For Bloody End e Just Like One ne sono la prova. La seconda invece è composta da quelli che fanno fare un passo avanti (o indietro) alla band. Mi spiego meglio: questo brani sono più pop, più freschi e aggiungono un nuovo accento ai Tough. Per fare questo passo avanti il trio ha dovuto guardare indietro, fino a scorgere le sue origini. Non è un caso che nell'album sia presente Your Eyes One More Time, cover degli Stinking Polecats. Non fraintendetemi: la scelta paga (e anche bene!). Sono infatti questi i brani migliori dell'album. Lo dimostrano Hey Baby Monster, senza dubbio il pezzo più riuscito e più sentito, la cover super pop di Pleasant Valley Sunday e We Gotta Go Tonight, che vanta tra i credits Stefan-eno e Andrea Manges. Unica nota stonata dell'abum la cover di I Get Around dei Beach Boys: è mia personale convinzione che certe canzoni non andrebbero coverizzate al di fuori della sala prove. Chissà se scrivendo Behind Your Keyboard Chris volesse insultare noi o la nostra concorrenza più spietata... 
Ben fatto Tough! Aspetto la versione in vinile di Four!

mercoledì 26 giugno 2013

Live Report: Paul McCartney @ Arena di Verona


Essere figlio di un Beatlemaniaco porta una serie di vantaggi. L'ascolto dei Fab Four sin dall'infanzia ha sicuramente contribuito a indirizzare i miei gusti e interessi musicali nella giusta direzione, e quando Sir Paul McCartney annuncia l'unica data italiana del suo tour "Out There", all'Arena di Verona, mio padre decide di portarmi con lui perché "un Beatle va visto almeno una volta nella vita". 

Arriviamo con un certo anticipo e la piazza intorno all'arena è già invasa di fan di ogni età. Il cielo è pieno di nuvoloni neri e dopo poco scatta il diluvio, ma fortunatamente quando entriamo la pioggia è finita, anche se rimangono ancora nuvole e soffia un forte vento freddo.

Il palco è piuttosto voluminoso come struttura e occupa quasi un terzo dell'arena, ma è piuttosto sobrio in quanto a dotazione, sostanzialmente ridotta alla strumentazione e alle voluminose riserve di chitarre e bassi nelle rastrelliere laterali. Il Macca si concede giusto una piccola piattaforma antistante il palco principale, uno schermo dietro al palco, su cui verranno proiettati video e immagini, e, per la gioia del pubblico, due maxischermi ai lati su cui invece andranno le riprese del live.
Per fortuna noi abbiamo i posti sulle gradinate numerate, perché i promoter hanno ovviamente venduto troppi biglietti per i posti liberi e la gente finisce per doversi sedere quasi dietro al palco, visto che anche nel parterre ci sono delle sedie numerate, che costavano tra l'altro cifre proibitive.
Verso le 9 sugli schermi parte un filmato con un collage continuo di fotografie e immagini della vita di Paul, accompagnato per qualche inspiegabile ragione da una serie di brutte cover di canzoni dei Beatles.

Dopo mezz'ora finalmente tutti sono seduti, si spengono le luci e la band fa il suo ingresso sul palco.
La prima bella sorpresa è che McCartney ha optato per una formazione essenziale, molto in spirito rock n'roll: batterista, chitarrista solista e chitarrista ritmico/bassista (a seconda di cosa suoni lui) e tastierista/ strumentista.
L'ex Beatle è in ottima forma e vestito un po' da Teddy Boy, con stivaletti, pantaloni stretti, camicia bianca e una drape coat nera, e impugna il suo mitico Hofner.
Attacco fulminante con Eight Days A Week, una dei Wings e All My Loving. Nonostante gli anni, la voce è ottima e canta quasi tutti i pezzi nelle tonalità originali. La band, composta da super turnisti, non sbaglia un colpo e suona da paura, in particolare il batterista, un gigantesco messicano pelato.
Paul si leva la giacca e passa alla chitarra e si manterrà sulle sei corde, intervallata all'occorrenza dal piano, per buona parte dello show, cambiandone una quasi a ogni canzone, tra elettriche, acustiche semplici, dodici corde e così via.
Si prosegue con una bella selezione che mischia una prevalenza di Beatles con qualche pezzo solista e dei Wings. Tra quelli che mi fa più piacere sentire posso menzionare We Can Work It Out e Paperback Writer, Paul sorprende per il suo senso dell'umorismo e la sua naturalezza: si diverte, interagisce col pubblico e dà l'1-2-3-4 prima di ogni pezzo, come fosse ancora nei Quarrymen.
A un certo punto la band scompare e lui sale da solo, con l'acustica, sulla piccola pedana davanti al main stage, che si solleva mentre lui intona Blackbird e poi Here Today, dedicata come sempre a John.
Si riprende con gli altri e il set continua fino a raggiungere le 30 canzoni, fra cui spiccano Eleanor Rigby, Something, dedicata  a George, una trascinante Obladi Oblada che fa cantare l'intera arena e una delle mie preferite in assoluto, Back In The USSR
 Live And Let Die è particolarmente spettacolare, accompagnata da fiammate, esplosioni e fuochi d'artificio.

La band saluta tutti sotto un torrente di applausi e rientra dopo poco, Paul di nuovo al basso, attaccando ancora bella energica con Day Tripper, Hi Hi Hi dei Wings e Get Back. Nuova uscita e nuovo rientro, con Paul che sventola il tricolore e il batterista con l'Union Jack. E' il turno di Yesterday, che in effetti non poteva mancare, e poi una vera goduria quando al grido di "Do you wanna rock?" attacca con Helter Skelter.
Le due ore e mezza di concerto si concludono con un grande medley di Golden Slumbers, Carry That Weight e The End, con altri fuochi d'artificio e una pioggia di coriandoli.


Lascio le teorie sulla vera identità di Paul al soldato SNAFU, che ne è ormai uno dei massimi esperti mondiali, ieri sera Paul Was Alive And Kicking!

martedì 25 giugno 2013

Nobody Cried For Dinosaurs - Here Comes The Big Bang

Aduken! Records - 2013

Mi imbatto per caso nel link di Soundcloud dell'EP dei milanesi Nobody Cried for Dinosaurs....una mia vecchia conoscenza che avevo perso di vista e forse pure loro si erano un pò persi di vista fra mille cambi di formazione (per inciso...Soundcloud fa cagare a spruzzo, molto meglio Bandcamp).
Me lo ascolto al volo prima di uscire per andare in pattuglia attratto dalla copertina smaccatamente pop ed arcade style....della serie: "probabilmente la nostra musica fa cagare, ma solo per la copertina un'ascoltata non ce la nega nessuno" (questa è una citazione che ho inventato ora e che non saprei davvero a chi attribuire)....e invece anche la musica merita. Forse non ho perso tempo.
Mettiamo in chiaro subito le cose per i soldatini più intransigenti, qui stiamo parlando di indie pop 100% puro senza contaminazioni di alcun tipo....quindi scordatevi eventuali e vaghe influenze punk o rock'n'roll o power pop....qui c'è solo indie attira figa da maglioncino invernale con le renne ricamate sopra che, per qualche inspiegabile motivo, ora ti fanno pure rimorchiare l'inverosimile. Le renne ti consumano il cazzo. Ne prendo atto.
Dato che in Caserma siamo tutti animali da cucco selvaggio e non ci tiriamo sicuramente indietro davanti alle renne afrodisiache, io personalmente accolgo questo dischetto digitale di 4 pezzi con un bel sorrisone sulla faccia ancora sporca di tintura mimetica dopo l'ultima missione nel Belize; i pezzi sono tutti carini, coccolati gentilmente da una tastierina discreta ma abbastanza protagonista degli spazi uditivi circostanti. Sicuramente promossi pezzi come "Best Friend" e "Let Me Introduce You The NCFD" che hanno la melodia pop al punto giusto, il ritornellino da balletto sincopato e la chitarrina frocia da indie boyz umile ed onesto.
Fondamentalmente mi sono salvato il link nei preferiti e la vedo come una buona alternativa al nuovo disco di She&Him che mi sono scaricato in preda a deliri di onnipotenza finalizzati a darmi un tono musicale dopo mesi in cui l'album più recente che mi è passato nel lettore CD è stato "Phase Three".
I ragazzi milanotti passano la Selezione della Caserma, pronti ad essere stroncati immantinente con il loro prossimo lavoro.

sabato 22 giugno 2013

SNAFU 2.0: Bad Religion, Anti-Flag e Manges @ Estragon

Il soldato Lupo, che si finge Signor Maggiore, della 39esima VFA ci manda la sua recensione del concerto dei Bad Religion in quel di Bologna...grazie soldatino!

I Bad Religion sono stati uno dei gruppi punk che ho sempre seguito con adorazione quasi religiosa, sia per la musica, sia per i testi, ma soprattutto per l' attitudine. Punk non significa necessariamente brutto, sporco e stupido.
Fregandomene della carenza di lavoro e di altre 1000 grane personali, lunedì 17 decido di lanciarmi al concerto di Bologna. Grazie alla mia nota capacità di orientamento riesco ad arrivare tardi perdendomi così tutto lo show dei Manges, che comunque dal vivo riesco a vedere circa un paio di volte all' anno. Non mi dilungo nel dire come e perchè siano uno dei gruppi più influenzati e influenti della scena 
europea, a fine concerto riesco a salutarli con l' augurio di rivederli quanto prima dalle mie parti.
Come al solito avevo fatto tutto il viaggio di andata da solo ma appena entrato all' Estragon incontro il gestore e la crew di uno dei (pochi) locali di Vicenza dove si ha il coraggio di far suonare punk o alternativo. Più tardi incrocio anche altri brutti ceffi tipo Chris Polecats e i cantanti di 2 gruppi HC sempre delle mie zone ( Carlito e Degenerazione Nostra ). Gli Anti-Flag avevevano appena iniziato, suonavano e facevano casino molto carichi nonostante il caldo e l' afa che accompagneranno tutto il concerto. Personalmente mi piace di brutto il loro album "Mobilize" da cui hanno estratto alcuni brani in scaletta. Verso fine concerto circlepit e nell' ultimo brano il batterista biondo viene a suonare il tamburo tra la folla.
Cambio palco di circa mezz'ora ed ecco che arriva il quintetto losangelino: Greg G. e soci sono scatenati quanto i predecessori, se ne fottono della calura e suonano come fosse l' ultimo concerto della loro onorevole carriera. A dire il vero Greg ci chiede di non respirare per i prossimi 2 pezzi o in alternativa di aprire i portoni del salone, ma la sua richiesta cade nel vuoto! Credevo che Greg Hetson si fosse vestito come un fighetto con tanto di foulard ma i soliti ben informati mi dicono che non era lui: meglio così! Chissà che almeno stia suonando con i Circle Jerks! Partono a razzo e snocciolano brani da tutti gli album esclusi "New America" e "Dissent Of Man". Lacrime agli occhi quando eseguono "Anesthesia" e poi ancora vecchie perle
tipo "Sanity", "21st Century DB" e poi ovviamente vari pezzi estratti dall' ultimo favoloso album!!!! Vanno avanti spediti e il tempo passa in fretta, troppo, vorrei che non smettessero mai....
I Bad Religion non si sono risparmiati un minuto e il pubbligo ha goduto. L' Estragon era bello pieno ma volendo c' era ancora qualche posto disponibile.
A conti fatti è stato tutto favoloso:le bands, il posto, il pubblico... Ai milanesi però invidio l' aria condizionata, verso fine serata l' Estragon sembrava un girone dantesco....
Grandi Bad Religion, GRANDI CAZZO, vi ammiro e avete una parte di responsabilità per come sono cresciuto e diventato. Comunque muovo una critica spero costruttiva nei confronti di chi esce solo per serate come queste: concerti così possiamo organizzarli anche senza far suonare grupponi da oltreoceano, magari i Bad Religion nostrani sono proprio di fianco a noi a bere birra al bancone e ci accorgiamo di loro 
solamente quando si sciolgono perchè non trovano un posto dove suonare... Ponderate fratelli....

giovedì 20 giugno 2013

SNAFU 2.0: bad religion @ alcatraz milano

TOMMY 27  ci fa sapere il suo punto di vista sul live dei Bad Religion....vediamo se è diverso da quello della Caserma....

All'alcatraz suonano i veri professori del punk rock, non posso mancare anche se 30 euri mi fan girare le balle.

Andiamo con ordine; per prima cosa fortunatamente dentro il locale l'aria condizionata è accesa: meno male, avrei potuto morire...
Seconda cosa arrivo verso le nove e mezza (non a mezzanotte...) e i Manges han già suonato da più di un' ora, un amico mi dice che hanno iniziato alle otto e mezza(otto e mezza!!!) davanti ovviamente a quattro gatti. In realtà quando entro mancano solo un paio di canzoni anche agli Anti-Flag, poco male: non li conosco e i due pezzi che sento non mi fanno grande impressione; mi piace invece quello che fanno sull'ultimo pezzo: smontano la batteria e la montano in mezzo al pubblico e il batterista si piazza a suonare in mezzo alla gente, figata! Tra l'altro questo batterista durante il concerto dei Bad Religion è in mezzo alla gente a pogare e cantare, grande!

I Bad Religion iniziano circa alle 10, ok che è Martedì ma mi sembra un pò prestino, soprattutto se chiami due gruppi spalla e costringi il primo a suonare così presto.

Tocca ai Bad Religion: confesso che non sono un fan accanito e che non so a memoria tutta la loro interminabile discografia, per di più non ho mai sentito l'ultimo album, però li ho già sentiti alcune volte dal vivo e me ne sono innamorato.
Salgono sul palco e vedo un chitarrista mai visto, tra l'altro vestito da fighetto con sciarpetta: sembra un cazzo di the edge, così a pelle non mi piace...
Iniziano con un paio di pezzi del nuovo CD ma si passa in breve tempo ai loro pezzi di sempre: in realtà mi sembrano un pò scarichi, non mi piace in particolare la versione con partenza lentissima di generator e poi Greg si perde un pò troppo via in chiacchere tra un pezzo e l'altro.
Non faccio neanche in tempo a pensare che siano un pò invecchiati che subito mi smentiscono: man mano è un crescendo: i want to conquer the world, 21 century digital boy, recipe for hate, suffer, sparano alla grande i classici inframmezzati da pezzi nuovi che dal vivo rendono di brutto.
E continuano a macinare pezzi senza sosta, il pubblico canta a squarciagola, segue che è un piacere. Greg con le sue mosse mi spacca sempre, semplice ma diretto , un gran frontman e poi non puoi non amare Jay, un cazzo di punk vero. 
Tra il pubblico ci son molti "vecchi" ma anche tanti giovinetti che sanno tutte le canzoni nuove (ma che forse peccano un pò sui classici, si rifaranno...)
Dopo do what you want (una delle mie preferite) e altre che non ricordo arriva una doppietta da lasciarti senza fiato: american jesus -con un delirio già solo dall' intro- e poi sorrow, veramente da pelle d'oca e lacrime agli occhi in un singalong del pubblico da far accapponare la pelle..che pezzo!
Poi escono ma per me il concerto avrebbe già potuto chiudersi, purtoppo non fanno los angeles is burning ed è un vero peccato.

Cosa dire: i Bad Religion sono sicuramente uno dei migliori gruppi punk dal vivo: non sbagliano un colpo e hanno pezzi incredibili, forse non è stata la loro miglior performance ma spaccano ancora il culo a tantissimi altri dopo 32 anni di carriera. Cazzo che bestie!
Chiudo con quello che mi ha detto un amico: era da tempo che non uscivo da un concerto con la pelle d'oca, è proprio vero!

mercoledì 19 giugno 2013

Live Report: Bad Religion, Anti-Flag, The Manges @ Alcatraz. Milano


Una scaletta del genere farebbe venire l'acquolina in bocca a qualsiasi soldato, e noi della caserma S.N.A.F.U. non possiamo mancare! Arriviamo puntuali alle 20.30 per non perderci neanche un secondo dei nostrani Manges e, nonostante sia abbastanza presto, c'è già tanta gente. I quattro veterani attaccano a razzo e insegnano stile a tutti i presenti. Bello vedere come il pubblico sia coinvolto e si goda la performance. Lasciando da parte a parte il solito discorso palco grosso/palco piccolo, vedere i Manges è sempre un piacere e oltre ai soliti noti, anche i giovani kids apprezzano. Suoni buoni, classica scaletta per 30 minuti di live, bell'atmosfera e bello sentire loro in apertura. 
Gli Anti-Flag invece sono in tour per celebrare i vent'anni! Li ascoltavo abbastanza quando ero più giovane ma col tempo mi è un po' passata...ritrovarmeli stasera non può che farmi piacere e sono veramente curioso di vedermeli del vivo. Il gruppo di Pittsburgh si fionda sul palco e il pubblico si fa sentire, appena attaccano con il primo pezzo si scatena una bolgia. Gli Anti-Flag suonano a manetta, sono mega carichi e in forma, il pubblico risponde alla grande con pogo e surfate varie. Veramente un bello spettacolo, tirano tutti in mezzo come poche band ho visto fare. A parte le più famose (Turncoat, Underground Network, Fuck Police Brutality, Die For Your Government) non conosco la maggior parte dei brani ma comunque ci stanno. Momenti top quando il bassista lancia il basso al roadie per fare stage diving, o quando, a fine concerto, il batterista si mette a  suonare letteralmente tra la folla! Se il loro proporsi come dissidenti/ribelli non fosse una buffonata sarebbero una band con i controcazzi. Gran bel live, potente e coinvolgente, promossi a pieni voti!


Sono le 22.30 e puntuali sul palco salgono i Bad Religion, l'Alcatraz non è sold out ma c'è comunque tanta gente. Bell'apertura con Past Is Dead, We're Only Gonna Die, New Dark Ages e True North. La band è in forma ma non capisco perchè non sia presente Greg Hetson...e non saprei dire chi lo sostituisce...un tipo di mezz'età con un foularino bianco...per il resto classica formazione. Greg Graffin è in gran forma e la sua voce è splendida come al solito, si prende un attimo di pausa per ricordare che sono passati "tre lunghi anni" dall'ultima volta che i Bad Religion sono venuti nel nostro Paese...e che finalmente hanno fatto uscire un bel disco! Come dargli torto! Il concerto prosegue alla grande e la scaletta è un mix tra pezzi vecchi, altri nuovi e alcuni dell'ultimo album. Canzoni come I Want To Conquer The World, Suffer o 21st Century Digital Boy sono degli autentici capolavori. Generator viene suonata stile "festival" con l'intro lenta cantata da tutto il pubblico e pelle d'oca a manetta. I pezzi dell'ultimo album spaccano, Fuck You, Robin Hood In Reverse, Dharma and The Bomb  live rendono alla grande...però i pezzi vecchi mandano in visibilio i fan più accaniti: No Control, You, Punk Rock Song, Sanity, Do What You Want, American Jesus...spettacolari! A chiudere il live Sorrow, altro capolavoro. Breve pausa e poi bis un po' scarno che inizia bene con Fuck Armageddon...This Is Hell ma poi delude un po' con Vanity, Infected e Dept. On False Hope. Comunque gran bel concerto! Grandi i Bad Religion, grandi gli Anti-Flag e grandi i Manges!!!

domenica 16 giugno 2013

DRAWING DEAD

Il 28 Giugno release party di CD + LP con Ponches, Ratbones e Bumpkins.


giovedì 13 giugno 2013

MENDOZA - Bubba Bubble Go! Go! Go!

Gusville Dischi - 2011

I Mendoza - nome top totale - sono dei ragazzi di Latina che nel 2011 han fatto un demo casalingo di 4 pezzi che per non so quale motivo mi viene mandato solo nel 2013....molto male, è fighissimo!
Batteria, voce e una tonitruante tastierina dal sapore retrò costituiscono l'ossatura dei pezzi....tutto il resto è copiato senza vergogna da Ramones, Beatnik Termites e una qualsiasi band femminile anni '60....una formula vincente quanto banale, ma di cui non si farebbe mai a meno.
Melodie da teenager innamorato, dolci, divertenti, pop come la soda e Space Invaders....la colonna sonora perfetta per la vostra storia d'amore...affrettatevi a farvene una se siete single, pigliate il giacchino di jeans con la spilla di Phil Spector, salite in macchina, accendete l'autoradio, inserite questo dischetto e andate a prendere la vostra bella.
Scusate ma ora vado a farlo pure io....giusto il tempo di masterizzarmi il disco azz...mp3 demmerda!

lunedì 10 giugno 2013

Live Report: Sonisphere 2013 @Arena Rho Fiera


In un estate povera di Heineken Jammin' Festival, Rock In IdRho e Gods Of Metal, è il Sonisphere l'unico appuntamento a sfidare i tempi della crisi e a proporre una line up di un certo livello.
Essendo un fan incallito degli Iron Maiden non posso mancare! E' dal 2003 ( Dance Of Death Tour) che non mi perdo una loro data in Italia, e così, con truppa al seguito, mi dirigo verso Rho. Fuori dalla metro c'è abbastanza delirio: bottiglie vuote, bicchieri di plastica e spazzatura ovunque, gente che vende robe abusivamente, metallari svaccati...l'atmosfera di devasto e marciume ringalluzzisce la truppa e ci dirigiamo festanti verso l'ingresso del festival. Quest'anno il Sonisphere ha fatto davvero il botto! Più di 35.000 biglietti venduti in prevendita e tantissimi altri il giorno stesso. I Maiden rimangono una delle poche band in grado di attirare così tanto pubblico in Italia, e questo sarà (per ora) il loro più grande concerto nel nostro Paese. Infatti, sono solo le 16 quando entriamo nell'area del festival, e c'è già tantissima gente!
Il primo gruppo che vediamo sono i Ghost, band Heavy Metal svedese molto particolare. La band, formata dall'inquietante Papa Emeritus II e dai suoi Nameless Ghoul, si ispira all'immaginario horror satanico e al rock dei Black Sabbath e delle band  hard rock/metal anni Settanta, con un sound rivisitato in chiave moderna con l'aggiunta di sinth e variazioni sul doom metal e sul goth. Il buon Pvt.Unclepear ha recensito per voi il loro ultimo lavoro. I Ghost fanno un buon concerto, piacevole, e la risposta del pubblico è buona (in molti indossano le loro magliette), band assolutamente più da club che da festival all'aperto...e poi sinceramente il genere non è che mi faccia impazzire ma comunque la loro è una buona performance .
A seguire i Mastodon, quartetto made in U.S.A. che ha da poco passato il decennio di attività. La band propone un metal molto tecnico, con mille varianti e influenze...ecco se c'è una pecca per i Mastodon è quella di essere TROPPO tecnici...secondo me sono un gruppo molto valido però live sono difficili da seguire, la loro performance ci sta tutta, ma dopo quattro pezzi ci stufiamo e decidiamo di fare quattro passi tra gli stand del festival e i metallari collassati.
In veste di vice-headliner ci sono i Megadeth, gruppone storico capitanato dal buon Dave Mustaine. Mi spiace ma loro non mi sono mai piaciuti...neanche su disco...e oramai Mustaine è un po' scoppiato... suonano per più di un ora e il pubblico apprezza molto...però la performance non decolla...neanche il duetto con Cristina Scabbia aiuta...i volumi non sono un gran che e io li seguo distrattamente. Ai lati del palco e sopra la batterie hanno montato tre megaschermi che proiettano immagini di dubbio gusto, in tema con le canzoni.


Nella mezz'ora che segue il cambio palco pre-maiden mi sale un ansia/tensione fortissima che solo i veri fan degli Irons possono capire. Con il Maiden England Tour la band vuole celebrare l'album Seventh Son Of A Seventh Son, uscito nel 1988, e che quest'anno compie i 25 anni! Sono questi i tour più fighi!! Senza il peso di inutili nuovi album da "promuovere", la scaletta della band è fatta SOLAMENTE  di classici (con una parte giustamente dedicata a Seventh Son). Quindi, se nel 2008 con il Somewhere Back In Time World Tour i Maiden avevano senza dubbio raggiunto l'apice di spettacolarità e potenza in un live (mi spiace ma l'ambientazione egizianosa/futuristica non si discute), questo tour rimette tutto in discussione.
Parte Doctor Doctor degli Ufo, classica intro degli Irons, e il pubblico si accalca verso il palco! Breve intro di Moonchild e la band inizia lo show. Si poteva aprire con qualche altro pezzo, ma la scelta di usare Moonchild è diciamo "obbligata". Finisce il pezzo e Bruce al microfono: And one, and two, three, four...CAN I PLAY WITH MADNEEEEESS! Uno dei pezzi più belli di Seventh Son, cantato da tutto il pubblico. Subito dopo parte l'intro di The Prisoner recitata a memoria da tutti, sono contento abbiano deciso di metterla in scaletta perchè è un pezzo veramente bellissimo! Neanche un attimo di pausa e Adrian Smith parte con la celebre intro di 2 Minutes To Midnight. Bruce si prende un attimo di pausa e con il solito  "Scream for me Milano!" annuncia il prossimo pezzo: Afraid To Shoot Strangers da Fear Of the Dark pezzo a lungo disdegnato e rintrodotto nelle scalette solo negli ultimi tour. Segue l'accoppiata fatale, The Trooper + The Number Of the Beast! Appena sfila il telone con la tipica immagine di Eddie il pubblico esplode in un boato e all'inizio del riff succede il finimondo, tra sventolii di bandiere varie e isteria collettiva, mentre The Number Of the Beast è accompagnata da fiammate a ripetizione e da un Eddie gigante vestito da generale sudista.
la voce di Bruce è al meglio e l'inossidabile frontman corre e salta per tutto il palco, la band suona alla perfezione, tutti sono in ottima forma e i suoni vanno alla grande! Veramente un bello spettacolo! Seguono Phantom Of the Opera, la mitica Run To The Hills con fuochi d'artificio annessi e acuto che scuote tutta l'area del festival, e Wasted Years, il capolavoro scritto da Hadrian Smith che mi commuove sempre. Poi doppietta da Seventh Son con il brano omonimo e The Clairvoiant e per chiudere in bellezza Fear of the Dark (pelle d'oca quando il coro assordante del pubblico segue le parti di chitarra) e Iron Maiden con  la solita l'apparizione di un Eddie gigante alle spalle di Nicko Mc Brain.

Il bis è introdotto dal famoso discorso di Curchill usato come intro ad uno dei brani più belli che per anni (purtroppo) è stato lasciato fuori dalle scalette...Aces High! Pezzo spettacolare e il pubblico esplode! The Evil That men Do altro capolavoro, ultimo da Seventh Son e poi Running Free a chiudere (anche se avrei preferito Hallowed Be Thy Name). 
C'è poco da dire...i Maiden oramai sono dei vecchi...ma fanno ancora degli show della madonna!!!

domenica 9 giugno 2013

The Ponches - Onions & Tuna Fish 7"

One Chord Wonder - 2013

Prima uscita per la neonata One Chord Wonder Records, che vede per protagonisti i torinesi Ponches. Onions & Tuna Fish è un one-sided golden 7": lo so, così sembra che me la meno... in pratica il disco è color oro/sabbia ed è inciso su di un solo lato. Il tutto è limitato a 100 copie numerate, di cui una decina con copertina disegnata/assemblata a mano. I pezzi contenuti sono due: ad aprire ci pensa la title track. Probabilmente ci troviamo davanti al banco di prova per il prossimo lavoro del quartetto. Il sound risulta più maturo (che brutta parola) ma il risultato è meno incisivo. D'altro canto è normale che sui 7" si scelga di non mettere le super hit per riservarle per i full length. La seconda traccia è Kick Down the Doors, cover dei Professionals. I Ponches confermano una grande capacità sia nella scelta che nella reinterpretazione delle cover: avevano infatti già dato prova di ciò coverizzando You Ain't Seen Nothing Yet
Una settimana fa un Gabbiano di nostra conoscenza ci ha regalato l'anteprima di un altro pezzo inedito dei Ponches: bomba! Cari amici, perchè lo avete lasciato fuori? Cosa bolle in pentola?
Per i milanda che vogliono aggiudicarsi questo dischetto c'è un occasione a pochi metri da casa: il 28 giugno i granata sono all'Arci LoFi di Milano... e poi non dite che non ve l'avevo detto!

Good Bye Arturo!


Ci ha lasciato all'età di 65 anni Arturo Vega.

E' Legs Mc Neil a dare la terribile notizia e a ricordarlo così: "Sleep gently my dear friend, you were the must optimistic, jubilant and fun pal anyone could wish. I don't know what the world will be like without, nor do I want to even imagine it...But I know you will find eternel happiness wherever you end up...I love you arturo".


Good Bye Arturo!

venerdì 7 giugno 2013

Ghost - Infestissumam

Loma Vista Recordings - 2013

I Ghost (Ghost B.C. in America) sono oscuri e misteriosi figli della musicalmente fertilissima Svezia. In attività dal 2008, la band è composta dal cantante Papa Emeritus II, vestito in abiti cardinalizi e truccato da teschio, e i suoi incapucciati Ghoul Senza Nome agli strumenti. 
Eredi dell'immaginario horror e satanico dei Black Sabbath, e di quello satanista dei meno noti Black Widow, i Ghost propongono una personalissima ricetta che mescola orchestralmente heavy e doom metal con goth, pop e psichedelia in onore di Sua Maestà Infernale.

Dopo il valido album di debutto "Opus Eponymous" del 2010, il 10 aprile 2013 è uscito "Infestissumam", una vera opera rock che ruota intorno alla figura dell'Anticristo.
Le porte dell'Abisso vengono spalancate dalla title-track, un blasfemo canto gregoriano che in un crescendo distorto introduce Per Aspera Ad Inferi, dove i cupi e pesanti riff della strofa si alternano al crescendo marziale del ritornello.
Secular Haze, il primo singolo,  è un giro di giostra alla Fiera dei Dannati, dominata com'è dalle inquietanti melodie circensi dell'organo, che si ricompattano nelle improvvise declamazioni del titolo.
Passiamo quindi alla decadente eleganza del cabaret di Jigolo Har Megiddo, uno dei brani migliori, che ti possiede inesorabilmente la mente grazie anche alla bellissima prestazione della voce e al sensuale assolo.
Ghuleh/Zombie Queen è il momento più importante dell'album, una lunga ballad che comunica un dramma di amore e morte. La prima parte è lenta e malinconica, con la voce sussurrante e la chitarra che s'intrecciano sul pianoforte, e poi cresce rapidamente con l'emergere della batteria e dellla distorsione: è la seconda metà, che culmina in un'epica celebrazione della regina dei non morti.
Year Zero, il secondo singolo, ha una strofa dal sapore quasi industrial che prepara bene per l'esplosione di invocazioni da messa nera dei ritornelli.
Body And Blood è un disturbato pop psichdelico, melodia da serial killer, mentre Idolatrine è una danza macabra, valzer per scheletri con vestiti nobiliari.
Depth Of Satan Eyes torna decisa nel metal e richiama alla mente le fobie di Alice Cooper.
Chiudiamo degnamente con Monstrance Clock, un allucinato ma stranamente attraente incubo con un meraviglioso ritornello - un altro capolavoro assoluto di questo disco - che è una pura ascensione alla dannazione: il Grande Nemico è finalmente tra noi.

Le versione deluxe aggiunge due pezzi di epilogo: La Mantra, una turbinante nebbia di voci e melodie, e la sorprendente cover di I'm A Marionette degli ...ABBA!

"Infestissumam" è uno splendido album, di altissimo livello; probabilmente il mio preferito di quest'anno e sicuramente uno dei migliori da molto tempo a questa parte.
La band dimostra un grande talento musicale e compositivo e una rara capacità di arrangiamento. Ottima produzione e splendidi suoni completano il tutto.

I Ghost sono in Italia proprio in questi giorni e sabato saranno a Milano per il Sonisphere.

Come together, together as one. Come together, for Lucifer's Son

mercoledì 5 giugno 2013

Killtime - In 3D

Bad Bad Brain inc./Sexy Baby records - 2013

Tornano i Killtime da Roma con un 7" in tiratura limitata a 200 copie che sfoggia in copertina un artowork in 3D del buon vecchio Bucchio....non male...non mi sono strappato i capelli, ma non male.
I pezzi sono 3: sul lato A abbiamo una "Planet of the Apers" che, come dice il titolo stesso, è una roba da scimmie dei Ramones-Riverdales e compagnia bella.....il risultato è un pò incolore, gradevole, ma incolore...e quindi inutile.
Chiude il lato la cover di "That thing you do" tratta da Music Graffiti che è stata definita dagli stessi Killtime una "ruffianata"....è vero, ma ci sta dentro di brutto. Buonissima scelta.
Si arriva al lato B sapendo di non avere in mano il capolavoro del secolo, ma sorprendentemente il pezzo inedito "Radical Change" è la perla del dischetto, quello che vale tutto il pacchetto. Ritornellone pop con ritmo trascinante e melodia spensierata che sai già come finisce ancora prima di sentirla. Azzeccatissima. 
Ne vale la pena.....procuratevelo.

martedì 4 giugno 2013

SNAFU 2.0: The Gamits Live @ ArciDallò/BlueRose

Il buon Panz si è fatto la doppietta Gamits e si becca al Dallò pure la band del soldato SNAFU...e non saluta nemmeno il soldato....prossima volta cella di rigore in tempo zero!

Mi sono deciso a scrivere una recensione dei due concerti dei Gamits a cui ho partecipato con una settimana di ritardo… Meglio tardi che mai.
Non è che i Gamits siano esattamente tra i miei gruppi preferiti ma per motivi vari mi ritrovo a vederli due volte nel giro di 4 giorni:

Domenica 26 Maggio @ Arci Dallò
Non so ancora esattamente cosa mi abbia spinto ad affrontare questa “trasferta” di un’ora e trenta fino a Castiglione per i Gamits che non sono nemmeno tra le mie 15 band preferite; ma alla fine posso dire che ne è valsa la pena. Ad aprire i Drawing Dead; non li conosco ma mi gustano, hanno le melodie che mi prendono bene e un paio di ritornelli si sono già piantati in testa. Ottimo segno. I Gamits partono alla grande con “Falling Apart”,(canzone di apertura del loro ultimo disco “Parts”), che è pure la mia preferita; non posso chiedere di meglio. La testa inizia a seguire prepotentemente il ritmo delle canzoni della scaletta e non si ferma; chiudono con quella che probabilmente è la loro canzone più celebre “Last of The Mullets”, col ritornellone che chiama a gran voce il sing along dei presenti…Ecco,la nota dolente della serata è la scarsa affluenza. Per carità, cose già viste a questo genere di concerti, ma verso la fine del set dei Gamits mi guardo intorno e saremo tipo 7 persone e mi sale un attimo la tristezza; i pochi presenti comunque fanno sentire il loro affetto al gruppo che imbraccia di nuovo gli strumenti per il bis. Con “All Wicked” la faccenda si chiude davvero. Mi sembra che abbiano suonato poco e ne vorrei ancora, ma è tempo di rientrare in Brianza.

Mercoledì 29 maggio @ Blue Rose Saloon
Decido all’ultimo momento di rivedere i Gamits anche in quel di Bresso, sicuro di divertirmi vista l’esperienza di pochi giorni prima… In apertura Porna & The Kokots e i Low Dérive: i primi mi lasciano abbastanza indifferente anche se non annoiano. I Low Dérive sono una bomba, punto. Se avevo una certezza nella vita era quella che “non si paga per scaricare degli mp3 da bandcamp”… Beh i Low Dérive hanno fatto crollare questa convinzione perché semplicemente se lo sono meritati, punto. 
Veniamo ai Gamits… Va detto subito che purtroppo non mantengono le aspettative; contrariamente a quanto successo pochi giorni prima, il locale è pieno (ok ok 30/40 persone non riempiono nemmeno il Blue Rose, ma insomma, rispetto al vuoto cosmico dell’Arci Dallò è già qualcosa). Ma un pubblico “numeroso” evidentemente non basta a rendere buono un concerto, soprattutto se rimane totalmente indifferente di fronte a chi sta suonando… Io stesso fatico a ritrovare l’entusiasmo di domenica, nonostante i Gamits siano sempre i Gamits e la scaletta sia più o meno la stessa, se non identica. Non so, non si accende la scintilla…Intorno a me un pubblico freddo e pressoché impassibile, che mi fa rimpiangere i pochi ma buoni presenti al concerto di domenica. Bisogna aggiungere che i volumi sono altissimi e ne viene fuori una mezza schifezza che fa sanguinare i timpani e non rende giustizia ai Gamits… Chiudono ancora con “Last of The Mullets” ma stavolta nessuno richiede bis. In me c’è un po’ di rammarico per una serata dalla quale mi sarei aspettato molto di più e che invece non mi ha lasciato totalmente deluso, ma con un po’ di perplessità. Ma certo la colpa non è dei Gamits, che tornerò a sentire volentieri se dovessero capitare nuovamente dalle mie parti.

lunedì 3 giugno 2013

Airbourne - Black Dog Barking


Tornano gli australiani Airbourne, tra i migliori esponenti dell'hard rock in campo internazionale! Il gruppo dalla line-up granitica, retta dai fratelli O'Keeffe, pubblica a dieci anni di distanza dagli esordi Black Dog Barking, terzo album in studio.
Correva l'anno 2003, e Joel e Ryan O'Keeffee conoscono per vie traverse quelli che sarebbero poi stati i rimanenti 2/4 della band, il bassista Justin Street e il chitarrista David Roads. La line up ad oggi è rimasta la stessa, risale al 2005 infatti il primo Ep della band, intitolato Ready To Rock, grazie al quale i quattro australiani ottengono una buona notorietà, nonchè un contratto discografico con la Capitol Records.
Black Dog Barking si apre proprio con Ready To Rock rivisitazione della title track del primo Ep, pezzo grintoso, con un riff di chitarra da paura e un ritornello che ti si stampa subito in testa...è impossibile trattenersi dal fare headbanging! Il disco fila che è un piacere, tra pezzi veloci e altri un po' più lenti è impossibile skippare traccia, suond tagliente, grintoso, rock al 100%.
Gli Airbourne sono una sorta di AC/DC "moderni" (passatemi il termine) e ogni loro album è puro rock n' roll dalla prima all'ultima traccia. Sono passati i tempi in cui la band veniva criticata (erroneamente) di essere un clone della band australiana per antonomasia, questi ragazzacci hanno ormai uno stile loro, un sound che è un marchio di fabbrica e grinta da vendere. A me personalmente (da buon ramonesiano) fa impazzire il batterista Ryan che suona tutto in ottavi!
Sinceramente quest'album spacca! Lo colloco leggermente al di sotto dei precedenti Runnin' Wild e No Guts No Glory solo perchè la qualità delle canzoni è leggermente più bassa...mancano un po' i pezzi chiave al di fuori dei singoloni...ma a parte questo è un gran bell'album! Magari ci fossero altre band a cagare fuori tre dischi così!

domenica 2 giugno 2013

Monelli - Goonies - Moes @ Ligera

I Moes che sbagliano gli assoli

Poca gente, ma nessuno aveva qualche speranza a riguardo quindi inutile piangere su sto cazzo. In compenso c'è il Gabbiano che ci spara a raffica storie della suburbia di Los Angeles alternando slang Usa e dialetto veneto o salcazzo. Molti di voi non sanno nemmeno di cosa sto parlando, ma sinceramente questo è il bello del blog....parlare dei cazzi miei.
Attaccano i Goonies da Genova che nel periodo pre-split con i Monelli non mi sono cagato di striscio. In compenso scopro che hanno dei pezzi bomba e che suonano davvero bene....hanno dei cori in dolby sorround da far spavento. Ovviamente suonano davvero troppo e piombano nel limbo delle band inutili....pur tenendo conto che in realtà potrebbero valere molto molto molto di più. In realtà mi sono piaciuti un sacco...ma comunque non puoi suonare più di 25 minuti. Non puoi.
Dopo di loro è il turno dei bauscissimi The Moes che hanno imbastito la serata millantando un release party del loro EP...ovviamente non hanno nemmeno una cazzo di spilla e quindi si dimostrano pessimi in partenza. In realtà attaccano con una tripletta di pezzi fatti tutti di fila con un tiro superbo che mi fanno impazzire....proprio mentre sto pensando che finalmente a Milano c'è una band pop punk degna e valida decidono di perdersi in pause inutili ed in cover un pò azzardate. Inutile dire che ritornano subito con i piedi per terra nel limbo di band pop punk inutili......di buono c'è che so che potrebbero fare molto di più....una serata storta capita a tutti. Sono bravi sono bravi....fidatevi.
Chiudono l'ennesima inutile serata pop punk milanese i torinesi Monelli.....divertenti come pochi....le loro (non volute) cover dei Riverdales in italiano più le ascolti e più ci trovi una genuinità rara e spropositata che te li fa piacere immediatamente. Sono divertenti...e so di averlo già detto 2 righe fa....sono presi bene....sono umili....si sanno divertire...suonano a cannone...fanno le cover dei Fichissimi (oltre a quelle dei Riverdales) e sono dannatamente anni '90 senza tirarsela per esserci stati quando non c'era nessuno. L'umiltà paga sempre....e poi i pezzi sono fighi.....dopotutto le note sono quelle, non pretendo nulla di più. 
Serata finita, tutti a casa contenti....non capita spesso.

SNAFU 2.0: Sbiellata 2013 @ San Zeno

Tommy 27 è scatenato....nessuno lo ferma....e inizia sempre gli articoli con le minuscole....cazzo!

si, sono andato per due giorni alla sbiellata, si, ho sentito Giovedì le Pornoriviste e Sabato i Persiana Jones, qualcuno dirà che sono un coglione e che le feste all'aperto dei 15enni sono una merda, ma io me ne fotto e vi racconto com'è andata...
Prima cosa la festa è una figata: è gigante, all'aperto, c'è un sacco di macello ogni volta che ci vado non capisco come cazzo faccia ad esserci così tanta gente in un posto così imboscato come San Zeno. A me le feste così piacciono un casino anche se è pieno di bambinetti...

Pornoriviste: li avevo già sentiti all'Honky Tonky qualche mese fa e mi avevano veramente intristito: mi fan venire in mente un sacco di concerti di tanto tempo fa...
Adesso Tommy non riesce più a cantare due pezzi in fila, era già antipatico e conferma questa caratteristica in pieno con battute e affermazioni senza senso. 
Non c'è più Dani ma c'è un chitarrista della madonna che sa suonare, mentre il bassista insegna che gli steroidi (quanto cazzo è grosso...) ti fanno imparare a cantare.
Fanno mille canzoni nuove che non so (e tante fanno davvero cagare) e due o tre che ricordo. Non fanno "come piace a me" e non ne capisco il motivo.
Il pubblico è di 15enni e con tantissime ragazze che si buttano nello pseudo-pogo ma soprattutto che rompono le palle saltandoti sui piedi.
Di solito dal vivo le canzoni vengono un pò accelerate: questi le rallentano almeno di due volte: mai visto...

Persiana Jones: Sabato sera arrivaiamo in ritardissimo e cazzo ci perdiamo i Duracell...
Non sento i Persiana Jones da 1000 anni e sono curioso. quando arriviamo hanno già iniziato. Vedo con piacere che hanno ancora 3 fiati. 
Loro sanno suonare...sono in giro da 25 anni (come il cantante ripete almeno 200 volte, cazzo abbiamo capito...).
C'è molta meno gente sotto il palco rispetto a Giovedì e pochi sanno le canzoni: mi fanno "minaccia alcolica" e son contento, anche qui però ne conosco poche.
Direi che loro hanno ancora un perchè, san suonare e lo fanno onestamente. Anche oggi odio il pubblico ma due birre e passa tutto.

Io l'anno prossimo ci torno.

SNAFU 2.0: The DEADVIKINGS (Japan) @ Arci LO-FI Milano

Martedì 4 Giugno: The DEADVIKINGS (Japan) + The MORBEATS @ Arci LO-FI Milano

I Deadvikings arrivano dalla terra del Sol Levante. La band (o forse sarebbe meglio dire gang) si forma alla fine del 2007 e rapidamente inizia a farsi conoscere in tutto il Giappone. Il primo Ep vede la luce l'anno successivo e mette subito in chiaro la passione del quartetto per il protopunk di band come MC5, Stooges & Motorhead senza disdegnare riferimenti a band piu' moderne quali Hellacopters e in generale tutto il garage revival scandinavo dell'ultimo decennio. Ma è il palco il loro habitat naturale e le entusiasmanti apparizioni live accrescono la fama della band che dopo aver prodotto il proprio album di debutto grazie all'americana Zodiac Killer Records, si appresta a sbarcare in Europa per la prima volta.
https://www.facebook.com/deadvikings

In apertura:
The Mighty 4 Kings of Stumbles AKA The MORBEATS. Una garanzia!

Ingresso 5 euro + tessera arci 2013

SNAFu 2.0: The Neigers @Rock N Roll Milano

PSYCHOTIC REACTION

Venerdì 7 Giugno i The Neigers (Garage/Rock n Roll) tornano a Milano, al Rock N Roll di Via Bruschetti 11 (zona stazione Centrale), a seguire DJ Set by Roy + Special (Northern Soul, Garage Punk, Mod 79, Punk Rock,...).

Ingresso gratuito e inizio ore 23:00


Be There!

sabato 1 giugno 2013

Black Mamba Rock Explosion - s/t

Kornalcielo Records - 2012

Con colpevole ritardo recensisco il self-titled dei Black Mamba Rock Explosion, uscito per la triestina Kornalcielo Records a dicembre 2012.

La band propone un hard rock dal sapore southern attraverso la rozza immediatezza del garage. L'ossatura dei pezzi è costituita dai riff distorti delle chitarre su cui si muove la voce roca e nasale.
Niente melodie pulite o architetture complicate, giusto qualche coro occasionale e gli assoli d'ordinanza.
La registrazione purtroppo non è adeguata al genere e appiattisce il sound, invece di conferire quella ruvidità punk che forse cercava di ottenere.
I pezzi migliori sono The River e Sexy Legs, dove la band mette a frutto la propria formula musicale per creare groove immediati ed efficaci, che riescono a restituire un po' il sapore di una calda serata nel delta del Mississippi. 
Quando invece tentano qualche numero dalla struttura più elaborata, come in Day After, il risultato è deludente.
Nel complesso l'album è un buon lavoro, ma non lascia il segno. Il perchè in Italia, nonostante il grande numero di fan e appassionati, non riesca mai ad uscire un gruppo hard rock di livello superiore al medio/mediocre è un'incognita che non riesco proprio a risolvere.

I BMRE ad esempio avrebbero del buon materiale di partenza, compreso un cantante abbastanza capace e con una pronuncia più che accettabile (e per il genere non è poco).
Se lasciassero perdere le velleità garage punk e affinassero la loro base hard rock, con pezzi più strutturati e meno approssimativi, potrebbero dare molto di più.
E sicuramente serve una registrazione migliore: quei suoni grezzi funzionano solo se compensati dalla furia, e la loro cover di Ramblin' Rose dimostra che, a differenza degli MC5, quel fuoco interiore non lo hanno.

L'album lo ascoltate qui.

Stasera Monelli, Moes e Goonies a Milano!


Stasera (sabato 1 Giugno) Milano si tinge di Punk Rock! Sul palco del Ligera (V.la Padova 133) Monelli, The MoesGoonies! Si parte alle 22, ingresso 3 €. Altre info qui